I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
*
Faetum
Come la sedia squarciata in sala d’attesa rivolta al cielo grigio sbranato da un tuono attendo, dilaniata, il mio fato. Il primo strinse le dita nel tetto di una capanna a riparar le parole scientifiche dal diluvio empatico. La seconda aprì le mani, mostrandosi inerme davanti allo scroscio viscerale d’una pioggia silente. Lui vide il silenzio di una grotta prima ancora battente al ritmo fugace della vita. E guardò mesto la mia oscurità, spalle a una parete che non poteva reggerne il disperato respiro. Le sue lacrime le videro solo quella panchina e il cemento. Io le sentii sulle spalle, tra narici e capelli, in mezzo alle mie corde vocali. Come la sedia squarciata in sala d’attesa rivolta al cielo grigio sbranato da un tuono attendo, dilaniata, il fato. Accarezzo il mio lutto da una gabbia di carne, buio avello d’un gatto di Schrodinger: è il mio contrappasso. Inesistente folata di vento dilania la stanza: è la poesia, la grande puttana, che ulula alla mia eclissi di luna. E l’albero e le formiche conobbero il mio sale, sola nel cimitero del ventre. E lui mi baciò la fronte e ascoltò i miei occhi. Il distacco si spezza come una bianca corda di Wharton. La sedia squarciata in sala d’attesa è rivolta al cielo ora grigio, ora assolato, mentr’io tramo brandelli che ordiscono il fato. L’acqua esplode in fioriture rosse, scorre lungo i vetri di finestre lontane, percorre i boschi e ricolma impronte di esausti passi. Chiudo gli occhi in mezzo a una sconosciuta carezza, vallata femminea, e il mio viso è una diga. Al risveglio ancora lacrime, pesanti come sangue. E poi sangue, leggero, come il volo di un’anima.
Id: 48958 Data: 21/05/2018 11:28:37
*
Quando tornerò?
Come cemento D'afoso respiro, Idrogeno Alitante il sole Dai raggi che Tremare mi fanno Di calore. Come l'ombra rende Più vaga e più netta La figura, Che in mitosi M'insegue a cloni Duplici e triplici Di coscienza, paura e lussuria, Secondo il respiro della luce, Sua necessità nemica. -La fotosintesi delle ombre!- Mi fermo e sono una rosa, La rosa dei venti: Indico la direzione delle correnti E non vado in alcun dove. Dell'aria tutti i flussi m'attraversano, Tuttavia. Così l'utero e il seno e il ventre dal rosso di scirocco percossi Come gobbe di cammelli, Il cervello e gli occhi raffreddati dal maestrale Come vele di navi lontane. E i sogni, quale soffio li spinge?
Sei arrivato nell'eclissi, Nella quiete siderale Che è notte e vaga e netta ombra. Sai che v'è ombra dove c'è luce E la attendi con sorrisi nel buio, La consoli con labbra bagnate, La desideri con le mani sul mandorlo, Di piogge carico e clorofilla e amore. E quella si mostra in raggi Semiacciecanti di intellettuale bellezza Ed estasi orgasmica. Autoprofezia della luce. Quando tornerà? Quando anche loro si sveglieranno, E le ombre saranno stanche, e i colori vorranno ascoltare Il rumore della luce che li respinge E li attraversa, come i venti.
Id: 29056 Data: 29/11/2014 00:28:22
*
Orlando Furioso
Tanto m'insegnò Astolfo All'ombra del cratere, Nascosti alla Terra e al Sole, Quando lo incontrai sulla luna. Teneva un fuoco Tra le mani blu Che non bruciava, non scaldava, non schiariva. Aveva ali ai piedi E sedeva a testa in giù E la sua stessa compagnia, Sua compagna, Lo faceva sorridere. Passammo insieme, Noi spazionauti, Lunghi annioblii (300'000 emozioni/pensiero, per i neofiti) di qualche istante, A guardarci nel cuore. Stringeva un'ampolla, tra i piedi e le ali, Piena di trasparente densità. La annusammo, sapeva di... La bevemmo. E ubriachi di senno, Demmo a tutto un senso. Io tornai al mio libro,
e lui alle sue pagine.
Id: 29055 Data: 29/11/2014 00:20:47
*
Matrimonio Lontano
Il rettile non mangiò il gran mammifero. Ti cerco qui nel mondo adulto, dove un cappello è un cappello. E tu non lo indosserai mai.
