I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Ex historia
Rovellare i tendini pregni attorno un globulo pomiceo nero denso in gravità del vuoto, inchiodato per traverso schiusosi l’uovo e assorto un dondolo implume sul fevro arco dell’abbandono - ah memoria a me morìa al mimetizzar il passo del costato retro le curve degli scacchi inflitti neppiù traccia dello spasmo bianco spiovuto nel lancio neppiù l’impronta che rimbomba nel distacco, piatto questo deserto intatto tra crepe senza memoria senza una scia sputati dentro questo mondo ingoiato questo mondo sputato questo mondo ingoiati da questo mondo - e riscrivere il corale precipitato al battesimo della falce uno scomposto fonogramma del primo occhio dalle cui fenditure grillano labbra lutee.
Id: 38612 Data: 12/07/2016 17:32:21
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hybrida
Essere permeabili al trauma sì come spugnoso muschio irto pe’ scoglio ciucciare la marea enfiata dalle magnitudini del levare consunto nell’aritmia che monda granulo infra gli spigolanti fossi di questo amnio fuori - nella placenta del mondo essere levigabili meteore essere sì a mezz’aere epigrafi della china ombra che regrumora la scia finché occidua stigmi l’onda finché la residua muta degli evi murmora reveniente fosforo da angelici fossili evirati sulla sabbia engolpeo sinuar impronta intra limine alveo p’eliigerar il baritono sfintere del claustro p’elidere finisterre nel glauco de fallura in crisma ovrestere sratto de rovi a scavar a ritroso una Babele della cenere onde il detroso suolo è cinto d’assedio ostender li monchi oltre soglia mutua onde è lo straniero senz’uditorio cane ramengo niciar padrone niciar podere fuor dipartire scheggia in ululato fuittando l’orme de gravalgia fatuo ruinando anzi che la rovina scortichi il sole.
Id: 37790 Data: 16/05/2016 22:03:37
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Ritmìe
Goccia tardiva trascurata sentinella scintilla sulla soglia d’oscillazioni di là d’orme impetrate senza cardine a voltolare stilla dal fuso di stalattiti mammelle del ghiaccio e luce fu un’altra volta inconclusa eretta uno specchio convesso una cerva tombolare nel pozzo - surge s’urge a martellate atterrate sulle labbra scoscese d’una madre l’itterica daga d’esto sano destrombellicato lo scarto alla culla sicco ché llenta sfonda la macchina finch’aggrinchiata torno lo stecco d’una megera svignarsela rentro il cavo della polvere, nemmanco l’amovenza me sorride. Eco materia rattiene e sfiuta alla zampata leprina che eride l’infantil fatale e fe’ tamburo delle mie terga la mia tribù, flessa come una chiocciola rinterrizzita da ferrosi vapori d’eoni nei campi - guercia fonia questa gramigna strugliafossa intr’ossa dis-corde soppesata dal vento - a specchio del rosso vescicolare ascesso d’un tramonto ho modellato come un memoriale di scivolosa argilla la nostra ascesi eppur ‘sì ripida ‘sì zoppa nella cornice della gola.
Id: 36420 Data: 19/02/2016 22:55:51
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