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Sirene e mozzi (poesia-ballata)
Sirene e mozzi 23 settembre 2024 Cantano cantano in nero mare cantano i mozzi che non sanno nuotare cantano cantano i marinai l'acqua di mare che fa impazzire E cantano lievi le Sirene alla polena aggrappate in attesa di fantasmi per riaffiorare E il Comandante non sa nuotare ma fa nodi che gli altri possan slegare avvinghiato al timone che non può governare cerca tra l'alghe i capelli suoi verdi E il bacio della morte è niente quando non puoi approdare se hai scorte bucate di bugie per incominciare E la terra è pesante lontana dal mare tremano le gambe che sembra di affogare ma è l'acqua di mare che fa impazzire è solo l'acqua di mare, ragazzo che fa impazzire E corrono corrono i reduci in mare tutti anche i mozzi che non sanno nuotare E cantano lievi le Sirene tra i flutti i morti tornati inghiottiti senza lutti Dedicata ai marinai che "non hanno avuto una donna in ogni porto" alle donne che li hanno amati e a quelle che hanno fatto loro carità, ai mozzi e i lucidatori di ottone, i fuochisti e gli scaricatori e gli"uomo in mare" che non hanno mai saputo nuotare. A ogni orfano imbarcato per fame a 12 anni che non vide mai altro che mare
Id: 71997 Data: 06/11/2024 06:32:44
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La Consolatrice
27 ottobre 2024 La Consolatrice Sebbene si sia detto "Se vuoi il possibile sogna almeno l'impossibile" Dubito sia altrettatnto lecito affermare "Se vuoi la pace agisci la guerra!" Eppure si fa! Dita sulla schiena infuocate e dalla trincea sgorga l'ultima alba di Oriente e i capelli di lei bruciati agli angoli morbidi sulle ferite crolla il muro e si stacca vola via arrotolata come foglia di tabacco E la schiena di lei contro la sua è fango gronda sangue e non sarà più Nell'attimo del soldato le pupille alla vita consegnano il collasso del sole. Ultima consegna, soldato, riposa. Contro tutte le guerre di ora di domani o di ieri e contro ogni scusa per allestirle ...e chissà se in guerra i bambini sognano
Id: 71993 Data: 04/11/2024 14:19:41
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Miniera
Piange la Luna e i volti anneriti dei minatori misera lampada nel buio E la donna già in nero dai seni ancora gonfi piange lacrime d'oro come lampadari a gocce pesanti nella notte E brillano le sale dei padroni brilla la miniera e gli occhi di un altro orfano affamato Dedicata alle 262 vittime del disatro di Marcinelle (8 agosto 1956, Belgio) e alle loro famiglie. E a tutti i "cavatori" delle cave di Carrara, per la maggior parte anarchici. E a tutti i morti di morte "bianca" con i polmoni neri
Id: 71899 Data: 17/10/2024 02:19:42
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L’eleganza del full
Aspetta almeno che la mano sia servita Se vuoi giocare a poker osserva intanto l'eleganza del full niente riempie − una mano tanto Stona la maestà della scala casuale il colore il poker persino non è − a confronto che una doppia di eguali con scarto Non aver fretta di vedere, mai non aver mai fretta di svelare un full Impara prima la sua disciplina e non sparpagliarlo con gesto scomposto da rovinarne la figura astieniti piuttotsto e se puoi fermarti, fermati al tris Se del full intuisci l'eleganza decelera e seguine il codice finché tu scorga la sua ineguagliata perfezione
Id: 71744 Data: 21/09/2024 00:12:24
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For few years or less
They met ten years ago or more maybe twenty years ago or less They had a past together He use to hide her as a shameful secret and She was pure But they were both chaotic too So one day She showed up from a buried drawer and catched with her all the secrets that he had walled up What unlucky day it was She suffered for so much lived life and since he was bored he wanted her suffering being endless He tried to wound her deep with word and swords but She forgot they had a past and She walked barefoot over the open grave again and again So he cried and beat his sickly fits like a child looking at the broiken doll again and again denying the reason for his whimsical pain
Id: 71717 Data: 14/09/2024 07:29:35
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Io non scrivo poesie d’amore
Io non scrivo poesie d'amore troppo languore e tremore alle dita che contano la passerella infinita di farfalle tremarelle lacrimucce e rossori o dolori di altri tempi in atti eroici già compiuti svaniti al ricordo del c'era una volta or non c'è più Vissero stolti e felici almeno per un po' fin qui ci sto poesie sull'innamoramento nolente dovendo scriverei ma ho braccia sottili e poco spazio per tatuare ogni amoruccio di passaggio Buona però quella bolla Io e Te Tu e io per una stagione lunga quanto una notte breve come la vita e che duri forse anche un'ora tutta intera Tu e io Io e te e l'ossigneo dov'è? c'era all'inizio or non c'è più Io o te? Te o me?
Id: 71681 Data: 06/09/2024 05:04:16
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Dal principio
E il mondo cominciò quel giorno da un'alga lacustre di pomeriggio posata su un corpo bagnato esausto ridente fra due sponde di verde occhi si cercano e sfuggono ancora negli occhi il gioco rinnova il principio
Id: 71679 Data: 06/09/2024 02:33:52
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Al centro della tempesta
Tutto tace al centro dell'uragano Eppure nessuno vuol restare qui davvero Nemmeno i più scaltri mastri d'armi sono inclini a cavalcare certe tigri Il mio, maestro, se ne è andato su un cavallo di lamiere a metà fra due case nel mezzo di due vite Nessuno vuol restare qui, nessuno vuol vestirsi di oscurità E il suo nome è appena percettibile Presto, domani, sarà lettere buone per vecchi giochi da tavolo
Id: 71548 Data: 18/07/2024 02:24:47
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Due parole
Due parole inanagrammabili dette di risulta attesa di vento privata sventola incolore bandiera esausta di slogan cieco grida e l'urlo di chi amava o chiamava Tardi! Tardi! Troppo tardi anche per l'allerta Senza gala e feste si fanno stragi letterarie Ormai! Ormai! Otmai diletta il melodramma Niente inzia più se niente già non grida in strada e la Rivoluzione non parte qua e là soprattutto non da sé Quindi no non crederci meglio di no potresti vederci senza occhiali e noi disdegnam raggi freddi o paralleli Cit.. Mao e J. Carpenter mi si perdoni l'improbabile duo. Dedicata a chi non crede
Id: 70519 Data: 11/04/2024 00:37:21
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Fra i giornali di ieri
Svegliarsi trovarsi nel mezzo e gambe intrecciate prendono forma di betulle senza cercarsi A raggio il soffitto sfila diapositive lievi di scarpe e ruote al passaggio foglie croccanti rosseggiano senza vento imitano farfalle bussano ai vetri Abbandonarsi di fretta poi e domani calpestare lo stesso marciapiede a occhi chiusi Una bambina soltanto occhi all'insù punta il dito alle farfalle fuori stagione che ora il vento spinge contro i vetri e giù tra rivoli di foglie secche sepolte e ritagli dei giornali di ieri
Id: 70446 Data: 01/04/2024 20:02:20
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Pensieri senza oggetto
Cos'è che muove gli oggetti e non dei miei pensieri gli oggetti che presa persa nei pensieri o dai muovo qua per la mia casa e là nella mia casa-mente che perdo e ricongiungo smontando trappole o ponti arrangiati buoni per un unico passaggio che attraverso distratta Per risvegliarmi poi senza sonno in mezzo nello stupore di armadi ordinati tende cucite aghi da imbastire conficcati proprio sotto il cuscino Che accade in quei momenti fuori tempo cancellati senza essere scritti sono i miei corpi a scindersi sono io a non cogliere le tracce a movere o rimuovere E se in questo disfarsi fosse l'ultima risposta? Indolore
Id: 70426 Data: 30/03/2024 08:59:08
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L’alba dalle parti mie - italiano e romanesco
E va oltre i palazzi di Val Melaina
lo sguardo cerchiato della notte ripara la mano gli occhi all'improvviso — se non sei avvezzo t'acceca esplode l'alba lunghe dita e panni stesi Che prendi cara, er solito? Ah scusa zi' me so' sbajiata de persona! No, no vabbe' pijo quello c'hai pronto e damme pure un gratta e perdi le'! Ristora l'ombra netta delle case del Tufello e dei cortili e i teli giallorossi al derby e all'entrata, quella prima lì della salita "Fuori i fascisti e le guardie dal Tufello" e di recente fuori pure gli hipster E la Signora su al mercato che a costo de fammece tumula' qua drentro quee quattro barbette rosse 'n ce le faccio entra'! Certo che no, Signo' che poi da 'ndo so' sciti 'sti falsi non se sanno nemmanco camuffa' rossi giusto de capelli, dico bene Signori'? Avoja, Signo', per me sotto sto rosso e tinto male so' blu come li puffi de Pariggi! Che poi le streghe dicheno che l'hanno bruciate tutte, e 'sti capelli? Si er fijo pija da su madre peffortuna non m'è 'scito a me uno così! So tinti Signo'! Vabbe' vabbe'! Comunque qua non c'entreno blu neri o rossi finti! Dicheno puro che le bruceno ancora Signori', 'e streghe e ce ne vole No, no Signo' ma che no' 'o vede che c'arimbalza puro er sole!
Id: 70350 Data: 21/03/2024 04:20:37
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Don’t cry (inglese)
Don't cry boy for a unlived-life shadow Boy don't cry for a dreamed screamed lust life you spit on at dawn For a wrong shaped pie in a obvious perfect men-factory don't cry Why? You loved the Holy Bitch yestarday and now rest you by your waste disease She was a no-tears Lady She's just coming home 'cause there's no place in your little factory-home boy Woman is gone dont'cry for her boy just for a false frown on your uncrowned tomorrow helpless road your silly tears cry cry cry boy! dedicata alla stirpe degli omuncoli stupratori impotenti paludati fra gonne di madri e soldi di padri.. Ispirata a un fatto di cronaca
Id: 69950 Data: 28/01/2024 18:31:18
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Festa in frantumi
Fu un'antenna di una TV mai avuta, all'inizio ma aveva forma di albero maestro e la adornai di lustrini: il mio primo albero di Natale E il successivo fu un ramo sbiancato con puntale e boa d'argento E dopo una spirale scheletro di una cesta da bucato E fu scalpore e file e filari di lucette nella mia casa buco ma a due piani e ancora fiocchetti specchi e rose in tulle Quest'anno avrei voluto giusto un albero listato a lutto per dignità almeno e in più le mie dita mi hanno tradita invece ancora ho aggiunto sembrava una chiocciola per qualche galassia morta Nessuno ha notato le fitte delle dita e ogni nodo una scossa al cervello mai, mai dare inizio a uno spettacolo a cadenza! Così ho preso cesoie e guanti qualche breve scossa vetri in pezzi e la scatola che aspetta il cassonetto in fondo alle scale sembra quasi un bottino da pirati ma buia è la terra a oriente il cielo schiarisce di urla soltanto senza aiuto né richiesta senza sguardo al dolore dei miei nervi delle mie dita dello sforzo e il lavandino perde e resto sola tra frantumi e fili strappati e niente niente niente più
Id: 69770 Data: 03/01/2024 04:18:57
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Il massacro di Venere
E Venere assetata stanca di battaglie: Marito mio, dissetami! Anche se lava zampilla dalla tua fontana ho colto frutti verdi freddi come smeraldi da terra e cielo ma degli abissi sento la nostalgia alla sera. Dissetami! Inondami di fiamme e forgiami 'che ora comprendo del falso padre la scelta a te donarmi e la tua forza di Vulcano per i miei amanti schiva. Efesto misura di sua moglie le fattezze con occhio da ingegnere e sguardo volto a Marte. Né rabbia muove la sua mano il suo orecchio sordo da prima per il troppo battere in fucina Perfette le labbra della sua sposa in offerta attende Ne verrà un bel simulacro valuta il dio che dio non è del fuoco ma esegutore prima si deve svuotar-la dignità meglio tenere uno stampo tanto raro Perfette le labbra di Venere offerte attendono E l'afferra con mani da fabbro e la forgia con punzoni da carpentiere e la dissesta e la disseta dedicata a chi considera la fellatio un atto dovuto e il cunilingus "l'atto supremo di adorazione della donna" (che quindi non può essere stuprata) Dagli atti della difesa del Massacro del Circeo, noto anche come delitto del Circeo: 29/30 settembre 1975. Che possiate essere riempiti di lava e forgiati come le donne torturate stuprate e uccise e le sopravvissute umiliate per essere sopravvissute!
