Ogni volta che i nostri sguardi si incontrano,

i miei occhi dicono una bugia.

Vorrei scriverti,

ma tra di noi ci sono troppi errori d'ortografia.

Così resto in agonia.

Ad idratare pensieri seccati

dall'aridità dei nostri cuori sporchi

viene la pioggia

che m'inganna e disinfetta

lasciandomi respirare emozioni di plastica,

surrogati di te.

Quel timore allegro

sepolto sotto il porto dei tuoi ricordi

attraccati da sangue

e notti gelide

nelle terre per sempre confuse

dall'ambizione dell'uomo malvagio.

 

Naufragato nella nostalgia

dei libri d'Alessandria

del vino di Parigi,

soltanto la quiete accesa t'ha forse spolverato il cuore.

 

E adesso perdonami 

per aver giocato troppo a sprecare

parole nascoste,

fratello.