I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
*
ennesimo inganno
maledetta, sì, maledetta quest'ansia di vivere che mi morde, m'irride, mi tradisce sempre mi tradisce infine
Id: 55906 Data: 27/12/2019 23:00:47
*
prigioniero
l'ultima lacrima che ho asciugato dalla tua ruga m'imprigiona oggi m'imprigiona per sempre
Id: 47975 Data: 17/03/2018 23:21:31
*
Soliloquio #controviolenzadonne
Il labbro è rotto, guarda, ed il rossetto? Oggi non lo metto. Maledetto il giorno che ti vidi. Perché gridi? quanto dolore finora mi hai portato? Rinnegato per nulla hai l'amor nostro, mostro, ecco, mostro! Mamma dove sei? Ti chiamo. Mi senti mamma? chiamo... T'amo mamma che ora sei lì in Cielo. Me lo dicevi sempre - è un disgraziato! - ed io sciocca non t'ho mai ascoltato. Piango in silenzio sullo specchio. Gonfio è anchè l'occhio. Io t'imploro, mammetta, di lontano dammela tu una mano. Come ci vado io così al lavoro? Che diranno le colleghe? che risponderò loro? Le scale, anche stavolta? oppur, sbadata, il comodino, il solito pensile, il lavabo o il camino? Ho sentito un rumore, mammina, ti saluto. Un bacio sul labbro dammi di velluto e scappa. La tua figliola, sfatta, trema. Ebbro è tornato adesso l'orco delle nostre fiabe - te le ricordi, mamma? di’ ricordi? - il mostro che mi raccontavi in favole ormai tanto lontane.
Id: 35107 Data: 23/11/2015 11:20:03
*
Mi ricordo, sì, io mi ricordo...
Quando ero piccolo sembrava che ogni giorno fosse buono... Poi non se ne è fatto più nulla.
Id: 28966 Data: 25/11/2014 22:07:31
*
Poeta #poesiapoeti
Inutile, inattuale verga versi per un mondo che ha smesso di chiederne da un pezzo. Osceno saltimbanco, continua a riempire cassetti, virtuali e non, di fogli, appunti, pensieri che nessuno, nessuno vuole leggere. Forse, sfortunato egoista, semplicemente nutre del fiero pasto dell’anima sua il proprio odiosamato carnefice, l’anima sua stessa, cane che mangia cane. Che tristo, che misero figuro, il preclaro, l’altisonante, il sedicente, il nascosto, lo sconosciuto, l’oscuro poeta, pronto, magari, al suicidio per un doppio genitivo… Da mezz’ora è primavera.
Id: 24915 Data: 21/03/2014 00:40:09
*
Un uomo
Un uomo sugli altri sa prevalere, essere il più forte e il più violento, sempre. Un uomo non si fa mettere i piedi in testa, da nessuno, deve essere feroce e glaciale, sa incutere il giusto timore di se stesso. Un uomo non ha sentimenti o, almeno, mai li deve mostrare ché son debolezze che qualcuno potrebbe utilizzare. Un uomo non sbaglia, non lo ammette, un uomo è pura roccia, non piange, non si corregge. Per fortuna tu, vero uomo, sconosciuto sapiente, non mi hai mai insegnato tutto questo e oggi, spero, sono uomo vero anch’io grazie alla tua silenziosa, alla tua vivente lezione. Non che non abbiamo combattuto, ma lealmente; il tempo, è testimone galante di un amore che nella nostra non facile vita su tutto sempre cresce. Ti abbraccio mio Giuseppe addolorato dagli anni, mio esempio fra mille dolori e sofferenze, mio piagato, mio amatissimo padre.
Id: 24879 Data: 19/03/2014 19:47:18
*
Santo Stefano
Stesa bocconi,
caduta nella grande navata
semivuota,
povera crista
alla ricerca di un po'
di tardivo Natale
(niente, non è successo
niente - dici);
e poi,
davanti al più bel
panorama del mondo
(che fai ti commuovi?
attenta alle pozzanghere);
e ancora,
stretta al petto l'immagine
della Madonna delle grazie
da donare al marito, che
di grazie abbondanti abbisogna,
all'uomo da sempre, virginalmente,
amato;
e, infine, i tuoi regalini,
i dolciumi di bimba
(ah, il diabete...)
da portare a casa.
Dolce, prepotente
saluti come sempre
con lo sguardo un po' basso
la voce inaspettatamente
venata di timidezza.
Sì, ci sentiamo presto.
La spalla fa male?
No, per fortuna non tanto,
vai, ciao.
Che Santo Stefano!