Id: 69732 Data: 28/12/2023 04:59:47
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Io amo queste strade
Più della marcata offesa mi annienta la benedizione negletta ma io amo queste strade dove la parola è mano e ferma è la mano e la parola Più del caleidoscopio morfina di certi retaggi daltonico colpisce la voce che sa l'organigramma senza terzine e chiede come stai finché il cuore si cheta Io amo queste strade madri di ognuno che come madri colgono nell'atto inevitabile la pena e hanno occhi chiari asciutti Queste strade lavate di sangue bianche di polvere e le loro madri e i figli e chi non se ne va Io amo e non seguo ormai sfilata che non ormeggi questi porti dove base è la coscienza e si inabissa la passerella all'apertura e senza luci Dedicata a certe strade, che lasciano poca o nessuna scelta. E anche a chi sopravvaluta il libero arbitrio, non rispetta la parola e si sente "troppo" al sicuro
Id: 69713 Data: 26/12/2023 01:20:40
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Complementare
Riposano nel ventre gravido della tua unica mano generazioni schiave di regnanti senza corona santi schivi all'unzione — pazzi come profeti Così il Serpente accoccolato fra il rosso e l'arancio riposa bianco finché il Cuore diviso salga alla gola e la parola rettificata scorra dal blu in vorticante chiocciola Settantadue sono i nomi Settantadue sono i petali La mano porge quell'unica viola gonfia di giallo La volontà che non lascia del tutto priva di speranza — né preda d'illusione
Id: 69582 Data: 04/12/2023 06:08:01
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Guarigione disgraziata
Cura finita e ora si potrebbe parlarti privi di pena, la tua Eppure ora vanno di fretta tronfi di fantastici imprevisti attaccano rapidi, senza discorso a volte persino ti dimenticano appoggiata allo scaffale la tua voce sfondo vintage all'andirivieni misero quotidiano della loro spaventosa ignoranza vestita da saggia stirpe eletta La Perturbante va sempre azzittita: che non si ascoltino le sue parole e non se ne incroci lo sguardo malefico Ora, eppure sei guarita è attestato in doppia firma ma il tuo occhio spento non basta infastidisce il loro sollievo la tua disgraziata docilità Dicono che sei stata collaborativa e in fondo per la tua isteria sono bastati punteruolo e martelletto e gambe aperte in costrizione sia lode agli stupratori sadici impotenti in camice bianco! Che tuo padre e tuo marito si costruiscano invece ponti dai pilastri ben radicati nel ventre violato del mondo atti a reggere la fuga Ingiurati terra e corpo ignorati sussultano secoli gonfi di acque ferme frananti A tutte le donne che sono state interrotte. A quelle che non si sono spezzate e alle altre che hanno reso alla vita scontando la pena con la violenza di corpo e mente. Dato che non esiste una scelta ma solo la condanna della sopraffazione di un genere sull'altro, di un popolo sull'altro, dell'individuo sull'individuo. Non c'è eroismo nella resistennza alla violenza, non c'è collusione nelle resa alla violenza se il prezzo è la vita. C'è solo oltraggio nell'esercizio del potere, nella dicotomia: santa o puttana.
Id: 68628 Data: 03/07/2023 05:05:42
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E io non sarò mai moglie
Che stupore, forse quando ti ho visto come volevi mostrarti, com’eri Finalmente, hai pensato, forse Sarò come sono Ma il richiamo delle vecchie istantanee marcate a gran marchio di film ti ha dato giusto la forza di sputare sulla ragazza dei caffè La sedia vuota del regista benché ignoto Ti dava troppo da fare Così hai disprezzato Ragazza e caffè hai chiesto più prove di Amore a una ora labile Psiche e minacciata Ma io dipingo fuor di pellicola e le striature che arrossano in cucina le punte slamate dei coltelli sono resti di acrilico o sugo Mi dispiace: niente tracce di sangue da investigare solo il mio disordine di Donna traccia del tempo Così, candido e immune ritorni di sera a raccontare di quell’altra casa di una certa estate fa che io ricordo forse per un attimo o due di illusione Eppure era al centro di Roma E nevicava persino, a Roma! Troppe eccezioni rallentano la via e tutto quel resto che tu mi racconti come un venditore di lanterne somiglia sempre più a un porno con la trama sfilacciata e male ordito Mi dispiace: solo le vedove amano i fantasmi E io non sarò mai moglie!
Id: 68523 Data: 19/06/2023 05:07:57
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Due soldi di dramma
La gioia di venire E andarsene in amarezza ...piccole parole parole tue E tua figlia piangeva (A Rosa)
Id: 68391 Data: 30/05/2023 02:37:11
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Sul Ring
E ti hanno insegnato a incassare e stancare l’avversario saltelli discreti e l’attimo adatto al tuo colpo letale Fra il pubblico splendevano sempre un paio d’occhi stizziti, addolorati o lucenti distratto, l’attimo svanito il tuo gancio formidabile ti allaccia alle corde scomparsi anche gli occhi labbra nebbiose incollate a altre labbra e risate Eri una scommessa di carne e nervi illusione di bestia senziente, che affronto! Sferri ora il tuo colpo mortale, corde sbarre o filari di pioggia e sangue non segnano più la distanza dei tuoi passi reietti dall’umana scacchiera
Id: 68269 Data: 16/05/2023 05:08:31
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Lieve abisso
Appariva così, docile il fondo del tuo scudo riflette e suona come il mare ma è pietra levigata che incendia l’aria e all’acqua il mio sangue mescola a pena tra le alghe al dirupo e labbra troppo tinte — di Vita frettolosa mi abbandona
Id: 67807 Data: 27/02/2023 19:40:48
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Il primo giorno
Sottili ghirlande di fiamme e lanterne ai lati, rosse la bimba di fronte punta il dito alle mille Lune iridescenti si alzano bicchieri fra i balconi A mezzanotte siamo tutti convinti che sarà un nuovo inizio — come sempre — del resto Già la notte piena e l’alba reclamano impassibili la solita routine La donna che brindava torna al suo pianto sbattono le porte in faccia al primo giorno A mezzogiorno in molti si chiedono perché tanto chiasso per un calendario nuovo Tramonta presto il sole sulle vie dei gatti piastrellate di stelle in frantumi E la notte pietosa chiude palpebre e ciglia su propositi e spropositi di un giorno qualunque
Id: 67744 Data: 11/02/2023 05:34:52
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Gli abbagli della saggezza
Spuma già sfatta di piccole felicità rifiutate per istinto L’età matura incede poi cede all’analisi e rivisita dimentica o divide e già si apre Psiche senza veli in piena onda ma Amore non v’è più dove non è mai stato La sabbia lascia in vece il calco scheletrico d'un satiro roso avido di fiume che voleva per schiava una Dea
Id: 67743 Data: 11/02/2023 04:30:34
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Rossa di capelli
Rossa di capelli (poesia elegia o canzone) Tra i fili stesi qualche volto indugia di più una madre chiama nel cortile la bambina guarda gli ospiti della signora vanno via, ridono piano Considera la donna il corteo scomposto piume e lustrini varcano in schiamazzi le ringhiere segnate della periferia questa non è zona da scandali eppure sa la figlia — rossa di capelli che la piccola signora del cinema è morta senza funerale né il suo vero nome Qualcuno ha provato a svegliarla — dicono ma il corpo era rigido e all’ingresso una targhetta bianca dice che la casa è una casa qualunque da feste e divani soggetti e progetti un capriccio da diva un quartiere di popolo e facce da comparsa, ammirano i registi rapiti dalle fontanelle ignorano che donne e uomini hanno braccia indistinte da lavandaia o muratore e tatuaggi sbiaditi, qui fatti in ore di pioggia — inchiostro della penna Fra i ricordi appesi scruta visi diseguali alle pareti la giovane amante del produttore stessa acconciatura gonfia corpi smagriti in nuvole d’effetto bucano la patina gli occhi neri della rossa pronta a tutto Lenti scure e abito chiaro chiama la sua bimba il re della festa — lei resta e un’altra giovane amante sparpaglia già capelli dorati sul braccio appena vuoto dell’imperatore Il vecchio preferisce le rosse ma la prima è svanita morta la seconda e la bambina in cortile sarà donna troppo tardi e pericolosa
Id: 67663 Data: 30/01/2023 10:11:24
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Ipazia
Oltre le catene del tempo bruciano nella Biblioteca di Alessandria il cuore dell’ultimo Pensiero liberato Si inginocchia l’Imperatore d’Occidente nella notte santa e i misteri si fanno dogmi e i dogmi fondamenta e tumulo del sapere riesumato Trionfa lo stendardo dell’Impero unito all’ombra del papato e dal deserto si fa scempio esposto lo strazio come esempio resta del corpo di Ipazia morta due volte
Id: 67658 Data: 29/01/2023 08:41:18
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Dafne
Dafne Tremano le orme lievi mutano in tronco Fiume e Terra sorvegliano la fuga dell’inviolata preda ― trofeo d’Apollo Rifiuta Dafne il Re del Sole furioso assale al corpo illeso ― estrema ingiuria strappa le chiome e in foglie si adorna il capo di ignominiosa lode Grazie alla mia cara Amica Rosy per l'ispirazione.
Id: 67483 Data: 31/12/2022 19:18:42
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Sete notturna
Languore appiccicato addosso come un contagio annidato nel corpo un gemito attende ma non accade niente A luci spente perisce il mistero svanisce la bellezza dell'intimità perduta in questa sete amara notturna
Id: 67463 Data: 27/12/2022 03:27:21
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L’ignaro suicida
Calca di lutto scolorito ― per il prossimo estinto ancora plausibile con qualche ritocco tacchetti straziano la pietra barocca ― e merletti Alta la voce degli uomini scampati alla minaccia venuta dal mare lodano a ribalto le qualità derise in vita del sensibile inetto artista imbrattatele viaggiatore debosciato Cala fresca sul corteo la risata scomposta del suicida gomiti sul davanzale e bicchiere ancora in mano Non si sghignazza a un funerale! Alzati i volti gocciolanti ― qualcuno accenna a una perdita di senso ― la folla si allenta e ricompone in rapide occhiate. Non si diserta un funerale! Ma la bara cambia peso e l’imbrattatele accosta le tende sul gregge sudacchiato. All’altro capo si schiudono braccia di donna e cuore Vegliare la propria salma è grazia rara e spesso non voluta.
Id: 67382 Data: 13/12/2022 20:32:43
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Colpevoli e vinti
Con attrezzi da palombaro e pretese da messia scandagliano i mercenari sfaccendati orli di nebbia sul naviglio China la moda plaude le donne dai capelli tagliati a passo di fango assolve la cattura di un’altra libertà a memoria di regime
Id: 67346 Data: 07/12/2022 21:21:08
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Montagna violata
E dalle rocce sgorgano autostrade E ai lati crepe gelate piangono ombre di baleno
Id: 67323 Data: 04/12/2022 22:33:50
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Boschi d’asfalto
Ho sfiorato il tuo groviglio e le spine sembravano aprirsi e il passaggio poco impervio finché ai lati nuovi arbusti della via appena fresca hanno gettato pungiglioni travestiti da rugiada sui petali dischiusi E la grande via asfaltata espone ora fiorellini imbalsamati e ticchettio di ciarle e trine al posto dell'ombroso sfarsi di foglie in vento Tutti amano il bosco purché civilizzato e stabile di umore
Id: 67282 Data: 28/11/2022 15:41:47
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L’uncino di Barbablù.
