I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Autostrada
La tua schiena, un autostrada deserta, da percorrere un sospiro alla volta, facendo l'autostop per ricongiungermi al tuo seducente collo.
Le tue mani indomite ti esplorano e guidano le mie ben oltre i nostri pensieri, ed io respiro i tuoi capelli distesi sulla tua pelle salata. Mi nutro di te, mentre tu mi volti, portando alla mia attenzione ravvicinati panorami non lineari.
Curve sconnesse disegnano una mappa già percorsa per tuo diletto, mentre l'occhio mio non vedeva altro che la tua spalla.
Ritorno su quei sentieri, accompagnato dalle tue mani, esperte sommelier del tuo corpo, che morso dopo morso assaporo tutto.
Gemiti e scalpiti e scalpiti, mentre soffusi e avvolti i nostri corpi si nutrono a vicenda, si invertono e stringono, poi sguisciano e in fine si ricongiungono, in un bacio, lento, quasi noioso, dovuto, ambito quasi desiderato, esploso con l'ultimo soffio di forza rimasto.
Id: 59337 Data: 05/07/2020 19:01:52
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Il mio volo in un sogno blu
Vivo in uno stato di incertezza permanente, a metà strada tra l'incapacità di relazionarmi con gli altri e la mancata possibilità (e spesso voglia) di uscire, relazionarmi con altri. Sono al vecchio crocevia, ma il diavolo che mi aspetta si prenderà la mia anima senza inganno, senza offrirmi nulla in cambio. Dinanzi a me s'impenna una eterna angoscia logora, sporca, marcia, mi affanna e mi affama d'amore, mi conduce al sound del sud, con dove il cane incontra il sole e il fischio antico del treno riempie ancora l'aria si diffonde oltre le pareti la terra sotto i miei piedi s'increspa e si spalancano i cancelli dell'ade, l'inferno è sotto casa. Provo a sfuggirgli, ma il demone mi insegue mi colpisce dritto al cuore, cupido infame con la mira sbagliata, mi condanni ad amare i suoi occhi, il suo sorriso il suo culo rotondo e perfetto, che le accarezza i capelli ramati. Diceva il vecchio cane, che il blues è un uomo buono che soffre da morire per la donna che amava un tempo, per la donna che non c'è più e dopo mesi di un corteggiamento latente che lei neanche ha notato, un vecchio diavolo mi presenta un nuovo conto da pagare. Nulla di nuovo, nulla di ignoto, era già tutto nel mio calcolo anticipato per voce di quel vecchio cane che mi condusse al crocevia.
Id: 53194 Data: 26/04/2019 12:17:50
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Supplizio
Quante volte ho preferito l''amaro sapore di incerte delusioni al sapore dolciastro di una certa serenità.
Quante volte ho preferito una calma apparente, imprigionata nell'occhio del ciclone, appena preceduta e immediatamente succeduta ad una preannunciata tempesta permanente.
Quante volte sono sfuggito alla consapevolezza che quel tempo onirico si sarebbe infranto in mille cristalli affilati come lame di rasoio.
Quanti sobbalzi hanno placato l'ineluttabile divenire dell'essere, la manifestazione terrena di una realtà che non m'appartiene e quante lacrime hanno provato in vano a scavare un sentiero su di un cuore ormai inaridito, per lavare via un la polvere di un passato che volevo rinnegare ma non riuscivo ad abbandonare.
Quante volte ho provato a rinchiudere il mio dolore in un baule, aggiungendo catene su catene, provando a nasconderlo negli anfratti più oscuri e irraggiungibili della mia anima, nei microscopici frammenti del mio cuore infranto, nell'illusoria essenza di un unica entità ormai perdura, senza mai riuscire ad imbrigliare realmente la sua natura eterea che trascende le pareti e risale dagli abissi.
Quante volte ho saccheggiato la mia mente rincorrendo pensieri, ricercando idee, parole scritte in una lingua mai esistita e trasmutate in una criptica incisione funesta sulle porose pareti del mio cuore, inaridito e strabordante di sogni infranti.
Quante volte ho provato chiudere gli occhi, a mettere ordine nell'accecante oscurità del vuoto cosmico che avvolge e distrugge la mia vita lasciando d'essa, soltanto l'amaro sospiro riposto in uno fetido baule di legno, marcio, come le mie ossa stanche, prigione eterna della mia anima rampicante, infestata dai mille scheletri del mio passato in un supplizio che non conosce fine.
