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Ma il cane attende sul promontorio
Lenta scorre l’acqua, su un declivio di languore, osserva l’andirivieni dei petali, trascinati da un corso di biforcute destinazioni. Spiaggia immemore di sole ed astratta Lontananza serba in sogno un filo d’amaro Presentimento,come ad inseguirne il dischiudersi in gloria marmorea di vasto Diorama:così ti convince un fiore a seguirne l’impresa di forare ad uno ad uno molteplici strati di terra ed aria per valicare il confine dei viventi. Pure giurerei che nel sogno il dramma era fuga ilare, tavola quadrettata al contorno amicale. Se uomini ancora non so,ma avevamo imparato a declinare una noia in transito di rachitici epigrammi, ne avevamo dischiuso il palpito luminoso col sorriso di chi ne recupera intatta,nel divario del tempo l’arguzia nascosta , la spensierata allegria.
Id: 23272 Data: 26/11/2013 00:55:29
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ciel d’or
Il lupo divora l'essenza, la messe cresce nei reami dei baci, sui nei di Guendaline che scioglie una treccia sul mare. La musica canta per gli assonnati ed i giusti e solo ed intento al gioco un bambino farfuglia parole d'amore ,per forare il buio: nel sogno smantella bastioni di cartapesta col pittore in fumi di pozioni bizzarre,compagno d'avventure, presso un fiume dove i pesci non temono l'amo, archetti neri trasmigrano nell'azzurro e quasi a commento la vestaglia di Rose prende a filtrare le ultime marzoline polveri,sul desco dei bachi. Eco d 'essenza giace nel deposito dei vasi del polline, il bimbo accosta alle labbra l'indice, poi nell'aria solleva un gesto in silenzio, ad indicare un fuso sospeso sotto la volta di un cielo d'oro.
Id: 21732 Data: 06/08/2013 23:58:00
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Scherzo notturno
E che hai da sorridere,che ridi di me, bell’amica,ti intravedo,sai,in questa distanza di sfere nella notte e ridi della mia insonnia o dubiti della mia tempra di esploratore che intento accosto l’orecchio a percepire più che musica un eco di linfe,prodigiose circolazioni, fra tegumenti il brulicare arcano d’ erbe che forano ostinate la risalita,in desìo di visione, fra zolle di terra accucciata, accartocciata sul proprio respiro e non ti turbi l’ansito tormentoso di quelle forre , se un morbo esala da quegli scialli di tenebra che pure squarciano, a inusitate cadenze,fasci improvvisi , di sideree perlustrazioni: ecco che aguzza l’occhio il ratto,l’animale dal palpito rapidissimo, e sprezzante si leva in volo un caprimulgo a sorvolare accigliati bastioni,ripostigli di ceralacca Un vento greve sale dal mare ad increspare i desideri,in sogno, dei mortali, ma un fruscìo leggero di vesti di angeli,di partenza, intravisti o presagiti dal vuoto traforo scenario di deserta postazione di capannoni,tralicci, forse ironico ,o pietoso,come il tuo sorriso, preannuncia il riposo del tuo notturno, oramai rattrappito rabdomante , vicino il dissolversi, a un cenno del Nume, discreto e leggero, di quelle nere cortine all’orizzonte.
Id: 21129 Data: 29/06/2013 11:14:59
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La grande onda
L'aria è pervasa da un polline. L’esercito è in marcia. Il vento ara i frutteti. Le porte hanno il fremito dell’ombra. L’avanzata travolge e sommerge. Alghe oscillano all’unisono salino con le cime degli alberi. Vince chi non si oppone. Il vento racchiude i ventagli. Il mazzo di carte arde,incandescente.
Id: 19888 Data: 05/04/2013 20:01:43
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Bene
Il bene ha un mormorìo sommesso di ciottoli al fiume dove il canto si leva e unisce concretezze di mani intrecciate lungo un’unica riva
E sì che sospiro, per un merletto non più abolito da fortuito amore, così mi appari ed esploro,con te,più sicuro, pergamene,pelli di giaguaro.
