I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Sensi
Le tue orecchie sono sorde alla mia voce, gli occhi ciechi alla mia figura, il naso insensibile al mio profumo. E le tue mani? Non una volta mi hanno sfiorato. E la tua lingua? Oh, la tua lingua... Se si fosse degnata di assaggiarmi vivrei di quel ricordo, e poco male se mi avesse trovato, come temo, completamente privo di sapore.
Id: 50795 Data: 06/10/2018 14:50:25
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Per dimostrarmi la misura esatta
Per dimostrarmi la misura esatta della tua mano, per un solo istante l’affrontasti alla mia con la perizia di un agrimensore. Se solo le mie dita, in quell’istante, si fossero richiuse sulle tue col riflesso e l’astuzia di una pianta carnivora ora saprei se avresti provato, offesa, a districarti o avresti atteso quieta l’accorrere fatale dei miei baci. E invece tutto quello che so – magra scoperta – è che la mia mano contiene la tua come il tre contiene il due.
Id: 50758 Data: 03/10/2018 09:09:51
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È questo fuoco calmo che mi attira
È questo fuoco calmo che mi attira che non s’agita al vento, radicato come un fusto tenace di stapelia e non sparge scintille, e scalda solo chi s’accosta credendo al suo calore.
Id: 42720 Data: 07/05/2017 21:07:00
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Ho lasciato morire l’aloe vera
Ho lasciato morire l’aloe vera, la salvia, la dracena, la begonia. Mi è pesato versare il filo d’acqua, recidere per tempo i rami secchi, rivolgere le foglie verso il sole. Non ho cura e pazienza, né costanza. Nutrire e proteggere mi stanca. So solo ricordare la bellezza che ho guardato fiorire e ho lasciato morire.
Id: 41102 Data: 18/01/2017 23:06:12
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Ho avuto fame e ho mangiato
Ho avuto fame e ho mangiato Ho avuto sete e ho bevuto Ero straniero e ho imparato la vostra lingua Ero nudo e mi sono vestito Ero malato e sono guarito Ero in carcere e ho scontato la pena. Avevo bisogno d’aiuto e ho taciuto.
Id: 35664 Data: 09/01/2016 21:44:30
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che poi alla fine quello
che poi alla fine quello che d’un uomo reggerà nel tempo è il racconto di un giorno, forse due di quando chiese aiuto a un suo nemico di quando non mantenne una promessa di quando si tuffò nel mare nero (finché verrà dissolto, come tutti, nel fitto germinare di varianti)
Id: 34374 Data: 22/09/2015 21:01:45
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Qui ci sono i leoni
«Qui ci sono i leoni», mi sussurri, ma il dito che ti punti su un angolo di cuore appena smuove un po’ di polvere e povere piante. E io, che non difetto di coraggio quando la strada è sgombra da minacce, m’accomodo la testa sul tuo petto e ce ne stiamo zitti ad aspettare che si sani un poco quella ferita d’un litigio antico (come soldati ammazzati in battaglia che fanno pace intorno al fuoco spento)
Id: 34339 Data: 19/09/2015 19:25:30
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Piove sui volti colti di sorpresa
Piove sui volti colti di sorpresa, piove su quelli arditi come al sole e sul fragile scudo degli ombrelli; piove su quelle piante che di certo daranno a questa pioggia un altro nome (forse sollievo, forse acqua, o pane). Scorre la pioggia giù per la vetrina di questo bar che accoglie rifugiati. Scorre il caffè bollente nella gola e lo chiamo sollievo, e acqua, e pane. Poi la pioggia s’acqueta appena un poco e qualcuno rallenta l’andatura mentre un altro abbandona il suo riparo. Io pure me ne torno sulla strada cercando gli occhi dei sopravvissuti che brillano felici per la tregua (null’altro di più simile alla pace a questa nostra vita si concede)
Id: 34293 Data: 15/09/2015 22:54:38
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In questo treno che mi porta via
In questo treno che mi porta via scortato dalla tua benedizione mi sento in espansione, assottigliato come la bolla di una gomma Brooklyn che si gonfia al tuo soffio docilmente. Traguardo incauto il punto di rottura (col cuore ottovolante, l’urlo che s’aggroviglia folle nella gola) finché l’immenso scoppio (che sai innescare con la perizia d’un artificiere) atteso e rovinoso mi sorprende e si risucchia la linea dei binari l’infilata delle stazioni gli appuntamenti dei viaggiatori il volo di un corvo finito lì per caso, e mette fine al gioco dell’assenza (e mi lascia sfinito, spiaccicato sulle tue labbra dispettose dolci).
