I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Questo tempo
Hai ragione, giovane amico da questo tempo siamo fuori la mia prima notte bianca l'ho passata davanti ad un tubo catodico a guardare un'ombra in bianco e nero toccare la sabbia della luna e pensavo che allora sì tutto sarebbe cambiato l'uomo tra le stelle come Dan Dare alla ricerca d'altri mondi perché il nostro lo volevamo cambiare e d'amore e di sogni ne avevamo in sovrabbondanza da dare ora rimpiango gli errori ma non è più quel tempo non più ricerca d'altri mondi ma recinti dove rinchiudere altri noi stretti come vitelli pronti per il macello e un uomo con la faccia cattiva abbassa il pollice tra gli applausi del talk show il nostro tempo era quello del futuro sento odore di polvere esco a cercare aria la tuia e l'acero hanno una bella intesa stanno vicini, ma non si fanno male forse si toccano con le radici non farò altre notti in bianco che i miei sogni sono migliori mi hanno parlato di un ponte ologrammi della moda la chiamano realtà aumentata modelle vive ed altre virtuali sfilano insieme e non le sai distinguere forse oltre quelle nuvole grigie c'è un altro futuro oltre il filo spinato dei talk show per ora guardo la tuia e l'acero non c'è nulla di meglio all'orizzonte.
Id: 33193 Data: 21/06/2015 20:53:37
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Luomo della metropolitana
L'uomo sulla metropolitana ha occhialini da presbite
e la testa chinata su un ipad di prima generazione
l'uomo è nero
porta pantaloni di velluto chiari
e una giacca blu dello stesso tessuto
l'uomo ha fretta, attende la fermata
lavora sul suo ipad
ha un'infanzia africana
e di guerra
due fratelli morti di freddo su una nave bucata
ora lavora in una multinazionale.
Scende in fretta dalla metropolitana
con la testa bassa
l'ipad nella cartella
l'uomo è di mezza età
una mezza vita di guerra
ha un anello al dito
due figli che giocano col computer
l'uomo ha passo veloce
lo sguardo preoccupato
l'uomo ha raccolto pomodori
dormito in stazione
è scappato da vigilantes
e da assessori
ha vinto quasi tutte le guerre
i vicini di casa gli stringono la mano
e gli danno del lei
e la notte ora
non gli fa più paura.
L'uomo cammina in fretta
come è grigio il cielo di Milano
in primavera
l'uomo è di mezza età
la seconda metà ancora incerta
cammina in fretta
pensa al futuro
e al passato
lavora in una multinazionale
ha raccolto pomodori sotto minacce di frusta
pensa: domani?
Una sciarpa a proteggerlo dal freddo
entra nel cancello di un palazzo di vetro che riflette il grigio del cielo
vede il passato
nel suo futuro.
Id: 20091 Data: 21/04/2013 12:26:27
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Queste parole#poesiapoeti
Che sono queste parole troppo normali per accreditarsi poetiche troppo ingenue per dotti o filosofi che sono mentre ci navigo dentro o forse ci annaspo cercando un senso che sfugge oltre ogni scoglio raggiunto che lascia i suoi segni di rughe e ti dice «È solo il tuo tempo che passa.» Che sono queste parole senza neanche un po' di musica a darle colore così tristi e con così voglia di vita mentre ci affogo dentro gli anni passati non cambieranno il futuro non saranno maestri dalla finestrella filtra un raggio ancora bambino di primavera ormai stanca d'attesa sgorgano le parole e prendono il sopravvento le lascio fluttuare le ascolto scrivendole al loro servizio l'ultima è più incerta resto solo a guardarle.
Id: 19618 Data: 17/03/2013 12:29:14
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Il musicista del passante ferroviario
L'uomo è al centro del sotterraneo alle sue spalle passano i treni di fronte persone senza occhi avanzano veloci, sfiorano la sua fisarmonica e nel corridoio dove si corre al treno ché si vuole soltanto tornare a casa lui suona O Sole Mio.
Non chiede nulla l'uomo del corridoio tra la metropolitana e il passante dove persone senza orecchie corrono per non perdere i treni e per tornare a casa lui non ci tornerà lui suona la fisarmonica.
Suona e ringrazia l’uomo quando la musica diventa vita e tu ti paralizzi perché per te così nessuno aveva mai suonato. Poi
la corsa riprende ché il treno sta arrivando e il suo rumore si confonderà al suono di una fisarmonica.
