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Raccolta di poesie di Enrico Taddei
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Pe’ filo e pe’ segno

 1.

 

Ria’ersi, anti’hi gesti,

pe’ la forma anti’a

sceglieresti i’-rritorno,

 

fin’ a codesto niente

scorda sì distacca’o,

assorvere i’-vvento:

 

‘un resiste, distrugge

pian piano, contro

viottole inna’e vorta...

 

La ‘oglia avéza,

pe’ la testa ricuci’a,

pe’ le ‘ose perdu’e

ormai cesserebbe.

 

 

2.

 

Busca un’urtimo ritorno

durasti già ‘omo, vole’a

dianzi tornà’ in tempo;

 

‘un si pòle rimanè’ più,

icché-fferma l’incisione,

e fruisce i’ proprio male:

 

gl’è troppo tardi ormai?

scroscià’ di precisione,

pe’ ridere a i’-vvedessi.

 

La rabbia smorza’a,

pe’ la sabbia cadu’a,

gl’ha allontana’o di te

la bella proiezione.

 

 

3.

 

Da Pra’a ‘un ripartiresti,

foglie d’a’acia su l’asfarto

no’ella ora, la fine manchi,

 

nostargia raccesa di notte,

all’urtimo giorno dell’anno,

‘un si muterà più la pelle

 

ma zolla, imparà’ a memoria

da’ l’aìre alla ‘un ri’ordanza,

pe’ la paura e pe’ i’-tterrore

 

si trasforma, di s’ono

i’ ri’ordo dura, ippiù

di’ ridi’olo abbaglio

da lontano un fottio.

 

 

4.

 

Pe’ via di-cchè: atavico,

‘un c’è verso pe’ dialetto,

bell’e pronto séguita ire,

 

di’ principiare abbozzi,

ni-mmèzzo e ni-vvìso

sveglere, ‘un turassi su

 

ma le’assi, sgraffigna’o

gl’è sul serio ignudarsi

d’arcaici arrangiamenti.

 

Pe’ filo e pe’ segno,

pe’ la strada sterra’a,

rùzzola’ in tragedia:

si tira innanzi d’altro.

 

 

(traduzione) 

1.

 

Riaversi, antichi gesti,

nella forma antica

sceglieresti il ritorno,

 

fin a questo niente

scorda così distaccato,

assolvere il vento:

 

non resiste, distrugge

pian piano, contro

posizioni innate volta...

 

La voglia abituata,

nella testa ricucita,

per le cose perdute

ormai cesserebbe.

 

 

2.

 

Prendi un ultimo ritorno

duravi già uomo, voleva

appena tornare in tempo;

 

potere non più rimanere,

che ferma l’incisione,

e fluisce il proprio male:

 

è troppo tardi ormai?

scorrere di precisione,

ride al riconoscimento.

 

La rabbia smorzata,

nella sabbia caduta,

ha allontanato di te

la bella proiezione.

 

 

3.

 

Da Praga non ripartiresti,

foglie d’acacia sull’asfalto

fiaba ormai, la fine manchi,

 

solitudini riaccese di notte,

all’ultimo giorno dell’anno,

cambierà non più la pelle

 

ma vita, imparare a memoria

espia l’estrema dimenticanza,

per la paura e per il terrore

 

si trasforma, del suono

il ricordo dura, tutto

del ridicolo abbaglio

era più lontano.

 

 

4.

 

A causa di questo: atavico,

non c’è verso per dialetto,

di già pronto continua ad andare,

 

di cominciare abbozzi,

nel mezzo e nel viso

tirare fuori, non tarparsi

 

ma alzarsi, sgraffignato

è davvero uno svestirsi

d’arcaici arrangiamenti.

 

Per filo e per segno,

per la strada sterrata,

rotolare in tragedia:

si va avanti con altro.


Id: 24871 Data: 18/03/2014 23:50:24