I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
Lettere da Donetsk (a Nadezhda)
Nel breve mormorio
d'un temporale
si lasciano cadere
le ombre della sera
dai tetti scivolosi
all'asfalto delle strade
a sbriciolare l'orma
del fioco balenare
d'una luce diluita
in pozze d'acqua scura.
La trovi la città
che non vorresti
nei vicoli vissuti
a respirare tra i rifiuti
e le parole dure
tra cocci di bottiglia
e messe nere
corpi stropicciati
in calze a rete, sirene
taglienti come lame
sulla tua pelle nuda.
Dove porta quel tuo
peregrinare stanco
adesso che nessuno
ascolta l'instabile
frusciare dei passi
trascinati all'infinito
lo scendere le scale
accidentate dell'esilio,
l'avvicinarsi al nulla
sovraccarico d'angoscia.
Al di là
delle tue ciglia chiuse
c'era una notte
nuova e silenziosa
il guizzo d'un sorriso
da cogliere e sposare.
Il battito del tempo
il vento più leggero
una mano a sollevarti il mento,
i fiori a primavera.
Adesso è tutto scuro,
appeso a vecchie frasi
ai sogni derelitti
e a un conto da pagare.