I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Gelosia
“Perché il possesso di ciò che si ama è una gioia ancora più grande dell’amore”. “Quanto più mia era oggi Albertine!” Marcel Proust In una stanca giornata assolata Appare ferma ogni cosa, bloccata, Mi ritrovo assorbito in un bagliore Che cancella ogni forma, ogni colore. D’improvviso, impietoso il cuore palpita
Per un ricordo che dal limo scalpita. Le dita spaventate saltellare
Sulla tastiera del suo cellulare, Lo stato d’animo agitato, ansioso, Il mio respiro sempre più affannoso, I gioviali miei occhi ormai appannati Da improvvisi tremori disperati, Diviso fra il timore e la speranza, Soltanto una grottesca stravaganza. Una grottesca stravaganza, questo Euforico fervore eppure mesto, Rabbiosamente di vita affamato Desideravo amare e essere amato. Oggi di queste sciocchezze sorrido, Sorrido dello sguardo divino e infido Che minacciava di portarla via Lasciandomi languir di gelosia. Folle pensiero voler possedere Ciò che non mi poteva appartenere. Maggio 2021
Id: 63459 Data: 18/06/2021 15:41:59
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In ricordo di Enrica, la mia amica più cara (II)
La villa antica nel silenzio è immersa Come nella mia bella adolescenza, Non la ritrovo per nulla diversa Se non per la dolente tua assenza. Varco la soglia della tua dimora Insieme con il giovane mio figlio, Penso che quando la varcai allora In me scorreva il suo sangue vermiglio. Tua madre ha cominciato ad elogiare I miei carmi, il mio vano tentativo Di potere più a lungo conservare Il dolce tuo ricordo un po’ più vivo. Questo gentile suo gesto ho gradito, Gesto che abitualmente stimo odioso, Poiché così il mio ragazzo ha esperito Quanto era il nostro rapporto affettuoso. §§§ Eppure, anche se credo al nulla eterno Dopo la morte, intorno mi guardavo Ricercando lo sguardo tuo materno; A come, con tristezza immaginavo, Sarebbe stato bello se tu avessi Potuto rivedermi camminare Nelle medesime vie, negli stessi Luoghi che abituati a frequentare Eravamo più di trent’anni fa, E guardando il mio figlio spensierato Accanto a me incanutito, chissà Che cos’avresti pensato, provato…. §§§ Mentre tua madre narrava a mio figlio Quello che fui, il ragazzo che ero I suoi tratti del volto a cui somiglio, Le mie lacrime a stento trattenevo Pensando al tempo impietoso che vola, Tranquilla continuava a raccontare Di noi due, gli occhi rossi, un groppo in gola. Mi piacerebbe potermi guardare Con i suoi occhi, poiché forse so Quello che sono, ma di ciò che fui Il più fioco ricordo oggi non ho, Perduto ormai nei meandri più bui. §§§ Guardando gli occhi commossi, la voce Strozzata di tua madre, nel mio cuore M’immaginavo che nulla è più atroce, Non c’è esperienza più triste, peggiore Di un genitore che deve inumare Prima del tempo i propri amati figli E di dover sulla tomba portare Meravigliosi, ma inutili gigli. E anche se vani stimo il cimitero, La lapide, la bara, il confessore, Spiace di non poterti, son sincero, Recar nemmeno un minuscolo fiore. 19/I/2018 – 23/I/2018
Id: 62853 Data: 12/04/2021 08:07:14
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In ricordo di Enrica, la mia amica più cara (I)
Ti rivedo, il disordine nel cuore, la mente incerta, vaga, in confusione, sospeso, fra uno stato di torpore ed uno di gioiosa agitazione. Ti riscopro radiosa quarantenne, lo stesso viso candido, innocente, che del tempo impietoso ha vinto, indenne, le insidie. Col sorriso adolescente mi narri del tuo tragico passato, ed io, gli occhi sul giovane tuo volto come se il tempo non fosse passato, col cuore ingenuo d’un tempo, ti ascolto. 01/VI/2013
Id: 62852 Data: 12/04/2021 08:04:58
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A mio figlio Giuliano
L’arte incantevole di Fazil Say Evoca in me un’arcana voragine, Vedo apparire l’amata tua immagine Ed una dolce emozione che mai Prima avevo provata mi riscalda Fin nelle gravi viscere, facendo Mi trepidare come, trasalendo Per la cupa tempesta della calda Stagione, solo una fragile foglia Sa fare. Totalmente concentrato, Davanti al magico spartito, nato Dalla creativa, dall’immensa doglia Dell’artista, ti osservo. Gli occhi attenti, Nella complessa esecuzione assorti, I nervi saldi, sempre freddi, forti, Le dita lievi, svelte, competenti, Il tuo respiro talvolta affannoso, La ben proporzionata tua figura, Che solo della musica si cura, Il movimento del corpo, armonioso. Mi piace perdermi, solo, e vagare Da una nota a un arpeggio ad una pausa, Alle tue dita, ai tuoi occhi, a te, causa Del mio perdermi, vivere, sognare. 22/IV/2016 – 03/V/2016
Id: 62801 Data: 06/04/2021 10:40:03
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Ballata per Tally (III)
Il tempo passa, fugge, inesorabile E di ciò che anelavo la mancanza Mi priva della più lieve speranza. Indistinta mi appari, irraggiungibile, Come Natura, che tutto procrea, O come Iside Sacra, Inaccessibile. Con il Suo velo divino la Dea Mirionima, fra Lei e il mondo crea Un'incommensurabile distanza Che annullare non può nulla possanza. Non mi concedi neppure un abbraccio, Nonostante ti piaccia spesso fare Progetti, mai mi prendi sottobraccio Ogni volta che andiamo a passeggiare. Non m'hai lasciato il velo sollevare. Inutile la mia perseveranza, Questa che scrivo è l'ultima mia stanza. 30 Dicembre 2020
Id: 62800 Data: 06/04/2021 09:21:43
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Ballata per Tally (II)
Quest'oggi è sabato, tu non ci sei, Solo una cosa desidero fare, Pensarti, e tutto il giorno vagheggiare. Gli occhi profondi, lo sguardo sensuale, La giovanile sembianza radiosa, Il lieve sorriso adolescenziale, La silhouette slanciata, maestosa, La vigorosa selva rigogliosa. E' dolce alla tua immagine pensare, Sublime questo mio fantasticare. Ogni pensiero presto si trasforma In desiderio; di passione pieno, Percorron le mie dita ogni tua forma, Le mie labbra l'immenso tuo bel seno, In un abbraccio appagante e sereno. L'abbaglio, infine, per poi naufragare: La verdicante selva penetrare. 19 e 20 Dicembre 2020
Id: 62799 Data: 06/04/2021 09:16:30
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Ballata per Tally (I)
Quest'oggi è sabato, tu non ci sei, La languida e solinga mia insicura mente la tua persona si figura. Si figura e rammenta il giorno in cui La prima volta ti vidi, era Inverno, Della mia vita i sentieri più bui Attraversavo, perso in un inferno Ostile, amaro, che pareva eterno. Giungesti in mezzo a questa melma oscura, Fugasti, in breve, ogni mia paura. Ogni paura fuggì non appena La bocca apristi, dolce Primavera, In un caldo sorriso, e la serena Stagione seguitò quella severa. M’indica la magnanima, sincera Nobile tua gentilezza, sicura, Una raggiante visione futura. 12 e 13 Dicembre 2020
Id: 62798 Data: 06/04/2021 09:10:06
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