(Il giorno di Santo Stefano è, ormai, lontano e la poesia giaceva fra mille nel cassetto. Ma il compleanno di mia madre è da poco passato e chissà che questi versi non le facciano piacere)
Id: 24740 Data: 10/03/2014 12:18:29
*
Elsa
… e, forse, solo per un attimo, hai riaperto gli occhi febbricitanti, quando hai sentito che stavi per partire. E ti sei stupita anche tu, come noi tutti dopo, che stesse accadendo così, tutto tanto inaspettatamente. Ma, immediato, un calore dolcissimo ti ha invasa, il caro tepore di Colui che ti è, che ti è sempre stato padre e madre. E, subito rasserenata, hai reso l’estremo fiato, quell'ultimo respiro di docile rassegnazione. Hai consegnato al Cielo, a Lui, nelle Sue mani, la tua bella, la tua gentile, la tua anima immortale.
Id: 24667 Data: 05/03/2014 21:00:19
*
Angela, ovvero dell’angelo
Angela è volata in cielo, il suo corpo abbandonato sulla scrivania davanti al monitor del pc. Angela è volata in cielo in silenzio (e forse me ne vorrebbe per questa frase, ché nel cielo lei non credeva e per questo preferisco la minuscola). Gli amici lo hanno saputo giorni dopo, la sua casa di Milano non è divenuta meta di affranti pellegrinaggi, i giornali e i tg, che pure, in passato, l'avevano più volte cercata, hanno, sepolcri!, taciuto. Io stesso, che da tanto la conosco, ne ho avuto notizia solo sette giorni fa. Angela è volata via, è volata in Cielo (perdonami, cara) e adesso sorride, timida, mentre parla a quel Pier Paolo che ha sempre, fino all'ultimo istante della povera vita terrena, amato e che ora, finalmente, è suo per sempre.
Angela Molteni è morta l'11 ottobre scorso. Fine studiosa dell'opera di Pier Paolo Pasolini, dal 1997 era curatrice di Pagine Corsare (www.pasolini.net) il più importante, accreditato e cospicuo sito del mondo dedicato all'artista friulano. Ora Pagine Corsare diventa un enorme archivio di notizie, studi, articoli su Pasolini, ma non potrà più essere seguito da Angela, il cui prezioso lavoro si è interrotto proprio quando la morte l'ha colta davanti al computer, ove era capace di passare intere giornate senza riposo, fedele alla sua missione, intenta agli ultimi aggiornamenti. Fino al 2015, grazie al contributo dei visitatori, il dominio web è pagato ed il sito continuerà ad esistere e ad essere punto di riferimento per studiosi e amanti di PPP. Il futuro ulteriore è, al momento, sconosciuto. La speranza, che Pagine Corsare non scompaia.
Id: 23029 Data: 08/11/2013 11:27:29
*
Al poeta
Taci. Poi scrivi. Poi, ti prego, taci ancora.
p.s.: questo piccolo testo era già stato pubblicato tempo addietro fra gli 'aforismi' de "La Recherche". Ritenendolo, comunque, adatto e sufficientemente 'poetico' per quest'altra sezione del sito, qui, "un po' per celia, un po' per non morir" lo ripropongo ai lettori.
Id: 10566 Data: 20/10/2011 20:02:25
*
Amelia e Olga
(Tramite il ricordo delle mie dolci nonne, dedico questa, nel giorno della festa della mamma, a mia madre)
Amelia ed Olga, così diverse in terra, così simili in Cielo, dolcemente guardano i loro figli dall’alto. Scambiandosi uno sguardo di complice intesa, accarezzano la testa di quelli, tornati per un momento, per un piccolo attimo, i loro bambini, con invisibile mano. Ed essi, nel sonno, domattina nulla ricorderanno, sentono premere i loro capelli ormai bianchi, e come da bimbi, abbandonati fra le coltri profumate del materno tepore, fremono di un ineffabile brivido di serenità.
Id: 8395 Data: 07/05/2011 22:36:52
*
Semplice constatazione
Non so più scrivere nulla. La mia mano trasmette alla mia penna il grafico piatto del mio cuore.
Id: 7691 Data: 18/03/2011 10:33:25
*
Nel cuore
Oggi mi hai baciato nel cuore. Un bacio rapido e inaspettato. Una dolce pallottola di passione. Tutto il mio spirito ora vibra, ebbro di misterioso liquore. Non potrò mai, mai dimenticare quel lungo attimo. Il tepore delle tue labbra calde sulla mia anima.
Id: 7354 Data: 24/02/2011 11:56:25
*
Memento Pasolini
Sei morto esattamente trentacinque anni fa. In televisione oggi un tuo film alle due e mezza. Stanotte con bollino rosso in onda su Retequattro.
Id: 5852 Data: 03/11/2010 19:24:47
*
La pioggia (incauto omaggio a DAnnunzio)
Taci.
Id: 5707 Data: 23/10/2010 14:03:46
*
Niente canzoni d’amore
Sono talmente abituato a fingere, che non so se ciò che ricordo è successo davvero. Te ne sei andato. L’ultimo sospiro al mio, intempestivo, arrivo. Hai sorriso, forse, hai sorriso. Ti ho preso per mano e ti ho consegnato a lei e a Lei. Sento il peso di un’inutilità invincibile, il gravame della mia poca vita. Ci rivedremo e di sicuro, nessun forse: niente più lavoro, né fatica, né malattia; nessuna bugia o scusa, finito il dolore. Puri, nuovi ci ritroveremo in un futuro aprile, e allora capirò, alla fine, l’odiosa gioia di quel bacio, freddo, che ti ho dato.
