I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
Passer solitarius
Un passero solitario vola giù dalle cimase del tetto
E prende il pane fresco che gli lancio ogni giorno.
Ovviamente mi ignora ma mi fa compagnia
Talvolta cinguetta allegramente, talvolta saltabecca,
Talvolta tace, talvolta lascia cadere le briciole,
Ma ritorna sempre curioso di vedere
Se c’è per lui dell’altro cibo, fresco e gratuito,
Morbido o asciutto, o umido di gocce piovane.
Sembra vivere senza alcuna preoccupazione,
Saltella obliquamente a caso nel cortile,
E non sembra curarsi del vento e della pioggia.
Non resta mai a lungo fermo ad osservare –
Vorrei portargli noce di cocco e un po’ di lardo –
Ma non ho altro, i nostri pasti qui sono frugali.
Passer solitarius
Passer solitarius files down from rooftops
And takes the new-baked bread I trow him daily.
He, of course, ignores me but Keeps me company
Sometimes he twitters merrily, sometimes he hops,
Sometimes he’s silent, sometimes the crumbs he drops
But always back he comes intent to see
If there’s more dinner for him, fresh and free,
Spongy or dry, or moistened by raindrops.
He seems to live without a single care,
Hops roundabout at random in the yard,
And never seems to mind the wind and the rain.
He never lingers long to stand and stare
I’d like to bring him coconut and lard-
I’ve nothing over, though, here we eat plain.