I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Il tuffo di Ofelia
Ofelia galleggia leggera nell’acqua scura i capelli le danzano attorno come lunghe ali nere: ora pietosi celano il pudore del volto, ora crudeli scoprono il ghigno irrisolto della vita. La sua pelle splende di stelle nella notte inconsapevole, solo la luna complice allontana i suoi raggi indiscreti. Un tuffo improvviso nell’acqua per lasciare un’ultima colpa a chi per primo violò la bianchezza della sua pelle. Un tuffo inatteso perché per sempre ha perso le parole che la facevano tanto bella allo specchio. Ofelia sogna e non rabbrividisce più. Si abbandona dolcemente in questo nuovo letto e l’acqua la possiede: penetra lieve ogni cavità tampona ogni suono, appanna la vista, blocca la lingua, ferma il respiro, accarezza le cosce, si spinge appena nel ventre. Dorme ora Ofelia il sonno del ristoro e l’acqua le scioglie ogni pensiero. Dorme Ofelia nel fiume del mistero e la corrente dolcemente la conduce altrove, là dove non c’è un mattino da scoprire. (Immagini capovolte, 2007)
Id: 48183 Data: 27/03/2018 16:08:25
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Bacio
Inutile attesa come se ora potessero comparire altre presenze e non i soliti fantasmi. Poi il commiato previsto orribile nella sua ovvietà e la mia bocca raggela per questo tuo bacio. (Immagini Capovolte, 2007)
Id: 48052 Data: 21/03/2018 12:46:18
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La strada di Arianna
Tradita dalla primavera che ha nascosto le sue gemme e confuso il cielo con nebbie sconvenienti, ho rotto il filo e perso la strada. Meglio così. Non rischio pericolosi abbandoni su isole deserte.
Id: 47850 Data: 12/03/2018 17:45:27
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Donna violata
Dialogo bloccato Osservare in silenzio un’immobile presenza e temere per la sorte di una donna violata. La fatica di esistere occupa tutta me stessa, desidero essere solo vuoto. Scaccio ogni pensiero, anche il più banale diventa pericoloso, potrebbe condurmi indietro, proprio là, all’interno della vita, dove sicuramente il rischio è massimo. Neppure un gesto, gli occhi sono chiusi e quando sento che vogliono aprirsi, li strizzo forte. Ecco ora riesco a raggiungere la non coscienza e finalmente non sono. Le ore passano senza inutili attese di improbabili avvenimenti. Questa donna ha bisogno di aiuto. Non crede più a nulla. Cosa può fare la poesia? Che significa? Non voglio più niente. Solo raggomitolarmi per terra senza un corpo, senza una mente e semplicemente stare. Se riuscissi a rimanere perfettamente ferma, potrebbe capitarmi la magica fortuna di tramutarmi in un oggetto. Magari un oggetto incrinato e inutile che nessuno guarda e nessuno mai prenderebbe in mano. Non capisco questa costrizione a vivere, però mi è estraneo anche il morire. Una scelta è impossibile per chi come me ha perso ogni energia. Forse potrebbe avere improvvisamente un piccolo fremito o un flebile desiderio, se qualcuno accarezzasse la sua pelle. Neppure il vento può toccare la mia pelle, potrebbe scatenare orrore e disprezzo. Un leggero alito portato dal mare sarebbe sicuramente fatale. Molto meglio il buio e la pesantezza dell’aria di una stanza chiusa per sempre. Così il tempo non potrà sfogare la sua crudeltà e non ci saranno mai più amori grotteschi o abbandoni ridicoli. Questa donna vuole cancellare tutto e non lasciare neppure un lontano ricordo, un fragile pensiero o un misero verso infelice. Il dolore deforma l’anima, si accanisce sul corpo, traccia con rigide cicatrici la sua squallida storia. La poesia è debole. Sicuramente inutile. Dunque via tutti. Andiamo, ma almeno lasciamole dei doni per sfidare il buio dell’anima. Riempiamo la sua stanza degli odori della vita: di fieno d’estate, di mare d’inverno, di pane sfornato, di una rosa di maggio, di fragole rosse calde di sole, di un temporale d’estate, di fitta pioggia autunnale, di caffè nero e bollente, di lenzuola pulite, di un tenero neonato, di terra arata, di muschio bagnato, di vento alla sera, di un bacio sfiorato, di una carezza rubata, di sesso appagato, di sonno profondo, di lacrime liberate e finalmente ascoltate. Non potrà resistere a tutto questo. Raccoglierà speranza. La poesia forse è debole, ma i suoi profumi sono irresistibili. (Dialoghi Imperfetti, 2013)
