I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
*
Tra radici roventi
Sembra da qui la terra un pinnacolo di pietra, un covo di briganti caduto in uno spazio fra gli atomi della materia; sembra un abete divelto dalla Sila, l’anello celato di un tronco secolare. Nella trama cinerea del bosco fra radici roventi e umide foschie, rischi di cadere nella ferita d’un tronco spalancato, padrone dei venti di tramontana, padrone dei firmamenti. Dalla raccolta Radici come parole, Aletti Editore, 2023 In questi versi rivive la mia Calabria mediata, però, da alcune immagini del poeta calabrese Lorenzo Calogero. Grazie in anticipo a chi vorrà leggermi.
Id: 70700 Data: 25/04/2024 21:29:01
*
Malinconia
Una rugiada malinconica ha immerso i miei pensieri. Non tutto è come vorremmo. Bisogna, allora, farsi strada tra le gocce fresche che creano mantelli pesanti di roccia. Lentamente, però, il mantello diventa velo e il velo diventa filo di seta che si alza in volo, leggerissimo, come una lampada cinese, così splendente e bianca da mozzare il fiato.
Id: 41791 Data: 03/03/2017 19:55:58
*
Il dito della luna
Un dito di luna ha toccato le case, le ha impregnate di notte. Non vedi? Il silenzio percorre a zig-zag le vie tortuose del mio paese in collina. Un ramo di ciliegio copre il mare lontano, lo taglia a metà come un rigo su un foglio. Troppo sottile è adesso quel dito di luna, troppo pallido, troppo esile. La notte forse lo spezzerà. Cosa mi rimarrà allora?
Id: 41790 Data: 03/03/2017 19:50:47
*
La bella scuola
Le note di un flauto dondolano sulle pareti della scuola... vengono da lontano? Portano aromi di girasole, ombre esili di libellule, nascoste tra le ninfee degli stagni. E il giallo ricorda il grano perso nel tramonto estivo; e il verde dei banchi richiama le linee degli ulivi sbiaditi sulle pendici dei colli. Nell'acqua di una fiumara il riflesso di una scuola: bella come un diamante che ha un tremito fra le gole della montagna. Dovrebbe essere bello tutto ciò che è essenziale a uno Stato.
Id: 40175 Data: 10/11/2016 14:52:00
*
Rosa è il cielo
Rosa è il cielo fra barriere di metallo contorto; sfuma in bianco avorio il colore dell'origine dove piombano fili abissali di gardenie, i petali profondi degli iris raccolti in collina. Dove? Scompaiono le linee della terra e solo resta un foglio candido: sopra scrivo lettere e salgono leggere, verso l'alto, bucano le nubi, lettere aeree e precipitose... racchiudono il sapore fresco della libertà. Rosa è il cielo...
Id: 39509 Data: 25/09/2016 18:38:29
*
Si farà fiore
"Tutto si semina, Persino la poesia Che sgorga dal cuore ferito! Chi seminò le stelle ed i fiori? E Dio, chi lo seminò?
Tutto dà frutto, Persino il bacio rosso In cui l’anima intera si fa fiore".
Federico García Lorca, Tutto si semina, in Maria Maddalena e altri inediti, a cura di Pietro Menarini, Nuova Compagnia Editrice, 1995, p. 31
Seminai, in un tempo antico, grossi pezzi di limo e corolle di giglio; seminai polveri luminose sulle nebulose di roccia in Calabria. Seminai sale ardente: aveva il sapore di una vecchia conchiglia striata di viola, perduta in un antro marino; gettai grani ruvidi di sabbia: si fecero fiore nei castelli, costruiti in riva al mare da dita fragili d’infanzia.
Si faranno fiore anche il corpo e l’anima nel bacio purpureo di Dio.
Id: 11818 Data: 30/12/2011 14:39:10
*
Richiusi papaveri
Guardo da un finestrino in viaggio: non sarà, l’oceano, solo il bordo pieno d’acqua di un piccolo stagno perduto tra universi? Le luci degli astri separano gli atomi neri della volta, come paillettes cosmiche su un vestito d’aria, a distrarre dal buio intenso. Ma l’oscurità è dentro, non fuori. La pioggia ha, ormai, punto il vetro; una corolla di papavero si chiude in sé nei campi d’orzo in Calabria. Per nascondersi da chi la ferirà.
