I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Michè
Michela il mio dolce respiro sei tu
Tu che innalzi le mie sobrietà
Tu che rischi la vita per me
Io non so se son disposto a tutto ciò
Ti ringrazio per ciò che mi dai
Io son vivo solo grazie a ciò
E non voglio nient’altro che te
Oh mia dolce dolcissima Michè
Id: 24131 Data: 28/01/2014 10:47:39
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Il mio razzismo non mi fa guardare quei programmi
Il mio razzismo non mi fa guardare quei programmi demenziali con tribune elettorali
Quel che tu già credevi non è la verità
La tua perenne vita è stata idolatrata
da un mondo senza avi e senza pregiudizio
I giovani soldati son morti nella guerra
del golfo di Taranto il giorno di vendemmia
nel 12 settembre del 2023
Quel dì ti ho vista uscire col negro della Chiesa
il docile chierichetto fasullo con le donne e cogli dei
Io non potevo accettare tutto ciò
meglio la guerra in quel piccolo golfo
che non saperti nelle braccia di un negro cristiano
falso, fasullo, immune, gendarme, ingrato di
vivere una vita piena di beatitudini e misericordie
Il mio cordiale pregiudizio mi porta
a invocare una crudele minaccia di
vendette in forza alle mie idee e ideologie
quelle che mi hanno provocato arguzia
ma allo stesso tempo invidia e gelosia
così come pudore verso gente della mia razza
Ho amato tempo fa una donna di colore giallo
lei era bella ma così bella da fuggire via
Ora vivo un'esistenza senza di lei e senza senso
La gentilezza mi fulminò in un battibaleno
nell'istante in cui il mio cuore si donò a te
In quel vile bar di periferia conobbi il tuo vizio più assurdo
continuassi a bere mojito senza sosta e senza tregua
La tua era una smania di un'ebbrezza senza limiti
Io non resistevo ai tuoi ritmi
Io caddi per terra, ma te presi il volo verso il cielo
quel cielo splendente e stracolmo di beltà
Al mio risveglio non riuscivo a capire dove mi trovavo
ma soprattutto non riuscivo a capire dove te (ti) trovavi
Nessuno seppe darmi risposta così ad un tratto capii che
te eri stata solo frutto della mia immaginazione
Questa idea mi rimase in testa fin quando
non tornai in quel vile bar di periferia
Il barista mi conobbe all'istante
e non poté che raccontarmi la nostra storia
La storia in cui io ti conobbi proprio in quel giorno
l'ultimo giorno della tua fragile esistenza
Id: 22692 Data: 14/10/2013 20:01:26
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Romeo e Giulietta
Il giorno dopo uscì allo scoperto.
Era lui l'ingenuo e profondo privilegio di luride donne,
un emblema per le prostitute londinesi dell'Ottocento,
secolo in cui mia madre non esisteva ancora.
Il mio destino venne scritto dall'assassino di Giulietta.
Il nome di quell'uomo era sulla bocca di tutti.
Romeo sapeva che non poteva far altro che uscire allo scoperto,
così venne il giorno in cui lo fece.
La gente non volle per niente sapere il perché.
La ghigliottina era il sacrificio epocale che spettava a quell'uomo
lurido, infame e e fervido credente della sua innocenza,
la quale purtroppo non conosceva alcun testimone.
Il padre dubbioso gettò ogni sua speranza nel baratro
dicendo che il Romeo la sera fatale non si trovava in casa.
L'abitazione della donna era rimasta gelata dalla morte
della fanciulla benestante e ben voluta dal popolo.
A Bologna la storia creò un interesse incontrastato.
Gli amanti erano conosciuti da tutti come giovani, belli e ricchi.
La coppia aveva molti nemici, invidiosi del loro amore,
un amore sperato da molti, ma posseduto soltanto da pochi.
Romeo si convinse del suo futuro martirio.
L'uomo accettò la pena di morte senza batter ciglio,
così l'aguzzino si fece avanti con un'ascia già sanguinante
del morente ladrone accusato di viltà esagerate.
L'ora di Romeo arrivò
portando con se un'imprevedibile sorpresa proprio nel momento furente,
quando la madre di Giulietta si fece avanti e piangendo
urlò al paese intero l'innocenza di quell'uomo.
Per sempre la madre di Giulietta odiò Romeo.
Quell'uomo vile e senza pudore non meritava sua figlia,
la quale era stata promessa in sposa a un principe di Svezia,
il quale non ebbe mai il coraggio di entrare in Italia.
La storia di Romeo e Giulietta venne alla luce molto prima
dell'incarcerazione dell'uomo innocente accusato ingiustamente
della morte della sua bellissima amante,
per la quale mai avrebbe commesso minimo reato.