Id: 47786 Data: 09/03/2018 18:21:57
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Pelle
Dopo la perdita dell’amnios -vero trauma della vita- la pelle cerca sempre un’altra pelle. Un continuo abbraccio per sopravvivere. Un desiderio incontenibile: stringere, premere, toccare, strofinare. Un massaggio vitale. Il mondo ha un desiderio infinito di sentire altra carne. Il corpo cresce. Cambia colore e odore. Si modella nel corpo del piacere. Le carezze inseguono gli umori per spegnere la fame di esistenza. Il corpo invecchia le carezze diventano lente e sempre più lontane. Quasi non si toccano. Quando la pelle poi rimane sola anche l’anima si accartoccia. (Un corpo dopo l'altro, 2010)
Id: 47719 Data: 06/03/2018 13:09:34
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La solitudine del corpo n.2
La solitudine del corpo 2 A volte la solitudine è una benedizione che si avvolge leggera attorno al cuore. Allora la vita dolcemente si culla con l’anima e il corpo finalmente l’accarezza. La brezza del vento alla sera ha portato via ogni orrore, e la luce tiepida della luna fa entrare solo i sogni più belli. Un attimo senza desideri, che nel vuoto non soffre più. Viviamo di odori leggeri. Molecole di speranza, galleggiano sottili nell’aria. Odori di corpi sdraiati sull’erba. Odori di corpi chini sulla pagina di un libro. Odori di corpi inconsapevoli nel sonno. Odore di speranza, profumo del senza tempo. Odore di due nel silenzio della stanza. Tu, essenza miracolosa, liberaci dal male. (Un corpo dopo l'altro, 2010)
Id: 47619 Data: 01/03/2018 19:04:26
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La solitudine del corpo n. 1
A volte la solitudine è un orrore che scava un buco profondo nella pancia. Ci siamo persi mentre cercavamo la vita. Senza più memoria, dimenticati dal tempo, imprigionati, come mosche nell’ambra. Viviamo tra odori intensi. Odori di corpi, prostrati di fatica. Odori di corpi, penetrati dalla paura. Odori di corpi, acidi di angoscia. Essere due, questo è il vero desiderio, che mescola gli odori e stempera i terrori. Forse saremo salvati da un terzo odore, un magico composto, da respirare ancora caldo di carne. Mescolato ai baci, galleggia nella stanza e si spalma sulla pelle. Tu, essenza miracolosa, liberaci dal male. (Uncorpo dopo l'altro, 2010)
Id: 47581 Data: 28/02/2018 18:22:48
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Dialogo n.7
improbabile il dialogo d’amore Lui le tocca il sesso. Lei sogna che le accarezzi il cuore. Lui è il suo cazzo. Lei la sua anima. Due rette parallele. ma poi si incroceranno in un punto all’infinito?
Id: 47539 Data: 26/02/2018 18:22:24
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Carne
Vorrei vivere solo di corpo. Carne da ammirare. Carne da toccare. Carne da assaporare… e vorrei baciarti per la vita, anche quando la tua bocca non pronuncerà più il mio nome. (Un corpo dopo l'altro, 2010)
Id: 47490 Data: 23/02/2018 23:14:00
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Dialogo della donna
Oggi giornata ricca di appuntamenti e imprevisti.
I pensieri trasformati in incontri e in giochi da tempo desiderati, ma sempre rimandati. Bisogna soffermarsi, e ancora un po’ indugiare, su quelle parole che cercano fortuna e allegria, perché vogliono godere subito dell’armonia dei significati e di buone compagnie. Parole in vena di scherzi e strani abbinamenti. Come ad esempio “donna”, parola difficile da interpretare e ben significare nel vocabolario che stabilisce i ruoli. Non certo originale, ma certamente con un destino di necessità. Femmina, Signora, Dama, Signorina, Puttana, Sposa, Schiava, Regina, Vecchia, Ragazza, Figlia, Eroina Madre, Principessa, Diva, Figa, Segretaria, Serva, Sorella, Maga, Dea, Troia, Badante, Strega, Sirena, Compagna, Megera, Angelo mio...