Id: 19413 Data: 03/03/2013 11:30:42
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Capodanno
Ascolto voci ancestrali canti di Sardegna e di altri giorni ripensandoli felici venga da sola la poesia e mi lasci sereno e con un po’ di malinconia che ti da il senso che sei vivo cuociono le lenticchie e questo giorno passerà nella bonaccia un giorno prima della consuetudine che torna come in ogni anno che si dice nuovo il cane non segue il calendario dorme e sogna un abbraccio come in una tana d’inverno protetta dalla neve.
Id: 18989 Data: 02/02/2013 15:06:05
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Eocene
Eocene (9/9/2012)
Cinquanta milioni di anni fa barriera corallina a due passi da Verona pesci tropicali, sulle rive mammiferi predatori.
Ora tutto è rimasto in un grande libro di pietra bambini con un martellino cercano la vita dentro a un sasso.
Cosa nascondi ancora nel tuo cuore? La montagna parla raramente guarda con distacco cosa resterà di questo tempo? Cosa resterà di noi?
I governanti d’Europa annunciano nuove misure gradiscono le borse catastrofi rinviate.
Coccodrilli riposano in attesa di prede sotto un vulcano che si sta svegliando ad ovest delle Dolomiti più in alto un’aquila reale guarda distrattamente strani esseri a due zampe che arrivano da sud.
La montagna non parla spesso il suo cuore è troppo nel profondo perché si possa aprire e rivelare la lava scenderà come un fiume avvelenato coprirà palme e animali inconsapevoli a due passi da Verona...
La trasmissione s’interrompe è l’ora della borsa. Cosa resterà di questo tempo? Cosa resterà di noi?
Id: 16427 Data: 11/09/2012 00:06:35
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Il treno per Montrigiasco
L'eco delle mitragliatrici i ragazzi stipati nel vagone immersi in nuove avventure i due adulti vigili scrutavano insidie dal finestrino lungo i binari file di fuggitivi.
E Arturo non sentiva ma leggeva negli occhi e nelle labbra parlava con la sua matita forse fu su una vista di campi che la colse nel silenzio della guerra in un ritratto giovane per sempre.
Id: 16330 Data: 04/09/2012 00:08:18
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Beole
La bimba ha gli zoccoletti in mano per non consumarli e nell'altra un quaderno con la copertina nera. E da Beole alla scuola il sentierino è lungo e pieno di sorprese e la bimba coglie more e bacche nere che ci si può fare l'inchiostro. E guarda il lago da quassù è proprio bello e nessuna ce la porterà.
E quando scende la sera al ritorno il sentiero è più faticoso gli zoccoli ancora in mano e fiori di campo per mamma che gli piacciono tanto bella nel suo ritratto coi bordi neri e i contorni sfumati e papà sarà tornato dai campi e si verserà ancora vino.
Poi scende l'inverno e la sua vita è già cambiata. La bimba è brava in matematica fa tutti i conti a memoria nonna l'attende ormai vede soltanto ombre eppure la sente arrivare che è ancora lontana. E papà non si verserà più vino e Gianni sarà un bimbo bracciante e la sorellina non tornerà dai campi che la morte può prenderti piccola mentre spigoli il grano.
La bimba si affaccia racconta alla nonna la sera che scende sul lago e col dito indica in alto - Ecco Beole! - E un giorno sarà mamma anche lei e tornerà là e tutto sarà come prima animali e polenta sempre sul fuoco un'aringa per pranzo e le primizie in un cesto per il signor Conte. E i bambini attenderanno Santa Lucia che porterà in dono aranci e mandarini e il torrone di Natale.
La bimba smette di sognare passa un giorno ed è già adulta piccola cameriera in una Milano che brucia di bombe e il lago una favola da raccontare a nuove sorelle e lei è la più bella di tutte raccoglie erba matta e qualche fiordaliso per il piccolo ritratto bordo nero che ha sul comodino.
E i giorni che passano in un attimo sono ricordi la bimba è già grande ed è già mamma aringa e more memoria di sapori. Ora il tempo ha smesso di correre la bimba è tornata senza zoccoletti e senza quaderni cerca la casa nascosta in mezzo all'erba alta e il sentiero è stato abbandonato tra le spine ma lei lo percorre fino in fondo e la casa non c'è dubbio è quella vuota e diroccata non sembra più la stessa ma non c'è un posto migliore da cui guardare il lago.
