I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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personale cimitero
nel mio personale cimitero c'è una piccola lapide anche per le persone scomparse. e' di metallo che al sole, fa un lampo di riflesso. dietro a qualsiasi lumino stanno gli occhi aperti dei morti in ascolto dei passi notturni del custode nel suo giro serale. il cielo immenso è in viaggio. quando mi dormiva vicina la notte era un'onda enorme che passava sempre troppo presto. ora il licantropo è morto adagiato sul greto della ferrovia e le foglie estive fanno un fruscio leggero, nel buio.
Id: 58349 Data: 30/04/2020 21:03:36
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lIdra de deus
l'estate mezzogiorno di campana a sangue folgora la luce celeste intrisa di vento. staffilata sassata lanciata nel lago verso l'altra riva a portata di grido. onda lunga calda d'anticiclone toglimi il vizio toglimi la terra dagli occhi anche con le lacrime. tintinnìo di posate dalla cucina basterebbe così poco per ricominciare a sognare. oscuri occhi a guardare per aria un'iride di cielo che non mi bestemmia mai addosso. potessi ardere in una vampa e poi cenere calpestata e calciata dalle capre.
Id: 33981 Data: 19/08/2015 12:35:18
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La mia memoria.
Quel che alberga, tra le pieghe
delle recondite spiagge della mia memoria
esiste solo per me.
Ed è: simile ad un pomeriggio
di sole in settembre
dove una donna sulla spiaggia, con ombrellino
si lascia scivolare il vento addosso.
Quella donna è la mia memoria
che indossando indumenti in tinta confetto
appare serena.
Ella per la prima volta mi dice
"Tu ami me, non chi m'ha posseduta."
e sotto il nastro rosa del suo cappello da passeggio
mi sorride arcuando appena
gli angoli della bocca.
Sullo sfondo, una lontana Vieste
di colori ad olio e a pennarello,
le fan da cornice il mare, la sabbia fina
e nulla sulla mia destra.
Id: 24199 Data: 01/02/2014 16:45:31
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Gerusalemme, andate e ritorno.
Gerusalemme d'oro appare di notte
mentre un vento libano la sospira
e di notte è un vociare continuo tra i rami
di Davide, e sabbia contr'ogni fessura.
Nei giorni di seta che mi regalasti più invano
cercando trovai quegli scorci di mare,
che appariva profondo sin dal primo passo
ma lontano.
Così lontani ora sogno i tesori
nascosti nei sospiri che tenevi tra le costole
nell'attimo prima ch'era ora d'andare.
Id: 23680 Data: 29/12/2013 17:08:28
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EGO SUM le frère de dieu
luna purA egoismo in punto di lume lo senti 'l rumore dell'acqu'a strada vuota?
Ego sum fotogramma in bocticelli's fulgentis venere e nella figura all'impiedi ch'ho dinnanzi.
Ego sum: in phàlaina's vena: nel cardiobattito della falena posatasi sul muro della [tua] stanza notturn'a luce accesa.
le stelle coperte dElle nuvole non mi paura: ch'io a pupille dilatat'e a tentoni, nel buio ci so camminare.
e dal profumo roventee nei passi, ecco: come la mulier amicta sole fronteggiare il dragone venire, sùb.dolo, e non temerlo, alla noesi dei lampioni.
quando la muren'attaccò con test'a forgia di leone: il serpent'avvinghiò lo zoccolo del capRo e andossene quas'indisturbato.
salvo poi tornare, in posa comme la petite danseuse de 14 ans d'edgar degas, compiaciuta di soddisfazione non della sua bravura, ma per la sua bellezza.
Ego Sum le frère de dieu, après de l'hail, quando sfonda la luc'e colpisce la terra: rimbalz'e si lascia guardare.
[non odorerò il profumo delle vostre adunanze solenni. Amos 6,5]
Id: 9890 Data: 03/09/2011 13:27:19
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il piccolo labirinto ligure
come il labirinto cieco e a groviglio - sia per Te il mio abbraccio - e nel silenzio ombreggiato delle vie murate - giungaTi la mia presenza. nell'odore d'umido che lascia il sole d'inverno - possa Tu smarrir di me anche il ricordo - e rimanere: come pensando a quello cui si stava pensando prima - non rammentandosene più. siano i limoni e i salti di mare - come sospiri accesi tra le foglie - e la calce bianca del muro del giardino - e lo stridòre della cicala dopo pranzato. tra i coriandoli che lascia il sole tra i rami - Tu possa non trovar adito per vedere il paesaggio - non scoprendo che in alto mare, là dove diventa blu - l'aria si trasforma in afa, in una calma di vento - che sa d'aghi secchi di pino - e di lettere scritte sul muro.
Id: 8954 Data: 22/06/2011 13:02:51
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