Ma allora quale parola è giusto usare?
Una o l’altra, è uguale. Il significato è il medesimo. Sono tutte sinonimi. Si può scegliere al momento la terza, la decima o la ventesima, nessun problema, sono intercambiabili.
La donna è proprio un caleidoscopio, con mille colori e sfumature. Cambia continuamente disegno. Lei, la più grande artista-trasformista della vita. Uno spettacolo unico.
(Dialoghi Imperfetti, 2013)
Id: 47480 Data: 23/02/2018 15:34:09
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Tacchi alti a Venezia
Sono una neofita del tacco, con grinta e coraggio affronto il cemento e mi arrampico sui ponti. A volte barcollo un po’, ma subito riprendo il controllo. Dentro me, un canto di orgoglio femminile. Vado in giro tra le calli con le mie lunghe gambe passi brevi, ma determinati. Cammino dritta, indifferente agli sguardi. Concentrata sui miei piedi, penso solo alla meta. Improvvisamente non ho più dubbi, non ho paure. Ora sono sicura, ho capito tutto: inchioderò la vita con un tacco a spillo.
Id: 47442 Data: 22/02/2018 09:18:05
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Dentro al corpo
Frugo il tuo corpo, ansiosa scruto la tua pelle. Impaziente e curiosa la esploro senza perderne un centimetro . Penetro ogni fessura, anche la più piccola, percorro ossessiva ogni ruga, anche la più sottile. Ti cerco disperata, vorrei raggiungerti ovunque. Esamino ostinata il tuo volto, di sicuro nasconde qualcosa. Osservo pupille scure e inquiete dove da sempre mi specchio nuda di me. Dimmi, dove hai nascosto l’anima? tra le labbra rosee e mute? attorno ai piccoli capezzoli? è forse stata inghiottita dall’ombelico? o è nascosta sotto i riccioli del pube? o dentro i segreti del tuo culo? oppure si avvolge maliziosa attorno al tuo sesso? Ancora cerco con rabbia. Vorrei morderti fino a sentire il sapore acre del sangue e come un verme penetrarti dentro. Esplorare le caverne del tuo essere, scavare allo sfinimento dentro la tua carne per arrivare all’indicibile verità. Di sicuro esiste là, dentro al tuo corpo. Almeno vorrei obbligarti ad una confessione: ammetti, mi hai rubato l’anima. (Un corpo dopo l'altro, 2010)
Id: 47357 Data: 19/02/2018 09:46:13
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Canto di donne
Acquisizione Prima di tutto arriva il tuo corpo ad occupare quasi interamente lo spazio del tuo essere. Con lui ti giochi quasi tutta la vita. Allo specchio quel corpo non sempre lo riconosci ti rimanda sguardi strani come a cercarti. Ma non c’è altra possibilità: è tuo complice. Lo accarezzi con creme speciali lo dipingi di colori lo adorni con vesti cangianti lo mascheri con sapienza perché sia fantasticato sognato ancor più desiderato. Poi percorrerai le strade di sempre, millantatrice. Esibizione Muoviti con onde esperte, lente, e rilancia sempre la posta nel gioco del desiderio. Le regole non occorre spiegarle, sono incise sulla tua pelle un tatuaggio genetico da tramandare alle nuove nate. Vincerai la sopravvivenza Donazione Ti offri a lui. Il suo sguardo sarà il vestito in cui avvolgerti nel tuo giro del mondo. Fortuna finchè avrai sguardi Sfortuna se non ne avrai. Interrogazione Ma che fare di tutti quei dubbi che ora soffiano all'orecchio? Finale con risoluzione Ascolta e dimentica il pensiero, cerca invece parole stregate da sussurrarti piano, quasi una cantilena, una filastrocca incantata, per avvolgerti di magia (e di consolazione). E poi, accarezzati nella sera. Ora le tue rughe allo specchio non si nascondono più neppure nell’ombra. (Immagini Capovolte, 2007)
Id: 47327 Data: 18/02/2018 10:23:43
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Chirurgia
Chirurgia Eseguo piccole resezioni con grande abilità, frutto di lunga esperienza. Recido escrescenze di pensieri poi ricucio con il filo della riconciliazione un nuovo ordine ben studiato ricostituito deciso a tavolino con moderna tecnologia con anestesia calibrata con analgesia postoperatoria già stabilita. Devo continuare a vivere anche in questo silenzio che grida da dentro e batte pugni sul cuore. Devo pur continuare anche con un microtomo in mano. (Così su due piedi, 2004)
Id: 47201 Data: 14/02/2018 08:32:09
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La memoria del corpo
In ogni piccola piega della pelle è scritta la memoria di questi anni. Ormai conosco ogni imperfezione, ogni bellezza. Pelle senza pudore, libera di esporsi a qualunque sguardo anche di puro dolore o feroce nostalgia. Pelle che ha vissuto, ruvida di esperienza. Elastica di saggezza. Traccia indelebile della grafia del passato. Vestito usato, modellato dal tempo, macchiato di vita, sgualcito da ricordi. Morbido velluto, consumato da parole già logore d’amore, ricamato con tracce segrete, arabeschi di cicatrici da seguire lentamente con un dito lungo un percorso ancora curioso di futuro.
