I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
" Si dinigra per 'lle viziosità umane l'omo
obliando mai poeté discrnerle dall'umana specie
son proprio elle tali che le facea omo.
Beato allora chi s'abbevera da' ruscello de le
bbone intentioni
ma chi per ancor più bbone intuitioni
ne pregna un'anfora per 'lli assetati.
Beato chi ciba del pane raffermo
d'ogni virtude
la propria coscientia
ma chi sfama per ancor più bbona beatitudine
'l commensale.
Son divini i sentieri percorsi da 'le giuste azioni
ver'gli ingiusti
piuttosto che ver'i giusti.
Potea esser divini li sentieri pur per le parole
ma sì breve per le brave parole.
Tanto si dà al seme di miglio
pe' divenir giglio.
Gennaro Carrano
"Nell'affanno d'i' rimembro
curata la novella
dacchi pe'me stilò
con dita 'llenta e bella.
Discoprendo 'l mio narrar
si scoprì e lui et io a lagrimar.
A tutti od'ogne morbo
quand'è venuto al mondo
non se scampa si se campa.
Scosso 'll animo rammenta
che a li giudici lettori
fia l'amara o 'bbon commenta."
Gennaro Carrano