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Rompe ogni tanto la tua voce
il mio silenzio, voce di bimba,
che dell'infanzia ha conservato
il tepido velluto e l'oro fino
carezzevole, là fuori, come soffio
leggero che nell'estate afosa
dà tregua alla calura.
Messaggera è di un mondo
che solo tu vedi ancora
nel perenne trambusto della vita:
l'arrivo delle veloci gazze sull'acacia,
del pettirosso ardito e solitario,
il sorriso del croco tra i cespugli del giardino,
nel freddo vento di febbraio.
Si allenta allora il mio sconforto
e ricompongo il quadro; ritrovo
nel viluppo uno spiraglio,
la traccia di un possibile sentiero.