I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Tesa attesa ... ... e intanto peRso a Te
Rosso. Una fiumana di vite mi attraversa lo sguardo. Perse le più, molto prima d'arrivare alla foce. Dirette verso quotidiane mangiatoie che raramente soddisfano la fame. E mentre, chiuse in affollate nebbie giallovetrate, di alcune ombre assonnate leggo i pensieri, penso al Caos di destini vagabondi - a quante mappe sbagliate ... alle indicazioni macchiate - affratellati dal traffico delle possibilità irrisolte.
(In_croci d'azzardo, la vita.)
Un bimbo si fa amico un sorriso strisciandolo su una di quelle lavagne d'acqua, mentre più dietro una donna vi riflette tutta la sua futura nostalgia. Il fumo fuori sale a confondere i sogni, sirene non di mare riportano al tempo che rimane. Dalla scatola affianco erutta un inferno di deci(mila)bel, a calamitare la rabbia di tre giovani metal. La fame no, per quella non basta il rumore per dimenticarla, battono muti due occhi di vecchio che li guarda al di là della strada - perchè sempre c'è un vecchio che attende, al di là di ogni strada. Un capannello di foglie al capezzale di un fiore come madri piangere figlie, la poesia del bianco muore nella neve di fango le maglie. L'automatica mano dell'autista torna a fare il suo calibrato dovere il piede sottomesso asseconda la marcia, il cigolio dei giorni accompagna l'asfalto. Ora la fiumana disumana è la mia a muoversi lenta. Verde. Interminabile eterno fisso ad oltranza mi precede mi segue mi mi divieta mi incattura mi falla cardiacla udia mens insana corpo e abiti di stigmaTE d'attesa.
Rossononposso, levati di dosso! Da queste profonde ferite, usciranno farfalle libere. [Alda Merini]
Ho cambiato aria
ultimamente.
Ho salutato il sole
per vestirmi della
foschia di dimenticati giorni
autunnali, cupi e fuori misura.
Ho lasciato con pena urlare un dolore, che pur
mi segue, mi preme
sento chiamare, al risveglio
ad ogni sera, un pianto germano.
Ho voluto/dovuto spezzare
un passato senza futuro, tentare
di mettere in salvo un presente
un fragile incanto che aiuti a guarire.
Ho percorso in salita
di un canto la via, come
tra le voci del bosco udire
nominare, inatteso, il tuo nome.
Ho chiuso gli occhi
per vedere meglio
i colori di un sogno e
decifrare i fertili solchi del tempo.
Ho gettato alcune paure
altre no, mi rendono forte.
Ho liberato vaghe idee a
naufragare in mari senza rive, ho trattenuto il valore
del dubbio, contro la misera
miopia delle certezze.
Ho abbandonato una strada
- sì, va bene, piena di buche -
per graffiarmi in sentieri di spine
per celebrare una rosa, in essa
perdermi, rischiando la gioia.
Ho detto sì, stavolta, snobbando i miei forse.
Ho sbagliato, chissà.
Ho, ora, solo ciò che ancora
non ho. Di sassi piene
le tasche, credo di lacrime in nidi cristallo, giorni a
guinzaglio a scalpitare
un ritorno.
Ho cambiato aria
per scoprire che
non c'è aria, che
lo stesso non respiro,
se a darmi ossigeno
non sei Tu.
Id: 17627 Data: 17/11/2012 23:55:06
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Volo, mio malgrado
Mai ti è dato un desiderio senza che ti sia dato anche il potere di realizzarlo. (Richard Bach) Se potessi volare … I viaggi della mente alla ricerca di chimerici mondi perfetti non hanno dato i loro frutti, se non l'aver smagnetizzato la bussola ed esaurito le stive, minando finanche un quieto e dignitoso ritorno. Dovrei ora ripercorrere le strade melmose di città anonime e grigie, confondendomi tra idiomi a me sconosciuti e gravi all'udito, ma tra la folla ormai indigesta, rischio di perdermi nella più breve via.
Eppur son certo!!! Lì, proprio lì, sotto quella poltiglia, si deve tuttavia nascondere la irriverente straordinarietà di tale folle avventura. Non nei cieli non negli abissi, ma nel fango più denso. Tant'è che è nella natura degli uomini vivere sulla cruda terra e con essa, a compimento, fondersi. Ma i canapi che governano lo spirito sono ormai troppo estesi, e deboli, e memori di splendide e seducenti arie, perchè li possa riavvolgere senza spezzarli. E allora, avventato, vago senza meta, in direzione destino. ... atterrerei più spesso. Succede. Mi è successo. Mi han sotterrato e sono riemerso.