Aggrappate alle travi i chiodi le dita aduste dei naufraghi esche all'uncino dilaniate Aggrappati al mio gancio per la sete lieve è il tuo dolore e non temere la ruggine che sfalda dall'acciao in alga è solo sangue virginale delle mille altre mie mogli sorelle tue spigolatrici avide di troppo mare
Id: 67253 Data: 25/11/2022 07:07:39
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Non per l’altare, non per il sangue
Io sono solo un giglio spinoso sgravato dalla sabbia e ignorata dal mare punge e squarta il mio amore ma non fanno per me altrettanto baccano le piccole dune e e la gola gocciolante incurante dell'offerta All'erta e all'erta! L'Agnellina quatta quatta sotto l'altare sparpagliano i figli ben nutriti dei colletti inamidati lucidi gli occhi delusi o ebbri affoga per troppa gioielleria il Sabba improvvisato di servette a Luna reticente Gente! Gente! Come seguirne tracce a Luna nera della preda e il suo ignaro scannatore? Svelta l'Agnellina monta il suo Toro grato E all'alba non più gigli spinosi di croci nemmeno pietosi per il trogolo dei guardoni obesi vomitati dalla bassa marea
Id: 67151 Data: 12/11/2022 03:59:33
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Atropo: l’abisso
E tornano i marinai e dicono di andare ognuno ha qualche carta nella manica e un altro amore Tu cerchi il tuo regalo pezzo per pezzo ma lo hanno mangiato i pesci ormai e la polena spalanca il fiato e il timone scorre e i marinai sono pronti a salpare qualcuno ha in petto un altro cuore tatuato molti un pezzo del mio regalo malandato!
Id: 67134 Data: 10/11/2022 04:43:00
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Làchesi: in alto mare
E pezzi in pezzi torna il regalo era per te ma il viaggio è stato tutto sbalzi e stelle buie e i marinai e il timone sordi alla voce di donna Spente anche le luci del porto indaffarato il tuo regalo galleggia qua e là io torno in coperta e la luna scopre una stella e in spuma e spuma risale la marea rosa dell'alba
Id: 67133 Data: 10/11/2022 04:36:35
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Cloto: il regalo
L'ho cucito a due mani il regalo era per te disdetta di ambidestra le dita si conoscono sanno le mani la trama e l'ordito connivente così un dito punge l'altro e tronca la forbice il filo vitale Toppo semplice per ribaltare la pila di ristampe inamidate a mano monca ma ben marchiata Così mi hai detto chiaro a occhi bui che quello non è un regalo Eppure l'ho portato dal fondo dell'abisso cucito a dieci dita pezzo per pezzo la mia fatica vale meno di una vetrina in alto mare
Id: 67132 Data: 10/11/2022 04:30:22
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Senza dedica
Alla mia Amica Saggia da sempre dalle luci accese al mattino sui banchi verdi e i capelli liberi e i tuffi dritti senza contorno di schizzi Alla mia Amica Atena-Venere imperfettibile priva di assenso o voto lettrice incontraddetta di presenti remoti dimentica svelatrice di futuro Al calco distruttore di giudizio e alle tue orme sorprendenti al varco inaspettato E alla Fortuna che ci posò allo stesso bivio – tempi di guerra consonante – tempi di raccolto (A Stefania con stima e con amore)
Id: 66962 Data: 19/10/2022 06:13:36
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Speculazioni
Qualcuno sonda ― sempre scava solchi come capelli semina tagli sottili termina e investe Qualcuno sempre dalle incrinature scova secche d’acqua orme di raccolto Altri procedono da questo a quello inversi Nessuno intercede più oltre l’ora stabilita. Chiunque bussa
Id: 66889 Data: 13/10/2022 04:36:31
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Conforto tossico
Una sacca a spalla là ― di polvere storta qua un rivolo in rigetto dritte scorrono sigle di altre regie Continua il dramma in-moto del Buffone dissacrato in file di amuleti
Id: 66857 Data: 10/10/2022 05:03:51
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Alchimie tiranniche
Atterraggio sghembo ma triplo salto e anelli esagonali tradiscono il freddo ― mascherano il tremore scempio d’alchimista! Dissotterrato dallo stesso lago smerci favole rosse in travasi di lutti suturi sorrisi con pece infetta e gobbo fai da contrappeso ― strazio patriarcale ― al sipario che cali e precipiti e non intuiscano gli occhi i tuoi fallimenti da tiranno Ma l’orchestra si è inceppata e alla sala mormorante risponde l’Eco dell’ultima Oreade per troppa fiducia imprigionata fra specchi di altre montagne gremite ― tutte ― di spigolatori ignari della storia a stagioni alterne tenui riverberi o sgargianti.
Id: 66818 Data: 03/10/2022 23:49:27
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Distrazioni obbligate
Finita l’ora del dovere vagano rapide forme alla fuga inghiottite dune in cresta di tempesta
Corpo disteso immune al ristoro mutevole l’occhio riflette.
Id: 66798 Data: 01/10/2022 00:21:25
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Attratti di memorie
Vorrei giusto godere del mio errare ricollocare quanto basta i passi sulle orme schiva di marchingegni temporali Vorrei proprio assorbire il cielo e la tempesta da un molo già battuto senza lamenti da turista E ricordare il posto esatto delle pietre e il loro suono originale sorda al disfarsi della spuma in bolle intrisa di ipotetiche memorie
Id: 66657 Data: 14/09/2022 03:50:34
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Piccole occupazioni
Eppure questo piccolo caos è diventato ora così funzionale che mi stremano più il freezer da sbrinare il bucato steso con aria di pioggia delle viscere della mia casa che ho pure scardinato osso per osso stato per strato Bisogna che scovi dunque qualche altra occupazione prima che le imperfezioni della mia opera chiudano il sorriso e scorga il bimbo fra il rosso del ventriloquo il labbro tremulo o la pigrizia faccia da maschera al gesto E prima che il dubbio chieda la retta all’ospite e la patina polvere e polvere ritorni dalle trincee allucinatorie scavate al fondo di occhi a ore bisogna che io trovi qualche altra ma piccola occupazione
Id: 66567 Data: 06/09/2022 03:42:53
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Quante cose si fanno
Quante cose si fanno – perché? suonano meglio si dicono e accostano allungano distanze quanti saluti ignorati di qua e di là spartiscono le stanze implacabile un di là fatto di alcuni appare impossibilitato agire dibatte l'Ego mormora trincee picchetta già Quante distanze da qui si piantano recinti e dighe mai filari sono migliori ai sepolcri dighe e recinti sanno le rose appena la pianta del vitigno estirpato al contadino Quanto si accorda il canto all’arpa il dente alla fata il racconto in poche righe di sé si accorda all’amico scovato senz’altro chiedere
Id: 65639 Data: 24/04/2022 00:35:27
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Le altre guerre
Per l’altrui quiete lampada spenta sogno di bambino interrotto per l’altrui lume acceso oltre l’ora e acqua che scorra fredda non per la sete gli occhi ingranditi le ossa annerite in-divise Affidati alla sabbia i volti lisci dei soldati braccia alle braccia strappate senza immagine di donna da guardare né Madre da pregare
Id: 65629 Data: 22/04/2022 18:19:20
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Quanto vivere
Quanto vivere fra una mattonella e l’altra fermo il piede a mezzo passo e subito scricchiola un malleolo si fa acuto l’abbaiare nel cortile si avvicina e passa la voce per le scale ride un nome percepito a metà si smussa la marmitta del motorino persino dal monitor cambia il sorriso della pubblicità e sopra scivolano aerei indaffarati ricomincia il cane ricomincia il film dopo l’annuncio Quanto vivere nell’arco di un passo
Id: 65623 Data: 21/04/2022 22:20:03
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Traslochi
Tra le scatole e lo specchio riverbero di pioggia lontane scie di asfalto e campanelle pomeriggi verde prato e luce a sera rapida discesa in sogno e pronto diventare Muta Ora scocca scioglie raggruma e sfida Quiete raccoglie e fredda trama dai sentieri
Id: 65611 Data: 19/04/2022 18:41:53
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Per l’altrui pace
Fermo il sale allo zigomo: Tregua Fra l’ovatta echi di precipizio Accanto inaspettati abbracci fetore di sollievo
Id: 65530 Data: 08/04/2022 22:49:18
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Visioni lunari
Dipanano alla sera il cielo visioni nette ― occulte stelle tra bagliori ai margini segnati monito per gatti e vesti scure Fra la notte: l’apparizione scrutano alto il tramonto della Luna appanna il sole ― e del lampione spento Ore stracciate al sogno disperso in bozze di vite riconducono alla mia Veglia e sguardo per la finestra dimenticata in piena Luna aperta
Id: 65492 Data: 01/04/2022 21:12:49
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Ipazia alexa di Alexandria
Sterminato fa appetito il territorio sbandiera corpo di Sabina depredato che trema e si rannicchia e graffia né si fa bella ― come nelle figurine Miti fondanti fino all’ultimo mezzo imperatore ginocchia fredde nella notte sacra scomunica risorto per benevolenza alta la croce sopra l’impero altra bandiera d’Occidente Sterminato da conchiglie che squartano conchiglia l’Oriente in fiamme ancora e mille anni ancora e cinquecento al popolo che accolga ― cervello zuccherato il genio e il suo suicidio quotidiano E il tutto scorre infradiciato tra neo divinità quantistiche senza ingombro di bussola per la preghiera A tratti affiora imberbe la voce del comando Alexa: timer per il forno cautela e non bruciare il risultato Era raccolto tutto il sapere nella Biblioteca di Alexandria era raccolto e semina ma non chiedere di Ipazia conchiglia da conchiglie squarciata per troppa purezza
Id: 65489 Data: 01/04/2022 08:46:26
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Residui bellici
Il braccio teso per la ricompensa la penombra frettolosa pronta ai posteri Per la posa e tra le feritoie dell’Io dispensa calibrata gemiti e languori numerati con data di scadenza in contumacia.
