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Raccolta di poesie di Mariella Tafuto
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Hanno detto

hanno detto non è un gioco, è proibito giocare

hanno detto non si può dar ragione a chi ne ha da vendere

hanno detto chi cazzo è, non sa vendersi

hanno detto non sei tu che paghi, non sei tu che critichi

hanno detto non contrastare chi gestisce l'affare

hanno detto scrivi a comando, blandisci

hanno detto dopo un punto fermo ci va una maiuscola

hanno detto troppo lunga, hanno detto sfronda

hanno detto troppo corta, troppi aggettivi, la metrica

hanno detto prosastica, e hanno detto reitera,

hanno detto oh l' anafora! hanno detto è un ossimoro

hanno detto il ritmo è spezzato, hanno detto è descrittiva

hanno detto è metafora, hanno detto troppo narrativa

hanno detto non suona, ricuci, ragiona

hanno detto riduci, colpisce hanno detto

hanno detto ti voglio più assertiva

hanno detto ma è barbara, è dada, è un haiku

dài, scrivi un sonetto! hanno detto strambotto

hanno detto è dialetto, cazzeggi, le virgole!

hanno detto anche senza dire, senza parere

 

a chi ha detto rispondo che ho scritto

che ho fatto che ho detto

solo ciò che volevo

*

Ballata per Gina

Allora presero la Gina, che in fondo
era solo una puttana, ma era la mia donna
da sempre, dalla vita di prima

e le squarciarono il ventre con un colpo
deciso, poi le sputarono in faccia
e la cucirono tutta con spine di rosa
e lei

lei si lasciò fare ogni cosa
ogni cosa

 

E mentre la uccidevano si mise a pensare
a come sarebbe stato bello arrivare a Natale
impacchettare i suoi sogni
metterli sotto un abete
e disporre i pastori nel presepe
Ci avrebbe messo pure Pulcinella
seduto sulla botte, pensò che brutto
morire stanotte
che non è ancora inverno
e non ho ancora trovato
un biglietto d’amore tra i sogni
e le bollette scadute. Ci vuole

tanto tempo prima che fiocchi la neve
e avevo teso le braccia, volevo volare
volare una volta ancora, provare …

 

Questo pensò la Gina mentre moriva
e me lo disse di notte quando già dormivo
e non sapevo di lei, del suo sangue versato
del suo sguardo incredulo, del vestito macchiato
di quel piccolo sasso che stringeva in pugno
ed era amore per me, che ero sempre via
il suo amore per me che non c’ero da troppo
e dormivo, e nulla di nulla sapevo.

E dopo quei bastardi la lasciarono a terra
nuda e già dissanguata, e se fossero accorsi
i gendarmi, più presto, non sarebbe finita
perché faceva caldo in quella strana estate
che lei poteva cambiar vita e invece no.

 

Ed è così che è andata signor commissario
non mi porti in galera
perché io Gina l’amavo, l’amavo
ma non c’ero da troppo, davvero.

 

*

Nodi

*

si ha voglia di porto

 

benché l'acqua inviti

a sciogliere gli ormeggi

 ed un sussurro complice 

consigli di salpare

 

è fatica, il mare aperto

da ignorare

 

percio`

si annodano attese a bitte

come di tempo perso

restando li` a cullarsi

 

lo sciabordio di un verso

per camicia

 

 

*