Id: 5256 Data: 10/09/2010 19:11:24
*
Anima della mia anima
I tuoi occhi profondissimi, se mi guardi spaurisco di gioia. La tua pelle bianca, le labbra pronunciate in un continuo, delizioso, broncio. Le tue smorfie, non le ho mai viste fare a nessun altra, anch’esse hanno un che, diresti, di nobile. La tua naturale, timida, risolutezza di minuta dama. Ti osservo mentre, completamente abbandonata, dormi i tuoi piccoli sogni nel piccolo letto. Me lo dice il tuo stesso corpo: sei tutta anima.
Id: 4178 Data: 04/05/2010 17:35:44
*
Linaspettato dono
Massaggiavo, ieri, le tue carni malate e doloranti e vedevo un sorriso affiorare sul tuo volto di stanco, di vecchio bambino. Ho cantato, per te, la mia gioia di esserti, comunque, vicino con una sgangherata canzone napoletana, ricordata solo a metà e a metà inventata. Ti sei addormentato sereno, entro quel mio pudico abbraccio. E, con la bella semplicità dei miracoli più grandi, è stato, per un attimo, qui in terra, Paradiso.
Id: 4176 Data: 04/05/2010 10:48:00
*
Piccolo cielo
Sono passati anni, stagioni nere e buie, giorni strazianti da quando, bambini, fratello e sorella, combattevamo una guerra senza speranza contro il destino bastardo. Oggi, rivedendoti donna, quasi fosse la prima volta, mi percorre un brivido dolceamaro, perché solo adesso mi accorgo che, come me, sei ancora quella di allora, dentro la polpa molle, sotto la scorza dura. Leggo nuove sofferenze, dietro il tuo sorriso affabile, quasi di circostanza: sorella mia, il tuo cielo, ed il mio, del resto, è, come allora, terribilmente angusto. Ma, credimi, di un azzurro meraviglioso.
Id: 4162 Data: 03/05/2010 12:35:45
*
Lettera a mia madre
Lettera aperta, leggibile da ognuno, ad una madre, la mia, da incorniciare, da lodare pubblicamente per la sua debole forza, per la sua forte debolezza. Madre, ti ammiro, (e scrivo ciò che non oso dire) tanto più adesso, che hai saputo metter da parte, nascondere, il tuo scontroso dolore, per abbracciarne uno più grande: quello del mite, dell'ammalato padre. Dolce, ora ti vedo, e so, per te, non esser facile, non banale. Ti amo. Amo la tua goffa, tenera, forza vitale. Ricorda che ogni carezza che avrai per lui, sarà, dolcissima, anche per me.
Id: 4160 Data: 03/05/2010 10:16:18
*
lurlo
mio padre non può più camminare, né vedere e non è giusto perché è stato sempre un brav’uomo, perché è stato sempre un uomo e tanti altri, vecchi maledetti e tronfi son dritti come fusi e violenti come ventenni e non è giusto, in macchina parlo da solo e sbatto le mani sul volante perché non è giusto, davvero, e vorrei urlare che il mondo fa schifo, fa schifo, fa schifo, gridare a pieni polmoni che la vita è un orrore insensato e cane, una maledizione, poi vedo uno squarcio di azzurro fra i palazzi. e taccio.
Id: 3882 Data: 28/03/2010 23:24:05
*
Ovatta
Mamma, aiuto! grida la pazza, mamma, aiuto! nell’ospedale muto mamma, aiuto! nessuno la sente. Solo un uomo sulla sedia a rotelle, piegato, piagato e reso saggio dalla vita, si reca alla sua stanza vuota, le chiede cosa c’è, amica mia? cosa t’aggrava? Ma presto arriva un infermiere, e dice questo non si può davvero fare, sospingendo la carrozzella indietro, è contro le regole dell’ospedale. La donna, ancora sola, grida ancora e ancora, ancora nella notte esala aiuto, mamma! aiuto, mamma! grida, disgraziata; l’uomo le dedica una preghiera amara.
Id: 3707 Data: 28/02/2010 14:24:54
*
acqua e Cielo (scritta in auto, lantivigilia)
Il Tevere scorre, serpe oleosa, fra gli argini scuri. Porta via dolci pensieri, illuse speranze, brani di vita strappati. E' spietato il placido fiume, spietato: riluce di mille occhi cattivi, che affondano in gorghi roventi di gelo. E' il Natale, quasi, freddo e nero: più che una nascita, presente guardingo una silenziosa Apocalisse.