Id: 10692 Data: 26/10/2011 18:09:02
*
Cuore di marinaio
Sentì un soffio d’ala sulla pelle il feroce marinaio che nulla sapeva di Ulisse, e immaginò le acrobazie dei gabbiani nel cielo velato di rosa, così lontano dal suo cuore marino, intessuto d’alghe, di tentacoli, di conchiglie solitarie mandate in frantumi dal mare troppo denso, incastrato tra scogliere a picco. Continuare? Arriverò forse, un giorno, al fondo dove la schiuma e il sale sporco attraversano nubi sfilacciate.
Id: 10691 Data: 26/10/2011 18:05:40
*
Amore di Neruda »
Questo testo è in formato PDF (90 KByte)
*
Proust nell’e-book della Recherche
Gli occhi vividi sono accesi su segni intermittenti di umanità: profumi di salotto amori percezioni.
Ma un bagliore di fiamma esplode dal fondo di una cattedrale sognata nella stanza di sughero che percorri, Proust, per intero, con le dita. E diventa un respiro ampio la tua pagina; ti respira, come un girasole sente l’aria che gli manca tra le argille ventose del Sud.
Ora, volano batuffoli di ovatta che dal tuo petto spezzato ti portano al chiarore freddo d’una neve parigina, tra librai e musicanti di strada pronti a eseguire quartetti di note, al crepuscolo. Non senti?
Rivolto a questo tramonto purpureo, uno specchio raccoglie i grumi di terra che noi siamo, ora lucenti, ora offuscati da lunghe distanze. Riusciremo a stare sul filo circense che ci conduce al nostro io sommerso?
Le carezze toccano un telo diafano impenetrabile; non servono a uscire fuori da sé. E i corpi opachi gridano come boccioli chiusi di papavero ardente, nel grano ventoso.
Inciampo nei ciottoli del cortile che parlano dalla loro epifania, nel selciato di Venezia, nelle pietre dei campanili intarsiati nel sole di Firenze, nei pasticcini a conchiglia: chissà quali ricami di senso disegneranno questi fili nelle pagine che Proust non ha scritto ancora.
Id: 9408 Data: 26/07/2011 19:53:20
*
Coriandoli purpurei fra le crete di Calabria
Danzano foglie d'ulivo argentate in un paese fangoso di Calabria, nei vichi tetri che si confondono con gli speroni di roccia dove solo un falco triste, veloce, crea piccoli nidi d'avorio.
Sono aperte nell'aria assolata le sue ali, a respirare il più possibile la vita rovente che pulsa intorno al corpo e che, presto, dileguerà, come un soffio di nube, uno svolazzo rosa nel cielo d'agosto.
Ma si piega un papavero dei campi, quasi vedesse già la falce impietosa che reciderà la sua radice, lasciando sulla creta deboli e spauriti coriandoli purpurei.
Id: 8972 Data: 23/06/2011 15:50:22
*
Silenzio di fiumane. Omaggio a Calogero
Si dirada il corpo e si assottiglia la pelle sui nervi dell’anima, scoperti: fanno male a ogni soffio di vento, entrato fra roselle, vento che li affatica, come forza di fiumare aperte.
Non tengono i confini dell’acqua e il corpo sfatto lascia vedere il silenzio dell’anima inumana, scossa dal sibilo sonoro ch’è fatto da un abisso tra sassi di una foce gremita di maggiorana.
Il pieno del corpo non è più: resta il vuoto percorso da tormenti e pensieri rimossi. La terra argillosa si frantuma come loto in piani sconvolti su cui aggiornano i cieli rossi
nella luce del mattino quando un fulgore di ignote verità appare nell’istante eterno, ma subito è disperso dalle nubi nei cieli in colore già pallidi ormai, come nei geli d’inverno;
il mondo subitaneo si dirada; coperto dal cielo sbiadito, diventa sotterraneo in cui la luce vitrea più non scava né distingue, nelle piene di fiumana, piccolissime pietre magenta.
Questa poesia si ispira al poeta calabrese Lorenzo Calogero, in particolare al testo "Nel silenzio si combatte ogni fatica" compreso nella raccolta "25 poesie" del 1932-1933.
Id: 5447 Data: 30/09/2010 20:40:45
|