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Ci vuole tempo
Mi hai tagliato come un coltello affilato di fresco
Mi hai abbandonato come un paio di scarpe vecchie (ma io ero giovane) logore ma così comode che è meglio non gettarle via
MI hai usato sino alla consunzione senza rispetto e mi usi ancora per quanto può servirti
Altro da mille anni il tuo gioco e il tuo sorriso veri
Niente vedi di me se non talvolta sorprendentemente
Come ho permesso questo scempio di me?: ero distratta ad amarti
E quando improvvisamente ho compreso l’imbroglio grossolano che come una ragnatela ho tessuto raccontando a me stessa la fiaba di un amore che c’era per me soltanto giustificando ogni tua evidente mistificazione
sono rimasta lì
al tappeto
come un pugile suonato
immobile
per la prima volta vinta
Perché non ti lascio? te lo dirò domani quando sarò più libera e più forte
Ci vuole tempo per smettere di amare l’amore della vita
Ci vuole tempo per imparare ad amarsi
Id: 66216 Data: 13/07/2022 09:20:28
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Indossami
“Indossami”
Poterti indossare come un vestito guardare il mondo con i tuoi occhi e scoprirmi migliore Ascoltare i tuoi pensieri Quelli che nessuno può sentire senza strappi senza che l’urlo inorridito soffochi la bocca
Spezzare l’ansia Oltre il tempo che imbroglia le carte quieta planare paga del senso di piacermi senza voler sapere tutto
Sbagliare è il gioco degli specchi
È l’onestà di essere la forza e la condanna del mio vivere: INDOSSAMI
Id: 66215 Data: 13/07/2022 09:15:31
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Il Cavatore Supremo
La conca azzurra del cielo
abbraccia fredda
il candore delle mie cave
l’infaticabile sudore
che copre l’inverno
e brilla al sole più vicino
là
dove si tocca l’infinito
e l’armonia si veste
del taglio che domani
mani silenziose e voraci
comporranno di forma
e di chiarezza
La conca del silenzio
si spezza
incrinata dai singulti
di perle di diamante
collane di fatica
tra le dita grigie della nebbia
nei giorni perduti
e la polvere bianca s’impasta
nell’acqua che scola
e ancora di bianco
scivola
sulla bancata
E’ sotto il mondo
sopra
soltanto l’universo
e tu
il mio cavatore supremo
che nell’ultimo volo
mi hai lasciato
una carezza bianca
di vento e nostalgia
Id: 23525 Data: 16/12/2013 19:45:20
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“ La prima neve ”
“ La prima neve ”
Bianca la prima neve tesse la trina e il manto si dilata nel silenzio soffici piume frantuma un cielo pietrificato che spiove malinconico e si sfà di nostalgia
Sinuosa serpeggia questa via s’arrampica a raccogliere un sorriso che schiara e scalda
C’è luce nella sala smerigliata e la tavola imbandita svapora la fragranza di un tepore profumato riflesso nel riverbero dorato del cristallo
Non con me ma dentro me il tuo sapore – la tua essenza -
Annuso, assaggio, lecco ed assaporo gusto e il gusto si colora, s’accende e stacca l’acino prezioso che chicco dopo chicco raccoglie l’uva
Rosato, tenero, soave come una carezza - la senti, si, anche così lontano ? – riposa su un letto di pera profumato tra verdi coriandoli e mezzelune d’arancio
Spezzo tra le dita il frutto dorato del grano - e lecco le tue labbra – così l’attimo rapisce il tempo scioglie lo spazio e ti riporta qui
Mi imbocchi e il sapore di rosse pernici insanguina le labbra insaziate come le tue mani e questa sinfonia d’odori rimescola la voglia che ho di te
Raccogli il volto tra le dita – come un frutto appena lavato – lo porti sulle labbra e mordi appena poi suggi e lecchi e come miele mi assapori
E’ presto ancora per lasciar la neve ad ammucchiarsi sulla strada a ricamare gli alberi dimentica
Sento la carne sciogliersi sul mio palato e tu così lontano torni - piano mi abbracci – e la mia carne con la tua una sola carne a rotolarsi lasciva tra candide tovaglie e tremuli cristalli
Il vino spande profumo di more e la mia nuca bruna ondeggia tra i tavoli - appare e scompare – cullandoti
Dolce come un soufflè – morbido e profumato – riposa su di te il mio corpo abbandonato tra il ricamo dello zucchero e il velo bianco della brina
Vedo bianca la neve ha capovolto il cielo rovesciato sulle case tra i tetti e un negativo di ombre grigie indugia a farsi luce e arcobaleno nel chiaro scuro dei tuoi occhi nel lucore rosato delle tue labbra