Id: 3298 Data: 19/01/2010 11:41:28
*
L’ulivo
Un vecchio, un miserabile spastico, la bava rappresa a un angolo della bocca, crocefisso alla lurida sedia a rotelle, sta lì, immobile, accanto al semaforo, con un bicchiere, pochi centesimi tintinnano, nella mano tremante di povero, santo, idiota. Un torto ulivo reciso, sotto il cielo nerissimo, nel vento che spacca le vene nei polsi, incipiente la fredda pioggia dell’amaro gennaio. Chi, chi mai, chi è che ti ha abbandonato qui stamattina? E chi è quello stesso che stasera avrà il coraggio di venirti a riprendere, semimorto dalla febbre, per toglierti i pochi spiccioli distratti lasciati da stanchi automobilisti? Maledetto, perdio!, sia maledetto. E maledetto, stramaledetto, anch’io che, per te, non posso, non so, non ho il coraggio di fare nulla, se non scrivere questi quattro inutili versi.
Id: 3267 Data: 16/01/2010 18:14:48
*
Ai miei due vecchi
Trentasei anni, sempre uno più di me. Un po’ più stanchi, entrambi, un po’ più curvi dello scorso anno; eppur belli, della bellezza del vostro grande, strano amore. Burrascoso, in gioventù; dolente e consapevole poi; profondo e dolce, seppur sempre venato di tempesta, adesso. Quasi vi invidio: chi l’avrebbe mai detto. Proprio voi, così diversi e simili, così contrastanti e contrastati, così testardi e rumorosi, sareste diventati esempio d’amore. Lui piegato, lei appesantita, li guardo mentre si accingono affaticati all’auto: e son, negli occhi miei, confusi forse dalla lunare sera, trasfigurati nel forte, giovane, uomo dal profilo volitivo, nella leggera, indomabile ragazza delle foto di tanti anni fa. Vi trasforma proprio la vostra incredibile, agrodolce relazione. Vi amate davvero. Vi amo anch’io.
Id: 3220 Data: 10/01/2010 20:43:23
*
Dolcezza
Io sono uno di quelli, coglioni, a cui basterebbe una goccia di miele, ogni tanto. Solo una, ogni tanto, e, mi conosco, sarei così sciocco, da esser fedele per sempre; per sempre pur pronto a morire. Ma tu non sei stata capace, non sei mai stata capace, di stillare quell’unica lacrima, quel dolce al riarso palato. Né mai lo sarai; né lo spero. E allora, in riflesso, lo sai, tu mi temi, divengo, fin contro me stesso, temibil, terribile fiele.
Id: 3141 Data: 27/12/2009 01:05:00
*
Natale – sera
Una strana, inspiegabile, tenerezza. I vecchi diventati, dolcemente, più vecchi. Bimbi che crescono; una giovane, timida donna. Canzoni che non cantavo da una vita. Delicatamente, inaspettatamente, è stata festa.
Id: 3129 Data: 25/12/2009 22:10:53
*
Nel mezzo del cammin...
Da quando si nasce, si sa, non si fa altro che morire. Oggi, però, comincio a farlo ufficialmente.
Id: 2987 Data: 21/11/2009 00:29:35
*
Azzardo
Come un povero gatto tremante, sei delle sue sette vite fallite, finite, troncate, trepido di paura e orrore, gioco pavidamente la mia ultima carta.
Id: 2962 Data: 15/11/2009 12:16:31
*
Piccolo padre
Come lampo passano due anni. Come lampo. Il cuore ancora batte un po’ veloce al ricordo. Il cuore ancora batte, ora, al tuo sorriso. Sorridi sempre, bambina mia; sorridi. Illumina , col tuo candore, il cielo.
a Costanza, il suo zio/padrino
Id: 2675 Data: 14/09/2009 17:52:28
*
Tre punti di sospensione
Il cuore secco come sterpo bruciato dalla canicola estiva, provo a vergare nel nulla due versi di disperazione. Una ferita in suppurazione che non trattiene più il suo male. Trema la mano adusa, un tempo, a volare veloce sul foglio. Trema l’anima dentro. Scrivo nell’acqua parole illeggibili, graffio nel cielo l’animo mio afasico, ridicolmente gonfio di muta sofferenza. Un nodo dolente che solo la Provvidenza potrebbe sciogliere, una paralisi sconcia che scempia, orrenda, il mio viso in un urlo silenzioso sono tutto quello che ora mi appartiene.
Id: 2621 Data: 07/09/2009 18:07:31
*
Creazione
Era buio. Fu luce.
Id: 2265 Data: 04/06/2009 00:03:03
*
La piccolissima ninfa
Di fronte alla casa suburbana si apre il minuscolo giardino; meschino, una striscia di verde, due alberi, un limone e niente. Ma la primavera ha portato colore, calore e vita, foglie ricche ed erbe. Un piccolo folletto, una ninfetta, neanche un metro, anzi, molto meno, sta vicino al suo gigante, al suo guerriero, a suo padre, stanco al sol calante. E gioca, la piccola, col cielo, con la natura di cui conosce il vero. E prende, dolcemente, una formica, ride e garrisce raccoglie anche una spiga; non ha paura nel suo picciol regno, segno che il padre vigila ben sveglio. Non col corpo, assai lasso, ma col cuore: potrei guardarti per ore, il ditino vagolante nel nitore dell’aria appena fresca della sera. Sorridi al cielo, giochi con la terra, ti perdi e trovi nel misero giardino, per te reggia, foresta; pian pianino, mi perdo nel tuo riso, nel garrito, che lanci al cielo appena colorito dalla sera. Non sembri mai stancarti, il sole cala, ma tu non mostri pena; piccolissima ninfa, tu, leggera, apri la mano, dentro il tuo tesoro. Me lo mostri, di nascosto: una foglia. Ridono gli occhi felici. Che gioia!