Id: 65269 Data: 01/03/2022 03:32:51
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Gli schiavi non sanno
Nella tua grazia pronta al ballo vedono gli occhi dalla balaustra al mare aperto Vengono in molti senza scarpe né papel qualcuno rimane all’approdo costretto Come una polena mancante di ritocco sei lì, dai mille nomi uno soltanto è il tuo e tutti tra le pieghe della veste bianca svelano la tua naturale forma d’ebano Solo ricordi, forse, ma il capitano guarda la donna intatta e i suoi capelli custodia di onice imperfetto levigati da quiete e battaglia neanche una preghiera prima del varo neanche una parola Gli schiavi non pregano per la Libertà gli schiavi non hanno comoda la vista di altre latitudini e né paura dell’oceano gli schiavi non sono Non sanno, gli schiavi canti di misericordia per gli dei della guerra e non sono, gli schiavi bisognosi di pane per i sepolcri ma hanno mani e piedi più puliti dei nostri quando è l’ora dell’offerta
Id: 65234 Data: 22/02/2022 05:37:26
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A casa d’altri
Lasciarli tutti fuori mi dicono come in giuramento e sorridente in casa d’altri entrare solo per la cura o nella mia se apro la porta Questo o quella l’altra o l’Uno dimenticarli tutti all’uscio per prima l’amarezza alibi per l’indolenza mi ripetono Di notte poi qualcuno lamenta la consolazione mancata Le mani svuotate per rispetto chiare eppure segnano già il volto di altri sentieri
Id: 65099 Data: 31/01/2022 02:56:46
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Implorazioni retoriche
Correre a fiato ritrovato urlando un nome o l'altro purché sia breve E gli occhi esondano pioggia — la rugiada no certi umidori sono attrezzi da poeti — io cado solo sull'asfalto mani bene avanti e volto riparato da pascoli celesti o verdi in fiore E perdo sangue, ma dal ginocchio escludo il cuore
Id: 64886 Data: 29/12/2021 06:14:04
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Vortici
Sono strati fra le faglie della memoria ― ceri infatuati perenni del ricordo lumicini al bivio dell’oltre E sono foglie nell’incerto ― svogliate controvento assetate dalle fronde stillano maree
Id: 64468 Data: 28/10/2021 21:54:03
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Io non scrivo
Io non scrivo per me ― come uno sfogo un’orticaria inaspettata Come chi scrive scrivo per il resto parto dal che c’è Superata la gestazione radicale necessaria al distacco l’atto corrisponda al resto! Oppure si scriva pensandosi noti nell’ora cruciale ― gesto alla mano ― e si inchiostri almeno un epitaffio sospeso
Id: 64467 Data: 28/10/2021 21:28:34
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Una tela squarciata
Ho scorto squarci sulla mia tela alta sopra la porta Al centro uno e ai lati tagliano in volti il celeste Dove sgorgavano sponde di azzurro fra sbruffi di bianco ora spalancano sfregi di libro aperto su volti scrutanti aggrappati alla parete che reclama la sua mancanza d'aria Vorrei che come vela l'avesse dilaniata in tempesta il mare e affogata Invece lo ha fatto una mano soltanto E io non so duplicare il lamento del vento né occhi abbastanzza salati per farne un cristallo di bara e salpare Ma al fondo l'ha sgiunta una mano soltanto con chiavi pesanti sputate fra i rifiuti
Id: 64023 Data: 14/09/2021 05:28:29
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La corte
Sale con impeto sbiadito imbraccia — da manuale petali estirpati ai rovi e inermi i gambi verdi nudi decine di giullari in ceppi e muti Diffido della corte che non ride e ingrassa satiri evirati nessuno che si arrossi o gema con sdegno genuino di beghino occhio allungato oltre le tende Io? Ci sbadiglio un po’ dormo nel bosco
Id: 63876 Data: 27/08/2021 02:17:19
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Sul ponte
Compiuta volge la Donna al ponte e del tramonto considera il suo fosco — prima del resto Volta al passo la spalla — del turista la mareggiata — poi che si fa in fretta e in fondo l’alba chiusa pietosa della notte e altri sbadigli
Id: 63817 Data: 17/08/2021 22:32:56
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Una pausa dalla morte
Lustre le scale il terrazzo spazzato da resti di piante nutrite a grazia o capriccio del cielo Scansato alla sera ogni sguardo che ammicchi allacciato — a lei o il suo corpo — predetti dolori da poco in gioie furtive già esplose di tedio all’inizio La Donna aveva ancora da fare Fingere un ordine nel caos che era suo per vocazione resistere al canto di libri e appunti fiutare tracce di altre aperture veli statici bozze incompiute — divise per possibilità di Lei E alla tentazione dello strappo in squarci di altre tele o briciole richiuse a occhi vacui certezza del passaggio lo stesso oppure un altro Invece aveva solo quel semplice da fare della preparazione —deflorato di fervore rituale lenzuola chiare spiegazzate pulite veste da notte bianca e lisa capelli freschi tagliati di netto e il rossetto acceso —la pelle disabituata alla luce La notte muta in alba accompagnata da canti di guerra se ne va in tregua dal soffitto verde chiaro quadri di quiete sfumano in corse e cadute risate e ritorni accertarsi dell’altro — pietà a lei preclusa e del suo stare nel gioco Poi la sua assenza. Notata giusto il tempo alla veste per scurire. L'avrebbero trovata così con una ferita indurita semichiusa al posto della parola ma aveva gli occhi svuotati di stupore la gola liberata e si sarebbero chiesti come nella decomposizione del resto la pelle fosse intatta La Donna aveva un nome e un dolore —in fondo era solo una pausa dalle morti quotidiane nota Iniziata come un racconto, la prima versione scritta è diversa da quella registrata e dalla successiva, che ho abbreviato. Il mio intento era dare un senso “altro” al ritrovamento del corpo. Pare proprio che non ci sia riuscita e che a volte le narrazioni si narrino da sé. In sostanza, questa è la quinta versione e mi sta bene quello che racconta. Dato che a questo punto, a me sembra di non esserne “proprietaria” e questo, mi sta anche meglio. Mia Madre, tuttavia, ha sempre pianto e mia Madre piange solo quando deve, ma, la storia di ogni donna è questa qui, per come la vedo io: giovane, anziana, sobria, puttana, allegra, ombrosa. La storia della Donna è sempre un rimpianto! A mia Madre, che non mette il rossetto dice quello che c’è da dire con il tono adatto all’occasione e spero non pianga…stavolta
Id: 63731 Data: 04/08/2021 04:13:55
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Salpare
Invocazioni sorde di altre vocali mischiate nodi arrestati di azzurro Dritte le braccia aduste volte le gambe a Sud lievi coralli in gocce di ambra Fra ceppi e ossa senza conforto di polene o marèe echi di ratti e fame le fondamenta imperiali
Id: 63680 Data: 26/07/2021 05:34:15
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Sul gelo
Pensarti qui o là e ricompari come spettro o materia dipende dal mio stare Liquida la corda rende la presa ai pattinatori occasionali attenti più al gelo del lago indurito che all'agitarsi lieve del magma perenne
Id: 63657 Data: 20/07/2021 07:18:52
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Circostanza
Pensarci ancora qui indotti come una circostanza che non cede — non resiste Immaginarci qui ancora dove già fummo e resta o esiste per qualcuno l'unica La circostanza
Id: 63455 Data: 18/06/2021 07:25:28
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File
E del resto mancia alla guerra tra sé e forse in forze al domani pronte le leve favorevoli cingono vite in valzer di arrivederci — certi alla disconoscenza dei venti — anni dopo In stesse file — casse diverse L'occhio che ha visto senza — maturità in orpelli di abitudini — aspetta. Ricorda
Id: 63441 Data: 15/06/2021 03:26:43
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Venere in carboni
Ai bordi della guerra scolpita — in lava afrore di resa svela sangue che annerisce razione al carbonaio — inerme alla leva Frantuma — e in ceppi le sue giaculatorie! — Rimessa di fucina marca il calco la Venere ricomposta
Id: 63425 Data: 13/06/2021 09:49:02
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Nostalgie indotte
Accanto spia cristallo feretro risate di culle — incerta fruscìo al collo chiusa di coralli scende Dalle gambe divarica l'asfalto mormorante all'eco di un altro schiavo indonato il lignaggio
Id: 63382 Data: 07/06/2021 21:43:41
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Nel tiepido gelare
Ritratti come larve latenti abbandoni circostanti di convulsioni o estasi In paralisi sciolte alle brecce scorge dal cerchio l'abbaglio acuminato sfalda in sorgente
Id: 63333 Data: 01/06/2021 02:42:44
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Ardente
Come il soffio in brace viva lieve pioggia che non segna come la lente mirata ― che ardente irradia dal raggio e al disco Incendia discepola di tempo o fiamma nuova dal focolare libera
Id: 63310 Data: 30/05/2021 07:35:36
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Al tramonto
Orme di spiagge ricomposte increspature di abito che stringe la vita e ai fianchi in piena sera ― mira echi di feste racimolate vacui imprevisti di altri fondali
Id: 63291 Data: 27/05/2021 04:12:14
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Ritrovarsi
E risvegliarsi umidi di albe e sonni interrotti
Id: 63202 Data: 17/05/2021 23:36:45
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E poi.
E Poi Niente E poi sbrigare ― cose pratiche fra l’una e l’altra tesa la faccia al vento presto distolta l’armonia da ritmo in-verso
Id: 63012 Data: 28/04/2021 14:14:51
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Attraverso il deserto
Atti alla pratica al tempo della perdita sciolti gli scarti dall’azione in solchi bagnati di sete Divisioni e raggi attraversano gli intenti gonfio il ricordo fino al disfacimento di una passerella sdrucciolevole in deserto fossile
Id: 62867 Data: 13/04/2021 07:32:15
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Bontà momentanea
Certi attacchi — di pane e miele e burro — poco notturni per farne un’alba, un preludio un connubio fugace di intenti ghiacciati Costretti comodi serrati appoggi al poi domani scordati a sole alto quando all’occhio occorre più oscura che versatile la lente — e senza inganni di metafore.
Id: 62788 Data: 05/04/2021 05:35:27
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Normalità e altri sospiri
Cercala fra gli epitaffi incolti e i suoi poeti da falò — la vita normale annaffiala, seccato l’ultimo rovo appresta un nuovo rogo — per piangerci dentro La vita normale — desiderio legittimo opinabile silenziosa è caduta senza me o te Rimpianti di brezza tiepido risveglio in altre case struggente normalità — la tua sfuggirti è stato rapido Indolore, la mano scopre sulla pietra nomi familiari in ripetute azioni, senza esito di gloria si appresta all’organizzazione di un altro amore instabile da ricordarsi come ondata o disciplina — da ricordarsi se avrà gioia più che la pena il valore
Id: 62639 Data: 23/03/2021 08:10:04
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Appunti per il cassetto
Sognare cauti, discreti sottili invadere Eccedere eccellere accelerati, ritirarsi scoprire sepolti da nascondigli, solchi germinati gocciare piangersi — attraverso aurore e lapidi Soli ennesimi — potenti all’attimo e al finale
Id: 62638 Data: 23/03/2021 07:53:35
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Banchetto di nozze
Amo la notte in frammenti di luce e stelle — di circostanza sorrisi ordinati tra le pieghe di una abitudine buona Tenuta per il caso e l’occasione
Id: 62579 Data: 18/03/2021 22:02:55
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Troubadour
Id: 62488 Data: 11/03/2021 01:16:07
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Semaforo
Attraverso e a metà vedere Rivolta! Tutta in avanti crollata quasi prima E circolare lo spazio — il sangue fluido Fisso l’ingorgo instabile di auto-pensieri.
