I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Abolisco congiuntivo e condizionale
Teste nella sabbia giuro sulla Bibbia: nient'altro che la verità! In principio era il diverbio le possibili sinossi di "sappia". Oggi, abolisco il "vorrei" e il "volessi" adagio un fiore, strizzo l'occhiello tolgo una res alla mediocrità mi saggio senza volubili pindarici seguo un corso del fiume imparo nulla o imparo tutto perché verba transcurrent e panta rei. Oggi, mi saldo ai "vuoi" abolisco i "volesse", i "vorrei".
Id: 51243 Data: 12/11/2018 12:19:52
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Diciotti
Il nulla Inesauribile è secreto nel porto sepolto l'essere inumato tumulato il paese tumulata la patria il vessillo il figlio del figlio la fossa è il senso comune
Id: 50495 Data: 09/09/2018 19:12:40
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Ferro Agosto
si vive in deroga si indaga per procura nei torrenti nei mari piloni nel dissesto ideologico
Id: 50151 Data: 15/08/2018 10:42:39
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Il nome della resa
Maschio Bianco Italiano Radici giudaico-cristiane Ogni giorno, un residente si sveglia E sa che dovrà Odiare più forte Sognare più forte Votare più forte. Il residente è sintassi d’interessi Sogna un cancello, che in principio era verbo. Sogna una marcia, che in ultimo è aggettivo. Il residente è complemento oggetto, soggetto al suo vuoto, soggetto al suo voto. Sogna il residente, che il vuoto fuori sia quello dentro Il buon degrado, suo malgrado. Il vuoto che vuole: diritto di suole. La lingua italiana batte dove il perdente duole Percuote ciò che vuole E più non dimandare. Sogna il tragitto perfetto Verso la pattumiera, la raccolta dei rifiuti e dei rifiutati Il palese pulito. Difendere e dipendere Sognare le distanze. Una nazione che non sia alienazione, inazione.
Possiamo oggi dire al residente che la patria è perduta da anni Che il nostro popolo è morto a Genova Al residente ricordiamo di scegliersi bene la parte Capire Il limite tra cosa offende e cosa coraggio infonde Il limite tra chi è più italiano tra i Marò e Giulio Regeni. Scegliersi una sorte che possa dire compagna Che la vita si sconta lottando.
Id: 50109 Data: 12/08/2018 16:39:31
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Cilento
Abbiamo chiesto alla nostra pelle La messa a fuoco dei nostri confini L’occhio umano arriva a Scarsi livelli di definizione Per questo, sono in uno sguardo increspato Sullo spazio svelato dal sole Sul piano che chiamiamo “paese” Devi chiedere al gambero di fiume Come indietreggiare Devi chiedere alla cascata Come moltiplicare cadendo Devi chiedere alla trupia Come farsi irruente sorpresa Devi chiedere a Mimmo, a Lamin, e al Bussento come dall’inferno si nasca nella pietra si scompaia e da essa si riaffiori Chiedi a loro, io sono in un passaggio La mia lingua si scioglie in un saluto Puoi chiederci la parola che schiuda mondi Ma non il loro confine
Id: 50021 Data: 06/08/2018 19:57:51
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Marchionne
Dei milioni di compromessi a cui sono sceso più in basso è solo il vecchio ventre elettorale.
Mi preoccupa ora lo scanto nullo di chi crede che la realtà sia condivisibile di chi teme i morti in funzione del naufragio.
Id: 49854 Data: 25/07/2018 09:05:25
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La trattativa stato-mafia
Procede la comprensione Per smembramenti e suture Tragitti di sangue nelle vene, sangue per le strade, sangue nell’esofago Per il cane è una pista di urina-odore. Del precariato ricorderemo le infinite possibilità E l’impossibilità della fine. Dell’Italia vista dalla luna Ricorderemo che non muoveva a commozione: Il proclama Il ritorno ai livelli pre-crisi La crescita al tempo di debito Le bassi vie salariali Le questioni territoriali L’ascolto della base Il ripartire dalle periferie Le consultazioni I voti incrociati Le rivoluzioni del buonsenso. Ci irritava soltanto l’assenza di gravità Che bloccava le lacrime In un fondo d’occhi Scontornando il perdere e il perdersi, la presa di atto e la presa di coscienza L’Italia vista dalla Luna non chiedeva la nazionalità Neppure l’inventava Non chiedeva protezione L’Italia vista dalla terra chiedeva tempo e spazio Al nostro sprofondare Al nostro discernere sui confini All’addomesticare i cani e le pulsioni Sul come lasciare come trovato La montagna e il bagno. L’Italia vista dalla luna esigeva Un altro tempo e un altro spazio Per sopportarne la vista.