Lascio che il sogno segua la sua corsa si tuffi nell’ebrezza tra i riflessi rubino del liquore che bagna le mie labbra innamorate di te e del tuo amore
La neve non ha dimenticato un lembo di terra così come il mio cuore ogni fiocco ha tessuto il mondo di una nuova veste il desiderio di te ha preso la mia mano come la neve - silenziosa - ogni lembo di te ho ricamato
Franca Dusca Petacchi
Id: 2545 Data: 06/08/2009 10:22:44
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“ Rizié il Cavatore ”
“ Rizié il Cavatore ”
Per ritrovarti inseguo la via bianca e serpeggiante a tagliare come un coltello impalpabile la roccia che si alza e va a toccare il cielo
Si arrampica il cartiglio impolverato ed io – la gola bianca offerta – il capo rovesciato appena a cogliere quel movimento che ti ha lasciato al mondo ricordo immacolato
Salgo e la via si fa più stretta ma poi un respiro improvviso e ti ritrovo immoto immortale stretto avvinghiato a quella corda che non t’ha salvato e il libro aperto sbiadito di parole a dire al mondo silenzioso il clamore della vita che hai lasciato
Accarezzo il basamento e guardo su - il marmo che hai amato- aggrapparsi come una mano bianca al cielo e salgo mi immergo in questo mare rovesciato e cristallino
Odo le voci dei miei avi e il grido di dolore mi frantuma il cuore come il cristallo di quarzo sbriciola la roccia
Respiro il silenzio del tempo nel tramonto e il dorato lucore abbraccia d’un abbraccio immacolato come una chiesa la tua cava la mia cava sacra
C’eran punciotti tra i miei giochi nel cortile da bambina e i botti delle mine le sirene e poi il silenzio dei singhiozzi e le storie le nottate e il taglio al verso e il contro in testa il difetto e il finimento la sugna per pulire gli scarponi e la pioggia la neve e il gelo e tu contadino di montagne a coglier l’acqua a coltivar la roccia e il duro grano bianco
Quanti raccolti frantumati quante stagioni perse e tagli presi senza domeniche nè feste e mio fratello - il bagascio – a spalar rena
Vedo lontano l’oro del cielo sciogliersi nel mare e l’ombra dondolante di mio padre arrampicarsi sulla vetta Non si è perdonato mai gli anni che non ti ha vissuto accanto ti sei portato via di lui anche i rari sorrisi
Pure in questa famiglia di donne gli uomini hanno indicato la via che sale stretta e silenziosa e bianca e dato amore infinito alla cava forse perchè anche la cava è una femmina : bella enigmatica feconda capricciosa ed infedele come potresti non amarla ?
Franca Dusca Petacchi
Id: 2544 Data: 06/08/2009 10:21:41
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Anna è viva
“ Anna è viva ” ad Anna Politoskaia
Io non so se anche tu hai sentito il canto stregato della pioggia che cade la sera in un giardino frondoso d’estate So che ti ha abbracciata stretta il gelo dell’inverno e che hai amato la tua terra come amo la mia e hai cercato di difenderla
Come le donne di questo secolo scontroso - moglie e madre come un tempo - hai consumato le tue scarpe tra gente che incontravi e volevi aiutare C’erano giorni che il cuore l’avresti gettato - altera – nella mischia senza paura di perderlo, - altri – che il coraggio più grande più eroico era tenerselo nel petto anche se faceva così male
Non ho conosciuto di te che la tua storia e ciò che hai voluto raccontare ma mi è bastato incontrarti tra le parole stampate per sentirti sorella per essere una volta più di sempre orgogliosa di essere una donna
I cani che hai incontrato che hanno strappato le tue carni morranno nell’oblio un’occasione - l’unica per loro – sprecata buttata Tu della tua vita hai lasciato oltre il fiato marchiato di parole che restano i gesti umili e grandi dei Giusti Così la tua morte è la tua vita una vita che non si è perduta dimenticata una vita che si rinnova come la terra ad ogni stagione come la madre Russia che hai cercato di salvare
Vorrei averti incontrato per dirti solo una parola “grazie” e lo ripeto stanotte nel buio dei miei pensieri di luce e di tenebra e ti ascolto nella lotta che hai combattuto e mi dico, Anna : “ oltre il tempo, al di là del tempo Anna è viva”
Franca Dusca Petacchi
Domenica 21 Giugno 2009 ore 19,50
Id: 2543 Data: 06/08/2009 10:12:42
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