Pupille serbano un andirivieni candido nell’indaco delle Epifanie ed è questo paragonarsi all’aquila che dà calore e spezie agli affanni del tessere: l’angustia del nostro sentire distoglie il suo lucente pensiero, rimuove l’àncora brunita dei fondali.
Ed ecco,accolgo un narghilé di sfida,nell’aria rilassata ed ironica che sa stare al gioco di aquiloni mezzo librati nel soffio sapido di una tua carezza.
Id: 19626 Data: 17/03/2013 20:06:26
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Ora puoi
Star Trek,l’ametista,rari fari al largo di Albione, l’eclissi del metodo ai reami di Govinda…
In prati di festuche,di lentisco, verde filante di bava,in estenuazione, fitte di orci e pinnacoli per il mito consueto, ad attutire la caduta in verde di borragine,in estensione, nello splendore dei tigli
Moduli siderali pancia inattesa di sottinsù di celenterati, lucciole e muschio nei boschi
Con l’avanzato orientamento svetti carene, punisci rovi. Sai che qualcuno ha cercato, per tua strana allegria, sangue per tempo raccolto nel cuore oscuro delle chitarre.
Id: 18555 Data: 10/01/2013 15:56:42
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Venti
Sera al tempio per fumate verdi sera al tempio per smaltire la sbornia, chissà dove mi porteranno questi girasoli non è bene sdraiarsi nella lieta baracca dove sfuma il sale del ricordo poveri occhi tuoi di cerbiatta generosa ed io qui a comprendere, a compatire
Ora si alzano plotoni di vento reclamano il giusto la giusta porzione di imitazione per i rovi incurvati
Lacrime accendi, di mogano sospiri, frasi che pesano come il torcicollo d’una lepre, se solo affittano possibilità al Futuro
Poi chitarre,attrezzi, bric-à- brac per Fanny la bella,la tersa e pura dei giochi
Manutengoli dal vestito blu con l’avanzato liquame delle botti, ardori e giostre ferrigni come l’empietà del mistero girandole,vinte porcellane dai musi di bronzo.
Ascolto l’o.k. di ogni ginnasta pingue: il fatto che sono rinato papavero, portavoce dei venti.
Id: 18431 Data: 03/01/2013 17:35:51
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Larpa di Ethel
La corda nera della tua arpa freme improvvisa nella notte impervia, martoriata da distanze: hai lasciato anche stavolta la finestra aperta, sul balcone dei tuoi gerani, delle sensitive, appena increspa il moto uniforme dei tuoi sogni sereni superficie di teneri coralli… Ascolto Rachmaninov, dal secondo concerto per piano, sillabo in me parole immemori nel tempo, nate dal cono di eternità silenziose, distillate in dolci malinconie. Di tutto il travaglio di forme vicine e lontane, rugoso gerbido, radure al tramonto in meditazione un grumo,più che strale,d’ineffabile sapore riscaldo dentro al mio petto: perché volevo dirtelo che basta un tuo sorriso per tenermi desto ed il mio cuore lo attraversano carovane di luce migranti alla volta di costellazioni…
Viandante compiuto disegno dell’Essere semplice conato d’espressione,germoglio di vita tratta dal suolo di tenebre fertili, soffio d’essenza qui portata dal vento, diversa,geroglifico,ma tenera, come carezzandomi,all’invito, mi giungi dal miraggio della distanza, dall’abaco tarlato del percorribile improvvisa larva, voce inquieta ad assolvermi a rendere più concitato il mio respiro,con la tua istanza di luce, io da parte mia non smetterò mai di cullarti, infantile e velleitario preso da un sentimento, dal fascino degli opposti quasi compresenti nel mitico sogno del Tempo, ignaro ma riconoscente, eccitato il viso da quel tuo gioco di vele tese e luccicanti, ventilata con disinvoltura la vista avida di partenze, di lidi,per serio gioco andremo alla volta di un aquilone impigliatosi fra le reti oniriche di Cassiopea…
Id: 17924 Data: 02/12/2012 20:08:24
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Lesito
Il passaggio è fra le sacre roveri imbottite di pupille non sussurrano più nell’ora dei fatti
chiedono
vicenda del puro e del resto forbici perentorie…
vicenda di mani terrose uggia ed ubbia nei vermi di una pace non sorella
affondano…
Pozzi dove l’obliquità è di regola, ma il numero manca.