Leggo in silenzio la memoria degli anni con fiducia ritrovata, accettazione mai persa. Emozione di un tempo rifiutato dalla saggezza dell’oggi.
La pelle, quando il vento l’accarezza nuda, freme libera e finalmente ascolta l’esistenza che l’avvolge sfacciata, insolente in un brusio frenetico di molecole inquiete.
(Un corpo dopo l'altro, 2010)
Id: 47187 Data: 13/02/2018 20:49:21
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Dialoghi con i poeti n. 4
gli anni passati amati, dimenticati, detestati, rimpianti o conclusi in un “mai più” incrociano pensieri vacui con la nostalgia di ricordi impalliditi e a volte traditi da immagini sbiadite e deformi. Fraintendimenti della mente: era sicuramente così e la foto lo conferma, invece ciò che accadde forse era altro. Ecco allora la poesia, esperta in giocoleria, farsi strada a gomitate e spintoni tra la folla dei pensieri. Eccola arrivare in prima fila e lanciare a tutti l’illusione di uno spettacolo interminabile. Ma questa burla per i poeti quanto durerà? poi arriva improvvisa quella brezza che sfiora la fronte, si impiglia tra i capelli, fa chiudere gli occhi e ferma il pensiero. In quell’attimo la vita si svela e la poesia non tradisce più, perché la poesia è un brivido dell’anima, un sussulto improvviso, un’onda perfetta che trabocca e inzuppa la carne, attraversa improvvisa la pelle e si infrange in cielo. Così milioni di piccole gocce di versi si spargono sul mondo. (Dialoghi Imperfetti, 2013)
Id: 47153 Data: 12/02/2018 15:35:05
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Dialoghi con i poeti n. 3
e ancora chiama sempre amore, ancora si tormenta e si affanna tra parole che si incontrano e si scontrano per schivare blocchi di banalità. Il poeta di oggi si guarda perplesso nello specchio di ieri, scruta la sua immagine per trovare finalmente una diversità. Si attorciglia attorno ai versi, li mastica a lungo, poi li sputa come un bolo indigesto attento a scorgere in quel grumo una piccola bollicina di ingegno. (Dialoghi Imperfetti, 2013)
Id: 47147 Data: 12/02/2018 09:56:25
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Dialoghi con i poeti n. 2
la vita è un’emozione da spegnere, direbbe un saggio, ma il poeta non ci crede, troppo sciocco e irresponsabile, vuole scavare l’anima, per poi lasciarla sfinita in uno spazio senza tempo, un non luogo, dove abitano solo sensazioni che scivolano sul corpo, incartano la mente, annullano la realtà. Allora l’anima, complice e vanitosa, sussurra al poeta parole stregate. Lui, incantato dalla loro bellezza, chiama senza fine amore. Solo così può riconoscere la vita. (Dialoghi imperfetti, 2013)
Id: 47127 Data: 11/02/2018 10:09:38
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Dialoghi con i poeti n.1
Come è difficile la parola! le parole a volte trasfigurano l’anima la travestono da pagliaccio la truccano con colori vistosi la fanno inciampare mentre si trascina in lunghi abiti sfilacciati e lei non si riconosce più mentre attraversa spaesata la piazza dei poeti. (Dialoghi Imperfetti, 2013)
Id: 47112 Data: 10/02/2018 16:52:49
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Cantico della tenerezza
Fra le tue braccia cercavo una carezza hai allungato una mano e mi hai spalmato di incertezza. (Immagini Capovolte, 2007)
Id: 47095 Data: 09/02/2018 16:57:26
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Dialogo del principe azzurro
