I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Nadine
Sei arrivata da lontano ed ogni luogo sembrava appartenerti. Non sono mai riuscito a capire chi tu fossi né mai di te ho potuto saper nulla se non ciò che mi raccontavano i tuoi occhi densi come la nebbia di novembre. Immaginavo tutto anche la tua improvvisa assenza ma nel mio cuore da quel giorno è sempre stato inverno e nonostante gli anni scivolati troppo in fretta non sono mai riuscito a scordarli quei tuoi occhi grigi come la nebbia di novembre. Nadine, donna dalle infinite storie mai narrate sei arrivata da lontano e il mio respiro ancora ti appartiene.
Id: 15812 Data: 26/07/2012 15:15:48
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Janis
E' volata via Janis, leggera come il vento e ancora oggi la vedo in ogni donna senza poter più chieder nulla, senza che nulla mi possa esser più chiesto. Amava il fiume Janis, lo scorrere tortuoso delle acque metafora della sua vita senza soste. E adesso qui da solo, dopo una vita spesa nel cercarla voglio pensare che sia libera, così come voleva.
Id: 11147 Data: 19/11/2011 18:49:12
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Lultima notte
E nella quiete posso finalmente piangere di fronte al cielo che sembra prender fuoco, mentre il tuo abbraccio parla senza dire chiedendo inutilmente tempo al tempo. E tremi forte perchè non ti so spiegare che cosa ne sarà di noi dopo stanotte, e fingo di non scorger lacrime di vetro sfiorando il viso tuo con gli occhi chiusi. Non posso fare a meno nel silenzio di creder che il domani sarà nostro e che sapremo ritrovarci in un istante quando sarà un ricordo il lungo inverno. E nella quiete sento il vento farsi musica.
Id: 5626 Data: 16/10/2010 21:39:56
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Bloody sunday
Bernard McGuigan sollevava un fazzoletto bianco, in un groviglio di fucili e anime, e lo stendardo fiero si tinse del suo sangue. Bernard McGuigan sventolava un fazzoletto bianco, ed era tutto ciò che aveva tra le mani.
Id: 5069 Data: 15/08/2010 10:38:45
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Senza parole
Vorrei fosse il prodigio della notte la causa delle lacrime che segui con le dita e che non ci restasse appena un'alba prima di ricominciare ad esser nulla. Credo soltanto che tutto acquisti un senso se si è capaci di ascoltare nel silenzio. E mentre il buio ci nasconde gli occhi agli occhi persino il dirsi addio suona più dolce .
Id: 4050 Data: 19/04/2010 21:14:39
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Il lungo addio
Tacque la pioggia ed arrivò l'inverno. A rompere l'incanto del silenzio soltanto i passi tuoi lontani che senza peso solcavano la neve. Non ti guardasti indietro un attimo per non sentire il sibilo del vento e non mostrare per pudore gli occhi feriti dalle lacrime e dal freddo. Chissà perchè mi torni in mente adesso tra i luccichii di un mondo diventato altro che non ho mai compreso fino in fondo. Forse ti ho amata in uno strano modo ma mentre te ne andavi il tempo si è fermato e se puoi scusa la leggerezza di un ragazzo che non ha mai saputo essere libero. Tace la pioggia e arriva l'inverno. Il sibilo del vento mi socchiude gli occhi e mi costringe a non guardare indietro. Con passi lievi mi cammini accanto.
Id: 3065 Data: 11/12/2009 09:36:47
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Nirvana
Immaginai la tua carezza lieve assolvere in un attimo l'errore e invece vidi intorno solo nebbia che senza fretta mi tirava dentro ad un delirio etilico ed estatico. Scavai tra paranoie e confusione senza trovare scuse convincenti tra giri di parole ritrattate e verità negate all'evidenza. Nessuna uscita eppure la cercavo saliva un'ira densa come fumo la mia realtà d'un tratto liquefatta la voce tua oramai solo sussurro. Nascosi tra le ombre ogni domanda misi da parte il poco che restava e in preda a consapevoli tormenti chiesi perdono al cielo e chiusi gli occhi.
Id: 3025 Data: 29/11/2009 20:48:35
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Lattesa
Venne Settembre e s'alzò il primo vento. China sulle ginocchia stanche Maira si rispecchiò nell'Acqua e quella la fissò senza parlare. Serrata tra le mani una promessa.
Venne Gennaio e raffreddò la terra. Distesa sul declivio Maira interrogò le Stelle e loro le risposero brillando.