Id: 2199 Data: 20/05/2009 13:14:54
*
Giorno dopo giorno (Galileiana)
Eppur si muore.
Id: 2113 Data: 05/05/2009 12:26:36
*
Domenica delle Palme
Un attimo di assurda, ingiustificata, dolcissima speranza di Resurrezione.
Id: 1920 Data: 06/04/2009 12:09:02
*
Solo per te
Sei bianca e rossa, vellutata come una giovane pesca. Piccola mia; anche nel momento di questa, per te e per me, non facile prova, la tua risposta è sempre il sorriso. Dolce. Darei tutto per evitarti un dolore: rinuncerei al mio cuore elegiaco; darei il mio cuore, sì, l’anima mia per conservarti sempre il candore, la gioia, la vita di cui sei portatrice. Tuo padre è malato, per volontà di uno sconosciuto fato. “La cosa più bella, la più santa, la più poetica del mondo è l’esser sani”, diceva Saint-Beuve. Sarei pronto a farmi squartare e bruciare vivo, come un martire antico, a farmi trapassare da mille frecce come Sebastiano, se servisse a preservare la tua poetica santità. Rileggo le mie parole; sono ridicole, brutte, incommensurabili al mio cuore. Accettale ugualmente (chissà fra quanto leggerai…) Tuo padre è pronto ora e sempre a dare, senza il minimo tentennamento, senza la più piccola indecisione, a dare la sua vita per un tuo sorriso.
Id: 1819 Data: 25/03/2009 10:37:04
*
Ulpio
E’ morto un vecchio, giovane, amico. Esempio di semplicità e di gaiezza: un uomo buono. Riposi non solo nella pace: nell’eterna gioia.
Id: 1818 Data: 25/03/2009 10:35:51
*
Agnizione
Anch’io credetti, per un attimo, d’aver vissuto. Fui vissuto, come tutti del resto. Il presente non è mai esistito. Il futuro non è che un ammasso di beffarde macerie.
Id: 1743 Data: 09/03/2009 12:34:53
*
Eluana
Rimane il rumore, assordante, del silenzio.
Id: 1630 Data: 09/02/2009 23:14:04
*
Memento (remember me)
E, mentre la gente, idiota, guarda grande fratello, Eluana, innocente, muore. Ti ho vista tante volte in tv questi giorni: bella, invetriata nel dolcissimo sorriso dei tuoi vent’anni. Bella. Mi ricordavi Simonetta, molti sanno di chi parlo, un’altra povera ragazza, che assassinarono, come te oggi, più o meno quando tu ti schiantasti. Bella e giovane anche lei; non si sa chi la uccise. Per te, l’assassino, gli assassini, hanno confessato prima di vibrare il colpo: eccoli, in ogni strada, in ogni piazza, ora te li addito a uno a uno. Ti ho vista così tante volte in foto, che tu, più grande di me, mi eri, ormai, figlia. Ed io, che sono padre, sconvolto dalla tua storia, pur pietoso verso il tuo di padre, mi dissi: non potrei mai, non potrei mai, non potrei mai, Dio non voglia, accudirei mio figlio settanta volte sette anni, fino all’ultimo respiro. Chissà come hai vissuto questi mille e mille giorni: il nulla? dolore? o, come hanno detto tanti che dall’ombra del coma son tornati, beatitudine? Non ce lo dirai; forse non ce l’avresti detto lo stesso. Qualcuno ha provato anche a salvarti; povere suore bianche volevano adottarti; ma ti hanno ammazzato lo stesso. Spero che alcuni, che molti, questa notte, la passino in amare riflessioni. Tu, piccola, dolce ragazza diventata senza accorgerti donna e senza accorgerti, spero, uccisa, perdonaci. Mentre Maria ti accarezza i capelli ancora nerissimi e sorride nel tuo sguardo sereno, ora che il tuo bianco sorriso dura per sempre, ti prego perdonaci. Tutti.
Id: 1629 Data: 09/02/2009 23:13:41
*
Superbowl
Non vincono mai i migliori, qui come dappertutto, oggi come sempre. Mezz’America esulta, mezz’America piange, mezz’America se ne fotte. Io, qua, ho passato una notte folle di esaltazione fanciullesca, solo davanti ad uno schermo, almeno lui, in festa. L’altra metà dell’America si interessa solo del risultato finale.
Id: 1588 Data: 03/02/2009 01:11:55
*
04:10
Sono le quattro e dieci di una notte scialba, che ancora non si scioglie in mattino. Guardo, sconfitto, le stupide immagini del televisore muto e penso, nella mia vita, di aver sbagliato tutto.