Id: 48784 Data: 08/05/2018 19:11:17
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Odiare la polizia
I mercati azionari e la spinta reazionaria Nel bel mezzo del progresso Una galera patria Rapporti tra celle, in costante controllo di chiavi, portafogli e cellulari L’entrata, la chiusura La differenza tra amore e essere innamorati E quella tra Salvini e Minniti Il pagare e il comprare Il prezzo delle materie prime e di quelle da imparare. Il comunicare e il condividere Le divisioni per zelo L’1% che convince il 99% a odiare il 10%. E il decoro a più veci. I mezzi che non giustificano i fini pensionistici I sovranisti di destra E i sovranisti keynesiani. Nell’era democratica Si risolvono le cose al contrario Come studio di funzioni Prima moltiplicare e poi dividere. I rapporti tra celle, in costante controllo di chiavi, portafogli e cellulari. La polemica contro il PD andava ascoltata Nella prima metà del decennio passato Andava fatta in verbi intransigenti Diverbi intransitivi Nel trattamento di carriera di Lavinia Cassaro E di Pietro Troiani. Mentre Veltroni apriva Casa Pound. A volte è necessaria la rivolta. A volte è rivolta a una fascia di popolazione A volte è avvolta in coltre di disattenzione A volte è sconvolta una fascia di popolazione A volte è stravolta la normale interazione A volte è un volto, un letto di cartone. A volte è in rivolta una fascia di popolazione A volte è rivolta alcuna attenzione. A volte è indispensabile la rivolta. A volte no.
Id: 47680 Data: 04/03/2018 16:11:06
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Corto circuito
Miracolosamente rimasti Illusi, la razza bianca è un lembo di terra in stagnola, che può bruciare e deodorare e farsi pasto di cani in spiedi di sistemi nervosi centrali. Tocca inventarsi un vilipendio della bandiera bianca Un tocco su bavero perché batta il cuore E uno su tasca rigonfia, certezza di euro. Un ministero dei chiusi dall’interno Per lo scambio di accuse Dei segni di pece, lo scambio di merci e di persona che fa l’eroinomane eroina nazionale: la nostra ragione di stato comatoso.
Id: 47061 Data: 08/02/2018 08:11:54
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L’amore non è fonte rinnovabile
L’amore non è fonte rinnovabile. Come il vento accade, ignora i confini e si definisce nel computo degli effetti. L’amore rifiuta però le turbine Non crea profitti di un qualche padrone. L’amore non è fonte rinnovabile, come il sole alimenta scambi di ossigeno quando piantati sulle superfici ci uniamo. L’amore però non brucia pelli Oltre al primo grado ustorio. L’amore non è fonte rinnovabile, come l’acqua distrugge e irriga ma non vuole contenitori e rifiuta metonimie. L’amore è semmai La componente umida del rifiuto di ogni ciclo produttivo È cura nel non confondere Carte sporche Carte da giocare Carte da decifrare L’amore non si rinnova L’amore rinnova.
Id: 47046 Data: 07/02/2018 11:35:57
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Le prime cure
Riportano gli organi di stampa (È un espianto rituale Lettere scritte pressoché di rigetto) che il grado di civiltà di una nazione è autobiografia di come si curino i pendolari e di come i pendolari altri da essi siano curati. E di come i pendolari, fattisi proletari, curino le merci, gli astanti e i feticismi annessi. E come i proletari curino i migranti E le transazioni curino i salari E i binari ignorino i furti di rame Per stare saldi. Riportano gli organi di stampa Che siano ormai autonome le sistoli Le confessioni da vissuto, in pensieri, parole, opere e omissioni di soccorso e emissioni di CO2. Mi pento, mi tolgo Ti dono la certezza del sollievo Sui marmi delle banchine, ti dono la consuetudine delle tabelle orarie e la sorpresa ambigua di un ritardo, una cancellazione. Nello scambio tra notte e giorno, tra gli sdraiati sul lastrico e gli eretti da passaggio, Ti dono l’anarchia di una striscia pedonale, la fiducia necessaria di un semaforo lampeggiante il silenzio dello svuotare pattumiere. Sono le prima cure prestate Le seconde saranno pagate.
Id: 46787 Data: 25/01/2018 14:19:41
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Il mare che i meridionali rimpiangono
Il mare che i meridionali rimpiangono Tra i flutti, confonde L’amore, l’amaro. È la consueta sorpresa dal finestrino di un regionale, di un notturno che si fa giornaliero. È un rimpianto di borse da occhi Che ai naviganti intenerisce il core. È condanna a non stare fermi È passato remato Futuro interiore, come se non ci fosse un demanio. Il mare che i meridionali rimpiangono È l’ombra tra partenza e arrivo È il lavoro che chiamano “fatica”. “Chi tene ‘o mare, cammina c’a vocca salata”. Il mare che i meridionali rimpiangono Lecca Bagnoli, Gela, Siracusa e Porto Marghera E sputa metalli pesanti, polveri d’abbattimento fiumi. Bacia Taranto E ognuno dei 21.393 casi di tumore Sputa salato su Pasolini e Rostagno E mare mare mare voglio annegare Con il ministro Minniti. Il mare che i meridionali rimpiangono In un tonfo di calotte artiche Sommergerà Venezia Facendo Trento balneare E grazie all’autonomia, dimenticheremo il brodo marrone di Jesolo E il Mose e Altero Matteoli Avremo un mare di orsi morti, Un mare di Muse e Albere, Un mare di pile con dentro il senatore Cristiano de Eccher. Il mare che i meridionali rimpiangono Si finge nel pensiero Di una sopravvivenza al giorno, dov’è amaro il naufragare.
