Sussulto.
Sussulto e strabuzzo.
Sussultando e strabuzzando emetto un grido di stupore. Ma il sussultare e strabuzzare, emettendo un grido di stupore, mi lascia perplesso.
E sono perplesso, nel sussultare e strabuzzare emettendo un grido di stupore, non circonflesso.
Gli sbagli, si sa, sul circonflesso ed omesso, convesso e fesso, genuflesso o perplesso, posson far gridare di stupore e sussultare e strabuzzare e .….
Ed ora sono solo genuflesso, in sbuffante silenzio, davanti all’altare del mio animo.
Gridando “ad majora” emigro il pensiero su lidi di ricordi vivi e teneri, mai sfocati dalle lugubri insidie che mi hanno circondato.
E libero volo nella mia seconda età.

Si aprono le porte
sullo spazio che mi circonda
e la nebbia del non sapere
mi avvolge tiepidamente.
Guardo e non vedo,
sento e non ascolto
mentre lo scheletro
della mia ignoranza
balla al suono
di una musica.
Vorrei poter arrivare lì,
dove quel muro di gomma
mi impedisce di vedere,
di sentire,
di provare emozioni.
Scavalcarlo e vivere.
Una mano ghiacciata
mi preme sulla testa
ed io,
come un bimbo appena nato,
rimango immobile.