Id: 1583 Data: 02/02/2009 13:06:26
*
Guai agli umili
Sono stanco. Dovrei smetterla di guardarmi intorno. Sono stanco. La violenza stravince, il puro muore sgozzato. Il furbo cammina spedito sul letto di ossa del giusto. Mite per natura, cerco disperatamente di essere altro, di spezzare i flutti delle nere giornate col piglio, col ceffo del duro. E soffro la mia inestetica schizofrenia. Tu, mio dolce, mio caro amico, sei troppo limpido anche per fingere; a pagare gli ingiusti dolori che soffre il tuo cuore sei tu solo. Osservi morire i tuoi piccoli, onestissimi sogni sotto i colpi di chi, più feroce, ti schiaccia e poi ride sui resti di quello che avevi. Dolcissimo, non giovane amico, invecchi, per la sofferenza, un anno al giorno: distratto, dimentichi te stesso in una ridicola tragedia, fatta di gesti non compiuti, di frasi non dette, di eloquenti silenzi. La tua vecchia roccia si sgretola di fronte ai miei occhi. Resisti, ti prego, resisti. Il mite esorta il mite: lascia che, in qualche modo, ti difenda, che diventi violento per te. Per proteggere la tua infinita purezza, sono pronto a sacrificare la mia.
Id: 1431 Data: 29/12/2008 19:04:09
*
Vacanze di Natale
Nonostante tutto e tutti, sono stati bei giorni questi. Sono stati belli perché c’eri tu, piccolo frutto del ventre della madre e mio, ineffabile gioiello, dono di Dio. Il mio cuore, uso a paura e incertezza, pieno di sgomento soprattutto quando gli altri festeggiano, si è placato, conformandosi al tuo breve, dolce respiro. Al suo ritmo, il mio giorno ha preso altra forma; e quando il tuo alito si faceva più pesante nel dolce sonno dei tuoi pochi mesi, sentivo dentro me una dolce stanchezza, come quand’ero bimbo e il sopore mi chiamava a un riposo sereno, dopo la lunga giornata nel parco. Ed io non avevo altro pensiero che abbandonarmi a delizie e sogni che non sarebbero stati mai. Ma addormentandomi insieme a te riesco ancora, come ieri, a provare un briciolo di quel purissimo torpore, di quella dolcissima attesa di vita futura, che non ho avuto più, che non avrò mai. Ma Natale è passato, e tu torni a trascorrere le giornate coi nonni, mentre io sto ad aspettare, la sera, di rivederti. Il tuo sorriso non è sempre lì a confortarmi; devo, ogni giorno, lottare, devo, ogni ora, guadagnarlo. E sono sicuro che, senza nemmeno saperlo, nel fondo del puro, inconsapevole cuore, la mia stessa pena un pochino la soffri anche tu.
Id: 1430 Data: 29/12/2008 19:03:12
*
Abiura
… ma a volte basta un attimo: uno scorcio di cielo fra due palazzi del secolo scorso, l’acqua del fiume che scorre incurante del tempo, un albero stento che filtra la luce del un sole. Un sole che sembra il primo sorto da secoli, che segna l’alba di una nuova storia. Che dice: guarda quanto è profondamente bello colui che mi fece. Hai ragione: è bellissimo. Signore mio, Dio mio, è Natale.
Id: 1406 Data: 24/12/2008 13:38:07
*
E Natale
Si digrignano i denti per le strade e nelle case; o, magari, si è contenti. I parenti son serpenti; oppure buoni, vecchi sentimenti. Due si lasciano nella mischia; due si baciano sotto il vischio. Chi si getta giù da un ponte; poi chi, invece, rialza la fronte. Chi fra le labbra bestemmia, e chi è accecato sulla sua via di Damasco. Chi crepa da solo in una stanza; chi trova compagnia, il cielo, la speranza. Io che incido quattro versi sghembi, nati non dal gonfio cuore ma dal grembo. E’ sempre così, anche quest’anno, questo maledetto anno che se ne muore. E’ Natale, è Natale… dammi la forza Signore.
Id: 1405 Data: 24/12/2008 13:18:43
*
Il prisma (a unamica)
Egli ha deciso: ancora posso sperare. Un piccolo, umile raggio di sole è penetrato nella mia vita e tu, inaspettato prisma, lo moltiplichi ovunque. La luce è ancora debole, è vero, ma così, proiettata attraverso il tuo corpo geometrico, sembra un piccolo, piccolissimo sole. Ed io, novello Lazzaro, ancora insicuro se credere all’insperata vita o schermirsi dall’inganno della morte, godo, indeciso fra speranza e illusione, i timidi, tiepidi raggi.