Id: 46242 Data: 05/01/2018 16:29:17
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Mike Hughes
Spesso Il male dividere Ho incontrato. Era la cancellata che risorge Il paracarro di stelle vestito Erano le orme Di distruzione di masse Che irrompono. Erano i ribelli houthi, i rohingya. Erano i residenti e gli studenti I borghesi piccoli piccoli Potenziali assassini Di piccoli piccoli borghesi. Non seppi altro amore Oltre quello appreso dai treni regionali Dalla denuncia di ogni stupro Prima di sapere la provenienza dei maiali. Dalla denuncia di ogni tentativo di imbrigliare Le tue ovaie E le tue garanzie occupazionali. Dalla facoltà di vedere in ogni tua malaria Una siringa del Santa Chiara.
Se facessimo un conto Delle cose che non tornano Il non sapere se è sudore O sputo o lacrima. Se facessimo un canto delle cose Che non tornano O se le cose tornassero cantando O cantassimo il tornaconto. Se non fosse morto Giulio Regeni Se mio nonno avesse pagato tutti i biglietti dei treni che ha preso, volerei restando su questo piattume. Ho scelto invece, dentro uno schema possibile, di ridere allo specchio che reggi di combattere un regime con la cura terrena, con il coraggio di un “Noi” che non dica “Loro” la forza di un “Io” che dica “Tu”. (Questa poesia è dedicata anche a Mike Hughes)
Id: 46131 Data: 02/01/2018 14:26:33
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Puigdemont
"Una cançó jo també cantaria, Una cançó ben bonica d'amor" Dichiaro la pendenza dalle tue labbra schivo proiettili e muri di gomma che m'intricano i malleoli. Sulle vie di fuga di binari tronchi tronchi binari il fatto non s'assiste
Id: 45092 Data: 14/11/2017 15:39:13
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Nessuno ama
Nessuno ama Se non nello spazio di un accordo Pre-elettorale in contesto proporzionale. L'amore, è lista bloccata in collegi Uninominali. Nessuno ama Se non nell'intercorso Tra le tre e le due In contesto orario solare Se non per l'effetto Degli ottanta euro. L'amore è imposta progressiva sul reddito È redistribuzione verso le Fasce basse di noi. L'amore è patrimoniale.
Id: 45091 Data: 14/11/2017 15:36:15
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Elezioni in Sicilia e principio del nostro autunno
Hai scelto ieri oggi sono spoglio. La tua forte astensione l'unico dato.
Id: 44994 Data: 08/11/2017 21:38:56
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Realismo della funzione donda
La vita è forse liquida Sicuramente, liquida illusioni. Chi m'era prossimo? Chi mera conoscenza?
Id: 44973 Data: 07/11/2017 13:55:36
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La giornata di una scrutinatrice
Tu che sei un costo Per il contribuente E a me sì cara vieni, E quando intraprendi iniziative istituzionali E quando richiedi allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. All’ombra del quadro della Costituzione Dentro l’urne confortate di pianto È forse il sonno men duro?
Votare pagina e lo sguardo. Valeria cammina con modestie sensuali. Ritorna alla scuola alla provincia Che è provincia da quando i fine settimana Sono fughe di trolley equilibranti sonni buoni.
Timbro firma matita indelebile L’attribuzione di ulteriori forme E condizioni particolari di autoctonia
Dati sull’affluenza Affinità elettive Proiezioni Intraprendono iniziative istituzionali necessarie per Trattenere le cose imposte Trattiene Valeria il respiro Autonomia e accertamento fiscale di presenza All’ombra della costituzione Dentro l’urne confrontate da pianti È forse il “sono” men duro?
La riga di un voto Tedesca Stimme Parlami Vuotare pagina. Bibliografia U. Foscolo, I sepolcri U. Foscolo, Alla sera E. Pagliarani, La ragazza Carla http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/10/19/news/referendum_lombardia_autonomia_guida_al_voto-178747609/
Id: 44768 Data: 24/10/2017 16:39:39
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Collezione estate/autunno 2017
Ricordi, Ida Cadevano le stelle e Nelle uova, fipronil. Cadevo a pennello sui tuoi capelli Io, non ritrattavo promesse. Cadeva il governo e, tendenzialmente, il saggio del profitto. Cadeva il tempo libero, i muri al Brennero E le temperature percepite, a tuo piacimento. Ricordi, Ida, accadevi sull’ultima tua sillaba. Scadevano brevetti E noi nuotavamo a bocca aperta nel viagra. Tornava Silvio Berlusconi, ancora una volta. Planando sopra boschi di braccia tese, sugli Ex-telefoni di stato, volava l’ultradestra, tra le corde di un’altra lena.