Id: 50811 Data: 08/10/2018 14:57:35
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Perduto dentro un sogno
C'è stato un tempo in cui ho giocato ad inventare parole senza mai imparare a dire, parlare, comunicare. Ho cercato di dar forma a pensieri cercando immagini, creando ricordi di un mondo che non mi apparteneva, che non apparteneva a questa realtà. Ho cercato di dar fiato alle mie sensazioni, alle mie emozioni, ai miei sentimenti, ed ho inseguito un sogno, ben oltre i confini del mondo onirico, dove ogni cosa ha l'incertezza di essere, e la consistenza delle nuvole. Ho trascianto quel sogno alla luce del sole, stringendolo, forte al petto come solo un genitore può stringere un figlio, ma a nulla è valso e in fine l'ho visto svanire lentamente, divorato dal tempo che lo avvolgeva nell'ombra di un lontano e perduto ricordo. Così, ho inventato nuove parole, trascendendo il senso di questo mondo e questa mia esistenza, cercando un segno, un nome, un volto. Una prova, anche fosse solo illusoria della sua esistenza. Ho cercato il suo sguardo nel sole calante che all'orizzonte si tuffa nel mare, ho cercato i suoi capelli tra le onde dorate e increspate dal vento, ed ho udito la sua voce tra le onde che si infrangono sugli scogli. Ed ora che nel sogno scrivo e do forma a queste mie parole, so che quel tempo e il senso di queste parole non andranno perduti e non andranno sprecati.
Id: 43871 Data: 20/08/2017 23:52:28
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Mi manchi
è un po che non ci parliamo, anzi, è un po che non mi parli, non so se ti ho fatto qualcosa, se in qualche modo ti ho offesa o se semplicemente ti sei stancata di me e della mia eterna indecisione. Sappi solo che mi mancano i tuoi occhi, mi manca il tuo sorriso, che per me era il più bello del mondo. Mi manca la tua voce, anche se non parlavamo poi così tanto, ma più di tutto, mi manca il sogno, mi manca il sogno di averi e la speranza di poter essere tuo, la speranza di non essere scartato ne messo da parte. Il mio cuore ti apparteneva e ti apparterrà sempre, anche se ormai siamo lontani, anche se non siamo mai stati tanto vicini, perché per me sei stata importante, per me sei stata qualcuno, e nel mio affollatissimo cuore quel qualcuno era ed è tutto. Ma in quella dimensione, caotica e affollata, che è la stanza più interna del mio cuore, ci sarà sempre un posto per te, per quella ragazza meravigliosa che sei e che un giorno, sorridendo un po intimidita, mi rivelò il suo nome rendendomi felice, anche se solo per quell'istante. Scrivo queste parole perché tutti sono qualcuno, e a volte, senza che ci sia un reale motivo, senza un perché, capita di sentirsi abbattuti, capita di ripensare ad una persona che c'era o che avrebbe potuto esserci, e in quei momenti in cui sogni e ricordi si mescolano tra loro, capita che nasca un pensiero. Roberto Vecchioni, in una di quelle sere scrisse una delle sue canzoni d'amore più belle, si intitola "mi manchi", ma io non sono vecchioni, non sono neanche un frammento della sua ombra, ma in una di quelle sere, ho voluto buttare giù queste parole. Perché anche se lei non c'è mai stata realmente, è stata qualcuno, e quel qualcuno, mi manca.
Id: 41052 Data: 16/01/2017 00:23:25
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Lultimo viaggio
non ci eravamo ancora salutati e già sentivo la tua mancanza, non eri ancora andata via che già percepivo la tua assenza, e il pensiero di quei mesi che, senza te, sembravano secoli, mai ottobre fu più lontano, mai un'estate più lunga e vuota, mai nessuno avrei immaginato potesse mancarmi tanto, mai nessuno avrei immaginato potesse diventare così importante per me, in così poco tempo, e mentre ti vedo scendere dall'ultimo treno insieme, nel momento dell'ultimo viaggio ritorno indietro a quella prima volta, regalandomi ancora una volta, la la gioia infinita di un tuo abbraccio, ed un sorriso.