Id: 34116 Data: 01/09/2015 20:10:35
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Quanto poco di umano ci accomuna
a L., da poco venuta al mondo Quanto poco di umano ci accomuna, a giudicare dalle tue movenze lente di larva, senza alcuno scopo, mentre ti cullo e faccio buffe smorfie (ma a quale scopo, poi? a quale scopo?). E poi d’un tratto ti sento tentare una sillaba nuova, un ba, un pa, con fatica ostinata, forse vana che per la prima volta ci affratella. E mi sto zitto, e fermo, e sto in ascolto e cerco d’intuire la parola che s’affaccia per sempre alle tue labbra dentro bolle leggere di saliva. Viene tua madre e mi tende le braccia per riaverti. «Vuole il seno» mi dice, e mi congeda.
Id: 34085 Data: 28/08/2015 17:21:01
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Ascolta il mio consiglio: osserva bene
Ascolta il mio consiglio: osserva bene i giochi dei bambini nel cortile. Non c’è mai fine alle strisce di gesso, al volo d’una palla avvelenata, allo sforzo del salto e della corsa. Eppure in un momento il gruppo si disperde: c’è chi ha visto l’altezza inaspettata di un’ombra sopra il muro (il segno decisivo della sera) (ti sfiorano veloci mentre torni col carico di buste della spesa, e t’ostini a pensare, gli occhi bassi, che l’amore di un tempo è ancora vivo)
Id: 34026 Data: 23/08/2015 18:24:03
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Te ne torni soave al tuo cantuccio
Te ne torni soave al tuo cantuccio lasciandomi le dita fra i capelli, il braccio steso, ponte per la notte. Stretto fra le ginocchia e il petto tieni un poco di piacere, come mosca ronzante dentro al pugno. Ci fa la veglia un magro lenzuolino, cielo di sola luna e sole stelle, bianco come di tavola festiva, che pare di sentire tutt’intorno il tiepido baccano dei bambini.
Id: 34018 Data: 22/08/2015 12:56:05
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Nello sguardo distratto
Nello sguardo distratto d’una bella passante il rimpianto s’incarna, d’una pelle ch’avrebbe inteso il gioco delle mani, pallida degli incanti già sfiniti, accesa d’illusioni implacate. Uno sfiorarsi lieve delle spalle, e ogni traccia è dispersa (lavoro minimo, quasi l’espulsione di una tossina). Dei loro passi s’impregnò la folla come di rivoli, incerti fra le brecce, che ritornano a un gioco più profondo.
Id: 34010 Data: 21/08/2015 22:16:29
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Nessun amore, amore, ti riguarda
Nessun amore, amore, ti riguarda. Soltanto il nostro, forse (per un istante, preso a tradimento) al tuo sguardo d’amore, amore, si concede. E ti rivela quello che sa: che nulla verso di noi lo muove, nulla se non quello che un tempo si chiamava, amore, amore.
Id: 33890 Data: 09/08/2015 10:30:03
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«L’aria condizionata a mille lire!»
«L’aria condizionata a mille lire!» è il grido sovversivo che travolge un’intera città, come valanga innescata dal rantolo ostinato d’un vecchio venditore di ventagli.
Id: 33868 Data: 06/08/2015 20:42:20
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Se avessi un bar
Se avessi un bar coi tavolini fuori, come questo l’assumerei pur’io la cameriera mezza pazza fissata con la pulizia, che a darle retta finisce che ti sparecchia pure l’anima (la prenderei con occhio padronale, per far fruttare il suo disagio mentale) E se avessi una casa con un balcone vista mare e tende di lino svolazzanti e freschi profumi rampicanti ci porterei soltanto te, e la tua gonna leggera nera e quelle tue risate che scoppiano improvvise crepitanti, a farci l’amore senza le gambe di questo tavolino fra le gambe.
Id: 33860 Data: 05/08/2015 20:00:52
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A voi che celebrate con bei versi
A voi che celebrate con bei versi il volo lancinante dei gabbiani non sfuggano le ascese silenziose dell’umile lucertola sui muri.
Id: 32681 Data: 26/05/2015 01:49:24
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Il vantaggio della tartaruga
Ti stringo caparbiamente, sperimento morse raffinatissime, per starti anche stavolta un poco più vicino. Ma sempre rimane uno spazio da colmare irredento, beffardo, minimale come il vantaggio della tartaruga. Dovrei mutarmi in osso, pelle, arteria, per stare dentro te, facendo vana la lotta del vicino e del lontano (così vivrei la pace del crumiro che lavora felice e silenzioso rimettendo la sua vita alla tua).
Id: 32574 Data: 21/05/2015 01:28:22
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Ne parlammo, eccome, della morte
Ne parlammo, eccome, della morte strologando di come, di quando, e se. Dei miei volteggi non molto tenesti, né io dei tuoi pretestuosi gorgheggi. Pure non giocherai lo scherzo di precedermi: troppo poco talento all’uomo si concesse nell’arte di affossare. Giova piuttosto l’antico femminile commercio con i vasi, la terra, con le piante. E io, come sai, a fatica distinguo la menta dal basilico.
Id: 32549 Data: 20/05/2015 01:59:15
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