Id: 44697 Data: 19/10/2017 21:38:17
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Scatoloneliness
Leccare le differite, mentre anche Battisti fugge in Bolivia, ti raggiungerei con la solerzia di un Torregiani figlio Ammassare Ammassare, ammassare cibare, scacciare piccioni un Sisifo felice ampiamente immaginato qui piuttosto di fronte alla microfisica dell'oscillazione al realismo della funzione d'onda: un'eco da sostituzione Ma è lo scato-lame a ferire perlopiù
Id: 44531 Data: 07/10/2017 16:52:17
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Di amore e cambiamento climatico
Bibliografia: David Wallace, The Uninhabitable Earth, Annotated Edition, NY Times G. Ungaretti, San Martino del Carso Non è il precipitare di pareti ghiacciate Ma è lo svanire lento del permafrost al Norway’s Svalbard seed vault un lento contatto ai tuoi occhi Queste dita sottili provocheranno altri esodi di inviti che declini, da Miami al Bangladesh Scompariranno popoli e ricompariranno malattie seguendo il ritmo della tua alternanza Caleranno del 20% le capacità cognitive umane, causa anidride carbonica nell'aria causa tua veste che cade, causa tuo sospiro In questa grande cecità questa reticenza della comunità scientifica mancano le croci e non rimane che qualche brandello d'amore borghese è il mio cuore il paese più surriscaldato
Id: 44476 Data: 03/10/2017 13:33:05
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Affetto serra
Quando esplosero i ripetitori del 3G tutte le parole smisero di suonare uguali e ci bastò l'obliteratrice, per dimenticare e ci bastò il frullatore, per ammassarci e il phon, per disperderci e le supposte, per immaginare scenari e la piallatrice, per livellare classi sociali e la lavatrice, per le coscienze e l'asciugatrice, per la tua voglia di scopare e l'aspirapolvere, per la mia. Quando esplose Trento Centrale, di Battisti era rimasto un flebile Lucio. Noi ci fermammo a un'altra astrazione e i binari erano bipolari I vagoni vagine Le carrozze corazze I pendolini Cafù. Quando esplosero Le Albere, ci mancò il 25 Aprile. Quando esplose la fontana del Tridente avevamo già gambizzato le sentinelle in piedi. Quando esplose la Dolomiti Energia Avevamo gettato il tuo umido e i miei rifiuti oltre l'ostacolo. Quando esplosero le antenne del WI-FI Ogni suicidio diventò insistito E Michele e Stefano e Alfredo Con le vene in pixel a dirci che ogni suicidio è omicidio di Stato, passaggio da corpo solito a corpo gasato, nostro senso di golpe da spiare dal buco dell'affetto serra.
Id: 44105 Data: 07/09/2017 16:12:12
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Le mie mattine
Il cieco Evoca memorie di cose Di quando i suoi occhi avevano mattine … (E. Carriego, citato da J. L. Borges)
Le mie mattine non hanno occhi O gambe o braccia. Solo hanno Stipendi, conguagli fiscali, IVE imponibili, Pendolari stesi a prosciugare in sonno calibrato da banchina a banchina. Le mie mattine hanno occhi di sbarchi Cancelli ai binari Materassi lastricati da collusioni di Jugend Rettet. Le mie mattine hanno dita di operai Nella busta paga di Neymar da Silva Santos Junior. Hanno un braccio di nonno su una spalla Un ginocchio di padre sul tallone Una mano di madre sulla tempia. Hanno assensi ai cenni del capo Il retro di un sorriso a caso In una pausa a caso. Fanno finta, in fine, scandendosi, Di trovarsi iniziate.
Id: 43886 Data: 22/08/2017 11:52:06
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Poesia di amore vocale per donne abbandonanti
“Il fatto mi dolse, perché compresi che l’incessante e vasto universo già si separava da lei e che quel mutamento era il primo d’una serie infinita. Cambierà l’universo ma non io, pensai con malinconica vanità” (J. L. Borges, L’Aleph) Anna, armata, amata lama Anna, ambrata arca. Anna salpava: Malta. Sara, cablata stava Sara, appagata amava. Sara andava: Val Fassa. Mara, salata, calma saltava, arrancava. Mara scappava: Massa Carrara. Barbara, Assaltata, casta, cara. Barbara allarmava alata: Ankara. Marla, barava alla carta Marla abbassata alla cabala All’anta dalla stanza, Marla parlava: "basta".
