I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Il ghigno delle stelle
Il ghigno delle stelle.
Fascine pronte al rogo
accese alla luminaria
del mio dolore.
Splende il cielo
di troppa luce
che non mi è dato toccare.
Agli occhi
una ripetizione di finte ombre.
La voragine m’inghiotte
e nega colori alle mie carni.
Sono cosi’ docile allo sguardo.
L’agnello sacrificato al tuo altare.
Dov’è,dov’è la terraferma
la pietra su cui poggiare il capo?
Su cui riposare?
L’insidia è un tuffo nel fango.
Dalle fauci del mondo
mi arriva un odore insopportabile.
Id: 22785 Data: 21/10/2013 15:58:25
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Incauta
Il boia si presentò ai miei piedi.
Sentii stridori ineccepibili.
Incauta stringevo nodi di vento.
Mi sfamavo di polpa di nuvole.
Poi fu tardi per urlare,sai.
Preferii il silenzio a spezzarmi la voce.
Fiumi non riverso nel mare.
Ho negli occhi solo i detriti di una vita.
Id: 22770 Data: 20/10/2013 12:42:51
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Stringo la pioggia
Non concede gocce il cielo.
Eppure sento l’acqua gonfiarsi,
brulicare nelle tegole.
E’ cosi’ che stringo la pioggia.
Nella siccità delle tue parole.
Id: 22178 Data: 09/09/2013 14:43:33
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Peggiore dell’angoscia è l’assenza
Peggiore dell’angoscia è l’assenza. Il pallore impreciso dell’emozione. Il dolore è un indizio di gioia. Il dolore è una pozza che aspetta la luce. Ma il vuoto,la perdita del proprio sé, l’immoto vagabondare dell’anima sono la vera morte. Il cuore si ripiega su se stesso come un feto addormentato e il corpo diviene avulso al mondo respirando il fiato di un grosso polmone che è il silenzio. Io l’ho conosciuto amica mia, sai l’ho osservato quel fresco venticello che è la vita quando diviene un lercio calendario senza tempo né date e t’inchioda al muro.
Id: 20662 Data: 24/05/2013 14:39:45
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Dimmi cosa dire
Dimmi cosa dire
se ignavo il sole non si alza più dal letto
e la luna zoppa va a dormire troppo presto
se le aquile volano in ginocchio e l’erba cresce
sui binari di una stazione ferma.
Cosa ancora dire
se l’autunno non ha foglie da gettarmi addosso
e i giardini riflettono l’oblio di fiori mai apparsi.
Carri di parole rotolano esausti
dai dirupi del quotidiano.
E tu guardi Signore. Tu taci.
E rimbomba la tua assenza nella bolgia dei miei giorni.
Id: 20630 Data: 22/05/2013 14:20:59
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Canta una melodia nella mia carne
Canta una melodia nella mia carne
quando ascolto le antiche ferite ricordare l’arsura,
la mano chiusa, ricolma di perdono.
Apro del cuore le finestre e sento l’anima annodarsi
dipanandomi dai fili sdruciti dal tempo
e un frammento di mare trattenersi allo sguardo.
Torno a ieri quando camminavo
con alluci plumbei sui dorsi delle ombre
e il buio era una sagoma astrusa sui miei trascorsi,
un prato asciutto senza rigoglio di poesia.
Torno a ieri quando il dolore m’abbottonava all’amore
su filigrane rimate di solitudine.
Id: 20559 Data: 18/05/2013 08:56:16
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Senza suono
Non cerco comprensione
né sillabari efficaci o
ampolle cariche di parole
traboccanti i moti dell’errore.
Come poter spiegare
quanto fuoco alita in una ferita?
Chiederesti tu al mare
quanto sale nell’acqua possiede?
Il silenzio è un campanile che suona
rintocchi inesprimibili.
Non ha voce la disperazione.
E’ appena un gorgoglio bianco
seduto ai margini degli occhi.
Id: 20476 Data: 15/05/2013 15:51:25
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Biancospini alle mie spalle
Cammino lasciando ondeggiare
biancospini alle mie spalle.
Pensieri infilati in tasca
come lettere da nascondere al ricevente.
Inseguo la pace.
Per le mie gambe una lepre. Veloce.
Dove si nasconde? Perduta o accovacciata
a far l’amore col dissenso?
Tra una palpebra e l’altra
ampie, ombrose pupille s’affacciano al mondo.
Gocce d’ipocrisia piovono da cieli ruffiani
ma il mio cuore dorme e io sono sorda
al loro linguaggio analfabeta.
Id: 20407 Data: 12/05/2013 09:00:36
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Nuvole
Mi chiedi se ho patito la fame.
S’arenavano le barche sulle acque saline
e nessun pescatore veniva di buonora
a riprendere i suoi remi.
Il sole era un orologio spento.
Le stelle sanguinavano luci mai accese.
La tramontana imputridiva sulla strada.
I sogni zoppicavano sui viali.
La maschera di carne e i sorrisi scordati
tra le pieghe delle braccia e delle mani.
La primavera sbarcava le sue rondini
sulle case ormai assuefatte all’inverno.
E tu mi chiedi se ho patito la fame.
Avevo fame Io. Si fame.
Ho munto latte di cielo
sul ventre torbido dei davanzali.
Due occhi neri, sgranati, consunti
e uno stomaco colmo di nuvole.
Id: 20359 Data: 09/05/2013 15:58:40
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Respiro la notte
Respiro la notte.
