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Raccolta di poesie di Gabriella Gianfelici
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Rivivo terrore e gioia #controviolenzadonne

 

Verdastra è stamane

la luce che sento.

Ogni goccia di me

intrisa d’erbe e di fiume

di pietre lanciate

per gioco:

aspettano nuovi richiami.

L’onda cattura lo sguardo

rapisce pensieri

trasporta con sé

afflati di soli desideri

e nebbia da spazzare.

 

 

 

 

RIVIVO TERRORE e gioia...

Chiudere la bocca… serrare i denti per non respirare così mi diceva così facevo non fare rumore non parlare non muoverti silenzio assoluto volevo sparire volevo morire uccidermi la stanza diventava pregna di odori di umori e sensazioni schifose, cosa dovevo ingoiare per vivere e perché dovevo vivere? Peggio di uno sgorbio mi sentivo la mia impotenza a chi gridare a chi scrivere tutto quello che stavo vivendo? Mi davano da mangiare come a dei maiali, anche loro così ricompensavano la mia infelicità, il mio mutismo la mia follia la mia paura…niente amavo di me grassa sporca violentata così lo specchio non potevo guardarlo, leggevo nomi di paesi lontani nomi di montagne lontane e io mi perdevo come un manichino in mezzo a fantasie un ‘altra famiglia un viaggio una scomparsa una morte perché nessuno moriva di quelli che dovevano morire? Perché soprattutto non morivo io? La paura restava attaccata ad ogni angolo della mia giornata a scuola pensavo al dopo, il dopo mi riportava alla mia situazione: solo la puzza sentivo dentro di me, con le mie narici e con tutto il mio corpo… Milarepa mi apparve una notte: alto, magro, una barba candida, uno sguardo luminoso...”non prendere quel sentiero, mi disse tranquillo e vibrante allo stesso tempo,quello è troppo tortuoso e lungo... l’altro, quello che è fianco al mio è più naturale a te, a come potrai vivere e forse rivivere... Bimba, molto bimba, ancora non conoscevo la scuola e neanche sapevo ancora leggere, da lì a poco mio nonno mi avrebbe insegnato la lettura e la scrittura, e Milarepa venne fuori ma nessuno poteva comprendere: era stato un mio sogno, una pre-veggenza?, non lo so , mi ha accompagnata per tanti anni e altre volte l’ho risognato.

Sentieri che non si sono mai incrociati, ambedue con destini poco luminosi come inizio alla vita, e poi, lentamente ma decisamente modificati in modo positivo...così ancora, a volte, Milarepa mi torna e leggendo il suo diario mi vedo passeggiare con lui nei prati erbosi e ricchi del Tibet estivo... Conosco troppo poco del mondo e non so se vorrò incarnarmi in Milarepa o se già io ne sia stata incarnata, se ognuno di noi ha l’involucro per nascere e poi, come cipolle, ci dobbiamo sfogliare per rinascere, allora sì, sono stata un pezzo della sua vita.

Riuscissi a sfruttare tutte le potenzialità del mio cuore e del mio corpo senza averne paura potrei toccare altri confini, quelli dove arrivo soltanto scrivendo e immergendomi in  altre sintonie, in altri profumi, in sentieri sconosciuti ai più, tuffarmi dentro un mare che non è soltanto azzurro mare, ma qualcosa di me che si scioglie e riemerge, e che si rituffa per poi

morire... rinascere... cambiare... per amare, soltanto per amare.

 


Id: 35066 Data: 20/11/2015 17:20:53

*

Sulla poesia #poesiapoeti

 

Sulla poesia:

A fiato corto

cercarti poesia

spesso camuffata

senza identità

nascosta nelle pieghe

della terra che non sa più

diventare terra di terra

negli occhi degli umani

che non sono più

gli occhi dell’alba.

Sono nel buio

a cercare la nostra origine

a cercare te.

 

La cucina elabora

la camera è assopita

l’ingresso è deserto

la finestra parla.

Sabbia scende

e diventa parola:

a scavare orizzonte

l’occhio penetra

il più possibile

degli sguardi e

arriva l’amore delle parole.

 


Id: 24913 Data: 21/03/2014 00:13:26

*

Solo per un giorno

Solo per un giorno
essere come voi.
Solo per un giorno
toccare integro il mio corpo
farlo volare in alto
e poi
distenderlo sulla terra
pesante e felice.
Solo per un giorno
cancellare
la ferita che mi rinnova
l'incubo
che spurga le mie viscere
che fa gemere le mie notti.
Solo per un giorno
non pensare
ad una triste sorte
che nella luce tiepida
di una fine giornata
di ottobre
s'incollò ai miei anni acerbi.
E per non vacillare
trasformare la realtà
pregando in silenzio
in un mantra tutto mio
dove la carezza rinsaldi
gli infami spacchi.

Id: 2224 Data: 27/05/2009 11:00:42

*

A mia madre e a Giacomo Leopardi

Scovato in mezzo ad altri libri
eri momento di ascolto silenzioso.
Le chiedevo, bambina curiosa e dolente:
"Chi è stato quest'uomo?",
un piccolo libro rosso, edizione economica,
un mondo tutto da comprendere...
"...fatto questo, di noci e fichi secchi
un pasto gli arrecò di regal sorte..."
affascinata dalla musica delle parole
cercavo in me le spiegazioni.
Ancora oggi sul mio comodino
il libro rosso persegue il suo cammino:
"Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai?"
E stesse domande al nostro anelito ritrovo.

Note: Giacomo Leopardi,Canti. Bietti-Reggiani ed.Milano 1925
Giacomo Leopardi,Paralipomeni, Canto VI, verso III. Sansoni ed.Firenze 1969
Giacomo Leopardi, Canto notturno di un pastore errante nell'Asia. Rizzoli ed. Milano 1974

Id: 1796 Data: 19/03/2009 08:06:25