Id: 1384 Data: 20/12/2008 19:08:12
*
La forza del presente
Se mi guardi con quegli occhietti, vispi, di preda messa all’angolo, per gioco, dal cacciatore barbuto, tutto dentro di me si scioglie, per un attimo non esiste il dolore, non è mai esistito; il tuo cinguettio cancella tutto ciò che è stato prima, prima di un anno fa o poco meno. Piccolo, dolce frutto dei miei lombi e del grembo materno: quando guardo, come ora, una tua foto, l’unica, insopportabile sofferenza, che mi trafigge il cuore con un raggio di luce, è dover aspettare stasera per poterti riabbracciare, per baciare ancora e ancora quegli occhi di preda.
Id: 1343 Data: 09/12/2008 12:17:07
*
I ritagli di Amelia
Amelia mi voleva molto bene. Amelia mi voleva un mare di bene. Era l’unica che credesse, davvero, che io valessi più degli altri, più di tutti gli altri. Del resto non ci credevo, né ci credo, neanch’io. Ma lei, cocciuta, diceva: <<Capiranno, lo capiranno tutti>>. E ritagliava, per me, dai giornali, ogni tipo di notizia che potesse essermi utile: avvisi di concorsi letterari, bandi universitari, offerte, alte, di lavoro. Ma, soprattutto, nutriva la mia passione poetica, pasceva il mio animo di narratore e di critico, con gli articoli di cultura, le ‘terze pagine’, di questo o quell’ autore, di questo o quel libro, rassegna, vernissage. E, più di tutti, serbava per me gli scritti su Paolo, ben conoscendo il mio amore per la sua splendida arte. Tagliava, Amelia, ritagliava, per me, come una bambina con le antiche figurine, quelle su cui andava la colla dietro. Ora, poverina, non può più: il Signore, qualche tempo fa, ha deciso che era arrivato il tempo, per le sue mani, di riposare, per sempre. Tengo nelle mie di mani, quei suoi fogli, quei suoi piccoli doni. Non piango, rimpiango, ma sorrido, pensando che lei mi guarda, dal cielo, ed è felice. Mi vede, umilmente, percorrere quella strada, che lei, unica, per me immaginava, quando nessun altro, sulla Terra intera, le dava retta. Sorrideva anche lei, allora, e continuava a lastricarla, quella strada, con pezzi di carta di giornale.
Id: 1238 Data: 12/11/2008 21:28:01
*
24-2-2008
Una domenica ottusa come lo sanno essere solo certe domeniche di febbraio. Dormivo, staccati tutti i telefoni, bisognoso di silenzio e solitudine. Appena riacceso il petulante cellulare, la chiamata: stavi morendo. Corsi veloce e feroce, arrabbiato della mia cecità, ottuso di sonno interrotto. Arrivai alla tua casa grigia, o forse il cielo lo era, o forse nero. La porta aperta, le tante facce affrante e, forse, un po’ irritate del ritardo; il corridoio, la tua camera, tu. Vecchia ormai bianca, piccola, bambina, nel letto di sale. Mi avvicinai. A qualche passo uno stupido dottore, vicino allo stupido comodino di fronte allo stupido me. Ti accarezzai i capelli sudati; sembrasti sorridere di un piccolo conforto. Sembrasti sorridere. Poi il respiro affannato, il rantolo, la morte. Pochi attimi. Io avevo tardato, ma tu mi avevi aspettato ostinata, come sempre, attaccata all’ultimo alito con i denti. Avevi fatto attendere anche gli angeli. Me ne andai, mi mossi verso l’auto, già accesa la sigaretta del ritorno. Forte, nell’aria tersa della notte, la sensazione di aver ricevuto, ancora una volta, più di quanto non avessi dato.
Id: 1230 Data: 11/11/2008 17:49:29
*
Langelo
(2-11-1975 / 2-11-2008. In ricordo di Pier Paolo Pasolini.)
Mezzanotte è a stento passata; l’aria è fredda, il vento soffia sul tuo corpo ancora ardente di sangue. Ti sono vicino, da sempre; anche ora che la tua macchina è appena scappata e che qui nel buio sei solo. L’una, le due. La brezza fredda del mare ti asciuga sugli abiti il sangue, incrosta il tuo volto devastato, le labbra che poco prima hanno urlato la madre. Tutto è fermo: non sento nemmeno le onde del mare vicino; neppure più il battito di cuori in tumulto, di chi ha visto e sentito e non parlerà, né ora, né mai. Le tre, poi le quattro, le cinque. Ho in grembo la tua povera testa, accarezzo intrisi i radi capelli, chiudo, lento, l’occhio sconvolto; con gesto veloce riaccosto i lembi dei tuoi pantaloni che altri hanno, impudicamente, slacciato. Sono qui a vegliare il tuo corpo, mentre tu sei, spero, chissà dove. Già, chissà dove… Le sei. Non arriva nessuno nell’alba, calcinata, del triste giorno festivo: no, anzi, una donna, una piccola donna, ancora lontana. Fra poco inizierà l’immonda commedia. Paolo, un’ultima carezza veloce sulla bocca che più non grida, ma , nemmeno, ahimè, parlerà. Me ne vado, scompaio su, in alto. Stavolta, per sempre.
