I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
Chiusa nell'angolo stretto
della mia dimora oscura
fluttuavo serena e sicura
tra la placenta e il retto.
Mi dicevo:
vedrai la luce
non prima del tuo alluce
macchiato da un bel nevo.
Sentivo un forte chiacchiericcio
e voci urlanti di dolore
non ero figlia dell'amore
ma solo un podalico carniccio.
Storta ancor prima della vita
quella vera che accoglie tra le mani
la testa e anche il tuo domani
che a me l'han strappato dalle dita.
o - meglio - avrebbero tentato
l'aggancio al suo contrario
e, invece, battendo il calendario
con una capriola la vita ho regalato
a lei che esausta e partoriente
madre ripetente troppe volte
sette volte donne sette
mi ha dato un bel respiro in mezzo al niente.