nell'atmosfera normanna. Con gli stivali
si scacciano il gelo e i compromessi.
Che gennaio non è mese di tregue.
Così i cavalli, nel rammento di Phleba,
soffiavano la nebbia e le mie stanze. Così
l'erba bianca chiamava al sodalizio.
C'erano piccole divinità ad ammonirci:
sei veloce, dicevano, e letale.
Come la serpe femmina che trovammo e vendemmo.
La faccia e il calice, la siringa e i polmoni.
Il quartiere, anche morto, ancora li ricorda i desideri.