Fiduciosa si abbandonava all’amore in cerca di protezione e complicità Ho un corpo ma non è più mio l’ho donato a lui in un giorno d’estate, mentre tra l’erba mi accarezzava a lungo con la sua mano grande, morbida, sicura. Mi sorrideva dolcemente e il mio cuore ha perso un battito, è stato allora che lui lo ha ingoiato con un solo avido boccone. Ho un corpo, ma non è mio, è solo suo. Lo usa come vuole, senza chiedere. Le sue mani frugano ovunque penetrano e tormentano la mia carne, lasciando dolorosi segni al loro passaggio. Io resto lì, immobile ad occhi aperti e seguo improbabili disegni sulla parete. Aspetto solo il dopo, quando potrò chiudere gli occhi e finalmente riposare dentro me stessa. Avevo un corpo, ma l’ho perso tra l’erba. Volevo ritrovarlo, lo rivoglio, dicevo, ma lui no, lo voleva solo per sé. In un qualunque giorno d’estate, nel silenzio della sera, lui piangeva forte. Accarezzava il mio corpo, abbandonato sul prato, con la sua mano grande, morbida, sicura. Con le sue lunghe e interminabili carezze spalmava sulla mia pelle il rosso del mio sangue mescolato al grigio delle sue lacrime. Ripeteva sussurrando, come un mantra atroce: non mi devi lasciare, mai più, mai più... e fu proprio così. (Dialoghi Imperfetti, 2013)
Id: 47089 Data: 09/02/2018 09:35:14
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Madre-Figlia
Ho spiato ogni tuo gesto, bevuto ogni tua parola per poter scoprire come diventare donna. Lo so, non sempre ti andavo bene, perché mi piaceva confonderti, provocarti, lasciarti per poi tornare. Mi hai insegnato ad aver coraggio a combattere, sempre, a sostenere pensieri, idee, ricordati, dicevi, sei tu, alla fine l’opinione degli altri poco conta. Ho imparato la fragilità dell’ambivalenza, quando improvvisa ti mancava la risposta, la forza della determinazione e l’audacia delle scelte, quando sicura percorrevi la tua strada. Ma troppa era la tua diffidenza per gli uomini: i figli maschi si amano per sempre, ma i mariti e gli amanti tradiscono. (è tuo, vero, quel furore che a volte mi invade quando un uomo mi sfida?) Non capivo come volessi che io fossi: un’amazzone impavida, sempre pronta a combattere? una donna modesta e obbediente? una lavoratrice capace e indipendente? una figlia affettuosa? una madre efficiente? una femminista irriducibile? Nel tempo mi hai offerto tutte le facce. Io osservavo e imparavo a essere educata, gentile, combattiva, caparbia, rivoluzionaria, generosa, egoista, conservatrice. Che fatica trovare un’identità e quanti pianti, lotte, contrasti per svincolarmi e poter finalmente fuggire verso me stessa. Era una battaglia aperta, riguardava solo noi due. Gli uomini? Ancora una volta erano fuori, ritenuti incapaci di entrare nel nostro mondo, anche solo con una piccola parola. Rincorrevo la tua bellezza. Ho fumato le tue sigarette, ho indossato i tuoi vestiti, le tue scarpe, ho messo il tuo rossetto, persino il tuo profumo, ho firmato tutte le carte che mi porgevi. Ma volevo capire com’ero. Ho indossato abiti stravaganti, ho cancellato tutti i divieti, mi sono accompagnata a persone assurde ho sostenuto idee estreme sono scappata ovunque, dimenticando con rabbia consigli e intenzioni. Ho alimentato la tua ansia di perdermi. Io invece ero sempre al sicuro, coperta dal tuo amore. Mi sono crogiolata nella colpa di essere diversa, non adatta, malfatta, irraggiungibile nel mio cocciuto tacere. Intanto tu cercavi in me ciò che era in te ormai sbiadito, quasi illeggibile. E osservavi in silenzio se quella mia alzata di spalle e lo scrollare con forza la testa per un assoluto diniego non fosse altro che un tuo riscatto. Ti credevo una trappola, ma eri una risorsa. Osservo oggi ogni mio gesto, ascolto ogni mia