Pozzi dove l’ubiquità non assicura l’esito.
Id: 17726 Data: 22/11/2012 19:12:33
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Lyric Abduction
Fluttuante… -…cosa vedi nel magma? -Vulcani. -Solamente? -…torri circolari... ai merli delle quali saettano balestre… Aurore... -Ancòra… -…occhi di camaleonte… ginestre,da cui farfalle in volo disegnano l’Amore… -Continua… -rovi,rovi di more il battito buio -Incontri o percepisci Lui!… -Pareti bianche… -Lucore…seguilo! ...ma un cinguettio di piccoli esseri fra terra e cielo trapunta il Risveglio…
Id: 16996 Data: 15/10/2012 20:23:51
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Lastrale esuberanza
Il lussuriare di Spirito che mi versi nel petto, con le Tue dita di Luce, è pingue cornice e bagna l’arcobaleno doppio il piombo di distratte stagioni, mogano di verità osata e riletta,non più oscurata,in sesto di meno fameliche cortine. Confusioni di miti appesi non valgono ad incantare né rito scaramantico del sangue col cardellino accecato dai barlumi dell’oro in funesta tiratura per i bonzi di corte, adesso è libera,corrente d’ali la brezza di ponente, scrolla da sé l’accordo brizzolato e muta con un bacio d’orizzonte Mare sangue a declinare spiriti,epifonemi (erano l’esergo non più brillante dove Luigi,su muri calcinati, dannava un povero ragazzo delle sue più stranite novelle) e se fiuto di fabule teneva in serbo la tagliola dello scrittoio, ora tegole di luce avversano l’inganno,l’embricazione ci libera nell’umiltà,ci spoglia sereni… So di fiammelle tremolanti al vento dai bivacchi all’ordine d’asfalto, l‘affetto del loro dire strada,di mota a me conosciuta,né gabelle di Sirene a tessere passi di danza ho da cercare in questa breve notte,spasimo corto, brevità dell’arco, solo riporre nei cassetti più lindi il galateo di qualche astrale esuberanza.
Id: 16912 Data: 11/10/2012 13:08:05
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Palingenesi,offertorio
*ascoltando Gubaidulina
Come chiara essenza di risalita bagliori cuspidi in alto ,incolto groviglio di murene,sirene carnale casuale viandante tu asintoto di speranze,offertorio,solo se pregusta il pensiero del Limite spigolosa essenza nel tuo giaciglio di pietre ciglio di Sfere perché pura l’incestuosa tua catabasi perché pura volizione dal bronzo del corpo una linea melodia in quelle costernate vene abusate dal torpore dei letti e dell’afa, ma:fratello a me nel sudore dei declivi di famoso fumo distratto,al gong, clangore e ghirigoro vittorioso,raggiato di gloria in cadenza plagale zusammen oh svagate diversioni di crotali nei giardini di Luce a colpi di fagotto allegrotto in ritmo di marcia:NOI COSTRUIAMO UNA NUOVA CITTA’, e il grido a coriandoli, dei bambini,tanto impazziscono solamente le pupille avide sole nel risucchio del vuoto vorticante et nos sillons… dormitori lividi senza remissione costellazioni in anfratti di costernate costruzioni ma: noi navigatori leggeri su pelli di luna di tedofori ricaricati dal Paradosso e forse,cari amici,molti di voi disprezzeranno l’umile gioia,la vera penitenza di Lui-con te-con Noi: evenienza per osservare i vostri visi contriti,un po’ a lato discosti,nella vostra posa di graticole inamidate, ancora noi con voi,ma diversamente coscienti del Varco. Poi, da quartieri in degrado,pozze di sangue,dedali consunti come protocolli,palestre abbandonate, sul dopo-vittoria dell’Emisfero, sulla semplicità di ogni rugiada, sarà l’ascesa di luce arancione del Sole in espansione, moltitudini,spazi al suo lavacro d’Amore, per la speranza che ha solo trepidato.
