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Raccolta di poesie di Jean Jacques
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Vanità degli opposti

nel sospetto dello sguardo

annaspi nelle stanze

di liquide cadenze

sangue freddo, nulla di santo

regolarmente la moquette

si strofina sulle dita

sui riflessi della terra

non ti sembra un peso

l'ombra del tatuaggio

tra sopesi porticati

oh, la tua legge vegetale

suoni di latte

e porti di Spagna

poi, spenta l'anima,

alcool, occhiaie

e una saliva da ingoiare.

 

*

Futili congiunzioni

sfumano vaghe

le tue inutili armature

nel silenzio dell'argento

nessun cammello

corda o dromedario

l'umanità che fu rumore

è un vecciho film

di lingue verticali

ed assorta nel tuo segno

stringi la mia pelle

nel solco di un respiro.

 

*

Tristezza

non farti prendere dall'ansia

non riusciresti a trasformare

questi occhi vitrei

e stanchi della notte

quando sono alla finestra

aspettando albe migliori

guardo il mio passato

dipinto sul tuo viso e

questi scritti fuori stagione

che rinascono nel presente

lo so, il sole non splende

da molto tempo

i giorni si fanno freddi

e scorbutici venditori soffocano

l'aria e il vento che ci circonda

ma mentre ogni cosa svanisce

e sembra spegnersi lontano

lentamente le tende si alzano

e tra i microfoni marini

della grande confusione

c'è ancora quella goccia

del nostro vino, quella 

danza di orfani e marinai,

quell'anima distesa e nuda

sui raggi isolati del sole. 

 

*

Teatro all’aperto

la spiaggia ammutolita

assale la marea

 

la paura avanza

nel silenzio dei ciottoli

 

le bocche dei leoni

sfamano i seguaci

e qualcosa rientra

scrutando tra i miei passi

 

sangue,

un veloce voltafaccia

 

il corifeo si accinge

ad afferrare

 

il palco è una stoffa

intrisa di sudore. 

 

*

Dentro la parete

la sveglia mi trafigge

dopo solo tre ore

Sara e Nada

dormono abbracciate

l'acqua mi risveglia

non rieso a vedere

quello che vedo

pulisco i miei occhiali

una maglietta con un numero

 

Sandro è aperto

e mi saluta

un'ucraina tira un cane

alcuni uomini

caricano i vetri

una ragazza seminuda

innaffia le piantine

nel balcone del notaio

corridori, venti di metro

un rigurgito acido

nella notte di alcol

 

Surang è all'entrata

col solito cappello

sorride anche adesso

non l'ho mai visto

in un posto diverso

dentro fa caldo

i colleghi si aggirano isolati

ma c'è Antonella

e per un istante scivolo

e il direttore mi squadra 

e lo odio come sempre

sto per chiedergli dei turni

ma mi indica le buste

 

verdi reggiseni

mi giro appena e un

cliente m i sommerge

latte, uova

- puzza di morte

pane, galletti

- salvami terra!

finto vino, pesce in plastica

 

sono 30 e 20, ha venti centesimi?

 

*

Libano oro

il momento dell'unione 

rimpiange la libertà perduta

un alto tasso di mortalità

un asilo o delle porte

 

quando si svegliò si

ritrovò nel primo specchio

 

senza conoscere

la prossima parola

baciò la sua donna

e uscì alla ricerca

 

sole nei giardini orientali

un funambolo giocoliere

sbriciola metalli

volti sapienti

braccia sensuali

un bicchierino pieghevole 

in una sala da té

 

fotogramma di ormoni -

fuori di qui tutto

diventa sconosciuto

 

ora diffondi i 

caratteri della Grecia

le figure massicce si

innalzano sulla sabbia

figli e costruttori

separano pareti

e il legno fragrante di

dilata come un calore di

dita nella sudicia stoffa

che deforma il digiuno

 

orazioni alla prima messa:

tu puoi celebrare il culto

ma nel viaggio di ritorno

il mattino ci convertirà

 

piccole strofe

il grasso scorre

 

e mi accorgo di

non avere più coperte.

 

*

Un risveglio poco ambito

no, te l'ho detto

non ero io 

l'uomo alla finestra

quelle immagini tremanti

erano un rogo di complotti

di quelle prime donne note

che mi inseguivano e

ripetevano il mio nome

io ero sul sedile posteriore

quando entrammo in autostada

ed ero su tra le montagne

quando il pastore salvò il gregge

dagli elefanti dai lunghi peli

eh, ad avercela una sfera

trasformerei i poligoni

in bungalow per gay

le nebbie in lampi

della fronte e lo 

sfondo polveroso

delle basi di atterraggio

in un Cristo che ride

e vola dappertutto.

 

*

Passaggio di consegne

c'era una voglia

di ascelle depilate

nelle stanze del 

santo crocifisso

quando il monaco

rubò il pasto

dicendo ai fedeli

di dar pane alle galline

e non venirmi a chiedere

dov'ero quando presero la

Madonna al concerto sadomaso

quell'olio che ti unge me

l'ha dato il vecchio Charlie

mentre imprecava sui guadagni

e restituiva i soldi

a Ginevra ed Astianatte.

 

*

Asfalto squarciato

sembri un uomo nato vecchio

mi diceva la mia donna

quando umidi di pioggia

varcavamo il ponte sopra

cumuli di spaccati fortilizi

ferma nella mente

mai identica negli echi

e una pace a bastoncini

che deflagra nell'orecchio

circoscrivere l'attuale impero!

questo le dicevo

mentre nuda si specchiava

nelle lampade a petrolio.

 

*

Vicoli ombrosi

minuscoli insetti

si addensano tra gli

ormeggi della gola

per arte puttane e ladri

mi guariscono la schiena

il mio corpo annienta

le tue resine di umori

girando le maniglie,

passi silenziosa tra 

i digiuni della foglia.