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Raccolta di poesie di Marcello Cervini
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Le foglie

Non muoiono le nervature

delle foglie morte, nascoste

dall’insonnia  nebbia matrigna

 

Autunno padre mio perduto

ritrovato nei nervi miei morenti

tu foglia sempreverde, aconito

velenoso, l’anello nuziale

perduto tra le alghe del lago.

 

Nervose le tue dita scivolano

acqua che la morte non teme

temete la morte per acqua,

il dubbio che sempre scioglie

i miei nervi morenti.


Id: 31420 Data: 17/03/2015 12:01:42

*

Lista (I)

I pagliacci in piazza,

il culo rosso dei macachi,

razza maledetta

di carni senz’osso

pianto amaro sugli ammanchi

le monete d’oro che hai buttato

(da bambino il mio salvadanaio

di Paperon de’ Paperoni).

 

Elenchi che evocate

il sonno dalle grotte marine,

lunghe strisce d’asfalto,

banchi di pesce azzurro

e migranti sulle banchine

di una stazione ferroviaria

 

(le puttane, pantere nere

dormono lunghe distese

sui sedili blu

che sanno di gomma)

 


Id: 31280 Data: 13/03/2015 12:40:23

*

Le stanze chiuse

Balbettanti lampioni

del lungomare,

barbarico rimbombo

sillabe della storia,

ricucitura sbagliata

che sta per riaprirsi.

 

Occhi neri che si chiudono

questo ricordo immaginato

immagine che si proietta

sola soletta

immagine che sei uno iato

ti chiedo perdono

per averti immaginato.

 

Le stanze chiuse riaperte d’estate

la riapertura della stagione,

alta, bassa, i partenti

alla stazione di Lambrate.


Id: 31268 Data: 13/03/2015 08:51:15

*

Inverno immaginario

La neve s’addormenta fiocco a fiocco

sui salici luminosi, sulla menta

seccata sui balconi, a filastrocca

scende allampanata, mi rimbrotta

vecchia amica che ritorna,

la sottana di seta arrotolata,

i riccioli sottili sollevati

dal vento che infuria nella notte.

 

Sarà la noia, forse l’incuria

a farmi scendere nelle cripte,

immaginando terre desolate,

scivolando sui semi dell’anguria.


Id: 31240 Data: 12/03/2015 09:12:45

*

Le mani

La sterpaglia irride le stelle

gli stracci strappati

di una maglia, sono abbracci

di due mani solitarie

che si toccano inani

dietro la schiena due mani.

 

Lei continua a darsi delle arie

come foglie al chiaro di luna

trema per il freddo, ma è

una runa il suo lontano respiro

freddo come un ferro da stiro

che non usi da decenni.

 

(Il battello si intravede appena)

della notte si trovano  i cenni.


Id: 31203 Data: 11/03/2015 13:26:24

*

Sera

L’acciottolato spento,

il semplice ricorso

alla nuda espressione della sera.

La mancanza del verbo che si sveglia,

la candela che perde la sua cera.

Ho sempre questo tenero riserbo

per le parole che non dico,

o che dico solo per celia,

Ma è tutto così astruso,

il pallore della neve, l’albero di fico

la materia astratta, il giorno

sempre già concluso.


Id: 31181 Data: 10/03/2015 15:10:24