Id: 32623 Data: 23/05/2015 15:20:17
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uno per ogni volta
Un filo, un laccio, un bracciale, un cappio al polso come fosse il mio collo, uno per ogni volta che ho pianto, anzi, uno per ogni donna per cui ho pianto, uno per ogni volta che mi sono innamorato, un nodo alla gola per ogni volta che non sono stato ricambiato. Un bracciale, leato al polso per ricordare, un cappio di corda o di pago per non dimenticare, li lego al polso quando soffro, li lego e spero che quelloo sarà l'ultimo, che magari ne cambierò qualcuno, ma non ce n'è saranno ancora. Un bracciale per ogni volta che mi racconto la stessa storia, uno per ogni volta che mi sono innmorato, uno per ogni volta che ho capito che fosse finita, uno per ogni volta che ho desiderato farla finita, un bracciale per ogni volta che sono morto, e anche se fossi un gatto, ce n'è qualcuno di troppo.
Id: 31873 Data: 10/04/2015 19:19:00
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Soli
non siamo altro che la sommatoria di rimpianti e delusioni, esseri insensibili ed egoisti convinti che il mondo sia un posto per loro, che la ricerca della felicità li porterà da qualche parte, rifiutandosi di accettare l'unica verità inequivocabile, siamo noi e noi soltanto, miliardi di esseri isolati in mezzo ad una folla, siamo noi e noi soltanto, l'unica persona su cui poter contare, l'unica che non possiamo ferire, l'unica che non potrà mai ferirci, neanche per errore
Id: 31799 Data: 07/04/2015 09:56:49
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Dieci anni
sono passati ormai quasi dieci anni dalla prima volta che mi sono sentito "così", sono passati quasi dieci anni dalla prima volta che mi sono detto "dai , la prossima volta andrà meglio", non era "lei", "è stato solo un'abbaglio". Sono passati dieci anni da quando per la prima volta "lei" mi apparve in sogno, e da allora non ho smesso di cercarla o aspettarla, in vano, senza mai incontrarla, senza mai avvicinarmi. E in tutto questo tempo, una quantità infinita di nomi e volti si sono susseguiti, ma nessuno era reale, si trattava di mere ombre, spettri che non appartenevano al mio mondo, passati da qui, solo per tormentarmi. Sono passati dieci anni dalla prima volta che mi innamorai, e piansi per amore, e in tutto questo temo, non ho mai smesso di piangere e star male, di tanto in tanto mi sono illuso che la fine potesse essere vicina, che finalmente la persona che cerco e che aspetto da tutta la vita fosse appena dietro l'angolo, e puntualmente era l'angolo sbagliato. Sono dieci anni che giro a vuoto, in cerca di qualcuno che forse non esiste, per la strada si susseguono volti e nomi sconosciuti che mi invitano a cercare altrove, che gli dispiace, ma non è lei la persona che cerco, che prima o poi la persona che cerco arriverà, ed io da dieci anni fingo di crederci. Ma dopo dieci anni di colpi bassi, non credo di avere più la forza di reagire, questa volta non riesco a rialzarmi, ma non perché lei sia chissà chi, è solo un nome, l'ennesimo nome in un lungo elenco, ma questa volta, per qualche motivo che non riesco a comprendere, sta facendo più male e più a lungo.
Id: 31690 Data: 30/03/2015 19:58:12
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Incubo in abito da sposa
C'è un'unica differenza tra un sogno ed un'incubo, una volta finiti, quando riapriamo gli occhi e torniamo alla realtà, il sogno vola via, ma noi lo stringiamo, cerchiamo di trattenerlo, di prolungarlo il più a lungo possibile, ma senza successo.
L'incubo invece, è lui ad avvinghiarsi a noi, a stringerci e trattenerci, fino a toglierci il fiato.
Ma la verità, è che non c'è alcuna differenza tra i due, ed i sogni , anche i più belli, non sono altro che incubi in abito da sposa.
Fortunatamente però, anche il più bello degli incubi, prima o poi, dovrà terminare, lasciandosi alle spalle, soltanto un grande vuoto ed un senso di incompletezza, che da forma alla realtà.
