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ROSA NERA
Avrei voluto trapiantarti nella mia nuova casa
rosa nera, nel mio nuovo giardino.
Avrei voluto averti nella fragranza generosa
del tuo risveglio quotidiano,
nel velluto profumato della tua fresca morbidezza...
lasciarmi accogliere dai riflessi rossi
oscuri, di una bellezza sfacciata
che a concedersi si sfalda...
ma ora, nell’ora purpurea che srotola,
questa voglia che mi scagli:
ti dono la mia resa, nera rosa,
mentre macero la tua assenza...
il ritorno è una piaga aperta
nelle forre dell’avvenuto:
rimani, almeno tu, in quella che fu
anima, giardino, nella culla
di una famiglia... sorveglia la menta
sul sentiero, vigila quel pino
che ho piantato quando è nato mio figlio...
se ami una rosa lasciala al suo fondo
presso lo sbriccio che si scioglie
di un muro nel suo sole
un mondo di raggi e di battaglie
nei cunicoli scavati da radici di vita inquieta,
faticosa: rosa cremisi e nera
forse lasciarti (nella terra dei tuoi giorni)
è vero amare: nella rinuncia
avverto ancora il tuo fiorire__________
Si chiamava… Non ha più nome,
è basso sulle ali
l'ennesimo caduto bocconi su una spiaggia qualunque...
cancella anche quello
nel vomito del mare
l’occidente baumaniano
nelle sue liquidità…
Rimane, ma per poco, una nuova
icona pop, virale in poche
ore, sui social coi “mi piace”…
Ei fu… Siccome immobile
la spoglia immemore
la terra attonita
al video sta…
Here lies one
whose name was writ in water*
Dormi, Aylan
con tuo fratello Galip, con tua madre Rihan...
non dare ascolto,
allegro bimbo curdo
di Kobane, su quella spiaggia
a tutti i senza terra che
neanche il mare sa accettare…
un dio, impietosito,
ti avrebbe mutato in corpo astrale:
oggi, invece, ti rendiamo
-virtualmente- speciale…
All’ombra del verde melograno
fra un pianto antico ed un “i like” nuovo
rispuntano i fiori del dolore,
corolle oscure di un atro fondo
che nessun dio vuol più spiegare,
che nessun mondo -dietro al mondopotrà
con un guizzo
giallo illuminare…
*iscrizione funebre di John Keats