Infine arrivò aprile che rinverdì i giardini. Ferma sul portico di rose Maira guardò il Cielo ma non riuscì a scorgervi nulla.
E districando trame di sogni scoloriti toccò la vacuità della sua vita. Nessuno più la vide da quel giorno.
Id: 2955 Data: 14/11/2009 08:52:38
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Inquietudine
Non so cosa pensasse il fiume gelido mentre furente si legava al mare né chi tra le acque buie dell'inverno avesse perso l'amore di una vita. So solo dei tuoi occhi color sabbia socchiusi dolcemente al primo lampo d'alba e che mi manca un bacio quello lo so tanto da rimanere ucciso dal rimpianto. Non so spiegare e il tempo non rallenta va via veloce come le correnti lasciavo andare tutto e tutto è fermo tra le ingannevoli lusinghe di un istante. Vorrei non veder scendere la notte ché il sonno mi è nemico.
Id: 2927 Data: 06/11/2009 20:37:46
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Plaza de Myo
Sfilano in cerchio donne coraggiose come le foglie secche d'autunno, soffiate via dal vento della sera in eleganti mulinelli di colore.
Con passi lievi cammina la speranza un fazzoletto bianco attorno al collo e mani forti strette tra le mani a condividere decenni di dolore.
Madri di figli persi da una vita figlie di un ideale che non muta. Dal giovedì di un maggio ormai lontano in un'attesa che rende tutte uguali.
Finché ci sarà vita. Un grande cerchio silenzioso. Che grida forte. Mai più.
Id: 2686 Data: 17/09/2009 17:07:45
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Sogno destate
Scorsi per caso riflessa nel rigagnolo la luce argentea della Luna che rischiarava l'acqua. Preso d'incanto L'ammirai per ore desiderando infine di morirLe accanto. D'un tratto Lei s'accorse dei miei occhi e con modestia scomparve nella notte. Chiamai me stesso folle addirittura ché nessun uomo può bramare tanto, la Luna ne fui certo in quell'istante al Cielo apparteneva e a Lui soltanto. Ma quando fui per volgere lo sguardo udii una voce dolce che era un canto: " Sono la Luna -disse- portami con te" e il Cielo ci abbracciò sotto il suo manto.
Id: 2680 Data: 15/09/2009 22:39:51
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Istantanea
Giselle anima rosso sangue d'agosto sento freddo.
Ti chiamo senza sosta e mi confondo tra i passi tumultuosi di mille anime sole.
Ma tu sei disperatamente altrove.
Id: 2551 Data: 08/08/2009 15:15:49
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Il canto dellusignolo
"Si amarono così d'amore vero, sotto la volta indulgente delle stelle la dama e il cavaliere, con dolci sguardi e timidi sorrisi. Di notte, quando la luna riluceva e il suo signore cadeva addormentato la dama si levava lesta avvolta in un mantello fatto d'oro. A passi lievi davanti alla finestra e lui alla sua pronti alla deliziosa veglia, solo il piacere di guardarsi senza parola alcuna a rompere il silenzio. E quando le fu chiesto per chi perdesse il sonno rispose lei indugiando appena: "del mondo non conosce la bellezza o sire mio, colui che non ascolta cantare l'usignolo. Ecco perché sto qui - sussurrò ferma - ascolto nella notte la dolcezza". Ma l'uomo vile conoscendo il vero fuggì veoloce con l'ira per compagna e ritornò al chiaror dell'alba, portando l'usignolo senza vita. Pianse la dama col cuore lacerato e strinse forte al petto la creatura, sapendo di aver perso in una sola volta il canto melodioso e il vero amore."
Id: 2168 Data: 15/05/2009 16:30:58
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Nicaragua
Era schierata con le truppe in autunno, mentre le foglie cambiavano colore. Donna senza un domani né un sorriso, lo sguardo dolce fisso alle trincee e io solo un ragazzo appassionato, che non capiva i suoi lunghi silenzi e il domandare scusa ad ogni passo. La vedo ora da sola per le strade di Leòn, tra gli edifici crivellati d'odio nel vento che alza polvere e miseria. E penso sempre al sangue e alla follia, suo paese atrocemente violentato, alle carezze perdute chissà dove. Mio dolce amore di una notte appena, che chiede ancora scusa ad ogni passo.