Id: 62459 Data: 08/03/2021 02:10:45
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Il peschereccio e il cielo
Anna guarda il peschereccio tremulo come l’orizzonte — e incerto Brilla già di vecchio la mano fresca di stagione il rosso compatto da stizzire il tramonto l’azzurro senza ombra di sole né tempesta la polena-bambina arrugginita qua e là qua e là arrossata da scottature quasi vere non l’hanno messa a lustro, Lei che importa, è sempre la stessa, come il peschereccio Anna, però, lei sa. La differenza delle mani e i calli e di quelle ancora giovani — forse per sempre questo lo sa il mare e Anna non chiede. Di reti e notti nere Lune sdoppiate e mappe celesti di tesori sgorganti come gole aperte non chiede — né aspetta ritorni la distanza soltanto tra il peschereccio e il cielo Lei
Id: 62347 Data: 27/02/2021 08:01:21
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Avanzo civile
In ritardo come un treno a vapore senza fasto dell’era inaugurata — e fatuo — Stai
Id: 62166 Data: 10/02/2021 07:46:17
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Giudici
Qui per questo ammucchiate in stracci sangue dal naso — lividi occhi bassi una trappola qualunque per ognuna Qui per questo E piove tra il sollievo della giuria sospirante — distanziata lo sguardo dagli scranni pietoso del Giudice Salvatore
Id: 62157 Data: 09/02/2021 16:02:25
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Fino A
Senza appelli senza registri e correzioni — così senza piani fra una classe e le successive senza precedenti strofe note con tutte le prese del caso con troppe consonanti — suffissi al posto dei corpi — Eppure si era partite dalle parole
Id: 61717 Data: 10/01/2021 21:10:50
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Intermezzo di un frammento
Piccola confusione assunzione temporanea di instabile equilibrio calibro — lento alla mira pronto allo scatto istante da soccorso e in fila, cartellini colorati secondo il peso
Id: 61716 Data: 10/01/2021 21:02:26
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Ricreazione
Nessun prefisso alcun dolore qualche estasi veloce il ticchettio — feroce? della campanella
Id: 61406 Data: 19/12/2020 02:56:36
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Calibro
Conosco già questa nebbia l’ho scorta nel digiuno e nel pieno nello spossato ripetersi di novità senza esperienza Conosco già questa porta letta fra orditi di insonnie rapide e veglie da sveglia E questi segni conoscerò — leggendoli alieni come un mal di testa da troppo scrutare come una svista calibrata poco prima del disastro
Id: 61036 Data: 21/11/2020 01:11:40
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Eppure
Eppure, preferisco la neve e il suolo che ottunde la caduta allo spettro imprevedibile di una luce immaginata per rimpianto
Id: 61021 Data: 20/11/2020 06:18:10
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Tempo di Rivoluzione
Sganciati — al lato di albe e tramonti infiammati di occhi schiariti e solchi ai margini di altri deserti germoglianti latte e corse di bambini ai focolai di umiltà e tecnologia memorie che recano voce dei figli di tutti Oltre la breccia di martiri e morti — discreti di mostri e dentini — fate e soldini Svettanti in cieli — e astri di altro colore Lune in piena oltre le storie e le parole già raccontate Echi erratici — tenui spine di Aurora segnano il tempo della Rivoluzione o della Fine
Id: 60867 Data: 08/11/2020 06:15:10
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Restauri e piccole gioie
Più del pavimento nuovo dell'inno intonato amo la forza del braccio che riporta colore stupito di luce strato sotto strato la strofa abbreviata o calzata da sé sopra altri tempi Fra i brividi dei tecnici scorgo — chissà perché pupille dilatate Non ho il saper fare — lo so di archeologa o cantante ma vicini tolleranti a entrambi i miei esercizi
Id: 60782 Data: 31/10/2020 20:41:56
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Salto
Svuotato il vaso, e rotto sgravate spalle e gola —stomaco roso ferma la pietra in mano e un pizzicore agli occhi, poco convinto Zitta anche quella lì la solita di molte Quella che chiede — e ora? Zitta anche Tu e la paura azzurra con i capricci intorno e dietro e prima — zitto anche il dopo Il piede inetto al salto non per paura, ma per risparmio salto e ritorno senza risacca e onde è poco più che uno stiracchiamento aguzzo dopo un riposo d’obbligo in piazzola sbrigato a metà viaggio per proseguire Attenta a non guardarla —quella lì ti ascolta e cede attenta a non cercarla lascia che vinca se lasci il campo aperto nudo nel sole se lasci il salto indietro —pronto alla stiva ormeggi muffi d’alghe e fondale amico se intoni il canto conosciuto senza disprezzo se lasci intatta l’orma vincerà Lei ma Tu, lo stesso
Id: 60684 Data: 23/10/2020 08:40:59
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In corso
Costruire re-esistenze leggere tutte nuove da abitare muoversi di soppiatto tra queste e quelle —senza forzare varchi o pace— Svegliarsi un po’ qui, dubbiosa indaffarata di là, senz’altro tempo, scaltra tra quella e questa scandagliare Per prime entrambe necessarie assolte al centro l’Eco armonizzata stabile nomade del dopo
Id: 60557 Data: 12/10/2020 04:43:03
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Lingua Mano Polso Braccio
Altro che sgorghi in qualche sbruffo di guancia ferita che esondi in segrete arrangiate — e un pubblico vivente di bambini additanti nessuno — forse qualcuno la vedrebbe snodarsi in sbadiglio La mano ha. Flessibilità minore è molla — e quando l’ha ma non del polso è proprietaria come il braccio — del resto non più della testa mozzata, il collo In coppia sudano oppure non sono a due a due si stringono cadono L’una con l’altra — attorcigliata si divincola anche da sé
Id: 60383 Data: 30/09/2020 07:17:34
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UnAlba
Si sfa rosea eburnea Chimera —la Terra — ampio all’Occhio dischiude il braccio Brace non arde né in cenere brilla la quiete gravida del Risveglio
Id: 60349 Data: 28/09/2020 03:19:19
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La Rotta
Vedo grani lucenti tranelli di galassie immaginarie spirali atomiche inghiottite controvoglia da un orizzonte malfatto Altri lacci per caviglie di donna seguono gli eventi pesanti di ferro o diamante acidi in gola — lacca dita bile braccia grondanti pulviscoli e tagli mani da cui ci si aspetta — e senza scherzi letterari attitudine all’ordine o la creazione. Una, ma replicabile Creazione discreta, ordinata. Il mio è solo un piccolo caos — senza danze stellari che si alimenta da sé mentre dormo o sbadiglio e mi distoglie dal Tempo La voglia di ordinare trascrivere e sventare i calci del retaggio e alla fretta dei posteri — mi toglie Oppure mi scosto da me — fino al fondo sottraggo e alla via così, in alto mare esaltazioni — e cavigliere passeggère troppo esposte senza rotta Attenzione, però! Attenzione: alla bara che galleggia da sé che dal diverso ritrae la somiglianza e va’ che non rettifica la meta in assenza di splendore
Id: 60297 Data: 23/09/2020 07:32:03
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La Zanzara e il Gatto
Assopita sul tuo orecchio dorme il tempo del sudore — repellente tempo di abituarsi Più morbida di un gatto — pronta al prurito incide giusto il volo di uno schiaffo intorpidito tra sogno e il tuo dovere Ma del gatto più discreta si disseta in una goccia — nutrimento già saggiato senza brama di trasformazione: sangue sudore prodotto supermercato aperto — 24 su 24 ore e più magari aperto! Passaggi innervati file neon scontrini — forse al clangore dei croccantini alle fusa o al graffio del ritardo — mirano il gatto… e il suo padrone. Mirano al giusto? Mala mira ha la zanzara o accorta è la zanzara che da un sangue già schiarito succhia senza privazione?
Id: 60287 Data: 22/09/2020 04:44:24
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In Sostanza
Scrutata all'immoto vestaglia di un attimo frittata di voci capelli sgambetti Colonne — o ripide insipide di affetto — sonore e rida chi può! 'Ché il Corpo migliora abitudini e impatti placa dosaggio e scinde ri-esiste — quando può senza trappole
Id: 60103 Data: 06/09/2020 23:38:17
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Riesistere
Nonostante esisto Senz’altro — esisto ammonimento al mio Corpo che — il mio corpo stesso, le sue congiure
Id: 60047 Data: 03/09/2020 04:09:08
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Recinti
Diffido dei sorrisi fermi la terra coltivata quanto basta — mai un asfodelo! e senza gramigna Dai torrenti limpidi a valle —mi guardo e dai fiumi sabbiosi screziati di lenti acuminate Dalle vette intarsiate con grazia innocua e stesso strazio di bandiere — senza violarle mi guardo più del resto e sui sentieri che le stringono non muovo
Id: 60015 Data: 01/09/2020 18:19:13
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Prodotti di sogni
Se solo questa è Rimasta e ora è: davvero e sola somma deviata laterale —prodotti inversi detonatore minimo causale Ipotesi necrotizzate disgregazioni a tappe parallele a freddo o tardi sviluppate per dovere? Nessuna euforica ripresa — svolta entusiasmi fuori corso rapidi in sordina niente aria —né di rivolta! Scambio corrente e senza pegni Resta: la sua realizzazione per il Sogno — il sogno per l’Idea sugello alla Memoria razionale e accorta l’ignoranza a garanzia – in cambio che l’una non rifletta e non ricordi del primo l’altra!
Id: 59015 Data: 12/06/2020 04:24:27
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A volte
I colori sbiaditi sono sempre reali non si curano del ceto Il blu scuro per le Divise alle Contadine le Sguattere le Ancelle – tutte il Celeste è chiaro
Id: 58757 Data: 26/05/2020 14:07:16
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’A Signorina (romanesco)
'A casa mia, che pe' tenella a posto, a esse sincere ce vorebbe, appena 'n po' de disciplina che so ambidestra (dicheno) e quindi nun me manca, o forse è proprio sto concetto a famme monca? Ce provo e c'ariprovo ma più ch'er tempo passa più in testa me s'affissa n'ideuzza, vera o falsa che sia che de pulilla, nun c'ho la fantasia. L'ammetto, che si dovessi sceglie 'na condanna (de Purgatorio beninteso) preferirei spacca' li serci, al sole, che raccatta' er bucato steso E quinni va a fini' che me succede che puro 'n dove l'alma vole (se fa pe' di') er corpo cede. Ricordo presempio quela vorta che pe addrizza' na stecca smontai er cardine ala porta. Ce n'avrebbe tanti de 'sti esempi, che più passeno l'anni più so' scempi, E mica solo: a riccontalli quasi me consolo de le ciavatte loro perse nun se sa dove de contro ar tempo mio calcato co' le scarpe nove Però in bona fede, te 'o dico chi nasce come me, amico, la po' forza', chi ce s'engegna in qualche crinolina - questione de fiacchezza, malanni dell'umore ma in fonno, drento al core, resta sempre "Signorina"!
Id: 58140 Data: 20/04/2020 01:09:34
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A Quarantena (romanesco)
Successe in quer momento, all'improvviso, che er monno fosse scosso tutto quanto da un male brutto tanto, e condiviso. Ognuno, poi, c'aveva 'a di' la sua (senza guarda' ar problema nell'insieme) che ala fine se dovette da decide de chiude tutti e co' le misure estreme! E allora, puro quelli che dapprima nun ce daveno attenzioni se ritrovaveno a fa' i conti co' le passate azioni: che un giorno dopo l'antro una ala vorta, je 'ncomiciareno a bussa' ala porta! Ce stava, presempio, er caro amico che se sarebbe torto 'n braccio ma n'ha mai dato un dito! Di contro, e pe' fortuna, c'era quello che 'n' t'aspetti: che er sangue e er core già li dava ai poveretti, e senza chiede gnente s'aritrovava contornato da 'n sacco de gente. E doppo, c'era chi se la rideva perché ereno cent'anni che piagneva e barbettava solo solo "Ah, mo' semo tutti uguali? Embè mo sì m'ariconsolo!" Da urtimo veniva chi 'n se n'era accorto (e mica c'hai da daje torto) si er pranzo co' la cena, pure prima, pe' combinalli insieme je serviva prega' tutto er Rosario, e a fiato corto. Da ride nun ce sta gnente, questo è vero, e infatti nun se nomina quela gente, che crede d'anganna' puro la mente dicendoje: "Tranquilla bella mia - è mejo, 'ste misure, si l'allungheno de 'n anno, così 'a casa tua, senza affanno magari l'hai pulita pe' davero!" Si poi dovesse da fini' più 'n fretta a chi te dice de n'uscì (perché sei Femmina) te, nun daje retta!
