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il giallo s’intitola
MICIO-MICIO E L’ACQUARIO STRAPPATO.
Tutti scivolano
in una specie di liquido. L’aringa
in bianco sul banco
dell’accusato nega di sapere chi è stato
inchiodato dalla prova. Lo testimonia
lo sguardo del cuoco anche da morto.
Nella versione dell’ostrica tutta la colpa
è del mitilo. A dire del mitilo
non c’è mai stato un vero
delitto, ma un’alleanza dell’ostrica
con l’aragosta. Questo
sposta le indagini verso i quartieri alti
e il diritto di non presentarsi
dei pesci grossi per i motivi noti, la podagra,
la prima filiera occupata, i giornali
ghiotti di scandali, la sindrome
del ristorante cinese. Per i periti
l’olio era troppo bollente. Lo psichiatra
corregge: ‘SCOTTANTE!’. E questo
è molto importante per un equilibrato
giudizio sull’unico indizio che abbiamo
per far luce su necessità e caso
prima di tirare in ballo il gatto
o l’istinto suicidiario dello chef
Cosa siamo adesso, in una descrizione approssimativa, è
ZUPPA
o una GROSSA B∀N∀N∀ immatura:
b∀n∀n∀
per cui alla scimmia il sotterfugio sfugga
e non si domandi:
‘ Toh, guarda! Parla davvero
come mangia quella grossa banana? ’
Il vero divertimento è però vedere se il primate sbava
più dietro l’esca immaginaria che per la sollecitazione gialla
nello schermo rappresentata
da un’evocazione
NLLSA, ECA, DOREBESA NA-E-EL OD ZODAMERANU!
(VIENI A NOI, BANANA!)
a dimostrare che il digiuno ha un’anima
più affamata di quanto gli scimpanzé non pensino
o possa afferrare un grande fratello.