I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Traducendo Einsamkeit
Traducendo Einsamkeit
E’ il fuoco che m’attraversa La redine della corsa non tirata La molle cesoia del corpo in regime
Ad assaltare le curve prive di vergogna resisto appena Compulsiva in tendere assoli urgenti
Cavalli bianchi nell’occhio Variazioni multiple del colore
(E tu vedevi i miei stessi colori Allunando nelle pause)
nell’imbuto capovolto e la testa,
la testa in incrocio al bacino esposto Decine le spinte corrotte per perdere rotte definite
E’ il fuoco che m’attraversa Nei mondi abnormi della conta senza resto e senza risparmio che riempio Assecondata dai gesti di filo con trama fitta districata a matasse nel ventre Traducendo Einsamkeit rompo le righe E mi sbrano contenta d’essere farfalla tinta nella fiamma e nella parola che trasmuta di deserto in valle e filo d’erba tenero Poiché esistono violetti di corporatura robusta e verdi sfacciati nei rossi della pelle e miriadi d’occhi veri che attendono risposte per crescere ancora nei miei geni come gerani piantati in settembre a svernare in teche trasparenti e tiepide Traducendo Einsamkeit di notte Non c’è che sole quando le brume dormono Passando dal palco di Keats riemergo ai boschi di Treichel In Bellezza
Testo tratto dalla raccolta Traducendo Einsamkeit, Terra d'Ulivi 2014
Id: 30769 Data: 24/02/2015 08:42:48
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Sui semi nascosti
S'irrigidiscono le cime degli alberi sui fiumi di bianco e sui semi nascosti Appena s'invola un tetro sfulgore Eccedono le ali a sterpaglie costrette come nidi pieni d'insolito silenzio
Federica Galetto
Id: 10589 Data: 21/10/2011 19:54:04
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Alti i fusti bianchi
Alti i fusti bianchi di betulla S’aprono a sbarre sulle teste Gialle di girasoli attenti all’occhio E al suo colpo Nel verde allagato di querce prestanti s’impenna una luce Distratta esce come nata dall’uovo della campagna
Federica Galetto
Id: 10588 Data: 21/10/2011 19:51:34
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A spasso con Proust
Era abbastanza costante L’andare e venire del ritmo Costretto nell’immobile rigidità del presente
[ un’ora non è soltanto un’ora, è un vaso colmo di profumi, di suoni, di propositi e di climi]
Secca vena rimarginata di fresco I passi deserti delle cose e delle idee alle tempie battevano Così avveniva nel dimostrarsi meno duro al sentire che l’amo d’una rimembranza sfiorisse dopo il profumo
(Un tovagliolo inamidato che)
[aveva precisamente la stessa inamidata rigidezza dell’asciugamano con il quale aveva tanto stentato ad asciugarsi davanti alla finestra, il giorno del mio arrivo a Belbec]
Rendeva possibile un corso di mite significanza E gioie insperate all’aprirsi d’un suono Davanti nulla spiegava l’evento Si svolgeva contratto e poi assolto dal buio Nella mente uno spiraglio di luce sognava tornando alle posate e ai piatti tintinnanti Rumori decisi a intrufolarsi fra silenzi senza ricordi
[il passato è nascosto al di fuori del suo dominio e della sua portata, in qualche oggetto materiale che noi non sospettiamo]
La bellezza di esser stati e di aver toccato e posseduto L’ematoma sciolto del tempo ora sui selciati Le paure dei giochi e una bambola rotta Un melo fiorito nella campagna distratta Batte forte il lampo contro vetri appannati Si raggiunge la cosa nella sua concretezza Dimenticata non più Adesso che balla il minuscolo lembo di stoffa alla gonna di mia madre
[Dipende dal caso che noi incontriamo questo oggetto prima di morire oppure non lo incontriamo]
Id: 9197 Data: 10/07/2011 11:04:29
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Recondito Recondito
Recondito Recondito In apparenza sordido Immenso galoppo in astrale concorso all’estasi della trascendenza Ti vorrei consolare nel gongolare ruvido dell’infallibile mistero di quanto potresti dire e fare Le lettere che appaiono e si trasmutano nei significati splendidi di virtuosismi Lettere Lettere Accondiscendono Si traducono e si espandono Le migliaia di significati rendono possibile spiegare i gesti della vita Non i pensieri o le ideologie ma solo le piccole frammentazioni cosmiche e karmiche giunti focali del nostro esistere Sul greto di un fiume che scorre fermare le strisce marginali e possederle manipolandone i segni Constatare con rigoroso dubbio che l’inabissarsi nei profondi buchi del senso rimanda con passionale felicità al momento della creazione di un concetto E si invertono le parole nei tradotti inquieti Costanti e continui si svolgono come matasse Ritorte I principi diventano fini così come l’indulgere genera incomprensione Dal basso Radenti volano le solitarie circospezioni che portano alla verità [doors, roads, bridges, corridors, wardrobes, or even horizons] Porte, strade, ponti, corridoi, armadi, o persino orizzonti Diventano veri
Id: 6644 Data: 11/01/2011 08:38:59