Ho ancora della polvere addosso. Indelebili, roventi granelli. Rimarranno.
Ma c'è ancora tanta terra da calpestare. La mischierò con la mia, mi sporcherò di nuovo, scaveranno mi copriranno e se ne andranno.
Non importa, ora ho imparato. So respirare, là sotto. Non possono uccidermi.
Per sempre.
Id: 17566 Data: 14/11/2012 22:25:11
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Poi è sempre tardi
(A L. - 14.01.2001)
Oggi ha volato per la prima volta
(verso la maratona, senza fine, che l’attende)
ma l’altra notte già ha sognato il viaggio tra le nuvole
si sentiva leggera, come non si ricorda più d’essere stata
come non si ricorda più quasi nulla
nemmeno il suo corpo, divenuto ribelle ed anarchico
solo le ore d’urla ininterrotte di questi mesi e quelle dopo a cercare il respiro
un giorno mi disse di non avermi mai visto lacrimare
complice il buio richiesto nella stanza, non m’ha visto ancora
mentre un lago salato mi si formava dentro
[35]
io sono più forte, vedrai, mi ha detto
non sapevo cos’altro rispondere e le ho detto
che quando il nemico non si può sconfiggere bisogna farselo alleato,
o almeno fingere, e se lui è più forte
noi dobbiamo essere più furbi e farcene beffa,
e non dargli alcuna soddisfazione, mai …
sì, ha detto.
Forse ha capito.
Forse avrei dovuto capirLa io. Prima.
- è che il Bene va fatto sentire, non basta sapere che c’è -
35 ne sono serviti. (Coglione che sono!)
Anche se ora non la vede.
Questa lacrima.
Id: 17553 Data: 14/11/2012 00:32:46
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A vento
A volte dovremmo poter vagare senza direzione, senza mappa, senza indicazioni, senza aver tracciato linee da seguire. Cogliendo il Tutto. E allora il caso, o il vento saprebbero guidarci alla nostra vera meta. Quella che è sempre stata, che non ha bisogno di linee, che è ciò che siamo. E ancora non sappiamo.
Id: 17544 Data: 13/11/2012 19:27:29
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Sensations
“un velo dinanzi alle cose, che le appanna e impedisce di desiderarle” (Claudio Magris) Fastidio di te stesso. Fatica a viverti. Disagio del verbo. Mani stanche. Occhi bramosi del buio. Mente in guerra. Si contano le perdite. Tutti i colori, dal nero chiaro al nero scuro. Nessun io. Fuori da te stesso, in fuga. Catturato. Lame dentro. Anima minata. Dangerous. Sabbia rovente, ceneri. Ricordi di vita, senza applicazione. Pesi sbilancianti. Vuoti destabilizzanti. Permeabilità invalidanti. Nervi scoperti sotto assedio. Bombardamento. Gas nervino ... snervante! Hai voglia a costruire case nella vita,
a cercare di farle solide, confortevoli, accoglienti, calde ...
a farla a misura della persona che speri (anzi ne sei convinto)
di poter proteggere ed ospitare per sempre dentro quella casa,
che sai sarà l’ultima, la migliore, la più bella ...
a sudare sangue, sudore, lacrime ...
ad elevarla con i mattoni della sincerità,
a solidificarla con il cemento dell’amore,
a coibentarla con il calore della comprensione,
ad irrobustirla con la forza del rispetto,
a proteggerla con il manto dell’amicizia,
ad abbellirla con la grazia della gentilezza,
a custodirla con la presenza silente delle attenzioni,
a rinnovarla continuamente con i colori della sorpresa, ...
e vederla crescere, ed ammirarla con l’entusiasmo di un bambino,
curandola nei dettagli, attento che non vi siano lesioni nascoste,
schegge, che possano ferire ...
e sei certo che nulla potrà mai anche solo scalfirla,
che resisterà alle violenze del tempo,
che sconfiggerà gli attacchi dell’abitudine,
che rimarrà indenne alle scosse della gelosia ...
e scoprire poi,
anzi no, e ricordarti, poi
come per una scossa improvvisa
sanguinaria e letale,
che nulla è indistruttibile,
che nulla è eterno,
tranne quell’istante,
quell’infinito istante,
in cui realizzi che hai costruito il nulla,
e che la violenza di un sentimento risolto
può essere più devastante di qualsiasi cataclisma
e tutto ti crolla addosso,
e resti seppellito,
incredulo e solo, sotto
le tue stesse macerie ...
Le insidie più efficaci si nascondono sempre,
o forse nascono,
dentro casa nostra ...
hai voglia,
tu.