Id: 58139 Data: 20/04/2020 00:37:59
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Attesa
Qualcuno che scopre la prima persona plurale qualcuno che invece o ricorda che altrove si nasce e si vive in attesa, così: dell’impatto Qualcuno che a tratti sbeffeggia escogita d’impeto a volte e un po’ si scoraggia qualcuno che chiede alla cassa qualcosa di più e vede che c’è dietro il vetro quasi sempre una donna — e nota, qualcuno che gli occhi cerchiati li aveva anche prima — la donna alla cassa Qualcuno che ieri al bancone “come stai?” il bicchiere già in mano e la testa voltata e che adesso non sa qualcuno, eppure, che si commuove Qualcuno che cerca la voce o lo sguardo e chiede per strada il superfluo qualcuno capisce che poi così ci si sente anche prima Qualcuno che inventa altro riderci su e lascia le finestre più accese qualcuno che comunque il Lungotevere deserto è bello e ci passeggia lo stesso qualcuno che forse si ama di più Qualcuno che un giorno poi l’altro sempre meno canzoni qualcuno che attende il rigetto che stende propositi che aspetta che passi qualcuno che a distanza di contagio si ritrovava già e non attende più
Id: 57619 Data: 26/03/2020 04:24:07
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Incognita
Quieta come una sconfitta aspirata Sorda come una nuvola sgargiante Atona —lieve come una Musa azzoppata Arrogante come una vendetta umile Dritta come la leva sfavorevole Contraria come il languore palese Per niente stanca come la cadenza delle Maree Sconosciuta
Id: 57072 Data: 28/02/2020 08:27:50
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Strati
Gli angoli dritti della Memoria-Ricordo Assuefazioni I begli occhi del sapore quasi andato — sguardi scovati in un caso Gli occhi assestati sullo stesso scivolo di marciapiede strati di grigio lucido, quasi di polvere, a tratti ammutolito.
Id: 57029 Data: 26/02/2020 04:19:57
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Squarci
E io sto comunque con poca voglia e tutta —tutta insieme la come certa lucente convinzione dell’ovvio In faccia al lato, immersa e intorno questione di rifrangenza Conforto Refuso-Confronto Affetto di quiete inchiodata a un lato e calce di un biglietto Strade scambiate solo per il caso aperta la via del campanello Qualche anno di eccesso per premere e andare Per ridere e restare c’è anche tutto il —tempo necessario
Id: 56432 Data: 31/01/2020 00:25:17
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Ri-getto
Sciolta come un vomito senza sollievo motivo già vacuo di bile schiarita E dopo assordata dal resto dimenticavo che
Id: 56063 Data: 10/01/2020 22:17:35
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Ripetizioni
Così Quasi e, a tratti come se dopo Magari più in là, domani la prossima settimana o verso una occasione vicina Stesso pensiero e, attratti — pressappoco stomaco smosso quasi sincero Quando capita, però e se avviene, poi? Tutto daccapo come lo zaino per la scuola in fila per il resto e — a qualcuno la pensione
Id: 55918 Data: 29/12/2019 05:02:25
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Sommario
Didascalie e assenze frammenti della stessa innocua conclusione Immaginare — Confluire Verbi, tutti maiuscoli non sono coniugata, però E in casa neanche un foglio proprio bianco da imbrattare né una vera vena torrida o schiarita quanto basta
Id: 55231 Data: 03/11/2019 09:09:04
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Ultimo Indiano
Coda di Lupo a contorno — e avresti approvato, chissà? suggerisce youtube Sapevi abbastanza e molto, di questo, di altro e per amare un ragazzo per essere Frocio, Marxista, Indiano e risata da gay, quando c’era — schiarita tutta sdentata di naso aguzzo e occhio lesto Di parola — lesta fuori abbastanza conforto per l’adolescenza rispecchiata, forse, in uno specchio uguale forse spavento, per l’adolescenza riscattata e senza impegni al banco casuale di un fervore a portata di parole Andato via proprio a metà proprio al doppio delle star Tornato — da dove? il tempo per salutare e in mezzo niente curriculum riempito già da vecchio — il tuo curriculum — a trentatré anni e ti sopportavamo, per noi. Nenia da Vecchio senza barba che spande senza recita la nenia di un libro, un passaggio irreversibile disguido, come Il Libro — che Libro? Farneticante Jolly che i tuoi compagni — di allora stupiti proprio ora Eppure noi che proprio allora, per niente coetanei e meno ancora discepoli eppure con noi che per noi era ovvio, il tuo tempo era nostro senza scarto. Risata da Indiano che amava per scherzo ma sempre il ragazzo di un’altra e di noi era Compagno e di tutti Unico Indiano che ti ho conosciuto risata da Mago pragmatico trickster bibitaro di domenica Compagno tutto l’anno Condottiero senza Riserva che giace in famiglia zona arida-fucina di allontanamento Allucinazioni da Veggente un roditore al posto del Papa* – e chi vuole capire, capisse – dicevi La tua risata a denti rotti, Cochise Pazzo per niente E una su tanti Una su pochi o tutti, alla fine Senza Riserva e onore curvo Finito in gloria di ciance o pennelli, ai tuoi anni spariti avrebbero urlato ammiccanti testimoni appena nati — platee di “io c’ero” appena nati E invece dove e come, con quale passo e che risate con che parole o dita tese e che metafore chissà? Che cosa hai fatto di quegli anni Chi lo sa? Io so giusto di prima e so perché dicevi e ripetevi ripetevi come il Matto come l’Appeso E che libertà Ora so! Cantarti mischiando Capitale e Grammatica Sicura — grazie a Te di essere ignorata Sicura. Sicura e aperta come — Una — grata spalancata Fiera di coraggio e non bestiame Fiera per gli accenti, accenni intenti Fiera e non esposta Ferma come una lenza armata Ultimo Indiano sorriso sdentato respiro a metà E sei tornato Colpito Andato Senza richiami E allora sicura che sei, Tu, proprio morto e quando sei tornato sei tornato proprio là dove vivevo e vivo ancora e resto Là Dove ancora intontisce il miele delle sdrucciole più delle giuggiole e per organizzare un’Ode fra le sillabe interrotta da un probabilmente avverbio ci vuole giusto un po’ di tecnica un orecchio — uno dei due che non sia sordo E voluttuosa e a mente sbaglio proprio perché sicura-mente Tu che anche nei sogni sei com’eri stato: Io sbaglio E tutta fiera mi sorrido addosso Tutta piena di affetto — come un morbo e tutta dissacrata, rido la tua risata folle — e tutta lucida come un oltraggio alla tua morte Cinque estati fa, la tua morte Cinque anni almeno la tua dialettica sdentata perfetta sussunta insuperata gaia pensante Andata E altri ancora quindici nel mezzo Da bibitaro di domenica Compagno in altre Vie Indiano libero Da tutte le Riserve, libero Affacciato — Chi sa, sa dove Indiano non rivendicato! Alla Memoria di Massimo, detto Il Cochise “Chi ha capito non s’ha da strani’, l’altri s’aripijassero” dedicata a chiunque. Frase pronunciata dal compagno, cui dedico queste righe a distanza di anni dalla morte. Frase trascritta letteralmente, alla romana, nei primi anni ’90 su una parte di una stanza dell’allora centro sociale *Hai Visto Quinto, meglio conosciuto come Sisto V, ora sostituito, come da previsione del Compagno Massimo, da un supermercato “e neanche da uno di una catena principale…” anche queste parole sue, e anche questo è vero (sostituito da un supermercato che porta il nome di un roditore). L’invettiva di Massimo, detto Cochise, era riferita a chi “probabilmente cavalcava la tigre dello sciovinismo piccolo borghese. Chi ha capito non s’ha da strani’ etc…” Un'altra scritta recitava "Il Cochise è vecchio, e c'ha trentatré anni". Io ne avevo quindici, poi sedici, poi dicissette anni... e così per un po'. Le scritte eranno in alto, tanto in alto: qualcuno di noi (non uso il barra "a" dato che sono certa sia stato qualcuno a farle e comunque, in quegli anni, la riflessione sul linguaggio sembrava una Thule e non la Conmpagnia delle Indie ) ritenne per scherzo di "trascriverle". Io personalmente, le citazioni del Capitale non le capivo. E a volte neanche tutto il senso, fino in fondo, delle riunioni fatte in una certa maniera. Allora. Tuttavia, quelle volte che "sto" nel modo giusto, che ricordo che va fatto "un giro di interventi" (ovvero espriamoci tutti/e dato che stiamo in teoria costruendo uno stare collettivo) e per la mia timidezza e, per quanto fastidioso, tutto quello che so su come guardare, sviscerare, svestire di accenti una parola e andare a vedere che significa e come "probabilmente compa' sto posto lo levano e ce fanno sopra un supermercato, uno scrauso compa'... hihihihi!!!" Per tutte quelle volte, ho Memoria. Ogni giorno. Grazie a chiunque leggerà, qui, anche casualmente, anche e soprattutto comprendendo quanto sia molto lontana dalla Poesia. È una Memoria, non ho idea di come si scriva una Memoria. Né le capacità per farlo. Sapendolo fare, non la sprecherei in nessun luogo virtuale che richieda un pollice alzato. Massimo alzava, di rado, il pugno sinistro. Io, lo stesso. Chi c’era l’hai trovato
Id: 53726 Data: 07/06/2019 06:09:14
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A un Amico che va
Amico che vai Amico dei pascoli e dei ritorni nei quartieri di graticola Amico che non vuoi – non leggerai Amico che non ti si può dire a voce, non si richiede a fatti Amico che non serve la didattica Amico che rifiuti un grazie e scovi il contorto prima di me se a ringraziare insisto tutta contorta — e insisto e af-fondo Amico che vai dove sei Dove sei —già è giusto lì, che vai Fortuna oculata incontrarci a scadenza – io e te! quattro mesi i tuoi amori – più dei miei Amico Fortuna precisa cuore disposto, e la tua barba finalmente bianca — un encomio anche modesto a un Amico tutto biondo non si può! — Amico che “a volte si scopa cercando un abbraccio” — parole tue Amico che a me hai dato braccia e cuore, invece Amico che, quindi, non ti piacevo? Amico che, insomma, è tutto un mio viaggio? Amico… Tutta-la-Via Amico e il viaggio è tuo Amico che sa Amico che o così oppure niente oppure tutto Amico con il setaccio – che Fortuna, Amico! Fortuna gentile — che se ti avessi ancora tutto Amico sarebbe un fremito imbranato di nostalgia prima che parti! E invece Grazie, Amico per il tuo selvatico modo di amare e questi anni —non i migliori, non i peggiori, anni fra tanti o molti — per la Fortuna ponderata — e che ti aspetti? che asciuga il fazzoletto Grazie Amico Amico incontrato.
