I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Le foglie
Non muoiono le nervature delle foglie morte, nascoste dall’insonnia nebbia matrigna Autunno padre mio perduto ritrovato nei nervi miei morenti tu foglia sempreverde, aconito velenoso, l’anello nuziale perduto tra le alghe del lago. Nervose le tue dita scivolano acqua che la morte non teme temete la morte per acqua, il dubbio che sempre scioglie i miei nervi morenti.
Id: 31420 Data: 17/03/2015 12:01:42
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Lista (I)
I pagliacci in piazza, il culo rosso dei macachi, razza maledetta di carni senz’osso pianto amaro sugli ammanchi le monete d’oro che hai buttato (da bambino il mio salvadanaio di Paperon de’ Paperoni). Elenchi che evocate il sonno dalle grotte marine, lunghe strisce d’asfalto, banchi di pesce azzurro e migranti sulle banchine di una stazione ferroviaria (le puttane, pantere nere dormono lunghe distese sui sedili blu che sanno di gomma)
Id: 31280 Data: 13/03/2015 12:40:23
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Le stanze chiuse
Balbettanti lampioni del lungomare, barbarico rimbombo sillabe della storia, ricucitura sbagliata che sta per riaprirsi. Occhi neri che si chiudono questo ricordo immaginato immagine che si proietta sola soletta immagine che sei uno iato ti chiedo perdono per averti immaginato. Le stanze chiuse riaperte d’estate la riapertura della stagione, alta, bassa, i partenti alla stazione di Lambrate.
Id: 31268 Data: 13/03/2015 08:51:15
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Inverno immaginario
La neve s’addormenta fiocco a fiocco sui salici luminosi, sulla menta seccata sui balconi, a filastrocca scende allampanata, mi rimbrotta vecchia amica che ritorna, la sottana di seta arrotolata, i riccioli sottili sollevati dal vento che infuria nella notte. Sarà la noia, forse l’incuria a farmi scendere nelle cripte, immaginando terre desolate, scivolando sui semi dell’anguria.
Id: 31240 Data: 12/03/2015 09:12:45
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Le mani
La sterpaglia irride le stelle gli stracci strappati di una maglia, sono abbracci di due mani solitarie che si toccano inani dietro la schiena due mani. Lei continua a darsi delle arie come foglie al chiaro di luna trema per il freddo, ma è una runa il suo lontano respiro freddo come un ferro da stiro che non usi da decenni. (Il battello si intravede appena) della notte si trovano i cenni.
Id: 31203 Data: 11/03/2015 13:26:24
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Sera
L’acciottolato spento, il semplice ricorso alla nuda espressione della sera. La mancanza del verbo che si sveglia, la candela che perde la sua cera. Ho sempre questo tenero riserbo per le parole che non dico, o che dico solo per celia, Ma è tutto così astruso, il pallore della neve, l’albero di fico la materia astratta, il giorno sempre già concluso.
Id: 31181 Data: 10/03/2015 15:10:24
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