MA I VOSTRI REGNI ,SIRE, VACILLANO.
Id: 16382 Data: 07/09/2012 23:00:27
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La battaglia di Paul Atreides
Canta ancora il mondo, sorregge la sua gloria. E sia. Ma vedendo l’offesa dell’ ingiustizia,la prevaricazione… ho concepito stame d’ altezza: lo sdegno,pensai, sorregga il mio volo. Ho tratto il vello agli aruspici, per il viaggio che nascondeva sementi e tempesta, fra nuvole e deserti di ferro e ossidiana ho raccolto eserciti di squame. Un angelo,se angelo era, solo in principio alla nostra irresistibile avanzata sovrappose le sue ali reticolari, poi il sollevarsi di nebbie, uno stridere di freni,lo scalpitare di cavalli al galoppo, il vuoto scarlatto,la conca, il tonfo disperato della parte avversa e al di là del furore del sangue il premio ambìto:la Contemplazione…
Ora il Palazzo è assediato, di là dai vetri della sua cortina, da un barlume di luce pulsante, quando discende Vesperus a nascondere e cancellare le forme conosciute in vastità d’ignoto e il vasto cielo è canto siderale, solcato da aeree peregrine sentinelle, come richiami di megattere,specie radiali di Luce… Ora, se avverto un richiamo è il silenzio che sibila nella mia stanza, indistinto, indistinto il battito del cuore in attesa e un vapore pervade, dentro e fuori, di fluida nebbia assetata di spezie…
Id: 15987 Data: 06/08/2012 22:15:21
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Piccola regina più forte delle fiabe
Lo sbuffo della manica è da regina di antica elezione, ma il mistero assale ,a stringerle la gola, confondersi di un fato di acque limacciose: ora scuote il riverbero , punta se stessa a sfida contro il nero della notte, ben tese le braccia sotto l’indaco triste di una volta di lamiera, un impeto galante è l’ unico diversivo al male di unicorni e principesse sospese, ma uno schiocco di dita disperde quell’assonnata parentesi, bivio di Morfeo abituato a barare: viso regale turbato da un riflesso d’onice,sardonico ebano d’ amaro sentiero,mesto accordo d’incerta fabula, come affiorante dal tempo indicibile, rimosso, capovolto, diffida del varco offerto, misura gli spazi -lei, così farfalla…- alla pantomima del suo vasto mare oppone i brandelli di una gioia in frantumi. labbra a cullare la nenia al rivolo con un trastullo di fragili barchette.
Id: 15861 Data: 29/07/2012 23:01:36
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Acquerello lunare
Lontana la luna ma appare, velata sembra più grande; brunito pensiero: dorata la luce nella sua culla di cruna; ma canta più forte, più trepido canto riversa nel cuore una lode; nel Cuore infinito.
