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In un quieto miraggio di maggio
oscure pause al tuo lungo parlare,
lunghe pause di vita da vivere ancora
ma l'occhio, ferito da un bieco riflesso
di flebile onda, parole sospese ti diede:
-... ai morti, a loro che andranno nel tempo,
agli amori perduti per poco
per gioco
di altre illusioni...
Nel fondo del lago la melma ristagna
di anguste mute di fango
e dal cielo lo specchio di perla del sole
inganna l'azzurro e sembra cristallo
nel fuoco di mille colori disperso.
Avrei voluto fermare il tuo dolore
che ora tornava visibile segno
di antico pegno che tu non pagasti,
ma se paiono grandi al ricordo
i nomi o le voci di chi ci ha lasciato
è per vezzo crudele
che crede alla luce riflessa del lago
e mai pone mente
alla melma che dentro ristagna.