Id: 31672 Data: 29/03/2015 23:07:07
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Disillusione
Ma che razza di idiota bisogna essere, per credere in un sogno sognato tanti anni fa ? ma che razza di idiota bisogna essere, per poter credere colei che apparve in quel tuo sogno fosse reale ? Ma che razza di idiota bisogna essere, per passare la vita a cercare, rincorrere e aspettare quell'ombra, sussurrando un nome che forse neanche esiste, per poi, di tanto in tanto, cadere nel baratro della realtà, e in quella oscurità accecante riaprire gli occhi, rendersi conto che lei non esiste, non è mai esistita e forse non esisterà mai. Ma che razza di idiota bisogna essere, per credere che la realtà possa essere questa ? ma che razza di idiota bisogna essere, per rinunciare chiudere gli occhi e non vedere più nulla, per rinunciare ad un sogno, a rinunciare a lei, soltanto perché il suo volto non è ancora ben delineato, e il suo nome si confonde, si nasconde tra mille altri e la sua ombra si perde nella memoria. Ma che razza di idiota bisogna essere, per credere che la realtà possa coincidere col sogno, e sperare o fingere di non sapere, di non vedere e di non capire. Ma che razza di idiota bisogna essere, per aprire gli occhi ed accettare la realtà.
Id: 31653 Data: 28/03/2015 20:47:09
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Memoria di una guerra vista da un giovane vecchio
nun tenev riece'anne quann venettn e surdate alluccavn che fucil mman si t'acchiappavn, t'o puntavn nguoll a gent fujev alluccav e surdat nun s'capev ca bulevn chill'ajer ern cumpagn e mo c'mettn e fucil mfacc sti surdat so genta stran ij pensav mentr m'annascunnev rind a rott chisti cca c bonn a nuj nuj nun tnimm manc c'mangià nu poc e vin e duj pullast quatt pisc e miezu purp sann'pijat pur chell i m'arricord ca papà teneva nu purcieddu bell chiattu chiattu e ij che frat mij
( avita sapè, mo vo ddic song o primm e riec frat quatt ommn e tre femmn chillati duj so muort appen lassarn a mammà )
ascpettavn o moment ro sguzza già c'alliccavn e baff cu tutta chella carn, c'avevma sazzia e invec no so venut chilli là semp ngazzat, semp nrvus allucc a cca, allucc a la na matin na vecchj s scfastrej e dicett "ne marschà, ma c'tnit semp r'alluccà" e chi sap mo chella vichjarell arò stà sall'ann purtat e chi l'a vist chiù s'ann purtat pur e gallin e quatt puorc ma u nuost no chill papà er furb o nascunnett aret e vott vecchj chell senza vin e cert, nuj sul chell sul tenevn o vin sel'ern veppt e surdat chisap a quanta tiemp stann cca i numm arricord o nonn e muort e a nonna pur e pur chillu zij ca numm arricord o nnom ma na matin ch'bellu juorn me so scetat e quatt aveva ra fa o pan, pecchè o guaglion ro furn er malat e mentr jev, veriett che i surdat se ne fujevn e ij dicett a mastu cicc mastu cicc èr o mast panettier ne o ci, ma sticcà a ro vann pare ca s stann cacann sott chi ce sta allà ca mett a paur e surdat e mbe ricette mastu cicc sì nunn o saj tu pecchè l'avessa sape ij nunn o bir ca stong ca cu ttic e ce facettm na resat pe quacc juorn nun se verettn e surdat e po nu bellu juorn i c scpass e surdat nuov, bell lor, ce revn e cuculat e ccriatur ern cuntent è zzumpavn nguoll bell bell nunn l'ajj mic cappit ch'è succies o frat pzzrill s'er fatt ruoss e nonn ern muort chi sap ch'è succies e surdat so cagnat e ij, che frat e che sor mij c'avimm finalment maggnat o puorc
ma secondo me nunn er o stess, papà ricev chill' o puorc camp n'ann ma si o puorc camp n'ann, allor, è passat sul 'ann a quand' so venut ca e surdat sta cos a me, me parz semp stran comm'è stu fatt, so cinc anne ca teng semp nov' anne chill papà, er furb, e ij mo ca teng sittant ann, vabbuò, facimm uttant m n so jut a scol e m'agg laureat, ca te crir ca so fess, ij a werr l'agg vista ra criature, ca se facev ruoss e mo ca so nu viecch m'arrecord tutt cos m'arricord quanta nfam ce cuntavn e surdat, arò annascunnevn o bin e o puorc e lor s'pijavn na part m'arricord ca papà se scetava e quatt ra matin e zittu zittu se vennev e puorc ruoss e cca lassava sul e pizzridd purtav quatt sord a cas p'accattà e pisc e ppan se vennev e puorc pa c'fa campa a tutt quant pe ce da n'istruzion pe ce manna alla scuola e io maggiore dei figli