Id: 15798 Data: 25/07/2012 22:39:24
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Cantus inceptus
Vaste apprese mura in un sogno che acque correnti attraversi a dilagare nel cuore m’inaugura, col rumore di sorgenti, ma è presto, altra strofe da azzurrità di nevi imprime più che idoleggi il vessillo a consacrare sponsale dei Vegliardi un labaro di passioni come estese pergamene: dislivelli di desideri franti, di un astrolabio a struggere sete di patena generoso vuoto di scale ed incenso in immensità come un’ipotesi di mosaico sotto volte in adorazione nella fase del suo rabescarsi acerbo,librata l’anima al suo raccoglimento ancora voglia,ardore di spazi, attesa immatura d’etimasia - ah,l’analessi dei filatteri…- a conquistarti un canto di passione che arda inconclusa, vasta, come un fascino imberbe di impervi e avventurosi sentieri…
Id: 15616 Data: 13/07/2012 15:16:40
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haiku di Giovannone
La buona glassa non sa che t'ingrassa né sa d'esser grassa.
Id: 15590 Data: 11/07/2012 15:02:59
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tra le sterpaglie
• In ricordo di padre La Grua e per Biagio Conte
Ho sentito di un santo che cantava con gli angeli mentre ancora durava la sua vita terrena e usava uno spruzzino al posto dell’aspersorio. La piccolina si avvicina al frate, pensa:”perché dite no? mi prendete in giro perché sono piccola…è lui!” e afferra una falda del saio, sotto la volta della caverna, visitata dal poeta tedesco, si sentono le gocce, “non sei san Francesco,Francesco…?” la voce è un soffio di rosa… prima ancora che il celeste di quegli occhi si posi su di lei come una carezza, un braccio vigoroso scuote la bambina, “smettila,Antonietta,non disturbare fratel Biagio…”
E questa è la mia terra, l’altro lato di cui meno si parla, perché non è oscuro: ed ecco qua i candelabri, in mezzo alle sterpaglie.
Id: 15503 Data: 05/07/2012 12:47:44
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quasar,la chiamata
dove corre il sale del mare e morbido ,al cimento, spira sulla riviera d’Oriente come un barbaglio assoluto,sul guanciale di promesse lino di razze all’incipiente connubio,quasar, non opprime al non senso il diorama, anzi ne screzia il canto: sevizia solamente un mantice occluso lampada di crisopazio,come quando incide un lampo di sangue il sudario compatto della neve.
Id: 15442 Data: 30/06/2012 10:41:33
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Il vento di Iris
Moto al fuoco spento, scirocco dal fiato di leopardo, rovinosa metessi per i più senza sollievo da medaglie abrase, inerzie combatti nel tempo che promana da inesauste teredini di corazzate,seppur sopisca fitte di falso ardore una dolina devastata da un Sogno troppo impetuoso ai cultori dell'osso caudale, spegni lucori recalcitranti,al bleso similoro di cospetti imbiancati, su maniglie,gramaglie improbabili di sfide al cerchio almeno tu,con le tue dita di ragno, frenetiche dagli argini velati, in una danza ebbra di tempo e compimento,ostinata cadenza al nostro fato sparso, tu stessa prodigio sopravveniente sei,per tutti noi sopravvissuta, e ascendi in te,nel volo che a noi discende parabolico,livido annuncio di grandinate e di stelle.
Id: 15368 Data: 25/06/2012 18:04:15
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ricordo di Catalin
Bevi,mi diceva, che diventi un barbato.
Sere d’estate…
Ma il bicchiere più forte l’avresti bevuto tu, quella notte,a 2oo all'ora oltre il guardrail, sulla Moldova di ghiaccio…
Id: 15195 Data: 14/06/2012 22:11:28
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Lo Sposo del Vortice
Brucia lo sposo del Vortice, gli si dilatano le narici. Il carbone arde,possiede uncini,membra,in te,vortice, dipanati e spesi nell'occulto travaglio del sangue materia ed essenza del mondo, assapora i versi aspri del mare; dei capelli il morbido arpeggio ne addolcisce la lotta di gorgo e potenza, inerpicata carezza del vento, il capo disvela nell'abisso di luce, lo Sposo,febbrile ascesa, il suo gemito risponde al richiamo, fulmina il ruminante al cieco deliquio, ma la luce è la sferza sul fianco obliquo, sul suo ricamo di sangue.