Id: 53651 Data: 01/06/2019 04:19:59
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Dedicata
Perché mi hai insegnato questa Libertà? E a non lasciare il boccone nel piatto — come si deve e che mi sta bene tutto tranne lo straccio Perché ho imparato proprio questa libertà senza tramonti credenze o posate immagini accorte al ritocco quasi blu di un est in plexiglass — e velato? Priva di occhiali si è sbaragliata una luna casuale — fuori rotta muta al trionfo enciclopedico del bugiardino — furore tutto interno zoppo-dolciastro come una torta un po’ accaldata di allevamento
Id: 52451 Data: 28/02/2019 22:29:57
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Ritagli
Il corpo lavato dalla pioggia è più dolce svestito di profumi sorprendono le pieghe dei capelli i nodi odoranti di vita coperta che si fa strada senza rabbia sfrenata contro la coltre delle parole oltre lo sguardo scordato ritrovarsi fra giunture e gangli le imperfezioni della memoria non raccontata
Id: 50290 Data: 27/08/2018 01:27:10
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Auspicio
Dove il ricordo s’intende con l’eterno e docile è la gabbia Appare senza stenti il voluttuoso indugio dell’Uomo che separa la spiga e la consegna
Id: 43509 Data: 16/07/2017 02:07:55
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Il gatto e la Luna
E invece Qui chiodi corrosi e àncora che sfila alla rete — e fusa e zampe di gatto graffiate di fuliggine e risacca distese al velo-cataratta di Luna ossidata senza pretesa di passerella
Id: 43439 Data: 09/07/2017 03:16:06
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Ode al calzino
Spaesato come un calzino sdrucito dall’implacabile centrifuga del Tempo e che In fine all’altro unito sgomento scorge lo sgargiante ordito che in Lui si fa Ormai solo resto sbiadito
Id: 42979 Data: 29/05/2017 02:26:29
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Il lavoro della casalinga
Se poi — all’ultimo tutte le pieghe dell’animo si riducessero a una misura di acqua distillata — amido, per le grandi occasioni Se ogni crinale fosse dato per provare lo snodo del tendine — l’eccellere del muscolo e il boccale ghiacciato — infine a ricompensa Se in-somma tutto l’affaccendarsi della casalinga bastasse alla metafora di vita e morte? Eppure — ancora stupisce il divieto di calcare con orma di fango il tappeto già pulito
Id: 41919 Data: 13/03/2017 23:11:21
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Discesa
E allora scesi fra gli ulivi e i platani con ali morbide come velo che raccoglie voci di culla e Donna e Vecchie dalle mani antiche rosse di sale e vento e Vecchi dagli occhi di nuvola e tempesta E mani che intrecciano le mani e quiete svelano in volo di sorridere pacato pieghe del giorno al fuoco ombroso che mi ripete
Id: 41403 Data: 05/02/2017 23:23:06
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E me ne vado
E me ne vado Non credo nell’entusiasmo che esce lento nella foga che muta nell’atto che si compie da sé Non credo nel battito che si trasforma nella sostanza scissa né in quella parte eterea — a troppi poco chiara Non credo al dono di Natura alla Fortuna all’acquietarsi dello spirito che si fa saggio Non credo nella veglia distinta in sogno non credo nel tepore più che al torpore Non credo nella scelta del maestro nell’incontro fatale nell’incrociarsi dello sguardo che splende solo dopo riesumato dal ricordo preda casuale di sinapsi lese — o salve Non credo alla creazione nata dal pianto ma so per certa la convenienza di una gloria postuma cui non si deve diritto d’autore E mi sottraggo
Id: 40595 Data: 13/12/2016 23:07:14
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LAmo
Nome che aderisce guarda com’è e comprende senza caduta né seguito d’immenso – come potrebbe? E allora torna guarda com’è per abbracciare E senza freni senza menzogna che divide – e sdoppia lascia che sia e come deve emerga non per l’approdo
Id: 37779 Data: 16/05/2016 06:53:07
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Finestra
E sia lambita a destra dritta a sinistra incunea l'Onda - e spira Scioglie in ventaglio uguale armonico incessante fuori sesto inarca batte e cede - e si contrae appello in campo aperto - rimane e gira zampillo mesce lava pronto all'innesto Copia incantata – senza mantello scorta del solido perfetto si fa preda liquida d’Ombra
Id: 37191 Data: 05/04/2016 03:08:01
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L’ultima morte
Lo so perché è arrivata in novembre come si deve — e tutta cupa e perché dopo sono senza gonfiori di aggettivi e affanni senza lussuose tregue — e meritate puntelli di lusinghe mezzane a nuove imprese di altrui sfide per darmi ancora fièra — in circoli o cerchio Lo so perché ho scordato cos’è novembre per quali affanni fiamme e tendoni e sola Sto
Id: 35039 Data: 18/11/2015 03:38:42
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In Fine
Si sfece il canto gobbo in fine maschera e braccia quiete intorno come vela che riposa eco di nuvola o conchiglia E gocce di mattino nuovo giù dalle grotte veloci sulle guance fino alla pancia che non è anfratto-ventre — non è mistero pancia soltanto E giù alle cosce né spalancate-chiuse dischiuse-offese cosce soltanto E infine giù dentro la Terra — che è Mistero giù dove il piede resta piede soltanto
Id: 34964 Data: 13/11/2015 06:28:19
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E se
Se fosse meraviglia senza sgomento e se gridasse la condanna alta nel resto Se al decoroso ammiccamento porgessi fiera il riso della pazza e se strappassi a mani disattente campi di pane al sole fidando nel raccolto casuale E se alla nenia guasta di offese rispettose superbe in bocca — e all’atto balbettanti ti consegnasti adorna delle tue insolenze cimentate lustre di conio Se gratitudine non hai per sbarre e muri la notte accanto al giorno è letto o stelle Sospiri tu di voglia loro di sdegno
Id: 34154 Data: 04/09/2015 19:50:49
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Congedo
Non l’ha creata lei la quiete nuvolosa — il tuono stanco Non l’ha staccato lui il velo unto grave di polvere sfinita — manto corroso Hanno ceduto entrambi Sipario e Chiodo lavata anche la ruggine — rifatto il letto arresi senza lode inetti al trambusto
Id: 33075 Data: 14/06/2015 02:54:33
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Rete
E ora che buttare dentro o fuori — è già canestro i buchi nella rete chi li centra?
Id: 31796 Data: 07/04/2015 00:34:31
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Soffitta
Capita — nel mezzo mi si scovino bagliori che non sapevo Può darsi che — a scavare negli angoli e in cantina trovi anche io scrigni interrotti di fili e molle La soffitta — no! ho resistenza incerta e potrei scoprirmi forse àncora e preda di altre vette
Id: 31642 Data: 28/03/2015 01:32:34
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Banale
Che capiti — se deve ma non a me troppo banale! Il fuoco intorno all’occhio — nell’ordinario sotto controllo il polso — superfluo il calco Batti sbatti smussa allinea e squadra traccia smarrita e muta — poco male cambio la rotta Al tempo dei carboni ero sbadata capita — mi dicono — persino a me! Il sole allaga il colle vuole il riscatto l’ho dato in pegno ieri — ora ricordo scambiato con due chiodi e tre martelli. Smarrita e muta accado fratturo il gesso che capiti — se deve ma a collo dritto!
Id: 31498 Data: 21/03/2015 02:21:52
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Capricci
Nuda in pieno schermo fluorescente e mi sta bene come un vestito stinto — stesso sudore Sfumata la fatica sbiadisce l’alba! Patteggio per la tregua — ma è giorno alto
Id: 31497 Data: 21/03/2015 02:21:26
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La gazza e la culla
Ruota il giro nel canestro scende la rete — perde la pietra la gazza fa il suo cerchio — affonda e sale piegata al circolo del podio sbaraglia l’onda — e si fa spazio Cambio di turno: servizio arreso gonfio e vuoto a mantenere reggi la schiuma Il legno va alla zolla affonda e scava la gazza nella culla scova la lente
Id: 30829 Data: 26/02/2015 00:03:29
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Sistema
Sono qui — con te tu sei al pc mi hai appena chiesto scusa che sei qui o al pc? Accetto taglio discorsi e scuse tu cuci il resto Il suo sistema operativo mi boicotta ma ero in tregua adesso ci sei tu e fate trincea Termine a due anni — lui li compie a maggio io ho voglia di sgranchire braccia e gambe Avremmo fatto squadra — io e te senza sistema a maggio di due anni fa a primavera
Id: 30587 Data: 16/02/2015 23:21:43
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Scendi!
Sgomentami sopiscimi e invadimi il sogno Pulsami e uccidimi — il padre e la madre spalancami e chiudi la porta Fata pietosa mi siedo e ti aspetto che fuggi o ritorni fai pure — io sono all’arrivo Le tue cantilene titillano il senno — e nient’altro rimandami il segno scarnato che possa ridartelo gonfio e sfinito Rimandami il vuoto e risanami il velo — se tanto ci tieni lo strappo lo tengo per me Io so la cesura del taglio Io so la vaghezza del polso Ridammi il coltello — ti lascio il controllo ridammelo adesso in cambio — Io, vengo Dispensa affollata mi asfissi — mi avanzo e del basto ci faccio un sofà Se vuoi cadi pure in ginocchio io salgo comunque e tu scendi da me — che mi annoi!
Id: 30432 Data: 10/02/2015 03:03:31
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Prova
Una due tre altro copione Prova le mie certezze fino al limite per ogni volta che ti ho recitata e ho perso e per ogni volte che ti ho sbeffeggiata e hai vinto sul limite di ogni evidenza avvinta per ogni opposizione di passaggio precipizio mala-mente alla partenza
Id: 30255 Data: 03/02/2015 23:39:46
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Sorgente
Ti prego ti prego ti prego Hai presente un vaso? È vuoto Eppure stavolta davvero stavolta per ieri per sempre per tutte Non appellarti alle evidenze per far finta di capirmi che direbbero il contrario lo so da me e anche lo stesso lo dicevo senza voce che le cose hanno cadenza e che il giro poi si inverta non stupisce ma ho cambiato molla e perno all’orologio e lo porto alle caviglie è più sicuro i miei polsi non li porgo non offro mani Ma se l’ultima volta appena ieri te l’ho chiesto per favore a che serve la preghiera? Non ricordi, non ci credo come non hai creduto a me abbi fede non è certo per vendetta non mi sento così folle da cambiare amore in odio per legarmi anche più stretta mi hai accorciato il fiato quanto basta ma respiro − è sufficiente Ti ricordi di quel vaso? C’era dentro una sorgente l’hai creduta eterna e l’hai obbligata a ubriacare mandrie e morie di sete e ogni volta da una goccia lei è rinata e ne ha fatti bere ancora per non accusare te ma quell’ultima sorsata restò appesa così a lungo da mutarsi in forca e la squassò per la sorte l’urlo esplose proprio allora negli scherzi della gola e la spezzò E ora hai voglia a riempirlo col tuo miele fallo pure – non attacca non sapevi di quel vaso che era la sorgente l’uno e l’altra sono asciutti e io sobria
Id: 29761 Data: 10/01/2015 21:37:57
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Rami
Forte di braccia e di capelli sventolo fintamente sospesa sguardo tondo Perdonati la fata e il viburno non resta che ucciderli o tapparsi le orecchie Allora salgo — forte di braccia oltre i rami e il cinguettio e di capelli — potrei farci una treccia per scendere ma bisogna aspettare che crescano
Id: 29527 Data: 27/12/2014 13:45:37
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Una
Ci spargeste d’oro voi e ci uccideste voi pietrificaste il cobra rosso badando a non confondere l’Idea ci deste un’Ida stanca e sempre in lutto guardiana della fiamma eppure cieca che non poté distinguere la luce col capo appesantito dalla calce le ossa mezze rotte eppure viva se ad altri lei si dette o voi la deste poco importa con la bocca piena di cemento non si può mangiare uguale Foste invidiosi della sua solitudine Soli — voi — non potevate essere perché terribile è la solitudine e magnifica Con fibule serraste e ammutoliste il ritmo sanguinante della Terra per meglio aprirle il cuore a usufrutto che il suo piacere libero sia colpa ma se copriste il fiume di catrame che il cielo si oscurò perché stupisce? Così sepolte mute e cieche ci rendeste ma la solitudine nostra non l’avevate perché terribile è la solitudine e onnipotente Faceste fare il giro alla pienezza squarciando buccia e polpa con l’arpione che l’utile non sveli mai il diletto bella o saggia — meglio dismessa Eppure vi scorgemmo nello specchio cercare con dovizia e sempre all’erta mai soddisfatti — nemmeno per vendetta. Terribile è la solitudine e trasparente non ha sostanza alcuna e già le ha tutte risale dalla Terra che è Parola è minima compatta eppure è ovunque per questo ci provaste e per possesso ma ancora come sempre Lei ritorna l’antica Larva bianca che tempesta i vostri sogni grigi e castigati e più faceste buio col bitume più lei splendeva ovunque tutta piena