Id: 17396 Data: 06/11/2012 13:30:41
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CircoStanze
Circostanze
_____ circo
Privato Piccolo Improvvisato Quotidiano Che ciascuno tira su ogni mattina Per rimediare come può Qualche applauso o molti fischi Biglietti omaggio Entrata libera Homo ridens in gabbia Spettacolo unico Nato il ...... Scomparso il ......
____ stanze
Pubbliche Pareti spesse forti fragilissime Muri maestri pessimi docenti Plafoni sempre troppo bassi Per appenderci sogni Troppo linde o troppo luride Spogliate Della funzione di ospitare Dar calore ragione giustizia Salvare Chiuse al pensiero Aperte all'inferno Allora lì a recludere Figuranti e comparse O il bravo attore Che si vanta della sua arte immensa Di non saper recitare
CircoStanze
Che piovono A macchiare abiti Sempre fuori moda Fuori tempo Fuori noi A dare spettacolo A favore di spettAttori applaudenti Ognuno col suo tendone In dotazione permanente Fornito all'entrata di questo piccolo Teatro immaginario Dal nome breve Come il tempo Di una sola battuta
Che non puoi ripetere.
Venghino siòri, venghino!
The end
Id: 17315 Data: 01/11/2012 20:03:24
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Stratigrafia dell’amore
Calpestiamo costantemente,
inconsapevolmente,
strati infiniti di frantumi
insanguinati,
tra i quali si confondono
i nostri miseri brandelli di cuore.

Sedime di ciò che, da sempre,
genera l’amore,
incrostazioni di dolore
che marchiano l’umana esistenza,
nel suo incedere vano
verso la felicità.
Id: 17277 Data: 30/10/2012 16:21:02
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Come il pane
Poso il tempo sulle guance di una nuvola
con le dita impasto
riccioli di memoria
stendo una foglia di follia e l'avvolgo intorno ad un sogno
spezzo un canto per farne briciole notturne, un po' dolci un po' salate, chè si perdano tra le lenzuola dei giorni
prendo un angolo d'aria la impasto con una scintilla d'acqua ed una goccia di fuoco
chiedo alla luce di tardare un poco se può, ed alla luna di raccontarmi una favola, ma lentamente.
Un aroma sconosciuto tinge la pelle di futuro e da lontano note antiche
portano a riva i desideri
Tutto il cosmo è in attesa
il più piccolo atomo freme, particelle a festa giocano ad inventare nuovi elementi.
Non v'è calcolo in tutto ciò nessuna previsione, alcuna regola solo la grazia dell'accoglienza della pazienza, dell'amore l'Essenza.
LieVita la Vita, in un gesto antico come il pane che più del pane sazia. Più del pane, le anime ed i cuori
sposa.
Id: 17259 Data: 29/10/2012 13:14:12
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Resti quel che resti
Resti quel che resti
Cammino in questo mondo
Senza pace fino in fondo
Immondo falsotondo infame mondocane
Rame ferro piombo stagno
Bagno le Dta in 3 dita di vita
Compro colori imbratto la mente
Sente il dente un freddo fendente
Sconquasso l’equilibrio offendo il vaso
Se è tanto fragile non sarà un caso
V’era un sogno celato là dentro
Ora dal basso è più alto di prima
Liberàti i frammenti il respiro è più ampio
Che il vago non è il vuoto
E’ il saper dell’incertezza
E’ accoglienza è nascita è parto
E’ una porta mai chiusa all’incanto
E sia pure soltanto una speranza ché il desiderio è una domanda la cui risposta nessuno conosce.
Tuffato nel canto di un nobile pianto
Pianto di case di lume di lune
Cielo osservato dall’ultimo piano
Finestra terrazza vetro giardino
Di notte qui ha inizio il mattino
Alberi foglie radice conci(di)me
Piedi e mani mari non fiumi
E allora lascia che sia marea
Corsa cammino tronco segreto
Alberi e giostre circo e teatro
Un albero aspetta più antico di tutti
Anche il cielo lo sa e batte alle imposte
Sta nel tuo nome in poca distanza
Nell’occhio del lupo la luce che dice
Tazza sedia latte e cartone
Tavolo divano sorriso canzone
E subito la tavola è celeste
Come fosse cielo
Metti la tazza in cielo
Devi apparecchiare il cielo.
...
Parole le mie catapultate
allo sbaraglio, foglie cadute da uno sbaglio, avanzi di vita senza resto
Mi scaldo in disparte di uno scarto di luce
"Paga il conto ed esci
Occupato tutto pieno"
No! io resto
Almeno a guardare.
A vederTi, dal mio buio, danzare.
Id: 17256 Data: 29/10/2012 11:23:32
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