Id: 29054 Data: 29/11/2014 00:14:59
*
Laghi dOmbre
Laghi d'ombre sui monti, sotto i mari, scorrono le nuvole Al pulsare di palpebre insonni Per troppi sogni solitari, (Ombre di laghi del reale). Roboanti, epici Ippogrifi -il sogno di Leonardo!- Mi migrano alitando al galoppo alla velocità esatta dell'angoscia al secondo, Salutando con ali metamorfiche Le certezze, Che piccole si fanno, Come onde dal cielo.
Id: 29053 Data: 29/11/2014 00:14:15
*
Dead Holidays
Spiaggia spiaggia spiaggia, Empireo e non mare: "azzurro celeste celestino bianco, fino al sole". Tu sabbia finissima, spalle e Lentiggini (O forse conchiglie?) Tu spiga marina frusciante. Sudi come il paguro temerario, Sorridi come la nuvola solitaria. Apro gli occhi e Tu, la spiaggia, Mi baci il seno e le pupille. Ecco il mondo: bianco giallo azzurro! Come sa di sale e cristalli tra i denti, L'amore! -E il sogno sulla pagina di scheletri crostacei polverizzati dai giochi di Eros e Apollo e Nettuno. Similmente al tempo dei grembiulini la punta dei pastelli appiattita sui polpastrelli, quando il sole stava nel cielo, e tra cielo e mare un bianco mistero.- Chiudo gli occhi e Apollo è già lontano nel vento, Il freddo diabolico Giù mi soffia urlando, sotto le acerbe onde chiassose. La spiaggia è il mare dei pesci e degli annegati. Scrutami senza specchiarti, cielo, Saltami addosso, sabbia, Salutatemi, spighe. Sott'acqua sorda è La bellezza.
Id: 29052 Data: 29/11/2014 00:11:25
*
Burn
Le palme barbute a tre a tre, e quelle con ancora la scoliosi giovanile osano origliare con foglie luccicanti. Tendono verso me e domandano, tornano al cielo e bisbigliano. Che programma è, oh homeless, quello che guardi sbragato sulla panchina pubblicizzata, con vecchi mocassini a lato? - LA Città; è il mio reality- Da dove viene il piscio della Sunset? Chi vive e muore dietro la maschera di Batman? - 1. Un barbone; 2. Un barbone.- E le luci di Hollywood, e le droghe dei gay clubs sono occhi di puttana, pulsanti di giocattolo che gridano: Provami! Provami! Il colibrì intanto sotto Galileo suona e beve fremente nettare megalopolo, nella la corolla non si dibatte, pare insetto ma non è, perché ignaro delle luci, e spaurito ronza tra la linea penombrosa del crepuscolo e lo sguardo mio assetato di iridi e fulgori scintillanti, che tu solo e lui e la luna e le hills. Più veloce balbetta tra-tra che più non si aspetta, che è il momento di amare. Poi vola lontano, a dipingere il mare, anzi l’oceano, del freddo che fa quando si è soli. Poi vola lontano, a inseguire il flusso mentale di film e ricordi. Il barbone guarda le palme dove aleggia il colibrì immerso nel cielo overwhelming e distante come l’insegna di Hollywood al telescopio. Palme, barboni e colibrì sanno; il cielo intuisce. Palme, barboni e colibrì sanno ciò che il cielo suggerisce.
Id: 29051 Data: 29/11/2014 00:04:26
*
Blu Tramonto
Trascino verso il mare coscienza e speranza in una scia silenziosa di antichissimi cristalli di conchiglie. Tu corri. Insegui la tua fuga sotto nuvole fosche di piogge abortite. Dov’è la mia faccia quando guardi lontano? Quando il tuo piede ingenuo corre verso la risacca, io sono vento. E nascondo tra la stoffa sorrisi freddi di lacrime, ché l’orizzonte non s’insegue con scarpe pesanti di sabbia. Affondo nella rena che affonda sotto leggeri passi di gabbiani e piano piano si appiana, ché l’orma delle zampe è un vago ricordo delle ali. Come l’ombra è un vago ricordo di me; come la schiuma è un vago ricordo dell’onda.
Id: 29050 Data: 29/11/2014 00:00:58
|