La bimba ora ha un'altra casa coi figli che han preso il posto dei ricordi si volta ancora un attimo verso la collina e tradisce nostalgia. Poi torna alla macchina e ad un'altra vita accarezza i piccoli e racconta la sua storia.
Id: 15359 Data: 24/06/2012 20:47:51
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Briciole d’estate
Ormai è solo jungla e granoturcoIl cane ha meno voglia di giocare cerca ombra e annusa la pista del bisonte. E il vecchio ha smesso di cantare è rimasto a lungo sulla porta a guardarti andare via.
È così che il tempo va e non c'è niente da capire. Ti lascio mezza poesia forse stasera la jungla si bagnerà di pioggia.
Id: 10180 Data: 25/09/2011 12:42:06
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Il sentiero per la Rocca
Da piccoli non si aveva paura del sentiero raccoglievamo fossili e nocciole nel ritorno e mio padre ci indicava le grotte della guerra e il trono della regina Teodolinda. Ora il sentiero è più nascosto e faticoso due cani ad aspettare la mia pancia in fondo al sentiero la mie avventure di quand'ero cavaliere ma ci troverò solo un po' di nostalgia e lo stesso panorama il lago d'estate che fa brillare gli occhi. Aggiungerò altre foto a un album lungo tutta la mia vita Poi sarà tardi, l'ora del ritorno.
Garda, 4 agosto 2010
Id: 6874 Data: 25/01/2011 15:20:36
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Musicisti del metro
Laragazza ha una gonna di velluto rossa e un buffo cappottino della Caritas la ragazza è bella mentre accenna Besame Mucho tra sguardi chinati da un'altra parte del mondo e il suo compagno che suona il violino tra il cielo e la metropolitana.
Quando la canzone è finita sono di nuovo in un vagone affollato si avvicina ai volti distratti ad ogni spicciolo lei fa un inchino. La signora non alza lo sguardo mentre la sua anima la sfiora l'uomo rimette nell'astuccio il violino pensa nel prossimo viaggio troverò la fortuna.
Milano, 27/11/2010
Id: 6792 Data: 21/01/2011 12:40:18
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Agnese
Agnese viveva in un bosco cani e galline a farle da corte Agnese aveva una madre Regina rinchiusa in una torre Agnese fu suora e poi fu cacciata la sua colpa una madre impazzita Agnese usciva dal bosco solo per la funzione Agnese una vita con cani e galline fin quando fu vecchia Agnese una vita in un bosco trasferita da vecchia in paese investita da un'auto senza un cane a aiutarla. Agnese seppellita in un bosco così almeno avrebbe voluto.
(Garda, 1/8/2010)
Id: 6653 Data: 11/01/2011 15:32:51
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Aprile
Fratello dove sei?
Sta passando un'altra stazione e non ci arriverò con la valigia pronta Il piccolo mi guarda negli occhi come solo un cane sa fare attende un segnale per nuove esplorazioni. Ma il Villoresi è in secca e presto sbocceranno i primi fiori bianchi.
Attenderemo insieme nuova acqua nel canale e ne arrivi un po' anche a te a risvegliare quelle radici così fonde piantate tra la Garfagnana e la Patagonia.
Non aprirò la posta per oggi ho già la mia dose di ferite ho dispensato consigli a figli orfani e sono serviti solo a farli soffrire è il nostro tempo che è passato fratello colpito alle spalle mentre rincorrevi ancora i tuoi sogni di bambino.
Rimarrà con noi fantasma il tuo ghigno di bimbo di poeta errante sarà lui a guidarci tra i flutti di Velasquez e la quotidianità di Frankenstein.
Ed ora non piangere più che è il momento della festa tocca a te racconta racconta un'altra storia di quelle di fughe e di lotte di sconfitte che non ti hanno mai sconfitto racconta dei fratelli matti che hai incontrato con cui hai viaggiato tra il teatro e la vita e la vita e il teatro raccontacela un' ultima storia raccontacela per non farci piangere sarà la nostra comunione e poi sarà il deserto e lo attraverseremo.
27/3 – 10/4 2010
Id: 4084 Data: 23/04/2010 20:02:03
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