I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Asintoti
Disperso tra flutti di maschere ostili, vagavo cercando me stesso: ti vidi, confusa, atterrita. Provavi lo stesso? Vorrei, ma non posso saperlo: un attimo ed eri svanita.
Id: 34887 Data: 07/11/2015 00:50:43
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Chloe
Eppure ti serbo ancora nella memoria di un'altra vita, remota, sepolta da impalpabili cumuli, e filtra talvolta dai densi vapori il tuo pallido lume. Ti sento echeggiare da certi profumi, dai nodi che mi definiscono, ti vedo riflessa nell'ombra che ancora dipingo. Potessi gustare di nuovo l'antico sentore di fresco che mi addolciva la vista! Ma il capo ti fu sradicato da lama impietosa e il puro biancore imbrattato del rosso di un disperato tramonto.
Id: 30938 Data: 01/03/2015 17:05:22
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E. Siddal o della malinconia
Anche a te sciolse le molli chiome in crespe di velo scarlatto il ramo dell'invido salice e ti bagnò le gote speziate l'umore tardivo, ma tu cantavi leggera e sparsi accoglievi nel grembo infruttuoso i fiori afflosciati dal troppo bere. Così ti s'imbevve l'anima e il putrido limo si fece sigillo ai sussurri di limpide note della tua dolce corolla. Non t'impedì la bellezza di spremere lacrime amare dai fragili occhi e coppa alle libagioni ti fu la melanconia, ma quando le tenere labbra si furono tinte del morbo del cupo liquore, sorpresa da gelo improvviso tu t'appassisti.
Id: 30919 Data: 01/03/2015 13:11:10
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Agrume
Del sud ricordo l'arancio dei ginocchi sbucciati rampando tra i fichi allora piagato di sangue non era il cuore
Id: 26414 Data: 07/07/2014 14:38:37
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Crono
O monti antichi titani, ai nostri soffi di brezza sempiterni alisei, eppur Crono temete!
Id: 26381 Data: 04/07/2014 02:25:12
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Orazio, Ode III 25
Dove mi strappi, o Bacco, invasato? A quali boschi o spelonche mi trae rapido l'animo nuovo? In quali antri mi s'udrà cantare l'eterna gloria del grande Cesare e adornarne le stelle e la dimora di Giove? Nuovo, dirò lo straordinario, mai detto da altra bocca. Come la Menade insonne tra i gioghi stupisce, al contemplar dell'Ebro e della Tracia candida di neve e del Rodope battuto dal piede barbaro, così a me solitario piace mirare le rive ed i deserti boschi. O signore di Naiadi e di Menadi robuste al rivoltare a mano gli alti frassini, non parlerò il piccolo od il terreno, niente di mortale. Dolce pericolo, o dio del torchio, seguirti cingendo alle tempie il verde pampino.
Id: 26380 Data: 04/07/2014 02:06:25
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Epicedio antiesopico
Cri cri di alette tremule già mai dalle tue tane cave, grillotalpa dell'orticello, udii salire al cielo. Tu con le chele ardite scavavi senza posa, ed il terriccio fresco solevi rimestare: eppure un mezzo grillo eri! E or che sei passato la terra si è scomposta e il mondo non ti serba. Sbagliasti a legger favole.
Id: 26378 Data: 04/07/2014 01:33:13
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