Id: 43657 Data: 28/07/2017 18:30:19
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Tensione pulsionale
"Eppure, se è vero che il modo di usare le mani sta cambiando, non c'è nulla di nuovo nel tenerle impegnate" (D. Leader, 2017) Il digital divide dal digi-tale che sta di fronte al mio digital di-viso, faccia supposta s'infila in anoni-mano che titilla lo schermo: onani-mato. Il digitar m'è dolce in questo mare toccato e affogo. Il digitar ti vide, io ho voltato propaggine.
Id: 43656 Data: 28/07/2017 18:27:34
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Eu-carestia
In questi treni in Ricardo, una curva che decresce. Facciamo indifferenza Selezioniamo piattume Una metonimia di sputi. Una gara che era Stazione a Parigi Val bene una messa in piega Una prostrazione Uno sfruttamento della sostituzione. Occupiamo i banchi di nebbia Facciamo saltare le massime cariche dello stato delle cose. Mi riprendo la camera e assennato Faccio una riforma, Ne ha bisogno il palese Disprezzo che provi. Un’inflazione da appagare Una multa subconscia Un lavorio sommerso Impossibile sorvolare, su un bacio Sul decollo Del piede tuo Che avanza Perché ti avevo chiesto la mano In questo pasto al posto tuo. Rendimi maggio Questo novembre Rimembro Ancora una volta celeste C’è l’oste L’ostia porosa Litio orale Offerto in sacrificio per noi, in emissione dei “peccato”.
Id: 43347 Data: 30/06/2017 08:33:09
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Dimenticansie
(a proposito di Eugenio Montale e Lucio Battisti)
Ho chiuso, dandoti il braccio Il lucchetto? La porta? Il gas? Il termosifone? Ho strisciato, il cartellino? l’abbonamento del treno? Ai tuoi piedi? O sono alcune noncuranze a tradirmi, oltre te, da quando abbiamo chiuso?
Id: 42963 Data: 27/05/2017 22:19:41
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Sul sesso sono
Sul sesso sono selvaggio, scostumato, sporco silente soltanto se sento sbrodolarti sono satanico sul sedere saffico saggio sfinteri solenne sussulto sul seno so suscitare sconcezze su sudate suore Savonarola sarebbe Sade se sentisse suggerimenti sono siluro sputante se sai succhiare senza stop saccarina splendida splendente, sapore salato sul sorso.
Sarò superuomo sovrastimato simbolo soggetto senza scopo
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Sul sesso sono squallido sincopato supplizio sono soltanto sillogismi sapere scartato svilito
Sul sesso sono solo
Id: 41718 Data: 27/02/2017 16:32:10
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Coda
Hai detto: i cani sono i più fedeli tra le persone
Io ti guardavo con la coda del mio occhio
In fila per un pasto con "torni" e "resti", in fette.
Siamo adulteri ma in questo film alla vaccinara siamo ai titoli di coda.
Id: 41716 Data: 27/02/2017 16:24:46
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Dall’orlo della camicia
(* a proposito di Howl di A. Ginsberg)
Nella mia degenerazione, Ho visto le migliori menti Abbracciarsi attorno a una valigia per non farsela rubare Stringere un magnete per sentire appartenenza Essere monovalenza sottopagata Essere complici Votando Astenendosi. Le ho viste Morire nei teatri, nelle caserme di Bolzaneto e Il Cairo. Rendere arrendendosi Avere fiducia nel consumato Essere qualsiasi cosa dopo una strage Essere accusati con gli indici di ascolto Permettersi pulci igienizzate su materassi e casse di frutta a Parigi, a Berlino, a Roma, a Bologna Essere la sintesi tra due generazioni i nipoti della guerra I figli dei figli dei fiori Ricordando male i primi Copiando male i secondi Le ho viste Sorridere alle immagini che passavano sullo scherno Mangiare nel televisore ultra-piatto In cui avevano sputato Le ho viste Pagare per fumare pneumatici Per mangiare gomma dietetica Vittime dell’intolleranza religiosa e alimentare Le ho sentite urlare che “tutto è in vendita e noi siamo in saldo e qualcuno pagherà”. Le ho viste Sottoposte a un regime forfettario Essere il bello dell’indiretta. Pier Paolo, Sono con te a Lampedusa nei miei sogni cammini gocciolando da un viaggio di mare sull'autostrada attraverso l'Europa in lacrime verso la porta della mia villetta nella notte dell'Occidente.
Id: 37646 Data: 05/05/2016 19:29:21
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L’amore al netto delle tasse
Si provava uno specchio davanti a un discorso, per poi baciarsi al supermercato mentre spuntava una catacomba e baciarsi nella catacombra mentre spuntava un supermercato: esposizioni di pezzi, rifiuto residuo, e il sapere, dopo incolonnati, dove andare.