Id: 1622 Data: 09/02/2009 20:19:15
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Nientaltro
Nient'altro prima, dopo nient'altro. Non mi verrà ridato indietro il tempo che corre inesorabile e semina memorie, né quei tuoi occhi che ricordo immensi fissarmi come se si fosse aperto il cielo. Mi accorgo solo ora che non ho avuto scelta, per la paura di mostrare fragilità infinite e che ho pagato un prezzo troppo alto per un incerto no rotto dal pianto. Dopo di te nient'altro, nient'altro prima.
Id: 1621 Data: 09/02/2009 20:18:43
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Massacre of Wounded Knee
In una notte di dicembre spezzato da chi non ha vergogna, finì il sogno dei semplici e l'odio colorò di rosso l'acqua. Un colpo di fucile sparato per errore uccise l'ufficiale bianco e mentre la tormenta soffiava neve ovunque, si scatenò l'inferno nella piana. I corpi dei guerrieri rimasero composti là dove si erano accasciati, mentre senz'armi tra le mani cercavano invano di fuggire. Non li salvò la danza degli spiriti, cantavano e cadevano gli uomini coraggiosi, le donne insieme ai bimbi e ai vecchi padri e i tempi del bisonte non tornarono. Nel secolo allo scorcio, tra i monti silenziosi del Dakota, un vento forte spazzò via la neve e a poco a poco il torrente tornò chiaro. Resta un cartello verde piantato con i chiodi, ricordo di quel giorno infame e una parola resta impressa:massacro.
Id: 400 Data: 14/04/2008
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Ricordo
Cavalcavamo per i Campos Gerais, sotto una luna che culla le illusioni. Tu, occhi screziati d'ambra intrisa d'oro e due domande che non osi fare, io, convinto di poter fermare il tempo con il candore che si stringe ai fianchi. Io e te, sotto le acacie immobili da sempre persi nel tutto di un respiro solo, fragile e puro come cristallo. E tutta intorno la landa sterminata, terra di sogni addormentati, che invoca in ogni tempo il piangere del cielo. Tu ed io, a raccontarci storie fatte d'aria, fuori dalla realtà che è un'altra cosa e ci sorprende senza discolparsi. E poi io solo e tu al di là del Sao Francisco, là dove non posso e il tormentarsi adesso a nulla serve. Il cuore di Jagunço che sussulta cedendo inerme ad un dolore nuovo. E finalmente nel Sertao, cade la pioggia.
Id: 392 Data: 10/04/2008
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Maggio 1999
Dolce Belgrado, città in fiamme. Che resterà di te, dei chioschi colorati e del futuro, letto sotto un'ardente luna nei fondi neri di caffè. Cielo stellato e un'altra bomba, la dignità strappata dalle mani e tanti pronti a prendere, tra le macerie ancora calde, la loro parte di dolore. Brucia Belgrado, rossa di fede e sangue, ferita a morte nel mese delle rose. Chi ti calpesta finge il pianto, simula civiltà che non conosce, volge lo sguardo là dove non vede. E passa oltre.
Id: 267 Data: 26/02/2008
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Sul fiume Okavango
Correrò sola lungo il delta del fiume che non si getta in mare. Se ci ritroveremo, un giorno, voglio non sia per caso. Mi siederò in attesa sulla sabbia del Kalahari, e il tuo ricordo sarà il mio castigo. Se tornerai, un giorno chiamami da lontano, ascolterò in silenzio e non sarà per caso.
Id: 201 Data: 14/02/2008
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Canto dei vinti
Pagasti a caro prezzo l'essere nato uomo, chiamato da una guerra che non è mai dei giusti. Si prese con la forza i tuoi vent'anni, colmando di lusinghe le sterili speranze. Come una sposa antica attese la donna a te più cara, tessendo nella luce fioca veli di immacolata seta, disfatti dopo un'ora. Non ritornasti alla tua amata terra, nessuno accarezzò le tristi spoglie. E chi ti tolse tutto cadde un attimo dopo, come altri cento sulle barricate. Il ventò portò l'eco di un lamento, e nel chiarore dolce della prima luce coprì i tuoi occhi un velo, di pura seta bianca.
Id: 200 Data: 13/02/2008
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Storia di un amore
Il tempo che consuma non ritorna, disse la luna al sole prima di impallidire. Il sole la rincorse senza sosta ma non riuscì a sfiorarla, nemmeno per un attimo. Poi la fissò in silenzio da lontano, ed in eterno attese il suo ritorno.