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Nei porti incoronati di spine dementi
Nei porti incoronati di spine dementi
insensate specule d’assedio e rive
sfiorite di pensieri e mosse
evitate implosioni di arresto
Resto a guardare il lago ghiacciato
verde sotterraneo di strati multiformi all’occhio
che ruota in cerca
Le retrocessioni del pane s’estendono ai prati
negati come rifiuto di dama
che alla bocca porta morbido sdegno
incappucciato dal sorriso scomparso
Mai più invaghito il furore della brama
s’accoccola ai piedi
Fuori dai vetri le insinuazioni dell’inverno
scrutano i passaggi miti e senza nerbo
Credevo al corvo somiglianza perfetta dei miei
anni
rombanti e privi
come le pianure all’addiaccio smorto
che incantano
Id: 6531 Data: 03/01/2011 12:27:51
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Mondo non ledermi dolente
Mondo non ledermi dolente Piacendo ai fiori che m’incolpano Le strette d’occhi pieni d’assoluto rigore Destandomi ai piedi delle nubi m’odo recitare preghiere del mattino Alitare su pietre mai levigate dai venti Ruggendo di spine mi volto di spalle Devo ancora capire se il Pater volato nei gorghi bluastri s’accende di gioia O se forse ancora mi scalda appena di sola natura insoluta nei passi decisi della vita Mi piace desinare a pane e acqua sognando le rose che apristi per me nel tempo di maggio Assolato e desueto nei contorni obliqui delle carezze incomplete Mio Signore ricordati che voglio restare in piedi su questa terra abbagliata dalla tua luce sovrana E ricordati che piango lacrime e rido diamanti Che le sole mie ritrosie discendono il tuo petto M’innalzano ai grigi poderi della rinuncia e della Parola invocata a decidere che sia manna o assenzio bruciato sui pendii Corrimi da cima a fondo Non volgermi altro che lieve soppesare d’anima libera E spargimi per il mondo come seme fecondo A dire le cose che mai si diranno A redimere le agonie dei giusti A formare catene di cotone con la lingua Tremando nel fiato corto dell’inseguimento Dammi le gambe per volare e la voce per gridare amore e amore per legare le mie sofferenze Mondo non ledermi dolente che mi accascio a sorprendermi Di che suono è il mio strumento
Id: 6257 Data: 06/12/2010 18:40:29
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Vento dinverno
Se a mettere il fiato nel tuo bavero alto stento Allora, cosa mai reciderò questa volta se non l’inedia di un salto fra le messi di una gloria concepita e mai nata
Non me ne farò nulla delle brume acquose dei tuoi occhi blu di Scozia
se a me
senza sciarpa e senza scialle non provvederai
come per le bambine e le figlie adorate le altisonanti madri del sacrificio
Ausculto sprimacciando il passato le idee in voga allora e oggi senza che alcun rimescolio s’infili Dolente di incerta provenienza quel borbottio breve dalle tue labbra strette mi spinge lontano dal calore e mi strema come neve sulle mani
Brucia attaccato ai sogni
Saprei dire bene cosa è nel mio pensiero saprei attendere preparando minestrine ma tu vuoi costruire cattedrali senza toglierti il cappotto e vuoi remare in mari ignoti senza mai voltarti ad aspettarmi
non prendermi le spalle per cullarmi non rendermi fragile di fragile creta per modellarmi in carta e carne ardente
Le spinte del giorno s’accasciano alle gote dietro vetri neri nottetempo le sequoie che nascondo nel ventre oscillano gracidano le rane oltre lo stagno
La rosa è intatta
Senza perdita di colori e petali giace ancora con spine sul mio collo
Le bende le ho disfatte come vento d’inverno fra le siepi Le ho deposte sul cuore come vento d’inverno sui pendii
Le regole sono poche e misere eppure neanche l’aorta che pulsa le sgrana
Chiare Placide Indispensabili
Come vento d’inverno t’ammanto d’oblio Se mai vorrai obliarmi
Federica Galetto
Id: 6099 Data: 22/11/2010 09:31:22
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Scorrono le cose controvento
SCORRONO LE COSE CONTROVENTO
Scorrono le cose controvento Abbarbicate alle strade s’arruffano Gemente un albero le afferra Diminuite le ali sui fianchi Errando con gole protese cessano le verità Nell’urlo estirpato dei nodi soli viaggia la memoria alle calde distese erbose Rinomina un solco la terra Neve a venire Gocce distinte d’olio freddo sulle anime che perse non sanno tornare Rimarrei a pregare nel letto d’inverno A trovare parole benedette per scansare gli aggrotti di sopracciglia votate al perdono Nel tendersi del mattino sperpero ancora baci Di quelli lasciati una notte sugli occhi E sento fuggire le orme dei giganti appesi alle finestre chiuse Chissà se mi ricordi nei sorrisi Chissà se ancora sai quanto buona è la mia stoffa Non ci sono modi per cambiarmi ma rimango travisata dai tuoi pugni chiusi Nella stanza accanto resto sola Le mani aperte ai tuoi chiodi
Federica Galetto da "Scorrono le cose controvento" - Lietocolle 2010
Id: 6049 Data: 18/11/2010 13:24:44
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