in questo non l'ho mai deluso mi sono laureato con il massimo dei voti, e sono diventato insegnante ma c're stè facc, non lo sapevate che l'italiano io lo conosco bene ma i ricordi di un giovane vecchio sono in quella lingua, in quel dialetto i miei ricordi sono confusi se provo a tradurli, ma sono chiari nella lingua che parlavo in quel tempo sono confusi dagli anni, dai sogni e dalle paure ho visto la guerra, ho visto la morte con i miei occhi, ed ora settant'anni dopo la vedo nuovamente, ma questa volta è in festa, lavora poco, non si affanna, e mi saluta "eccomi a te arrivo", presto ci rincontreremo ed io pagherò il mio debbito a mastu cicc c'a chella nott se piglat na scarrecat e fucil tutta mpiett
Id: 12350 Data: 27/01/2012 15:20:15
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Guarda mio amore
Guarda mio amore, il sole tramonta anche sugli occhi stanchi degli affamati,
guarda mio amore le stelle se fossero ferme illuminerebbero il cielo notturno, ed è così che la notte di chi è solo apparirebbe meno fredda, meno lunga,
guarda mio amore, posso cercarti anche di notte posso vedere il tuo sorriso tra quei miliardi di soli
guarda mio amore, ti cercherò di giorno, mentre gli altri vivono
e sta sicura amore che se esisti, se è vero che esisti io ti troverò
Id: 10828 Data: 01/11/2011 20:44:07
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Solitaria Stella
col passare del tempo, man mano che conosco il genere umano, mi sento sempre più simile alle stelle, meravigliose da vedere, ma soltanto da lontano, perché superata una certa distanza, se ci si avvicina troppo, il loro calore eccessivo rischia di bruciare e distrugge ogni cosa.
per le stelle non ci sarà mai amore, ed il loro calore è destinato a spegnersi, nel solitario gelo del cosmo.
Id: 10045 Data: 15/09/2011 12:51:50
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Stelle
le stelle vanno le stelle vengono stelle che muoiono di giorno e poi rinascono per accompagnarci quando siamo soli e fuori c'è la notte stelle fari eterni e luminosi guide instancabili dei marinai sanchi
stelle, e stelle, e stelle che sono granelli d'oro e puoi tenerne mille in una mano e mai nessuna da accarezzare
stelle, e stelle, e stelle mai troppo lontane da non essere viste che e ci raggiungono quando sono stanche bruciano nel nostro cielo perchè qualcuno le guardi
stelle, e stelle, e stelle che brillano solo per chi le ammira e chi non punta il naso verso l'alto ? chi almeno una volta non ha espresso un desiderio
stelle, e stelle, e stelle mai tanto belle come in questa notte mai tante stelle han danzato in una notte
stelle, e stelle, e stelle dove siete amiche stelle non verrete a dirmi che è già giunto il giorno
Id: 9030 Data: 27/06/2011 15:42:25
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Nirvana
immagina di vivere per anni nell'oscurità i tuoi occhi si abituano alla penombra poi, un giorno, ti incammini lungo una qualche strada e alla fine di essa il sole illumina un meraviglioso giardino appena arrivi non capisci di cosa si tratti è tutto così abbagliante i tuoi occhi sembra che brucino gli odori sono forti sembra quasi di essere sotto l'effetto dell'LSD poi, poco alla volta ti abitui a quella luce cominci a distinguere i colori le sagome, persino gli odori si distinguono improvvisamente non è più tutto caotico ma tutto è sembra al suo posto puoi vedere il masso su cui hai inciampato o la fossa in cui eri caduto puoi vedere le api che ti hanno punto quando hai urtato il loro alveare puoi persino vedere il mostro che ringhiava e ti spaventava fin da quando eri bambino ma poi ti accorgi che è solo un un cucciolo che vuole giocare questo è il mio nirvana o almeno è questo quello che credo
ma io non l'ho ancora visto sto ancora camminando in quel labirinto sotterraneo nel quale chissà quando mi sono perso e del quale un giorno sperro di trovarne l'uscita
Id: 8842 Data: 13/06/2011 23:08:38
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Infinito
e quando poi ti accorgi che l'infinito non esiste, che è solo una linea sottile che va più in là di dove giungono i tuoi occhi, che stelle anche quelle più lontane sono appena ad un palmo dal tuo naso, e che la tua mente può raggiungerle in ogni istante.