Frammento d’alba nascosto
agli angoli del suo dolore.
Copro il mio corpo
Nudo al freddo del mio pensiero.
M' adagio nel mio cuore
dopo aver riposto altrove
il tremore delle mie scarpe.
Bacio tutti i lividi di ieri
All’ombra di ciò che sono
i domani sbiadiscono.
Costruisco un nido di rime
a cui nessun uccello approda
perché il volo è solo mio.
Annodo il pulsare dei miei desideri
ai fili incerti del destino
e scivolo in me
dove urla silenzio
una pagina bianca
sporca di mille parole.
Id: 20297 Data: 05/05/2013 08:47:50
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Quando tespandi eco
Qui, dove il mattino è neve sul respiro delle rose
l’erba accoglie il passo fermo delle pietre
e le pagine del tempo sono prigioni bianche
che rendono invisibili le lacrime di un poeta.
Senza te, il sole ha fiato troppo corto
e non lambisce le colline
Solo un freddo aspro nella sera
si erige dalla conca dei miei seni
in questo buio che è rovo allo sguardo
e il vuoto è crepa sulle mura della pelle.
Sapessi quanto è vivo il tremore delle foglie
quando t’espandi eco
tra i centimetri quadrati di quest’anima infinita.
Tu che sei nota, canto e voce
mentre la notte deglutisce il sogno
e sputa gli ultimi avanzi delle stelle.
Qui, dove la nebbia allunga il collo
tra le fronde sparse di una betulla
non c’è veliero che solchi le acque
solo un sordo grido di morte
ad osannare i sacramenti infranti dal mio ventre.
In quest’ora esangue
dove un profumo si fa sapore e corpo
sono culla nel silenzio delle mani.
Un frammento d’aurora che arde
in mezzo a mille montagne
in un vento che non ha più ali.
Id: 20264 Data: 03/05/2013 08:52:53
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La sconosciuta
La finestra mi è nemica.
Divide l’alba dai miei passi.
Solo la notte abita la mia casa. Una biro e un foglio di carta. Uniche braccia a dare corpo al mio cuore. Piove là fuori. I salici non hanno più occhi. L’acqua è radice in fondo ai pozzi.
Chiede profondità l’anima prima d’afferrare per il bavero la luce?
Le rose si sono addormentate dentro i diari Hanno smarrito chissà dove la fragranza e dai vasi un urlo di trionfo Stendardi vitrei di solitudine. Sulla parete bianca la luce rossa tenta di disegnarmi ma sono poco più che un’ombra. Domani mi cercheranno ancora ed io non ci sarò.
Id: 20193 Data: 28/04/2013 08:30:48
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In riva ad un ricordo
Sono seduta
in riva ad un ricordo
tra le pozze acquitrinose del pensiero.
Il sole sta sciogliendo i capelli alla notte,
allunga sul fiume le ombre
diffondendo riverberi stanchi
sul tronco raschiato di una betulla.
In ampi cerchi concentrici
s’espande liquido il canto della pioggia.
Cadono antiche fortezze
come sassi in fondo all’acqua.
Nel cielo,un ramo di faggio sospeso
col petto scoperto si veste di vento.
Trema quanto il mio cuore.
Id: 19596 Data: 15/03/2013 18:19:12
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Insieme
Laggiù,dove il mio sguardo
racconta al mare la solitudine del porto
dove i gabbiani sollevano garrendo
i veli della notte,ci sei ancora tu.
Insieme. Avevi detto.
E un filo d’alba s’annodava stretto ai polsi del petto.
Mi scioglievi nella bocca i turbamenti della primavera
tra squittii di rondini lungo i viali dell’impossibile.
L’amore ci stringeva la gola fino a farci soffocare.
Poi l’autunno e le sue lingue di fuoco
proiettate a gettarci tra le braccia del silenzio
L’arrivo di refoli bruschi,sparpaglio di foglie e
gli inganni narrati dal vento.
Il grigiore avanzava sopra il cuore
come una nube pronta ad uccidere le stelle.
Ottobre ha rami spogli adesso
e prati falciati dal pianto.
Dai vetri mi osservano luci di una città spenta.
Ridammi le tue mani!
Che possano sanguinare insieme
schiacciando il cranio al tormento.
Id: 19552 Data: 12/03/2013 15:07:48
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Negano la quiete le mie parole
Se non sono diventata un grido
l’ultima goccia sul fondo di un bicchiere infranto
se non sono diventata una chimera
un singhiozzo legato allo strascico di una cometa
lo devo ad una ragione soltanto.
Tutto cedeva al dolore. Tutto.
I giunchi si piegavano sottili sotto la sferza del vento.
A capo chino solcavano la terra. Accoglievano
i fiori delle mie trasformazioni.
Negano la quiete le mie parole,non vedi?
Sono rami che battono sovente le pozzanghere.
Per risvegliare la vita. Per uccidere la morte.
Id: 19521 Data: 10/03/2013 14:10:32
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Percorsi
Il tempo delle gemme è vicino.
Il corpo dovrebbe essere fecondo
al cinguettio,al canto
eppure non riesco a detergermi
dalla cupa invadenza del nulla.
Guardo il mondo con occhi di farfalla
Baco ed ali si susseguono sottovoce
in alternanza.
Il cielo è un lucernario fragile.
Un arcano latrare di stelle.
Io me ne sto adagiata tra le scapole della luna.
Solo l’ombra mi rivela della luce
il sentiero.
Id: 19510 Data: 09/03/2013 20:33:28
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