I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Scenderò
Scenderò fino ai tuoi piedi Bacerò le tue caviglie Passerò con la lingua i loro colli Risalirò fino alla tua fonte Nell'umido delle sue meraviglie
Mi sarai latte e miele L'eden sarai dei miei sensi incantati Rapiti fino sopra i tondi colli E le soffici valli
Sarò un interrotto canto di piacere Berrai le lacrime della mia gioia Io berrò di te ogni goccia del tuo amarmi.
Id: 49480 Data: 28/06/2018 07:27:06
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Frammento di un discorso moroso
La parola ridotta ad una smorfia Del pensiero o ad un abito da sfoggiare In società, ostentarla una ricchezza Mentre il vuoto della bocca la lorda Delle fioriture di una semenza ingorda, Una bava che la invischia nella vanità Delle apparenze di un'élite borghese Assetata di potere e di esclusi. Non v'è Parola veramente dotta nel soffio Degli stolti, politici della parola Che rimangono prima della soglia Su cui la parola affaccia e si offre Mediatrice della verità. Lo stolto è sordo Al senso della parole, narciso Non ama che riflettersi nei propri specchi Mascherando a sé il mondo. Amo La parola dei folli, gli anarchici Della parola; oppure amo il saggio Che conosce l'ora del parlare e del tacere Ed il senso finito di ogni parola Nell'alveo di un dire solamente umano.
Id: 47778 Data: 09/03/2018 05:44:24
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-in-distinto
all'otto marzo è una data da celebrare senza fronzoli nè panegirici, senza esaltazioni di ruoli familiari o domestici, senza velate erotizzazioni. è un atto politico, di liberazione culturale, che io posso solo celebrare se m'identifico, -in-distinto, con te.
Id: 47763 Data: 08/03/2018 14:28:12
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Lidi di Marzo
Non vorrei che tu pensassi Di aver preso possesso della mia coscienza O di fabbricare con i ministri del tuo potere Il pensiero critico pronto all’uso Per la mia mente che vorresti disoccupata O distratta dai tuoi giochi di prestigio. Porta pure avanti ciò che credi O ciò in cui fingi di credere È in fondo la maschera della menzogna Con cui inganni il popolo e conservi il tuo potere. Però nulla è eterno e tutto passa Anche tu, come me, presto o tardi morrai E con te le tue false idee di giustizia e libertà. Non vorrei che tu ti pensassi Già padrone della mia coscienza.
Id: 47692 Data: 05/03/2018 06:00:42
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annotazioni
su di una stecca sola si reggono i miei occhiali, precaria è la lettura conforto dei miei mali.
Id: 47608 Data: 01/03/2018 13:32:11
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Non siamo ancora
Non siamo ancora al cuore di Dio: Il cuore di Dio è il Figlio del Grido, Il Suo cuore è tutto in quell’Abbandono.
L’Essere non è nelle forme: è L’Informe; è Colui che si fa Radice d’ogni cosa, ma la Radice è in pura perdita, discesa E mai di Sé vedrà l’ombra. Gli occhi di Dio Non vedono ciò che noi vediamo, perché l’Amore Sceglie per Sé la cecità, in pura perdita Dentro le pupille dell’Amato.
Eco di quel Grido Sono le parole infelici Che ci bruciano le labbra.
Id: 47361 Data: 19/02/2018 16:12:45
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un ricordo
tutti i giorni ci circondavamo di giornali così potevamo conoscere nei dettagli i nostri corpi esplorandoci a vicenda le parti coperte alla luce del sole ma questo accadeva solo in primavera d'autunno o d'inverno non serviva la carta sui vetri si poteva fare l'amore in macchina senza timore di essere visti anche perché già gli umori ed i fiati annebbiavano i vetri ed un poco le coscienze rapite dai sensi nei loro primi ardori ci bastava una macchina una via secondaria l'agilità dei corpi ed il mondo ci sembrava un'alcova altri anni un altro tempo punto
Id: 47325 Data: 18/02/2018 08:47:41
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il lamento del mare
qui si continua a morire, improvvisa la morte interrompe un respiro, non sappiamo decifrare il futuro; si muore in ogni momento. hai provato a guardare oltre il vetro della finestra chiusa? qualche volta capita che un raggio di sole disegnato su di un foglio di carta affacci sul mare.
ti ricordi di Daniela e del suo seno sotto il costume? oggi sono andato a passeggio in un parco, tra gli alberi l'ombra appariva un rifugio, un eremo abitato da spiriti buoni o fatine del bosco che portavano il canto del vento tra le foglie sull'erba.
guarda la notte che si riflette in uno spicchio di pianto di un volto della solitudine d'asfalto.
la tv è accesa, la finzione è di scena o la manipolazione del reale. io provo ancora una volta a dormire. sul cuscino una conchiglia mi riporta il lamento del mare.