quando la nebbia svanisce e riesci a vedere il tuo riflesso nel grande cielo quando la notte non è più troppo buia e i tuoi occhi fendono le tenebre i tuoi songi , i ricordi, sono spadec affilate e potenti che ti rendono un guerriero invincibile che come dicevano gli "indiani" non combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per loro é chi sacrifica se stesso per il bene degli altri che impegna la sua vita al servizio della sua gente e quella vita p immensa, dura secoli negli occhi nei ricordi, nei racconti nei canti l'infinito è un uomo che non muore a se stesso l'infinito è solo un punto troppo lontano per essere raggiunto ma vicino, nascosto nel cuore di ogni uomo infinita è l'umanità che ci rende veri e vivi infinito è il dio che risiede nei cuori infinita è la via che conduce al paradiso ma il paradiso non è nascosto chissà dove è infinito, ma è qui, sulla terra nel cuore e negli occhi di chi saprà vederlo
Id: 8771 Data: 08/06/2011 21:18:43
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la mia pietra
non sai perchè, non sai come ma capita a volte, in una sera di inizio estate te ne stai lì, seduto a pensare te ne stai lì, a far niente, mentre fissi il vuoto e lei che in quel momento chissà dov'è ti ritorna in mente rivedi i suoi occhi, i suo capelli quelli che non hai mai potuto accarezzare e ti accorgi che in un attimo è passato un anno da quando per la prima volta sentisti il suo nome e pensi che ora lei è lontana che forse non sentirai mai più il suo nome dici sempre che il passato non cambierà che il sole che sorge ogni giorno non è mai lo stesso sole, che non si torna in dietro ma vorresti tornare solo questa volta per non donarle quei fiori per non sapere quel nomee mentre fissi il vuoto le lacrime del tuo cuore si fanno sempre più pesanti e rumorose e la pietra che stringi in mano, ti sembra una piuma poi cominci a ridere e con gli occhi in lacrime ti chiedi a cosa pensavi quando da stupido ti sei innamorato di lei di lei che non ti ha mai guardato di lei che per puro caso conosce il tuo nome di lei di lei di lei e ti ripeti lei, ma non pronunci il nome perché se è senza nome fa meno male ti ripeti non è reale, è uno scherzo della mia mente ma mentre pensi stringi sempre più forte la tua pietra sulla quale hai scritto un nome un nome che non è suo è di nessuno, è vento forte che viene da lì da dove sorge il sole per ricordarti ogni giorno che non si torna in dietro e che dare un nome ad una pietra non serve a niente ma la stringi a te e pensi questa, è la mia pietra
Id: 8761 Data: 07/06/2011 21:49:28
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porte
ci sono porte che sarebbe meglio non aprireperchè sapendo cosa c'è dall'altra parte potremmo desiderarlo ma sulla porta c'è una lastra di vetro e noi non possiam passare restando così soli senza poter raggiungere ciò che desideriamo
Id: 8212 Data: 24/04/2011 19:59:05
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credo che la poesia
credo che la poesia sia l'unica cosa al mondo ad essere realmente libera non ha regole, non ha limiti è inchiostro carta sudore fatica sono immagini, ricordi, riflessi del tempo credo che abbia il potenziale per riscrivere il mondo credo che possa mostrare, raccontare, far sognare chi legge come chi scrive chi sogna come chi ascolta credo che il solo suo limite sia la carta che finisce la penna non può andare oltre ma credo anche che abbia un potenziale infinito capace di smuovere masse di placare le folle capace di riunire attorno ad un fuoco per raccontare una storia credo che la poesia non possa avere regole non possa avere fine sarebbe come fermare un fiume o placare il mare in tempesta
Id: 8198 Data: 23/04/2011 11:35:46
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La rosa senza spine
una rosa senza spine non è un fiore è come l'acqua di fonte senza sapore, senza odore senza colore ma riflette il cielo foglie e nubi
è pura ma non perfetta perfetta la renderebbe anche una sola spina
Id: 8105 Data: 16/04/2011 10:41:20
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Isaac Newton
saluto voi viandanti e lettori, e vado a raccontarvi la strana storia mia, la storia di quel dì che mi sdraiai all'ombra, d'un quercio, o almen, così credevo, ma quercia aimè non era, e dall'albero alla mia testa passo una grossa mela.
