I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
In primo luogo la colpa
è all'assassino che l'ha messa,
la bomba.
Selim Taliban, O' Hara, o Pablo
o Vassili o Francesca.
Fa niente.
E non mi importa un cazzo se
è saltato anche lui,
si è mondato dei peccati
e anche
di falangi, falangine, falangette;
un dito nell'occhio
diventa
un occhio nel dito,
abbraccio beccaio
trita carne
e ossa aguzze
unisce di botto.
Ma io
fratello suo non sono
frate nel sangue,
fratello suo non sono
e mi tocca
e mi nausea
il suo umore di morte
confuso nel mio,
il suo odore di morte
aggrappato al mio naso,
qualche metro più in là.
Ma subito dietro
di lui,
anche prima vedevo
volare sopra tracciando
cerchi di nitrico rapace
i pazzi benedicenti
con una mano aspersoria
speranza tossica
su menti disperate e svèlte,
e l'altra intenta a strozzare
quella vera.
E ancora dietro
e ancora sopra,
i pazzi con l'uccello duro
per la Patria
per lo Stato
per la Razza
per Dio
per il Petrolio
pe la Loro Tasca Inesausta.
Li vedevo far sempre
calcoli ematici,
funebri Travet,
per far tornare i conti
di guerre sempre esatte,
dalle loro pedane.
Scesi da lì
son nani ora,
ed io gigante
in ogni lacrima sparsa.
(Quante?
Per quanto?)
Ed io che l'ho fatto,
anche adesso, da esploso,
io so ancora che è giusto
il peso piccolo
dei bimbi in spalla,
e dividere quello
grande dei vecchi.
E' normale.
Ma i figli di troia
ci han detto
che serviva una guerra
guerra giusta
per farlo.
Diglielo tu
per favore
che non serviamo
la stessa bandiera
che si intride su quel
rimasuglio di petto
e mi pesa
appena meno
del sorriso abortito
di mia moglie e mio figlio.
Non lo posso più sognare
non lo sento più sbocciare.
Da qui, ormai,
posso solo guardare.
E ancora meglio li vedo,
senz'occhi,
i burattinai indaffarati
a nascondere la coda.
E si capisce bene
da qui
l'origine del puzzo
che li accompagna,
che già da prima
avvertivi.
Ma io son morto
adesso
e loro
vivi.
Dalla cima della piazza al fondo
della retta vertigo della via.
Vette quadre sono qui
al cielo contese
dal mare
in argentata sfida
di dorsi d’onda.
Sto
ammirando azzurri
non distratto
da furie metalliche passanti
dentro applaudo
e ringrazio.