I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Occhi e mascherine
Occhi e mascherine Invertono l'ordine costituito Nulla permane tutto passa e poi si rinnova.
Tra polvere e attesa Un pettirosso vola negli invisibili rami che fingono prese Piccola penna di enormi ali Disturba la quiete stanca del giorno Non sarà mai notte Di pace e ristoro Ma calma melanconia Di un ansioso respiro
Lontani dal sacro Che la vita esige Si vive il limite Di un meccanico distacco La nostra arte è in rovina Se non cambiamo lo sguardo
Si contano stelle di un cielo sfinito Credendoci Dio servi o padroni dell'io e produciamo immagini Senza scheletro umano
Che ne sappiamo noi di quella che chiamiamo fine? Vorrei sfogliare questo tempo Come legna che si sbuccia In un camino acceso O come un libro che si sfoglia in un treno che non si ferma Ma le lontananze volano Come nuvole senza verbo mendicando speranze e preghiere Senza chiedere niente E sembrano ridere e scherzare occultando ben altro di un carnevale consumato
Chiedi a quell'aria appena nata qual è la storia dell'umanità qui spaventata e scorgerai templi A forma di cuori e croci a insegnarci a rinascere
Id: 63058 Data: 02/05/2021 22:20:54
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Chiaroscuri dell’anima
Chiaroscuri dell’anima Dei sogni mancati dell’alba Del chiassoso silenzio Di questi giorni caldi Infiniti e brevi Desiderosi di calma Diventa ricordo l’ansia di calma apparente come sogno stanco di immaginare Eppure…com’erano belle le mie immagini, i miei ideali d’amore, valori che sono regali ma pochi sono stati scartati, incarnati, donati perché il lavoro di dentro è roba da pochi… quanta strada bisogna fare per assaporare il silenzio assoluto… È come vedere in città un cielo di stelle Senza disturbo di luce.
Id: 14940 Data: 30/05/2012 10:12:15
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a fontanella
Quanno se fa ssera e te sarta addosso la melanconia come ‘n teleggiornale te viè vojia de pijatte ‘n mano ‘na chitarra d’accarezzalla come se fosse ‘na creatura e mettete a cantà quarche strofetta pe'dì ar monno ch’oggi non stai ‘n vena Ma chi t’ascorta...chi te se fila e cche sarà mai sta melanconia? Allora esci da ste mura zitte t’enfili er trence cor cappelletto ‘n testa e te metti a camminà pe’ quarche vicoletto Doppo un ppò che fai du’ passi t’accorgi sta svanì quer senso de tristezza e pensi sarà stata a luna o er firmamento, oppure l’aria anche se n’è ppiù ppura?
‘nvece è l’acqua de ‘na fontanella ch’a Roma è sempre la ppiù bbona che te disseta e pare che te dice piano: "'a cosa più difficile a ‘sto monno, sai qual'è? è rimanè semplici, proprio come me!
Id: 2416 Data: 02/07/2009 12:15:03
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er ventilatore
che voja de dormì che mm’è rimasta aji occhi sarà sto callo che ce toje l’aria e il respiro te fa’sentì ‘na cera de ‘na candela accesa e ogni anno a dire sempre ‘e stesse cose: quanto fa callo e poi quanno piove beati quelli che stanno fòra… insomma com’a giri e a vorti se lamentamo sempre e solo de quello che ce manca non s’accontetamo mai de quello che c’avemo Stanotte stavo cor ventilatore acceso l’aria anche se poraccia, m’arivava a damme n’attimo de sollievo ma quello che più me sollevava era quer fruscio che m’emanava sembrava pioggia in lontananza poi più vicino… e così n’artr’illusione me regalavo come quer cuscino che strignevo a me e me diceva piano: “t’amo, te vojio bbene amore mio!”
Id: 2407 Data: 30/06/2009 09:42:02
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nei tuoi occhi
un filo sottile, giallo divide il sogno in due perle d'acqua. Ti fa più bella.
Non smetto mai di pensarti perché i ricordi invecchiano più delle rughe e le notti, no. Interrompono l'esito del giorno nel leggero occhio dell'anima.
Vorrei dirti che poi la solitudine è strada nella ruvida spiga che infilza l'occhio malato. Piove ora e non me ne accorgo. La tristezza va accettata dentro i buchi della mente quando un gioco allegro di luna vacilla nei contorni vivi di luce e ombra.
Sei nei tepori estivi e soltanto io ti guardo chioma di grani seccati che tra qualche piega dell'anima non vuole rivelarsi.
Id: 2398 Data: 28/06/2009 12:39:01
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Fili
Scivolo tra queste mura di anni che sembrano persi. Quante volte cancello il suo volto tra i miei versi sinceri? L'attenzione è una stella dove scopro il suo corpo capelli di mare e il sorriso di sale che toglie l'argento alle mattine invernali.
Non riesco a esprimerti quello che sento perché mi sento finito e sfinito da inutili ricerche di virtù nascoste o forse, nascondo solo la rabbia che confeziona il dolore legato a un ricordo... ma ricordare è un'arma che ti sbuccia le vene.
Allora t'immagino mia e ti prendo le mani perché nella fantasia trovo la mia forza, ritrovo me stesso e chi mi fido E' un battito d'ali che ti fa sentire poeta o non so' che cosa anche se i rami si aprono come preghiere confuse e non stabili.
Id: 2397 Data: 28/06/2009 12:26:10
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Lei, era solo un dono
Puoi fabbricarti ettari di sogni ritrovarti nella fontana dell’amicizia e riempire l’estate che si allontana.
Distesa nell’erba e d’azzurro contrasto la sua gonnellina di fiori conteneva il fiato ai desideri più gonfi e liberava il seno alla voglia d’amore nel primo giorno e al primo uomo a essere suo.
Quell’innata voglia di tener fede ai patti rimarcare l’ora a eterni appuntamenti di giochi, diceva ti faceva sentire importante nei suoi pensieri più profondi.
Ora ti tiene vicino ora che più non parla e le tue parole macchiano l’orizzonte come quella foto di marmo che di fiori, non conosce eguale
Id: 2383 Data: 24/06/2009 17:10:03
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