L'unico reato che Romeo commise fu quello di amare,
amare una donna con tutto se stesso sennò anche di più,
amarla senza il beneplacito della madre di lei,
la quale in tutti i modi cercò di bloccare il reato d'amare.
Il principe di Svezia venne scelto dalla famiglia.
I genitori volevano a tutti i costi l'unione della figlia col nobile.
La ragazza trovò amore in un'altra famiglia nobile,
ma disprezzata dalla madre di Giulietta.
Arrivarono giorni tristi e litigiosi.
La madre obbligava sua figlia a conoscere il principe,
ma lei affermava a squarcia gola l'amore per Romeo,
per il quale non avrebbe accettato la corte di nessun principe.
Il padre cercò in tutte le maniere di fermare i litigi.
La madre non poteva proprio sopportare la presenza di Romeo
nella casa in cui aveva concepito una figlia promessa a un principe straniero,
ma per il quale Giulietta non provava nessun sentimento.
Romeo non si permise mai di immischiarsi nelle tresche familiari.
La madre costringeva la ragazza a non vedere più il suo amato,
ma lei di nascosto scappava di sera e tornava di giorno
provocando la furia di una madre angosciante.
Il giorno non tardò ad arrivare.
Giulietta tornava silenziosa dalla villa, in cui era stata
la sera prima in amoroso colloquio col suo amante,
quando venne accolta da una madre inquietante.
Giulietta cadde a terra sanguinante.
La madre non volle neppure sapere dove sua figlia era stata,
purtroppo conosceva già la risposta e per questo si permise
di cacciar fuori la rabbia di una madre violenta.
Id: 20101 Data: 21/04/2013 20:48:08
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Il natale funesto
Il natale di un giorno funesto
Pur sempre è un natale dorato
Il natale di un giorno infelice
Pur sempre è un natale armonioso
Il natale del giorno più triste
Pur sempre è un natale gioioso
Il natale di un giorno incompreso
Pur sempre è un natale felice
Questo dolce natale incompreso
Come il geme di un piccolo furfante
Armonizza i sensi di una vita infelice
Scaturita dalle astuzie di un gioioso
Credo di gelida religione annoiante
Come il dorato tuo pensiero
Di donna funesta e armoniosa
Id: 18740 Data: 19/01/2013 13:34:11
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Maniacale
Quando il mondo
A un certo punto
Si gettò nell'oltretomba
Io mi accorsi
Del tuo riso
Unico
Inatteso
Cordiale
Vivido
Io riscoprii
Il mio saluto
Nel geniale tuo clamore
Di donna
Perennemente
Fortuita
Sterile
Virile
Florense
La giocosa tua
Vendetta crudele
Affogò nell'odio
Di un uomo
Sagacemente
Geniale
Latente
Labile
Maniaco
Id: 18739 Data: 19/01/2013 13:29:18
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Ad Anna Marina
Ritrovar se stessi in una notte Ritrovar se stessi in una donna In una donna tanto desiderata tanto amica In una donna la confidente della mia vita La mia vita è il destino amaro delle stagioni La mia vita è un respiro vivo delle ragioni Le ragioni del presente Le ragioni del passato Le ragioni di un futuro Del futuro incerto delle mille speranze ormai infrante Quelle mille speranze alternative alla mia gioventù La mia gioventù non è il brivido estasiante di un attimo La mia gioventù è l'atroce atmosfera di un'infinita agonia Grazie dei giorni passati e Grazie dei giorni vissuti
Id: 14887 Data: 26/05/2012 21:19:26
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8 marzo dallAgenda Redentrice 2011
Spero che tu possa rimediare aiproblemi di elettronica Non importa quanto tempo serva Io sonoansioso di aspettarti Dimmi quel che pensi della gente Dellagente come me Sono solo un solo ragazzaccioinnamorato di chissachi Quante le allusioni alle speranze Allesperanze di una vita Quante descrizioni irragionabiliillogiche e inutili Quanto perbenismo mal pensato limitato in una goccia di narcotichevicissitudini rinchiuse in una scatola
Id: 13150 Data: 29/02/2012 02:47:49
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Dolce attesa per la Primavera sperata e assonnata
Vivo di pregiudizi e categorizzazioni fuorvianti il miostato d’animo Giudico il mondo sulla base di un neoconservatorismo innocuo Stringo fra i denti la mia languida realtà gioviale Temendo di rimanere ammainato e solo L’odore di piscio scompare da se La fretta sagace riveste i perché del domani L’attenzione verso l’aria fritta non si manifesta nel vuoto Languore di giovani donne estasiate da impalcature rocciose Vita natural durante Andy Kaufmann come Andy Whitfield Morte preparar filosofi Cabiria Cafè come il Cabiria Cafè Che sentito dire è il mio risuonar campane Che sentito dire è il mio dilettar somari Che sentito dire è il mio postular soldati Che sentito dire è il mio rinunziar silenzi Dolce attesa per la Primavera sperata e assonnata
Id: 12980 Data: 22/02/2012 18:30:12
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Eutirox, Clexane, Lansox
Le mie tre X Le mie incognite I miei dubbi esistenziali Vigilano sulla mia vena Vigilano sulla mia trombosi Vigilano sulla mia succlavia Sinistra intasata indurita per losche ragioni ancora sconosciute Da medici di un vecchio ospedale Da dottori di un trito reparto Da primari di un frusto contingente Di inesauribili infermieri ammassati in lunghi corridoi in cui un'unica visione di un'unica TV di un'unica sala d'attesa Accende le nostre emozioni ritrovate per un film del realismo italiano Ripetutamente visto nel palinsesto natalizio Ripetutamente scoperto da una famiglia veronese Ripetutamente gioviale per degenti stimolati Da una nuova sghignazzata Da una nuova ilarità Da una nuova risata
Id: 12650 Data: 09/02/2012 22:19:27
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Letto N. 16
Al mio fianco un vecchio di una periferia del Nord-Est capelli bianchi, statura non più alta, senza dita del piede, diabetico, ansioso e premuroso, mai impaurito, vivo!