Id: 31878 Data: 11/04/2015 10:43:04
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10, 100, 1000 Casa Pound
Voglio una Casa Pound a via Verdi, per dirci di Mauro Rostagno, una Casa Pound in Sardegna, a Firenze, a Genova, Sarno, a Longarone, per dirci che tra il volume della musica e quello degli affari, c’è quello dell’acqua. Una Casa Pound a via D’Amelio, alla stazione di Bologna, a piazza della Loggia, perché una bomba non sia abbastanza. Una Casa Pound a via Caetani, una per Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi, Giorgiana Masi, Carlo Giuliani, affinché un Pasolini qualunque porti poi un fiore ai poliziotti. Una Casa Pound al Campodoglio, sul lungomare di Ostia, perché ci sono più pietre nella memoria che memoria nelle pietre. Una Casa Pound Dopo ogni cancelletto Per dirci di cosa parliamo Quando parliamo.
Id: 25888 Data: 29/05/2014 16:47:17
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La Fenomenologia Carsica
(a proposito di un viaggio a Trieste)
Spuntano cancelli e meduse musei e cannoni da un lungomare. Prima dell'aspersione Passa, salmodiando, la lucidatrice.
Id: 25671 Data: 14/05/2014 11:12:20
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Il monopolio del sale
Passi sulla sabbia Il cuore sul cuscino: un'altra mezza età da superare come da plagio.
Id: 25150 Data: 04/04/2014 09:45:08
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Lamore del nostro autunno
Anni di saldi permanenti: Ho comprato una cintura da obeso, cartoline e ferraglia da appendere al pavimento da descriverne un tragitto fino alla pattumiera;
E un tappeto che fosse metonimia, patrimonio da supermercato di fiori ossuti;
E delle cuffie enormi per tornare a leggerti le labbra e una piallatrice per toglierti gli occhi dalla ruggine
e parlare di te in prima persona;
E il confine tra galera e stadio che è misura di Marassi.
Id: 24662 Data: 05/03/2014 17:57:19
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L’importanza di Gibilterra
Seduto in
riva ad un piatto,
o alla deriva su lastre ghiacciate
(padrone di terre infinite):
Cose che non dovrei chiedere.
Cose che in piedi non so dire.
Cose
che, data una parca memoria,
diremmo trincee:
il valore della posizione e
del logoramento.
Id: 21282 Data: 09/07/2013 10:45:52
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James Gandolfini è solo il pretesto
I miei mercoledì sono campi di carrozzelle annaffiate da pensioni e flebo. Di là da questi soli vasodilatanti arterie stradali scoppiano infarti ai semafori. Se mettessimo un cuscino sulle pistole con cui dormiamo sudati, avremmo un volto in regalo.
Id: 21035 Data: 22/06/2013 12:56:39
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Sulle morti del mio cane e di Giulio Andreotti
Questa stanza sfitta
è un pomeriggio d'agosto (a scelta)
e la polvere sui libri
battigia, per eccesso
di cura d'arredo.
Se spuntassero fiori per strada
quante le scritte fasciste
ci sorriderebbe per poco anche
l'asfalto.
Ma non smetteremmo d'inchiodare
"SCUOLA DIAZ" agli
angoli dei giorni delle nostre agende,
volute lise.
Id: 20906 Data: 12/06/2013 09:51:53
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Le vacanze*
*(a proposito di vuoti arrendere)
Che la strada sia lunga e stradata la città, corredata d'imposte a ombra vibrante.
Nell'uso del gesto connesso qualche battito d'occhi si sincrona, e poi via.
Le vie, al Natale, rispondono - al tatto dell'orbo - alla vista del monco come vorrebbero.
Id: 18413 Data: 02/01/2013 19:31:12
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Quando riapriranno le fontane*
(*a proposito dei Sepolcri di Ugo Foscolo)
Quando riapriranno le fontane, al freddo, attaccheremo un ricordo di morsi e rapiremo ai sotterranei un amico a illuminarci la notte.
Ti regalerò un paio d'occhi chiusi per cercare, vivendo, il sole.
Id: 18335 Data: 28/12/2012 19:14:04
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Il mondo alla fine delle colonne della Via Appia
Avveniva poi, la domenica, di scendere (misurando) a patti con le colonne per un'idea di fine vincolata al mare (come se bastasse guardarlo).
Avveniva di misurare, scendendo e dando il braccio all'adito: l'affine dell'idea.
Id: 18232 Data: 21/12/2012 14:32:07
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Il senza del doveri - Verneuung
L'ostruzione sociale di queste e questi calci, poco edificanti. E l'ontificabile e poi il pontificabile e lo scadimento e poi l'accadimento. Uguali: il lamento dell'albero immolato al futuro posteggio-auto e poi l'auto-mobilificio prima schiavo. L'ermetismo della finitudine: cercare sulla falsa riga del tramonto è orizzontarsi a qualcuno, qualcosa.
