I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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A casa
A casa. Poi si va a casa. L’ascensore, contare i minuti, la chiave nella toppa, il divano scuro, le pareti, (com’è freddo questo studio) accendo la luce vedo sullo scrittoio i soliti fogli scarabocchiati, chiudo gli occhi, (fuori il vento grida) la canzone preferita in mente, un viaggio, un desiderio, passarti le dita tra i capelli, lontano da occhi estranei, illudersi che sia concesso seguire i tuoi passi, di nascosto osservarti con la coda dell’occhio, quando poi ti avvicini, quando mi parli, sentire comprendere troppo.
Id: 58185 Data: 21/04/2020 16:33:34
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Ritorno
E' gradita la prenotazione per rimanere in bilico sul ciglio a osservare il vuoto temere il turno la volta giusta il fondo impervio della scarpata dove respira il fiore amaro.
Dietro lo schermo di vapore zampilla la forza di riavviare il domani il tempo che brucia in sintonia col vento scompiglia la chioma e la mente calcificata in prismi di colpa.
Id: 36695 Data: 06/03/2016 16:27:19
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Tu non saprai mai
Tu non saprai mai
Tu non saprai mai: una curva non segnata mi ha precipitato chissà dove, lungo gli argini del fiume in secca, e giù, tra sassi e spine.
Ora i fari sono spenti, intorno ai rottami solo la notte, e il sangue cola sul viso a incorniciare il dolore, come pochi giorni prima, nel rendermi conto che parte di me era scivolata nel dirupo scavato in mezzo a noi dal tempo.
Id: 31730 Data: 02/04/2015 20:47:32
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Lungomare
Lungomare Fuori dalla finestra l’estate infuocata, un cielo azzurro lieve. Ma dentro, maree invernali senza colore percuotono gli scogli. Passeggio sul lungomare vuoto tra gli odori del passato. Cerco il tuo terribile sorriso, sanguina il muretto custode dei miei passi. Il destino ci ha oppressi: un sole ghiacciato, lentamente, percorre con noi la volta dell’esistenza. Mi cammini davanti e non ascolti: ti vedo sfiorire nel campo muto dei ricordi.
Id: 31594 Data: 25/03/2015 21:33:30
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Corpo lontano
Corpo lontano Al disvelarsi, all’orizzonte, dell’ennesimo giorno, i pensieri percorrono il tuo corpo lontano. Stelle filanti - spezzoni di vecchi ricordi - pettinano languide la tua pelle. Per essa, il sangue cozzò sulle pareti annerite d’un cuore insterilito. Per essa, brandelli fuori misura turbinarono rapidi tra queste sabbie. Tu, adesso, non sei che segno distante, memoria nuda, pura. Memoria, sai, che cede agli strappi del tempo, inutile, come corpo ormai lontano.
Id: 30950 Data: 01/03/2015 23:57:48
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gelosia
Gelosia
Mi ha sentito pronunciare quel nome,
respirarlo sul derma del mare.
Adesso piange:
sa che nulla rimarrà
del tempo trascorso,
della notte,
della pioggia di rame che saltellava tra i capelli.
Sa che non v'è più niente.
Solo un respiro ondeggia in superficie,
sussurra un nome colore del ferro,
un pianto sommesso.
Id: 24329 Data: 11/02/2014 12:41:44
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Bianco e nero
Bianco e nero
Guardando una foto di Guillaume Apollinaire e Madeline Pagés a Orano nel 1916
Bianco e nero non sanno celare il dolore. Lei è bianca e sorride, sorriso che profuma d’estate e Oriente: non conosce il retrogusto dei giorni che pendono alle sue spalle. Soltanto il poeta vede: rimane indietro, a contemplare la malinconia di giorni che passano sotto un ponte. Non sorride: vi è solo dolore nel bianco e nel nero.
Id: 17434 Data: 07/11/2012 23:44:07
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