Id: 15040 Data: 05/06/2012 17:27:50
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Le mani di Iezavel
Sacerdotessa di notti affilate, incandescenti candori di piume e arabesco, io temo per te,per quei lampi insoliti di aurore boreali, che vedo addensarsi sempre più in un cielo carico di prodigio ed ignoto, e il moltiplicarsi di una fitta sassaiola che non risparmia quasi più nessuno... come potranno le tue mani,pensieri di glicine, tornare ad impastare il pane, con rude forza di contrizione, esiliate al Varco, se le tue tasche sono forate da sogni troppo pervicaci nel bene...le tue mani, lacere da furiose carezze impazzite di sole, possiedono occhi per ogni filo d'erba, ma sapranno trovare,nel buio della sera, il passaporto smarrito nel prato?
Id: 14827 Data: 23/05/2012 15:26:26
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Ricordo
Non c'era grido ne' pertica: vuoto della stanza, l'eco di un silenzio contrito d'alghe, sulla griglia del pavimento
in fondo l'oggetto, più malato di un sole cubico,affogava le sue squame, fattosi luce d'avverbio.
Troppo lento al miracolo il passo di primate (con piume, al pozzo di frecce non tiepide)
Sangue dal morso, bava del formichiere: sulla griglia del ricordo era appena un velo
Id: 14720 Data: 17/05/2012 10:14:02
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Angeli accidentali
Languisce un morbo di muschi, guida di polpastrelli in fondo a una scarpata; un rigore di gigantesse inferme molce la barba muta dell'idillio.Gettato almanacca speranze al tepore di fiati belanti, appena corrosi da angeli accidentali.
Id: 14429 Data: 03/05/2012 12:20:19
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Allegoria del giardino
Non l'agreste verbo che impugna a seppellire l'insetto con stecco e strame, in stantio d'antiquario guardi la stilla che geme di rugiada e s'imporpora invano nel tramonto per chi,vittorioso corre lontano.
Id: 14188 Data: 18/04/2012 12:00:24
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Risveglio
Il grido è guasto dall'ipotesi di fermento, di gora appena varcata,brivido stenebra,con l'amarezza, il ricordo del guado. Mi deterga -occhi dischiusi ma ancora immersi, oniriche opalescenze-, mi deterga dal liquido fetale, dura scorza penetri d'afrore la folata di un riverbero.
Id: 13864 Data: 01/04/2012 11:12:38
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Sera
Anima,quando finalmente sgombra, assorbi il lessico della pace serale, dell'agognato appello non stagna il desiderio, l'ostinazione di essere nel luogo della mappa,nel conto. Taglieremo le canne lungo il selciato e pesci teneri ci abbracceranno con mani di fanciullo... Menzogne,ma abbozza i sensi la sera, la sua bonaccia ci svelle da ogni tentazione di piagato orgoglio.
Id: 13564 Data: 16/03/2012 21:52:20
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Plenilunio
Sottende una mano l'arco nel plenilunio. L'immagine sullo specchio lacustre, all'oscillare dei giunchi, non è Narciso è l'ascia sul collo della lepre. Col sentimento delle ninfee imparerà a camminare nel feto palpitante e incandescente di luce lunare. Nell'immagine è un serto. A piedi nudi sul cammino del sangue sbocciano carte nel cuore dell'uomo cui sorride solo la specola,indefinita... dell'uomo che imparerà ad andare. Che imparerà ad andare sull'erba marcia e il sorriso crepitante del magma. La luna è nell'arco e guarda gli occhi ammaliati dell'uomo,il pugno stringe più forte una parola,un segno.Quando la luna è rossastra si sente più maturo per cacciare il richiamo.
Id: 13367 Data: 08/03/2012 12:19:10
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