Id: 17881 Data: 30/11/2012 11:50:07
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Dove finiscono le ciclabili*
(* a proposito di tesi, antitesi e sintesi)
Portami dove finiscono le ciclabili, dove nessuno mi chiede cosa mi occupa o preoccupa. Dove, esatto dal reale, è atto, segno di carta su carta, tarlo del dopo.
Id: 16570 Data: 21/09/2012 10:05:31
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Piove, auspico la morte delle zanzare*
(*un contributo all'immaginario in tema di sistemi elettorali)
Piove, auspico la morte delle zanzare. Censisco il pattume (loro cibo altrimenti): il modello proporzionale.
Id: 16451 Data: 12/09/2012 11:36:42
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Perché mentiamo con i piedi e parliamo nel sonno?*
(*epigrafe per l'arresto di Massimo Passamani)
Per un tempo, seppur pulitissimi, fummo minatori.
A guidarci, lo stesso crepuscolo.
Id: 16280 Data: 30/08/2012 13:46:42
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Sala dei risvegli*
(*l'ultimo ritrovato in fatto d'amore)
Che il presente esista o meno, qui si è tellurici, sussultori. Intubati al fuggentattimo, il resto del senso nemmeno scivola, rìvola, volente collo. Io sudo il pigiama su quest'altare.
Che il presente esista o meno, la virgola, il chiasmo in se è oggi la cura di te.
Domani: poi, mi colga pure un sogno al collo.
Id: 16078 Data: 14/08/2012 15:21:15
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Città destate*
(*un contributo all'immaginario in tempi di recessione) Il nostro futuro, qualsia, non prescinde dai piccioni. Per ogni nuovo museo carichiamo un nuovo cannone. Piazzando pannelli solari su le croci avremo meno ateismo. La misura colma di un bicchiere capovolto mentre calpestiamo vetrate erette.
Id: 16055 Data: 12/08/2012 20:03:55
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Da Unora alla stazione di Ala*
(*a proposito di ricerca continua)
Da un'ora alla stazione di Ala porto un ricordo come pietra e una frana da dire tempo, via. Il loco-motore, dal mondo ondeggiante degli orizzonti soleggiati, carezza l'alzata abbottonante (onda altrettanto), elenco ulteriore.
Id: 14625 Data: 12/05/2012 15:09:57
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Weather or Not*?
(*sul condizionale)
Leggo la musica, nel pensiero, scaccio i mercanti dal tempo, da questo oltre mancante. Colletto, però, i palmi lungo le tue lame di spalle, oblio d'ali.
Id: 14593 Data: 10/05/2012 21:53:13
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Eccessiva dipendenza dal costrutto*
(*un discorso sul metodo) Costretto, come tra ombra e atto, (azione e privazione) il buio della pagina, un bianco distratto da righe: eccessiva dipendenza dal costrutto. Che il presunto viaggio sia lungo, metonimia di "fossi", statue di "c'era". Il verbo sia pur soggetto a qualcosa, la metta la "faccia" (scorza da pire) si vanifichi delocandosi, (il troppo esserci spazi) preservando i senza, i danni per manenti. More or less lessi, il quotidiano dei giorni a venire una volta letto: dormire, non avere "sono", sognare "forse".
Id: 13498 Data: 13/03/2012 18:51:30
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Di tutte le cose visibili e invivibili*
(*da quel giorno, orfani)
Fuor d'inganno, ripetizione o stile, sapere in sé (di menti) d'ottone, rivolte le palpebre più tue. Quel senso, complanare al vero (umano per ciò) risalta sui ceppi furenti di collina, lungo le strade estive, orgoglio di pattume, che pur ci videro, ti videro, ancora, mi vedono. Impetrare per celarti ancora, perpetrare di scaglie tue. Su ceppi furenti, orrore del "v'ero"
Id: 10230 Data: 28/09/2011 09:28:39
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Era
Torna! In alternative in varianti, che sien un dentro o negazioni, ma ti presentino, e io con loro, a stimolar l'incudine
Eppur si muore... Meglio a Dresda che a Catania? Un ceppo di civiltà è anche misura dei cibi nel pattume e dello score dei cercanti
Un anno fa: cosa? Il ricevere non ammette: - ex - post e il tempo pretende extra dizioni, varianze violente, se uso a vederle in sufficiente ritardo.
Id: 8681 Data: 01/06/2011 21:53:47
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Giulia (Tsunami)
Poco fa ho corso: vinto un minuto sul rientro. Tu mi sognavi in Pakistan. Il futuro o la fretta che vince sull'idea? Qualcuno erige abeti intendendo plotoni, oltre i discorsi del cancello aperto, del riscrivo sopra gli strali del caucciù. Nel mentre dei naufragi, che siano allegri poco importo.
