I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
da “Livorno” (L’arcolaio, 2008 I ed; 2013 II ed.)
La morte che era nei Fossi
e quel futuro
quella parola nera
caduta per poco …
Restavano in silenzio gli anni
le cupole alte della notte
e le ceneri, gli avvisi
del tempo.
Restava così
la novella del mare
Livorno ed ogni voce
il mio pianto
in fondo al tuo nome.
*
Il duomo bianco nella notte
come un nome abbandonato.
E poi quel lamento del cielo,
i balconi accesi
nell’attesa,
sul precipizio del cuore…
Oh, lacrime senza volto,
fuoco d’esilio
e d’insonnia, congedo
di tutto l’universo!
Non c’era il tuo sguardo
a dirmi chi ero.
*
Chi ti rubava, chi ti sognava
quando nascondevi il tempo
e mi dicevi: “Resta ancora così,
resta in questa novella
bambino solo per me,
solo senza mondo,
attimo perduto della mia voce,
segreto del mio sangue.
Resta nel nulla che ami,
piccolo capitano del cielo,
piccolo fiore di vento …”.
*
Il mare che chiamò
nella Fortezza
e subito divenne battito
in nome del tuo nome,
voce d’acqua
assediata dal tempo
e sempre
sempre leggenda
viso senza dimora,
febbre alta
nel cielo scoperto.
*
Livorno così lontana,
così nuvola e porto
senza più case
e persone
al culmine del mondo.
Ma d’improvviso
un vento si alza
ed è sogno, terra
appena di luce
appena di vita
prima dell’onda.
da “Terra estrema” (L’arcolaio, 2011)
Là dove il corpo appare
nella fredda fiamma
del nulla
o più lontano in fondo
nel pozzo segreto
e senza nome,
ecco l’attrito
ecco
il lampo improvviso e vero
che dice adesso,
adesso è il destino,
guarda,
ancora trema
è qui, è in te
ancora per poco,
prima del buio.
*
La bellezza che non sai dire
e le vene, tutta l’infanzia, gli anni,
gli anni a capofitto
in questo
gettato divenire,
questo abisso che hai amato
in silenzio, tu
altro da te, altro nell’altro,
solo, a frantumi,
nello specchio rovesciato
del mondo.
*
Com’è il cielo dei morti,
la loro leggenda.
Come sono i lumi
allineati nell’ombra,
i volti lontani,
quegli addii senza parole.
Come tutto è fermo
negli occhi, tutto
nell’ora che chiama
e li sceglie, l’innalza
nel pianto per sempre
senza di noi.
*
Adesso che Dio non c’è
ed è senza nome
l’edificio del mondo
vanno vanno i fiumi
nell’ora che tramonta
soli nel loro
destino segreto
là dove anche il mare
è nulla,
bocca che inghiotte
ogni mistero
e tace.
*
E’ aria sollevata
la luce che colpisce
il mondo,
paura nei passi distinti,
occhi
che hanno la vita.
E’ taglio aperto
in un grido,
spettro del corpo
senza una casa.