I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Il Re Cremisi
Ho solcato i mari, come un gabbiano disperato; acqua! Solo acqua; il sole che si spegne. Il vento mi sospinse leggiadro sulle nubi; angeli morti! Angeli esangui; una colomba trafitta. Ho volato l’universo, come polvere cosmica al macello; Nero! Nero di tenebra; La morte un diluvio. Le stelle erano le lacrime di ogni pianto; immersi in un’acqua nera! Il sussulto; la morte. Ho parlato di ogni piano astrale o cosmico; il sangue! Ferita atroce; languidi occhi che si spengono. Una spada ha trafitto il mio cuore; immerso nel sangue; le mie labbra zuccheri rossi. Non v’è deserto che non conosca, sterminio d’anime disperate, tormente di sabbia dell’occulto, tomba millenaria, cadaveri roventi, dolce tumulto. Ah! I Cancelli! Il Giardino Segreto! Il mio caro Giardino della Morte; come prigioniero che chiede un po’ di pietà! La chiave…eccola! La serratura…aperta! Il sogno che si libera leggiadro. Le statue un tocco di vita, liberate dalla morte; i bambini ridenti! Usciti dalle madri chiamavano le stelle, volevano nutrirsi dai seni dell’universo. Volevano giocare un po’. Ah! Basta tormento! Voglio essere l’universo! Un tumulto di sorrisi seducenti; aria! Aria! Respiro sovente! -Non mi basta! Non mi basta tutto questo! La gioia eterna! Quella sì!- Lontano da voi e dai falsi sorrisi, lontano da voi, ma al cospetto del Re Cremisi.
Id: 49486 Data: 28/06/2018 19:23:25
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Viaggio Imperituro
Ehi tu Stella che del sole sei sorella, Mai un volto ebbe ‘sìttante parole per un bacio di costei, E tu con quale veridicità a me t’imponi? Qual demone impersoni? Ed io qui giaccio rivolto a lo tuo splendor cangiante, Un brivido, un raggio d’uno sguardo sopraffino, Mi guardi in cerca di un destino, o di una sorte mai promessa: Un sorriso, Una Carezza D’un Fiordaliso, Il profumo di una Brezza, Mai ‘passito, Mai tagliato: Contemplo... E ‘sì bieco un retaggio tende a la beffarda luce D’un volto che lascia séco un baluardo, E tu Un po’ testarda –forse- ed un po’ sconnessa, Mi guardi, Mi tocchi, Mi carezzi Ed in fine, Alla mercé de la tua Anima riflessa, Ardo e sprofondo.
Id: 49485 Data: 28/06/2018 19:20:20
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L’Acacia
Odore intenso; il sole labbra delle foglie, non conta il suo folle travestimento... bianco di neve m’accoglie ‘me tormento e al suo avvenir il candor raccoglie. penso al colle dov’ella sorge dissipata, non ricordo; forse è un dolce sogno, pura ebbrezza o una fioca illusione mai trovata dove m'avvolge seducente quella brezza. Odore; bianchi fiori ch’aprono alle soglie s’adopra il suo baglior al mio sgomento, ma ai miei giovani occhi nulla toglie caldo torpor del mio cuore spento. Non oso pensar ‘me alla cima v’è arrivata forse fra il boicottar delle battaglie... Fra le oscure menti lei fatata ‘me bacio un vento che le coglie.
Id: 49484 Data: 28/06/2018 19:16:54
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Tenebra di una Luna, la Luce
Eppur quando la Luna si lascia a le mie pene, Sorride, m’ammicca e a me si stringe, E non curandosi ancor de le sue catene, Un fiume in piena Lei si finge. E Lei che delle tenebre un dì fu figlia, Un lume, un fuoco, una meraviglia, D’uno sguardo ‘sì profondo d’amor e speme, Mai s’avvilisce grida o geme. E ne il luogo dove l’ombra si confonde, Mai un sorriso s’avvinghia tra le onde, Ma finché il tramonto ancor s’aggira in pianto Ella ancor sfoggiar non può il suo incanto; Eppur quan’ sul far della sera a me discende, Ancor mi bacia, m’abbaglia e mi sorprende.
Id: 38240 Data: 13/06/2016 14:39:09
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De la Natura lo splendore
E come li verdi colori che m’attraversano, Come le acque che a gl’occhi s’avvicinano, O le rocce che ai lati del pesce mai si privano, Le rondini impavide conversano. E che dir dell’alce che al cor‘sì insidia? O de lo riverir del vento che gioisce? Ma io che dico, se da voi ho sol invidia Se non che lo cacciator qui mai colpisce? Oh voi che guardate le tormente che imperversano, Acque infami ed arbusti che mai s’incrinano, Ditemi oh nuvole che di piogge mai compensano Dove lifievoli boccioli il polline s’imprimono? Deh! Guardate! Li Monti che scultura par di Fidia, O l’orizzonte d’aquile reali volar senza pensare, Questa è natura la qual ninfa di Medea fu Idia, Che de la conoscenza divina si lasciò posare.
Id: 38239 Data: 13/06/2016 14:36:20
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Un amore, due Stelle
Ho visto un calice dalle labbra sopraffine Con una lanterna dagli occhi in fasce E proprio là, dove la sua luce nasce Dagli occhi guardo lo suo respiro. Ehi devota che mai ti presti al gioco, che da lontano mai m’avresti fronteggiato! Ascolta ‘l cuore coprirmi andare a fuoco! E che mai un poco la vita inebria. Ed Ella, che alla fine mi diede volto Aprì le ali per venirmi incontro Di fiamme ricoperto ero ormai ‘sfissiato Che insieme divenimmo due stelle del Creato.
Id: 38238 Data: 13/06/2016 14:33:57
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