I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Vivete le gioie
Abbiate fiducia in voi stessi, solo questo voglio e vi chiedo: affacciarvi alla vita, abbracciarla e stritolarla, quando non resiste ai vostri attacchi e grida di superbia e voi siete lì a dirvi: “Ma quando passerà questo veleno?” Vivete le gioie, annusatele: non è vero che profumano di cannella? Non nascondetevi, siate coraggiosi anche se vi sentite stanchi e vi sembra che tutti congiurino contro di voi. Mettete del ghiaccio sul viso quando vi sentite la febbre ma l’amore lasciatelo esplodere.
Id: 66134 Data: 29/06/2022 15:06:50
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Qui, al Sud
Qui, respiri di pietre ferite visi arsi di lavoratori della terra, braccia di ulivi che devoti pregano il cielo. Qui, la tenerezza ha il volto dei vecchi con i bambini a fianco nelle piazze deserte alla controra. Il cielo si inginocchia fino a lambire le piante dei capperi, nascoste tra i rovi. Qui, i silenzi sanno di gemiti, di lacrime riverse sui tratturi, di solchi rosso cupo di sangue, di freddo intenso nelle ossa a quaranta gradi. Qui, tuttavia, dalle ferite germogliano sogni.
Id: 65901 Data: 26/05/2022 17:04:42
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Visita degli dei
Ritorniamo nel tempio sulla terra, per le feste notturne, dei e dee e sacerdoti e sacerdotesse a celebrare la vita che risale, ancora una volta, dall’Ade. Annunciati da soffi di maestrale ci nascondiamo tra le colonne e ci riveliamo solo a festa iniziata, quando l’ebbrezza di Dioniso ha contagiato ogni presenza. È allora che annulliamo i limiti tra sacro e profano, non più forestieri sulla terra degli dei, non più nuovi Dioniso a Tebe davanti a Penteo. Sono notti di incanto resa assoluta all’umano, al finito, al contingente, ritorno al tempo in cui fummo padroni del mondo, instancabili pedine della Moira. Restare non è il caso in un mondo che non vuole più crogiolarsi nel segno dell’eternità, rinchiudersi nell’oblio del dolore. Il dubbio non ci assale mai, siamo dei immortali, all’uomo la pena continua di succhiare il midollo della vita senza mai nutrirsi. Al primo chiarore abbandoniamo lo splendore del tempio, la festa è finita, l’ispezione nell’umano anche. da "Soffi di nuvole" ( Scatole Parlanti Edzioni), 2017.
Id: 44931 Data: 05/11/2017 15:37:09
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Novembre
1. Si apre chiaro con due feste una di seguito all’altra. Si nutre di colori terragni di cachi color arancione di piaceri sottili di malinconie soffuse. I gechi da tempo si sono rintanati negli anfratti di muri sconosciuti e non destano più gridolini di spavento. I colori vivi d’autunno si mutano in più pacati toni di rassegnata mestizia. Alla sera e al mattino una nebbia densa sfuma i contorni delle cose posando un grigiore pesante dappertutto. 2. È un mese che insegna: la morte cospira con la vita, il trionfo della caducità va a braccetto con la rinascita. I nostri cuori volteggiano a caccia di vita nella selva stupefatta di fronde marcescenti. Il mulinello di pensieri fa a gara con il vento impetuoso, rapido che si insinua aggrinzito nelle parole adulte dell’inverno che sta per venire. da "Soffi di nuvole" ( Scatole Parlanti Edizioni), 2017
Id: 44879 Data: 01/11/2017 09:02:06
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Luci di versi
Non credo che al mio dolore tenace, denso, gommoso, persistente. Non credo che alla mia solitudine sorda, duratura, rassicurante, complice. Non credo che alla mia età agli strati di vite che ho incrociato e amato. Non credo che alla mia testarda volontà di continuare a tessere un destino che non ho scelto. Pugnace carattere di donna lievitata in luci di versi. da "Soffi di nuvole" ( Scatole Parlanti Edizioni), 2017.
Id: 44784 Data: 25/10/2017 20:57:29
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Ottobre
Avvinghiato abbarbicato al tronco della magnolia in lutto ottobre rimane abbagliato dai colori intensi dell’autunno il giallo ocra il rosso carminio il bruno scuro delle castagne succulente. Non si dà pace per il calore perduto dell’estate e ammanta i mattini, ghirigori di animi nostalgici, di una bruma opalescente. Tutta da svuotare e da riempire .
Id: 44711 Data: 20/10/2017 22:25:10
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Dopo la rilettura di Edipo a Colono
Edipo procede barcollando tra il bastone e il braccio di Antigone lento simulando solennità che più non ha né potenza né occhi- quelli è meglio non li abbia- per non osservare il marcio fuori da sé. Ha ancora dignità però e sparge con le mani ruvide i segreti di un uomo che non seppe sconfiggere gli oracoli. In quell'uomo tutti noi.
Id: 44650 Data: 16/10/2017 21:48:36
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Mater dolorosa
Mi è piaciuto per tutto il tempo sprofondare nei versi solenni di un Eschilo ostile alla tracotanza. I Persiani fieri di obbedire a un solo uomo, i Greci mossi dall’orgoglio di tener testa solo a se stessi. Atossa piena di angosce sulla sorte del figlio e del regno interroga il messaggero e si calma alle sue parole: <<Serse è vivo>>. Come una madre, lei che è regina, vive senza più tormento e può prepararsi a ricevere il figlio, lacero nelle vesti. I sogni vanno difesi, ma quando oltrepassano i limiti di una natura tradita recano danni incalcolabili. Al tramonto aspetto che le ombre dei pensieri disperati si tuffino nel rosso fuoco. Poi si tramutino in flessuosa arrendevolezza alla notte.
Id: 44608 Data: 13/10/2017 20:55:33
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Primo mattino nella nebbia
Nei ricordi color seppia un bar alle sette del mattino fuma di nebbia e cappuccino. Il freddo della stazione me lo sento tutto addosso misto all'alito amaro di caffè e degli appunti di storia greca. Manca ancora parecchio per l'inizio alla giornata. Dentro le ossa il caldo delle coperte.
Id: 44512 Data: 05/10/2017 20:55:11
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Distanze incolmabili
Vivo negli interstizi, nelle giunture del tuo cuore, accoccolata nei tuoi pensieri, persa per le tue assenze, invisibile ai tuoi occhi. Vita sbiadita, al confino di un campo da gioco. Sopravvivenza labile, distanze incolmabili. Sudore su sudore amore da piangere. da Soffi di nuvole, Scatole Parlanti Edizioni, 2017.
Id: 44241 Data: 16/09/2017 16:20:01
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