Quel dì , da che ricordo parea del tutto stanco e mentre passegiavo, nel parco, a pancia piena pensai tutto d'un tratto "quel quercio , bhe, di ombra ne datanta" e fù colpo di genio optai per riposare, e mi sdraiai su quel bel prato che dal quercio era ombregiato Ma aimè sfortuna volle che una svista bella e buona mi portò a veder quel quercio che quercio poi non era ma un albero di mele, di quelle belle grosse e lo capi in ritardo pagandone le spese perchè mentre dormivo una mela ormai matura decise di tuffarsi direte voi , vabbè, son cose assai normali ma la mela per dispetto mi cadde dritta in testa capii sì due cose la prima più importante la quercia non era quercia, ma bensì un melo la seconda fu ben più nota capii che dalla pianta i frutti i rami, persin le foglie secche precipitan di colpo, e questoin tutti i corpi la piuma e il sasso, persino il capomastro quand'annunziai la mia scoperta mi diedero del matto poi un dì divenni dotto mi chiamavano maestro mi dicevano dottore qualcuno osava dicendo che ero un genio Divenni mente eccelsa e il nome mio fu eterno per caso poi direi perchè per me sappiate che non è poi di grande vanto dir che da gran sbadato mi son sdraiato all'ombra credendo di cipresso o quercio o altro ma non pensai di certo si trattasse di quel melo e quando quella mela la testa m'ha percosso facendo un grande botto scoprii la gravità.
Signori non vorrei che la mia storia, di qui in poi vi turbi, son solo un pover uomo che racconta di quel dì in cui divenne un genio Isaac Newton
Id: 8079 Data: 14/04/2011 10:42:09
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canto del vento
Un uragano chiamato amore al suo passaggio lascia soltanto un grande vuoto ed un triste ricordo di felicità distrugge ogni cosa non vedi più fiori non vedi colori non senti più nulla per cui valga ancora, alzarsi e gridare con tutta forza che ancora ti rimane ti sembra sbgliata ogni cosa vorresti svanire nell'ombra ed urlare con rabbia versare con tristezza le tue ultime lacrime che ancora custodivi gelosamente vorresti andare via sparire per sempre vorresti, ancora una volta vedere le stelle il danzare sentire il vento cantare una dolce cansone che come una spugnia cancelli ogni cosa.
Id: 8055 Data: 12/04/2011 11:14:53
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Luisa
Si uniscon le stelle e scrivono un nome danzando nel cielo la prima luminosa, è stella d'orione una seconda compare poi dal nulla iniziano a danzare nel cielo notturno Sapienti, Saggi, Maghi e stregoni ascoltan dalle stelle, in canto, quel nome poi la notte finisce ed il sole lento si porta tra gli astri celando il tuo nome illuminando il tuo volto che vedo spire sommerso di luce
Id: 8008 Data: 09/04/2011 10:30:58
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Partirò
partirò verso il sole rossastro di un'alba di bassa pressione col cattivo tempo che arriva cavalcherà l'ultimo raggio di luce splendente prima che nuove nubi avvolgano il cielo
e vivrò in eterno nell'aurora infuocata dimenticherò un sorriso mai stato mio e scriverò parole amare che bruceranno il cuore per sfogare un sogno appena infranto e scriverò quel nome che speravo fosse mio lo scriverò su un sasso che lancerò nel mare diritto verso il sole che al tramonto divora l'orizzonte e sarò di nuovo vivo pronto a sfidare il nuovo giorno mentre il vecchio non è altro che un mezzo ricordo
Id: 7981 Data: 07/04/2011 11:36:06
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