Id: 47318 Data: 17/02/2018 23:07:17
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Eteronimia n°3 (acrostico)
Evanescenza dell'esistere, Torre d'argilla l'umana ambizione. Esuli senza patria e senza asilo, Raminghi rovistiamo Orditi tessuti di nulla. Nascita e morte sono gemelle, Inutile ogni umano affanno, Miseria e nobiltà solo convenzioni, Identica per tutti è la fine; Ali per il volo un mero inganno.
Id: 47280 Data: 16/02/2018 18:22:28
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Eteronimia
Non muta il destino un nome, Il medesimo io si traveste Cambiandosi in mille possibilità. Kerouac scriveva “perché tutti mentono, pensano che anch'io menta”: No, lui non mentiva, Altra radice ha l’inganno. Mutò di sé il proprio nome anche Pessoa, Eteronimia della letterarietà.
Id: 47257 Data: 16/02/2018 06:33:51
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Eteronimi
Non v’è nascondimento: Identità di gioco, giostra, Coriandoli d’un volto, circo, Kamasutra di nomi; Naufragio d’identità. Alla finzione si affida: Maschere di altrettante verità E una resa alla propria umanità.
Id: 47221 Data: 15/02/2018 06:56:40
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Siamo ancora qui
Siamo ancora qui, io e te fratello, nel tempo che s'attarda a transitare dentro il cunicolo oscuro, fantasia di sollazzi giovanili o di giochi azzardati alle spalle di un ramo ricurvo spoglio di rigogliose foglie, gelo di segni, afonia di minuti per un minuto piacere e geme il seme dissepolto dalla coltre d'una necessaria dimenticanza, ricordi apertisi a ferite, vene di un sangue ancora vivace; e tu, mio corpo, fratello mendico, da una carne corrosa di fami condotta contendi ai vecchi la quiete dell'attesa.
Id: 47041 Data: 07/02/2018 06:43:22
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Datemi
Datemi l'anarchia del verso, La menomazione del mio dirmi In poesia, lasciatemi la cifosi Di un suono gobbo, non correggete Per pietà o per dottrina la mia bruttezza; Lasciate che la bellezza del cielo eluda Il ristagno delle mie pozzanghere E il vento vi lasci il fiele delle rughe d'acqua. Non mortificate la vita, è dei morti la perfetta stasi.
Id: 46639 Data: 19/01/2018 08:47:58
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Doppia V
Ho visto in un video Valerio Era seduto accanto alla Vivian Che recitava dei versi Di propria fattura. Sono grandi di età e forse coetanei, non so; Sono grandi poeti e si sa, Ma hanno il volto bello degli anziani Senza i fronzoli della vanità. Era bello di Valerio il sorriso e quel gesto Di portare nel portafoglio Una poesia della Vivian Che quasi neppure ne ricordava il testo. Che bello che era Valerio E che bella che era la Vivian In quel video che sulla Poesia Dice più di tante disquisizioni.
Id: 46379 Data: 09/01/2018 13:03:33
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Il pranzo di Natale
Mi è indigesto il cappone a Natale E la carta da regalo un lusso Da ottanta centesimi.
Non leggo poesie di Natale al pranzo di Natale: Non digerisco le precotte e quelle di buona scrittura Tengono pure per i mesi a venire.
Sono le coincidenze che mutano i giorni, Le circostanze li fanno finire nel brodo Di un turno alla mensa dei poveri, Per altri, con gli occhi al menù In un ristorante fuori le mura Di casa - peraltro qualcuno solo In veste discinta di un panino da marciapiede.
Dicevamo del cappone a Natale: non lo amo, Preferisco tenermi la voce E tutto il resto fino ai settanta.
Id: 45938 Data: 25/12/2017 08:46:41
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Aa3
Ed era il mar delle ascelle La cava femminile dei turbamenti, L’altro offerto al nero sfiorava l’occhio Appena riemerso al pelo d’acqua. Regia Di sensi la sottrazione che il pudore Sottometteva al vaglio della seduzione; Così si costruivano fortilizi con le mani E il guado dell’ultima frontiera Sorpassava la stessa sua immaginazione.
Id: 42579 Data: 26/04/2017 19:42:06
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