In fervida attesa di un figlio o una figlia a cui poter chiedere un cambio pigiama La notte volava nel fervido ardore di bruschi rumori di bombe rumene
Io osservai, ma lui non voleva Io guardai, ma lui non capiva Io mi alzai, ma lui non poteva Io mi addormentai, ma lui non riusciva a dirmi Buona Notte a dirmi Buon Natale a dirmi Buon Anno
Le mogli tornavano da casa con figli avvocati, ingegneri, imprenditori. Orgogliose delle loro vite vissute fra generali, marescialli, commissari. In voga di racconti di passati traslochi in residenze cambiate in alterne città, per cui poter essere sicure di dire le proprie opinioni su una scelta determinata da uno stipendio sicuro, da una lobby cercata e finalmente trovata, da cui trarre le proprie fortune, i propri desideri, le proprie voglie, in cui ritrovarsi in questo tragico futuro composto da una casa con tappezzeria particolare (kitsch) da osservare per anni anni e anni a venire per intensificare l'invidia di grigie vecchie insoddisfatte delle loro esperienze gettate nell'Ade di una città buia e desolata, in cui l'unico biancore sta nei muri delle case abbandonate da giovani famiglie arricchite e trasferite in in campagne verdeoro, dove ci si addormenta non sui letti, ma su amache di giardini in fiori.
Id: 12515 Data: 03/02/2012 22:57:19
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E fuori da qui?
Come un'annoiata in un bosco losco di montagna l'aria che mi stritola dentro agisce angosciata
L'eroe di un tempo sgretola il suo ego come un fulmine disgiunto in un universo parallelo e macabro e soffice in cui miseri amici e compagni di merenda sfogano la loro voglia nel manicheo momento dispersivo e fulgido di una creola soglia
La storia volle ripetersi involontariamente fra persone fragili e anziane cortigiane di un tempo ormai andato e che mai più ritornerà
L'eroe è tra di loro e parla colloquiando con gente assurda passata di li per un passato di alcool e porchetta e liti da osteria da dove il marciume fuoriesce dall'immondizia quotidiana e viscida di un grembo morbido fluente e inguardabile per una lurida ecografia Mai avrei pensato al mio sangue gelido e annodato in una pompa nuova ma malsana accerchiata Il mio essere morto è il mio essere vivo misero miserevole misericordioso Zeppo di pensieri zoppo muscolare irato intasato infessato da fumo alcool e Mc.... che bello che fu! che bella la Mc! che bella la Davidoff! che bella la vodka! E con la Redbull? Spettacolo E fuori da qui?