Id: 1182 Data: 03/11/2008 21:20:23
*
Emma (a mia figlia, il mio tutto)
Piccola, meravigliosa creatura di Dio, mi indichi il cielo col ditino, senza dire nulla. Ed io sono in cielo.
Id: 929 Data: 09/09/2008 19:28:01
*
Costi
Mi verrebbe da piangere come un bambino. Ho tenuto fra le braccia la vita. E lei mi ha sorriso. Torno a casa, in macchina, con la testa piena di farfalle, come non mi succedeva da tanto, troppo tempo. La sigaretta accesa al lato della bocca piegata in un infantile sorriso di felicità. Le luci scorrono veloci sulla carrozzeria che sfreccia; la notte apre i suoi occhi, sorpresi, su un uomo nuovo. La macchina corre via, in carrellata, verso un buio illuminato al fondo. (caspita, è già passato un anno... Auguri Ce'!)
Id: 833 Data: 23/08/2008 20:07:26
*
Una per te
Mio padre piange. Quando piange una roccia vuol dire che anche in Cielo c’è qualcosa che non va. Quando piange una roccia, la terra stessa si ribella e ribolle d’orrore e smarrimento. Non è giusto, ecco, che gli tocchi in sorte anche il pianto: una roccia già passa l’intera vita nello sforzo di essere tale, coerentemente, di essere appoggio saldo agli altri. Dio gli ha donato di non cedere ai sentimenti proprio per questo. Se una roccia piange di dolore o di disperazione, forse Dio stesso sta calcando un po’ troppo la mano.
Id: 662 Data: 01/07/2008 10:06:50
*
La poesia
Niente di grande, niente di immortale. E' come mangiare, respirare: semplice necessità fisiologica. Non lo fai? muori. Anzi, mi scusino i puristi, è più vomitare, andare al cesso. Non la controlli arriva ed esce fuori da sola. La membrana del tuo cervello vibra e duole. La penna impazzisce, la tastiera prende fuoco. E tu non devi far niente, puoi solo assecondarla, schiavo di un gatto infernale che ti ficca le unghie nella schiena. Pochi fiori, molto sangue; pochi voli terra, terra. Non è un gioco, la poesia. Ah, naturalmente, se sei poeta...
Id: 474 Data: 22/05/2008
*
Esser morti o esser vivi (a P.)
Scandaloso in vita come in morte. Scandaloso trenta e passa anni dopo la morte. Il dramma ha un sorriso ironico, come sempre. Tu oggi avresti forse un sorriso amaro ma ironico appunto, vedendo come nulla è cambiato, scrutando l’universo orrendo. Forse serreresti per un attimo la mascella, gli occhi rabbuiati dietro gli occhiali scuri, vedendo, senza alcuna sorpresa per carità!, che nessuno ti ha ancora fatto giustizia E addirittura rivedresti le stesse facce dietro gli stessi scranni, magari un po’ invecchiate ma quelle. Ciò che avevi affermato con forza allora, e che ti è costato questa vita, ti accorgeresti che resta di un’attualità, davvero troppo sconcertante, intollerabile. Insomma, dopo aver salutato gli amici, con uno sguardo dolce e veloce, decideresti ancora di andartene via, come facevi, verso l’Africa, l’India o lo Yemen, lontano da questo paese di sepolcri, neanche troppo imbiancati. Del resto lo avevi già detto proprio tu ormai un po’ di tempo fa: esser morti o esser vivi, non è che la stessa cosa.
Id: 452 Data: 10/05/2008
*
Una per me
Oggi mi sento più vecchio, dell'anima stessa del mondo. Che inutile masherata... Quanta fatica, sprecata... Lo so, i versi sono sghembi; lo so, mi ripeto in continuazione. Se vuoi accomodati; ma se non vuoi nessuno ti costringe a continuare a leggere. In realtà, dovresti averlo capito da tempo: io lo faccio per me.
Id: 432 Data: 03/05/2008
*
Il poeta
Perché continuo a scrivere versi brutti e monchi, brutali e osceni, stupidi e vaghi? Non lo so, ma sento il mare in tempesta, il vulcano in eruzione, la frenesia incoercibile del cuore, che mi afferra e graffia la mano perché, anche contro voglia, io continui a sputare sul foglio la schiuma dell’anima mia. E se il verso è brutto, vuol dire che forse è brutto chi lo scrive; ma almeno è vero, scandaloso santo peccatore, prescelto per essere straziato, da un vecchio genio bambino.
Id: 416 Data: 22/04/2008
*
Un sorso di vecchio Buk
La giornata è stata cattiva, nera e ruvida come il cemento brutto delle periferie. Il lavoro noioso e ingrato. Le mani di ragazzo mi tremano della tristezza di un vecchio. Stravolto, sporco e arrabbiato arrivo a casa e getto malamente i vestiti infelici. Mi sdraio nel letto stiracchio le gambe e apro il libro: finalmente un sorso del vecchio Buk.
Id: 415 Data: 22/04/2008
|