I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Scripta manent #poesiapoeti
Se pure sparecchiassi le pagine imbandite di parole da tutti i libri, resterebbero filigrane di memoria prive solo del pigmento d’inchiostro. Più forte della svogliatezza di risposte, la parola ci vive nella carne mortale e ci dà scampo.
Id: 24910 Data: 20/03/2014 22:47:18
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Bava – da “Aporia delle scorie”
Lingua doppia, labbra indurite.
Come poter trattenere le parole
belle nell’impasto della bocca
otturata di polvere? Una lingua
che farfugli un’ultima strisciata
d’inchiostro sulla pagina,
una bava grigiastra di lumaca.
Fuori programma un segno
tra il legno della sedia e lo scrittoio.
Id: 24306 Data: 09/02/2014 18:00:35
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Crepe – da “Aporia delle scorie”
Sotto, dal fondo
verrà su un domani
per questa casa-scempio
vuoto di ogni ora, tempio
di germitudini trascorse
annidate nelle crepe
che nessuno vede.
Gli screzi secchi
nel mio corpo
la calce forse dei vermi
li potrà tappare.
Id: 24305 Data: 09/02/2014 17:59:40
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Penelope I - da “Apria delle scorie”
Lenta col mio vigore
e mio malgrado recidiva
tesso dalle mie tempie
l’attesa del ritorno.
Quanti cantori muti
dalle gole gozzoviglianti
intessere non potranno
raggiri ai miei più arditi!
Sciogliere un filo
di preghiera ai piedi
del più beneficiato disertore.
Id: 24304 Data: 09/02/2014 17:58:21
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Statua - da “Aporia delle scorie”
Se non fossi che pietra, un granito
stabile e fisso io saprei quelle braccia.
Ma non ha carne la pietra, né fiori.
Non conosce la terra, gli odori.
Sa imitare soltanto nel tatto,
simulare in quel freddo contatto
parvenze di mani di bocche di denti.
Inventarsi in un simulacro
un’anima dura. Necrotica e pura.
Id: 24303 Data: 09/02/2014 17:56:02
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Gravità
Tutte le ipotesi cadono.
È l’ora cupa della malinconia.
Cadono i sogni, cade l’amore
perfino la grazia e la levità
cadono. Pesanti come piume.
Se avessero ali, allora solo
non cadrebbero. Volerebbero
anche nel cielo che si disfa.
Cadono i giorni, le ore, cade la vita
si avvita al suo perno che la infigge
nel nero fondo della terra.
E cade la terra. Cade piano.
Lenta si affloscia sulle ginocchia
di Dio. Che le sorride.
Id: 17941 Data: 03/12/2012 20:02:44
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La parola è un coltello
La patina di sangue
che gocciola sul filo
s’effonde nell’affondo
dello scatto di lama.
Dentro il mondo di dio rotondo e intero
scende il taglio che squarta i suoi ludibri.
Parola di metallo.
Puntuta si conficca
nel cervello
ficcata in mezzo al tempo
divide le sue trame.
Sopra il tempo di dio spaccato in due
la vita dorme stesa sul confine.
Id: 17940 Data: 03/12/2012 20:00:38
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Talamo
Cerchiamo amore nel gioco dei sussulti. Archi di schiene ventri apparentati guizzi di lingue inarticolati. Afrori schiume granuli di fiato limaccio d’umore corporale. Amore scivolato sul sudore da tanti troppi anni coniugato.
Id: 15130 Data: 10/06/2012 20:31:19
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Traguardo
Tempestivaopportuna suggestiva sconveniente lasciva inadempiente oleosa sdrucciolata scivolosa la parola scelse la verità. Formò il presente e ci portò fin qua.
Id: 15129 Data: 10/06/2012 20:30:31
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Fughe
Reticolo venoso, viluppo in cui si accorpa questo nostro restare. Ventricoli propellono sviluppo d’energia pleonasmo funzionale all’apparenza di giorni, voci, passi. È tutto sempre in corsa, l’attimo non riposa, ci sfoglia, ci appassisce ci eguaglia per bisogni e per morte.
Id: 14963 Data: 31/05/2012 13:05:43
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Avanzi
Perni slentati le giunture nei legni ossuti dell’amore. Burattini schiodati dalla scena dei corpi giù al mercato. La merce resta vile avanzo sempre uguale. Pezzi cercati allo scasso nel mezzo del fracasso dei ricambi. Nella scelta dei rottami tutti i gracili incastri sono niente.
Id: 14962 Data: 31/05/2012 13:04:16
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Scripta manent
Se pure sparecchiassi le pagine imbandite di parole da tutti i libri, resterebbero filigrane di memoria prive solo del pigmento d’inchiostro. Più forte della svogliatezza di risposte, la parola ci vive nella carne mortale e ci dà scampo.
Id: 14953 Data: 30/05/2012 20:18:24
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Finale
Dentro il mondo residuo che s’attarda arrendevole il cuore ancora pulsa ma già adora la morte che conosco che apre un’altra porta e svuota gli occhi e cava dentro il ventre la ripulsa di giorni inerti andati nei rintocchi di campane a martello rimbombanti dentro le chiese vuote come crani. Carcasse di pensieri abbandonate nei deserti di quanto indietro resta di rappreso nel caravanserraglio di facce nomi consumate gesta. Il gioco già giocato della vita simulato fin dentro l’ultimo atto per rendere in extremis la mia storia meritevole di un illecito baratto. Fabiana Frascà (I classificata perla sezione ‘Poesia inedita’ al Premio Internazionale Mario Luzi – 2009)
Id: 14952 Data: 30/05/2012 20:14:41
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