Id: 197 Data: 12/02/2008
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Dolceamaro
Guardi dai vetri sporchi scrosci di pioggia, che bagnano da ore le strade ormai deserte. Non c'è riposo Judith, la notte non è fatta per dormire. Nel freddo acre della stanza vuota, tra i libri aperti a caso e la vergogna, quel niente che rimane di un incompiuto slancio, vissuto appena il tempo di un respiro. Si spenge un lampo, il cielo chiude gli occhi. Dal disaccordo di una melodia, cade una lacrima d'argento e tutto tace, per far posto all'alba.
Id: 196 Data: 12/02/2008
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ballata del carcerato
Ardo nella fredda stanza sottratto agli sguardi ed al cielo. Ricorre il pensiero struggente dei timidi passi che intrecciano trame di seta. Impreco condanno deploro il vile gesto. Si beffa di me e della tardiva coscienza. Coperto da strati di polvere ti guardo dritta in faccia follia. Proteggimi o luna rischiara le candide pagine ove ora ripongo la penna e il lacrimar del cuore
Id: 191 Data: 10/02/2008
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notturno
Tramonto che accenni la sera, feroce mutare dei toni vibranti dal cremisi all'indaco. In lieve ritardo il rintocco scandito per undici volte. La musica muove la penna in armonia col mondo. Oh cielo notturno, mia musa, per te io scrivo stasera
Id: 190 Data: 10/02/2008
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ayline
Ferma sulla scogliera Ayline, a domandarti se questa è vita, o lo sarebbe l'altra. Non ti trattiene l'esistenza vuota di passi stanchi etroppo spesso incerti. Il tuo respiro Ayline, il pianto sordo, diretto al cielo d'un gelato aprile. Spengi la luce convulso mare serra il bel volto tra le braccia eteree
Id: 189 Data: 10/02/2008
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quale amore
Ho tratto da te l'essenza del nulla fluendoti attorno per linee diverse ho sceso in silenzio gradini di sabbia che il vento rinnega il flutto dissolve un tocco rubato carezze di sangue la mano scortese esige e congeda respiro dall'ombra pensiero dolente di un cuore gelato sfumato nel sole
Id: 188 Data: 10/02/2008
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il grido
Bagliori di luce che squarciano l'aria disgregano smembrano la notte di veglia. Immobili ed inutili, la donna ed il morto, nell'ombra la lama il sangue la colpa
Id: 187 Data: 10/02/2008
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la chimera
stilla feroce da cuore a pelle il disperato impulso che trascina e annebbia. Muove tirando i fili d'un eterno strazio la mano oscura nella convulsa danza. Nessun dolore nel tormento irato fissa lo sguardo giustificando i mezzi. Ombre di niente nella veglia inquieta tenda il suo braccio l'arduo riposo
Id: 186 Data: 10/02/2008
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in un sacco di juta verde orlato doro
Nei giorni dell'ira coperti di polvere anche la pioggia lacrimava sangue. La giovane vedetta accanto al guado gelido tremava di freddo misto a rabbia, fucile al braccio e sguardo perso di chi se ne sta lì per caso. Sparpaglia l'innocenza e i desideri, le ataviche paure e le carezze perse in un sacco di juta verde orlato d'oro. Il tuono copre un gemito scomposto, riflesso in altri occhi il tuo morire. Nascerà l'erba un giorno vicino al tuo giaciglio. Smonta la guardia, nessuno all'orizzonte
Id: 185 Data: 09/02/2008
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Il viaggio
Sul muro esterno della torre vecchia si arrampica una rosa, bianca come la neve. La piantò lì una madre, per ricordare un figlio perduto chissà dove. Qualcuno lo chiamò per nome e lui partì senza un saluto, né un perché. Un cenno della testa da lontano, in tasca due monete d'oro e un nastro rosa antico tra le dita. Fu tanto tempo fa. Lungo il declivio della montagna sacra dove fa sempre freddo cresce una rosa, rossa come il sangue. La piantò lì quel figlio, in cerca di un amore perduto chissà dove.
Id: 184 Data: 09/02/2008
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PELLE DI LUNA
Ti stringo in un abbraccio che fa male, e toglie l'aria all'anima. Senza parole il gesto mi condanna, ed il tuo sguardo amplifica il silenzio. L'addio febbrile offerto alla tua terra, si mescola a lamenti dissonanti, portati via dal vento. Capelli d'ebano tra i seni l'unica vanità di donna, pelle di luna. Tornerò qui al calar del giorno, in cerca del mio cuore sporco, perso nel Lago sacro mille lune fa. E' tardi per il pianto e passo oltre, il cielo prodigioso si adombra e piange.
Id: 183 Data: 09/02/2008
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