parola. Sono consapevole del mio essere donna. Sono consapevole delle mie diverse facce. Mi guardo invecchiare e lo specchio mi rimanda anche il tuo volto. Ho scoperto la gratitudine, ma non perché ora non ci sei più e dei morti, si sa, si ricorda il meglio, ma proprio perché alla fine ho capito di essere cresciuta in un grande spazio. Così ora non esito più nella vita raccolgo errori e meriti, amo come posso, accetto rughe e stanchezza, rincorro la preziosità di poter essere felice e ti penso con complicità. Noi due, madre e figlia per destino della vita, in fondo ci siamo state utili. Possiamo ora affidare alle altre il nostro racconto, un possibile ticket per l’esistenza
Id: 47047 Data: 07/02/2018 12:30:48
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Dialogo della sorellanza
Una consapevole sapienza femminile si allarga nel mondo ancora indifferente al coro che attraversa l’aria. Il nostro corpo è uno scrigno colmo di tesori da donare o depredare. Il nostro odore profuma l’aria: un’attrazione irresistibile, una traccia sicura da inseguire. I nostri umori scorrono gratuiti: sono cibo, piacere, vita. La nostra anima è una pellicola leggera e tenace che avvolge e protegge la Terra. La Natura nutre il nostro esistere. Siamo rifugio, protezione, forza. Siamo cavità che genera e consola. Siamo amazzoni combattenti per la vita. Non c’è nulla che non possiamo riparare, fosse anche l’ultima guerra degli uomini. L’arte delle donne è la cura. Il loro orgoglio è saperla offrire. Il loro onore è saperla accettare. Conosciamo il nostro mestiere: ricuciamo e ricamiamo la vita celebriamo la malattia e la morte, laviamo e vestiamo i loro corpi piangiamo con disperata rassegnazione ogni abbandono, ogni rinuncia. Le lacrime delle donne scorrono ovunque, silenziose trascinano via rabbia e prepotenza. Donne forti, risolute, scaltre che si guardano alle spalle, sempre attente a violenza e tradimenti. Magicamente strette nel cerchio della sorellanza, solo così saranno salve. Dialoghi Imperfetti, 2013
Id: 46656 Data: 19/01/2018 18:51:05
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DIALOGO n. 1
Dialogo n.1 inseguiti dall’amore sconvolti dalla chimica, percorriamo strade ripide, indifferenti a buche e precipizi, ubriachi di rischio avanziamo sicuri in cerca di luoghi segreti e inesplorati l’amore intanto si attorciglia in un groviglio di complesse relazioni, ma è solo un inganno di reazioni, si, semplici reazioni della chimica un enigma di biologia molecolare combinato con un falso credito di vita lo sai nel carcere dell’amore entrano tutti per un desiderio avido, per fame morbosa per proteggere, consolare, odiare, tradire, abbandonare, infine rimangono rinchiusi nella cella n.1 del reparto Esistenza per lei che non si rassegna, assolve, nasconde, insiste, piange, subisce, punisce per lui che possiede, penetra, lacera, riempie, saccheggia pretende, contende lo sai la vita si inginocchia all’amore con un’infinita preghiera e con il capo chino lo onora, lui, l’incontro prezioso, il signore dell’ anima e del senso di ogni pensiero verità o fatale insicurezza da spargere come seme nella mente nessuna resa, ma solo attesa di parole, da sussurrare piano per conquistare certezze o poche briciole di carezze da consumare alla sera, quando i contorni delle ombre avvolgono i corpi, o nella notte, quando le ore gonfiano l’anima di nostalgia e il mondo si appesantisce per la fatica di trovare risposte Dialoghi Imperfetti, 2013
Id: 46486 Data: 13/01/2018 09:50:56
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