Id: 29447 Data: 23/12/2014 03:00:46
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LOra
Vieni Formica dorata Formica dannata ho aspettato ho avuto mi basta mi avanza nutrita a rifiuti avanzi di echi i resti per me sono stati banchetti vieni e accontentami divisa — mi dicono — è meglio che zero ma peggio di una e si può governare vieni e scolpiscimi gli occhi e la mano e un capello soltanto a sgranare il setaccio la valigia è sulla scala pronta come me da sempre mi dicono sia nata per questo — una valigia e una scala entrambe lavate di fresco Diranno che ho scelto rispondi per me rispondi alla porta diranno che ho perso rispondi per me racconta la lotta valanghe a frammenti l’orrore e il piacere lo stesso vestito un sussulto poi il conto ogni volta più alto per un briciolo sordo già secco a metà diranno che in fondo c’è altro rispondi che al fondo c’è voce di tuono rispondi che al fondo c’è spazio soltanto per una diranno che ho avuto paura rispondi che è vero rispondi che vado con l’anima asciutta e il sangue lavato rispondi che all’altra condanna ora scelgo la mia Formica dorata aspettami arrivo — il tempo soltanto di un altro belletto intanto di’ loro che mento e della sua barba ne feci una stola e una corda per scendere il pozzo e a ogni gradino un’impronta e a ogni gradino una veste ma ora — svestita piedi in aria di’ loro che ora non è di’ loro che è tardi la fine è passata
Id: 29434 Data: 22/12/2014 09:39:10
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Resa
Ho smesso questa guerra mare fermo e zoppo richiuso come stagno l’ho smessa senza resa né ritiro Seduta osservo la sfilata degli uguali a passo corto accelerano al punto da inciampare uno sull’altro e farsi monte confusa in pieno sogno il intravidi scambiai il mulino per la ruota e persi il pane non sapevo la dose fiacca della fame e me ne cibai — ma non fui sola e un giorno dopo l’altro vennero in molti Qualcuno perse il senno un altro il turno i mei vestiti usati persero linfa e ignorando ancora l’urgenza del pudore ne suturai le maglie con la pece per rivestirmi in fretta ma troppo esile l’ordito e nuda e fredda m’inghiottì e si fece rete Era silenzio! Cercandolo nel chiasso lo perdevo spaventato come me di lui si rifugiava la calca delle bocche strozzava l’aria spiccai lontana dalla folla e mi distesi E sono resa senza vittoria né sconfitta i trattati di armi bianche ombre di rosso li vedo sfilare uno sull’altro curvati e sghembi dritta la strada e libera biancheggia mi alzo senza vanto e allineo il passo
Id: 29422 Data: 20/12/2014 19:32:00
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La gatta e il piatto
Lanterna della notte bugia svelata breve — nota perpetua per ogni tuo gradino erto e per la chiocciola scalare spezzai il fiato Per l’ascensore rotto nei festivi l’allarme fluorescente in mezzo ai piani e il tempo di aggiustarmi a inclinazione — in quell’attesa Ora riposo per l’atrio indaffarato e il gatto di mia madre e prima mio che a intuito era una gatta e di nessuno e visse più noi ma per sognarci Vicine di pantofole o mercato — ci sognava correva alla sua voce e alla mia — correva al piatto al suono di mia nonna si svegliava tendeva orecchie e baffi e Lei rideva a noi mordeva il piede — ci contentava
Id: 29376 Data: 18/12/2014 04:11:52
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Soglia
Fermati qui aperta sulla soglia dammi un saluto e lasciati tornare Socchiudi quanto basta perché diventi nota anche la luce socchiudi alza l’orecchio e lasciati ascoltare Aggrappati al crinale e fatti piatta e scruta uno alla volta i cerchi d’aria tonda sugli scogli vapore acqua salata stesso vento spalanca quanto basta per la scorta apriti in canto e vola, respira nuota e sali — respira e torna La soglia è scardinata c’è ancora il tetto respira quanto serve e fatti dritta se ti fai densa e dritta potrai forarlo
Id: 29358 Data: 17/12/2014 03:36:01
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Risveglio
Desiderio cadente limpida azzurra molla protesa da Nord a Sud svettante scaglia la freccia verso Est Sublime ordito appare il dedalo svelato nel volo tremulo e già colpisce l’occhio s’infiamma e guizza gli zoccoli puntati a Orione cinta d’argento china lo sguardo s’inchina il Minotauro al ventre luccicante scava la terra e si fa Uomo
Id: 29332 Data: 15/12/2014 05:12:35
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Somma
La somma e la cantina piena vertigini in soffitta e un pavimento a scacchi corrimano verde marmo — guscio di riccio Scioglie le spire in punti — di scala in scala e a ogni curva un piano rettifica la somma
Id: 29273 Data: 11/12/2014 17:04:08
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Joker
Lasciami qui sdraiata aperta azzurra contro il nero bianca di notte il mondo dietro me scivola verde il gancio obliquo regge — non lo addrizzare lasciami qui lasciami a terra sdraiata contro il blu sono anche in mezzo Hai mani gonfie e dolci Bocca di Joker e una coda dentata di carne questuante mi suggeriscono che puoi mutare il sangue e allora che ci fai con uno sfregio in bocca? Non dirmi che lo tieni per ricordo lo avresti rammendato in oro — lo avresti perso! Se vuoi fare una prova prova con questa non è ancora affogata — ancora scorre aprila e guarisci — apri la vena! Aggiustami le schegge — aggiusta il tiro rimetti in sesto l’arco scaglia la freccia torpore e gancio tossico intra-nervo risveglio di altro ramo in altro alloggio riparami quel freddo con la scossa ribalta il quadro elettrico nel cerchio scintilla di emergenza in altri roghi patibolo o proscenio stesso sguardo di folla in corsa a battito di marcia la fame della stella o dell’offerta Ma il tempo del rigetto ora è diviso piega del gomito il mio metro — unica piega! Il pendolo del collo angolo retto lo cedo a palchi o roghi — io cedo il posto! Al passo dei fantasmi — passo di danza risponde l’ala zigrinata — ala di grillo che prova la cadenza prova il tempo che prova e cade e gira e svolge il ritmo rimando indietro l’arto — rimando il turno se in cambio ho scarpe strette — rosse di danza il coro mormorante è già lo stesso inganna muta e attende e attenda pure! Mi fermo e il mondo scivola nel verde intorno e dentro distesa contro il giallo a piedi nudi fisso l’azzurro
Id: 29266 Data: 11/12/2014 03:29:19
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Retta
Muta ferma come dopo una festa forzata interrotta a forza per ricominciare: mattino, finire la corsa — la stessa piatti diversi per fondali discreti e il fornello in perdita Lontani i miei occhi dai tuoi, persi a forza nei miei. No grazie, oggi non uso sono a dieta di te e di me sono gonfia del mio nulla straripo, non vedi? In basso lì, proprio sotto il tuo piede ci sono stracci e alcol per scrostare lenti sparse scendi! Lo so — lo so prima di te il morso della schiena curva lo sai — tu il prezzo della retta?
Id: 29213 Data: 08/12/2014 23:27:51
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Fiocco
Cavalli alti nell’autunno porte di azzurro limpido lavato e vapore in nebbia grigio perla nube di lana Il naso oltre le sbarre la bambina guance rosse e nocchie pieghe di bianco contro il ferro nastro di nuvole negli occhi — scorrono e un berretto giallo sulla fronte Sei fiocchi tra le sbarre e la villa cadono raso nero per la dama scarmigliata sei fiocchi le soffocano il busto la bimba ne vede uno soltanto bianco di neve
Id: 29159 Data: 05/12/2014 03:08:51
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Conto - Addiction
Chi sei – niente fretta non sfilo la ruota distratta per me al riprogramma Chi sei – ora aspetto non sfido mi affido speranza o padella è rimasta nel sacco Non spezzo il traguardo rinnovo del taglio – paura divisa Mercurio di orecchio − cancrena dell’occhio o inverso nascosto lo stesso ululato? Cadute abissali ogni volta più dense ti chiedo perdono o regalo per dare la torre o la trave o il martirio riposto nell’antro distorto? Segnale da faro sirena impigliata alle corde fricate bloccate attutite in cerniere di denti orecchie voltate e mani a ogni passo più ruvide e dentro eppure mai freddo davvero Chi eri e chi vuoi? Arrocco di stelle-mucose malate di notti schiarite per forza rapprese in coaguli eterni di veli e ora ferme suffissi ammuffiti in soffitte inchiodate alla stessa matassa obliqua di fili e di ragni Matrice che morde matrice che nutre Veleno e Torpore stupita o stuprata − lo stesso prefisso diverso ogni volta il tuo numero primo ogni volta infinito stringato in giacigli spirali di blu sangue-morto Dolore il tuo bacio e più del tuo bacio Dolore svelarlo Alla gola asfissiata − mascella indurita al cavallo del giogo e la giostra nebbiosa ora scelgo – ora scendo un giro un ritorno un tranello e non basta e ora basta e ora ferma ora afferro quell’ultimo salto nel giro del mio pugno aperto e la mano schiacciata e la penna trafitta o il colore azzittito il martello nel lago il coltello nel tempio − ora scendo Ora tolgo − ora afferro quel giro di ulivo e la quiete e la siepe e il sepolcro al coperto Nel fondo del pozzo c’è il pozzo e ora io nel fondo del pozzo c’è l’olio e la lampada è qui E ora scendo − chi c’è? Per ogni suffisso un prefisso e un numero nuovo per due case vecchie e nessuno di là il filo interrotto nell’ago − ora scendo Nel fondo del pozzo c’è l’olio l’allume e il metallo nel lago il martello − lo porto con me che sia per il chiodo o la testa un colpo alla cruna − uno squarcio alla panca la melma del pozzo fu culla e la foglia del pollice avrà ancora salti e sorrisi e gorgheggi di loto Nel fondo del pozzo c’è posto soltanto per me Tutta Intera: altezza menzogna e barlume che cada anche l’olio e s’interri il coltello la lampada incendia e trafigge − ora scendo Mi basta, Ora: il conto!
Id: 29101 Data: 01/12/2014 23:21:02
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Comparsa
Incensi e la tua battuta madre mima il volo sbeccato agli angoli qua e là — unto di noia Pretendi uno stupito grazie ormeggi nuovi e calici levati bordi oro Ma il posto delle prove oggi fa il giro impeccabile il costume — come sempre al posto della piazza oggi si gira nei vicoli e si gratta il volo zoppo e il fondo pettinato in onde grasse Non sfiora l’occhio — cede appena inetto al tuffo e uguale alla scalata sussurrano del tuo vestito–cielo ringiovanito e pronto — come sempre e al posto della rete oggi c’è il suolo — attento! potresti scivolare come un re
Id: 29021 Data: 27/11/2014 16:55:35
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Giunta
Quiete e un ventaglio di spigoli aperti — trafitti Ritorno passo scaleno in identico intermezzo tra l’arrivo e il segno: il mare denso di fiumi in braccia nere lontane orme di abisso e in mezzo il cielo spiegato in vela franca e scoperchiato in sogno. E in mezzo io dritta scarnata e giunta in nuvola di carne e sangue asciutto salto di gatto oltre la gola e un cimitero uguale per scatole discrete Guardo oltre la crepa il solco di altre case in altre sere ognuna un fuoco all’alba e un filo al giorno ognuna occhi e lingua e orecchie calme Resto seduta in piedi in cima avvolta aperta accordo all’imperfetto questa voce e all’eco del rifugio offro la schiena che mi colpisca pure!
Id: 28972 Data: 26/11/2014 00:20:14
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Lultima
Era. Sì, era l’ultima — come me ma di cosa? Era. Sì, il vecchio e il nuovo marciti insieme come l’oleandro Palude zuccherosa per mescolarmi il veleno peccato però — e sì che mi piace preferisco l’amaro e il sale Bevilo Tu mi hanno recitato qualche buona maniera Io — intanto sciacquo il bicchiere
Id: 28970 Data: 25/11/2014 22:52:41
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