I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
Papà,
ricordo quel giorno.
Ti avevo vegliato
nella notte affannosa.
Il tuo ultimo immenso atto d'amore
in quell'alba mesta
ha scavato il mio cuore.
Per giorni hai cercato angosciato
una risposta,
dal cielo o dalla terra:
perché tanto dolore?
Vagavi nel buio
della domanda universale:
perché la vita,
perché si muore?
Una luce
abbagliante
ha illuminato il tuo cuore
inquieto,
finché la pace ti ha avvolto,
e la gioia.
E ha scandito le tue ore
e i tuoi giorni
mentre salivi ormai sereno
il tuo calvario.
Avevi capito.
Eri pronto per il gioioso incontro
con l'Amore.
Si sale ogni giorno
sul palcoscenico della vita,
oltre il sipario.
E si nasconde la propria verità
dietro una maschera,
e un'altra e un'altra ancora.
Di affanno in affanno,
la recita continua
e non ha fine:
cambia solo la maschera
quando cambia la parte
da recitare.
Forse è meglio così.
Meglio celare abissi di dolore
dietro una maschera che ride,
per la gioia degli spettatori:
che importa se nasconde
lacrime di sangue?
Poi giunge pietosa la notte:
gioia e dolor
nel buio manto inghiotte,
cala impassibile il sipario
su le vicende umane.
E nel silenzio
tutto sembra più vero.
Anche il cuore ha le sue maschere;
mistero che non so decifrare.
Tu Signore lo raggiungi
per strade a me sconosciute.
Nessuna maschera
può nasconderlo ai tuoi occhi;
lo leggi con occhi d'amore
e di perdono,
e a poco a poco
lo sveli anche a me.
Con una fitta al cuore
affondo nel mare della tua misericordia.
Bisogna scavare e scavare:
sotto, ancora più sotto
troverò la pace.
(Tratta da Angela e Lucia Silvestri, Quadri senza cornice, ebook su Streetlib)