I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
*
Del limite e del vento
Quel che voglio è nascosto in un respiro Di vento. Oltrepassare La siepe, delle valli il limitare Tranquillo, poi l'azzurro Profilo delle ripide montagne. Infine il cielo: bucare La trama della nostra finitezza Chiamare Dio, perdio, Alla sfida più antica della storia Salire verticale Frantumare ogni limite Cadere. Giacere nell'abisso. E poi Tornare. Così fa lo Scirocco Tra le dune, deserti Che nel fondo mi assomigliano. Un poco Di vento, una misura della vita che si fa viaggio ed eco, Un'ambizione di non morire mai. Sempre, di andare.
Id: 61501 Data: 25/12/2020 23:45:39
*
E tardi
E’ tardi. Ti rimbocco le coperte, ti do la buonanotte con un bacio leggero, che non abbia a spaventarti. Resti in silenzio, le pupille chiare sulla mia schiena. Già senti ricamare le cicale nella quiete assonnata di un agosto lontano. Nel celeste dei tuoi occhi solo appena sbiaditi, io lo so bene che la notte è finita ancora prima di cominciare, e tu sei già per strada. C’è una bambina, una bottega. Dentro Sacchi di grano, balle di cotone e qualche caramella dal sapore d’orzo e di menta. Sono voci e risate, in questo dormiveglia che ti conduce in un presente antico. Anche tu ridi, col verso di un uccello piccolo e impertinente, che già vola dove nessuna rete può fermarlo. Allora so che a me, che ti son figlia, resta di accompagnarti come fossi tu la mia bimba tenera e piccina, che dal mio abbraccio partirai lontano. Così ti stringo, ancora, perché resti impigliato per sempre il cuore mio ai tuoi capelli, al bianco delle ciglia, a questo istante che sa già di eterno, ad un sottile odore di lavanda che ti somiglia.
Id: 61500 Data: 25/12/2020 23:35:07
*
Dalla terra alla luna
Cogliemmo della luna,appena in tempo, Un filo sottilissimo d'argento Che intrecciammo alla punta degli scogli Lungo la spiaggia. L'altro capo, lo vorticammo ai polsi Ci scortico' le vene insieme al cuore. Un ultimo barlume di lampara, Poi fu silenzio e sciabordio di remi La luna fu mangiata dalla notte E noi dal mare. Dalla terra alla luna solamente Dista un filo d'argento: un'orizzonte Che divide la vita dall'abisso, Quasi un coltello. Con quella lama separammo il buio Dalla luce del giorno, che ci colse Le pupille ferite, e sorprendenti Gesti convulsi di sopravvissuti Incontro a un porto sconosciuto e ostile. Dalla trama sbiadita della luna Districammo a fatica qualche sogno Da nascondere in tasca E fu mattino.
Id: 53225 Data: 28/04/2019 21:01:43
*
2017, Birir
Alte leva la terra Le braccia a supplicare un Dio nascosto. Lunghi filari gravidi, raccolti sul pendio. Vibra una densa caligine azzurrina, che sale dalle valli. Odora il mosto degli infedeli. Presto di nuovo danzerete nudi ed ebbri, attenti! Su di voi si abbatte l'ira grigia del profeta, ira sui discendenti di Alessandro. Ma invano: tra i Kalasha si alzano le coppe e splende il riso, tra denti come perle. Muoia la morte, viva la speranza nei grani d'uva scura dei vigneti kafiri, nei boccali rubati alla paura.
Id: 53221 Data: 28/04/2019 17:50:23
*
1944, Ripe
Andammo all'alba consumando l'ora nel sangue del bicchiere, dolorosa la terra, aspra la notte e tempestosa. Squassavano le bombe, e noi di sotto come si sta bambini sotto i colpi, senza potere niente, senza scampo. Era lunga la notte, la cantina piena di fumi e odori, mormorava bisbigli, pianti, gridi. Respirava con ansimare d'animale, ed era un corpo solo dalle molte voci, era una sola carne, in sacrificio. Il lume tremolo', morì del tutto. Allora ci attaccammo lingua e denti all'ultima sorsata, e parimenti le mani si intrecciarono alle mani, e mani e lingue e vino e fiato e pena presero forma d'una cosa sola, d'un pensiero soltanto, un'ossessione: essere ancora, essere per sempre. Passò la notte, ed eravamo vivi.
Id: 53220 Data: 28/04/2019 17:49:25
*
1917, Sas de Stria
Neve. Cosi cadesti in fondo al giorno di capodanno, un giorno indifferente senza musica e fuochi d'artificio senza pranzo di gala, senza niente. Dietro ai sacchi di sabbia, nelle fosse stavamo stesi in fila, ad uno ad uno passandoci la fiasca: ti ricordi? Dalle colline marchigiane uno, pareva il più guardingo, sconcertato, e sapeva soltanto raccontare della vendemmia a casa sua, al paese appeso alla collina, sopra il mare. Di quel profumo grato e senza tempo sapeva anche il Verdicchio nella fiasca giunta, non si sa come, a noi, sepolti nella trincea, bianchi di neve. Nasca la pace, l'amicizia. Un sentimento caldo e dolente ci sbrinava il cuore, Ma il vino è già finito, gelo e neve ricoprono gli Alpini, nel Cadore.
Id: 53219 Data: 28/04/2019 17:47:12
|