Id: 12477 Data: 02/02/2012 12:23:07
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eravamo buoni amici
vorrei vivere una vita insieme a te ma tu dici che noi siamo amici si potrebbe vivere una vita in amicizia ma questo proprio a me non basta mai
io vorrei il tuo corpo oltre alla tua anima
cerco invano la verità ma lei si ritrova qua non lontano dagli occhi miei e da quelli della gente
io vorrei sapere cosa è la tua realtà
c'è chi pensa svelando che noi due eravamo insieme ma si sbagliano non sanno che non c'è stato nulla di che
io vorrei il vero ma tu sei speranza
l'abitudine costringe me di vedere sempre te ma rivendendoti io soffro e tu balli e ridi in un bagno
io vorrei cadere ma non so volare
Id: 5557 Data: 11/10/2010 15:08:35
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Per chi è analfabeta come me
Il bagliore,solo,di quell'istante rivelatore Ascoltalo con indifferenza per molte ore, Chiamerà a raccolta gli altri il cercatore, E cantando diventa musica del suonatore. Ora s'è dimenticato anche questa leggenda,si dimentica Chi non possa non esserci là in mezzo a una musica, nell'aperta ferita del grembo asessuale della Nausica Aspetta con gli altri pazienti oh mia dolce amica. Reclusi per lungo tempo nella stanza Lo spettro del buio ti fa dimenticare la sofferenza E dalla solitudine ti incammina verso la speranza Al che il giorno precipita fuori dalla mia stanza. Resteranno,dopo l'ultimo chiacchieratore,mucchi di cenere, Ascoltalo assiduamente e ti sarà più facile credere, Sentire nel solo abbandono,pur sapendo che nel vostro essere Si sarebbe solo trovato con altri al cospetto del signore del bere.
Id: 4625 Data: 28/06/2010 20:35:25
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Ad Alessandro Bruno
Non fermarti adesso Non fermarti Lascia stare i malconsigli della gente Non lasciar da parte ogni nostra discussione sul da farsi quotidiano
Non scherzare Non scherzare affatto Quando parli della gente Che si sente trasandata Non scusarti mai
Vivere Vivere Vivere
Vivere Dove si riscontra l’anima In una situazione fragile Nella difficile via d’uscita
Vivere Vivere Vivere
Vivere Senza lasciare l’asfalto buio Di quella strada a noi ingiusta Di quella strada cattiva
Id: 4403 Data: 05/06/2010 02:00:16
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Salutare larguta atmosfera di donna
Ricordi il giorno in cui ti incontrai Era in settembre Che sensazione di pura dolcezza Era l’ebbrezza
Una donna, una donna eri Ma che donna, ma che donna eri
Io mi affogavo nei fugaci occhi Era l’immenso Tu apprezzavi la dolce attrazione Era il sublime
Una donna, una donna eri Ma che donna, ma che donna eri
Id: 4402 Data: 05/06/2010 01:51:00
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Compagni di scuola
Sharazade, povera donna, sempre sconsolata dalle angustie della vita. Il suo psichiatra gli intima una vera e propria dose di consigliati medicinali. Il dottore è sicuro dello stress della donna, ma la donna non è sicura della professionalità del dottore che l’ha fatta spogliare solo per sentire il battito del cuore, strano caso per un professionista del mondo cerebrale. Una signora nel pullman, in cui Sharazade è entrata, inizia a sbraitare contro la scienza. Lei è vestita di nero, con addosso innumerevoli collane con crocifisso il Cristo. Lei parla della religiosità negata ai bambini, questo fa riflettere le madri che si trovano con lei. Una di loro è la nostra che comincia a pensare ai suoi figli, all’educazione e alla spiritualità nella sua casa. Come al solito i dubbi inzittiscono.
Id: 4124 Data: 27/04/2010 17:47:21
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Compagni di scuola
Roberto è chiamato da diversi conoscenti per comprendere il modo in cui votare alle primarie facendosi pagare da qualche gentil nobile (non di animo si intende). Egli cammina sempre solo quando ha l’ansia che gli preme sulla docile buon anima. Incontra uno di essi che gli inizia a parlare di un certo Berruti GianDomenico, uomo politico dalla nascita, ma nobile (non di animo si intende) da pochi giorni. L’uomo in questione è disposto a donare un giusto premio a colui che spinga verso la sua causa. Roberto non se lo fa ripetere due volte, è già pronto con la penna della madre per votare il nobile (non di animo si intende) Berruti.
Id: 4080 Data: 23/04/2010 16:43:00
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Apologia (una canzone di musica italiana)
Una mia vignetta gettata nella mischia Imprigionava il pibe dell’ordine gesuita Era mia sapienza aver della pazienza Solo un miscredente perdeva la sua lenza L’amministratore del misero cantiere Non giustificava l’assenza del droghiere Questa assuefazione si aggira per la testa Ma è solo l’eloquenza della sacerdotessa
Ah religioni sacrileghe Ah le dottrine dell’apologia Ah la didattica alessandrina Ah la grammatica economica
La mia tradizione svanisce nel mistero Del fausto primordiale pensiero dell’Impero Quella consuetudine dell’arma del soldato Imprime la difesa del solido avvocato La mia distrazione per l’orrido film porno Data dall’arguto volere mio tardivo Splendido il programma del misero politico Fugge dalla zona si perde nell’ambiguo
Ah mansuetudine erotica Ah il peccato dell’etica Ah la giustizia la mia amica Ah tutta colpa della tua fica
Id: 3512 Data: 07/02/2010 20:15:06
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