Non è fluttuando tra le orbite temporali,
che si possa interrompere
la perenne incoscienza di percorrere
indefiniti portali effimeri .
Nello spazio ricerco l’equilibrio,
nel concetto di abnegazione ,
concentro l’impulso vitale.
Nel caotico giorno,
puntello pareti che tendono a pungolare.
Alla quiete notturna,
regalo equilibri di liberi concetti.
Il tempo determina ogni occasione,
che rende imprevedibile ogni spazio
verso lo spazio infinito.
Rafforzo il mio pensiero nel definire
Logico ogni peregrinare .
Rendo privato il vagare tra mille
Imperfette forme eccentrici .
Il mio vagare tra le complessità,
Ormeggia spesso in rade volitive .

Confesso con precaria saggezza,
Il divisamento sul viaggio estremo,
che con incauta accortezza,
sfioro e tralascio a tempo postumo.
Vorrei sfiorare la passione
di una suonatrice errante.
Contemplerei per giorni ,
il sole che non tramonta mai ,
ammaliato dal fascino
della sua naturalezza.
Annetterei in questa invocata lista,
la calda e cedevole sabbia
che a ritmo di calipso,
accarezza il verde mare caraibico .
Nulla inibisce il mio coraggio a visitare
il Colosso di Rodi, il Giardino di Babilonia,
il Faro di Alessandria,
racchiuse tra storia ed epica leggenda,
nei pensieri di un cosmonauta templare.
Avrei voglia di oltrepassare le nuvole ,
per contemplare il mondo che si oscura,
che con impavido egoismo, tralascia
il necessario bisogno di una virtú trascendente.