Id: 8122 Data: 17/04/2011 12:15:00
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Laccoppiamento dei liquidi 2
Sarebbe un brio di sostanze gettate in fondo al bene, lutti di scorta per poterne dire, fino ai bordi. Notammo fino al largo l'incedere costante del lamento. Prende vita, come fece? Lunghi anni al buio non bastano a dimenticare la piega delle unghie, il sapore della saliva diventa sputo solo se gettato in faccia. Così come i resti di cibo rifiuto organico. Un annuire di occhi zittisce anche il più saggio dei dogmi.
La domenica tornano pendolari carichi di cibo il venerdì di panni sporchi: prendono forma, le speranze, di sovvenzioni. Io, un sacchetto di sabbia per gli occhi con dita in tasca frementi.
Inodore d'acqua, colla o paraffina, per affini ordino inizi.
Sistemare è solo spostare e solo senza te son davvero solo.
Id: 8110 Data: 16/04/2011 17:01:49
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Laccoppiamento dei liquidi
Le corse ad entrare nei bus, un rito di foglie. Sorpreso a schernire stormi, avanzo.
Id: 7391 Data: 26/02/2011 14:19:03
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Un rituale
Un rituale da pomeriggi erbosi e marmo alle natiche. Inalazioni al metronomo: non tanto da vomitarne, (occhi chiusi lo fanno) occhi spalancati sull'obolo-oblò. Dare ondulazione al respiro, contorto, che giunga alla digestione. Vene e polsi calzano come un vanto: almeno si origliasse quel tanto che ho.
Id: 6966 Data: 30/01/2011 15:40:21
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Me, Myself and Mead
Il dialogo con la mia Istituzione e se è un gioco strutturato la comprensione, tiro dadi al muro sperando di soverchiare, attuo trucchi che devono comprendere. Apro portoni chiudendo catini, mi sveglio in un fiume di lenzuola, e le bracciate sei tu.
Id: 6944 Data: 29/01/2011 15:31:31
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Due caffè = 2.40 €
Le cose vanno in questa maniera: dove è essenza, giace immonda un'altra intercapedine.
Illustrami perché e ti dirò come sarò. In dizioni m'annullo, se meglio non capirai.
Al fine, gioire di una luce falsa sarà come se ti amassi.
Id: 6648 Data: 11/01/2011 11:26:45
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Tereza tarda
Nell'uso che fa le cose, oggi mi cimento nella solitudine dei lembi del mio lenzuolo e, guanciale che fosti, oggi sei trame dietro bit che spero privilegiati.
Tempo prima:
Nel silenzio, che fa generoso ogni lembo ogni orlo della tua camicia. E vorrei solo inchiodarti, dovunque l'attrito permetta e fartene gemere: così mi continuo.
Ieri:
Dissi i figli unica finalizzazione umana. Ma cosa, con la gloria del mio ultimo articolo? Lo stupore per la mia ultima idea? E tu che godi e io, nel tram, dopo. A parlarne.
Nell'uso che fa le cose ora agisco, sì lento, dove anche una chiazza mi dice di noi.
Id: 6632 Data: 09/01/2011 20:13:59
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Mattina, aula studio
Stella della sera, e sono più sporco dei passi incollati sul pavimento. Se la neve è ghiaccio è solo perché scivolo: appigli pochi e solo lungo i suoi fianchi. Nella notte testo occasioni e simulo accorgimenti da offrire a te. Attraverso fibre ottiche si moltiplica il tutto, magari con cartecee coccarde.
Altrove scendo e cerco di lei, che forse dorme con altri.
Id: 6629 Data: 09/01/2011 15:20:14
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Terre emerse
Controllare la certezza dei ritorni: un sottile apparato di costanze. Cos'altro, se non fermi, i punti? Fare di moto anche stasi: meglio dell'altro: binari, giunchi postille: dire o fare, intorno. Sono le trame dei lumi il dire delle città, il bianco, sul blu dell'insegna: una battaglia di cattedre insulsa. Sono soli mal accompagnati al crepuscolo, sottili ironie, battiti tali da non sortire affetti.
Nel mentre, un treno.
Id: 6617 Data: 08/01/2011 17:25:55
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Su alcuni ricordi legati ad E. Goffman
Luci sotto-messe, unico anelito umano: nell'altoforno. Ciò che so scaturisce dall'atto, mai dal proscenio.
Zittire ogni noce in fondo all'interazione e poi altre ragioni per soffermarsi.
Spesso, mi è bastato consultare il prezzario.
Id: 6616 Data: 08/01/2011 17:24:30
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Amore provinciale 2
Alla metafora d'un grande focolare acceso intessevamo promesse e non bastavano allori, come usare stille per illuminare, e bianchi pini per descrivere viali. Seppure adorni, fummo in quadrati di nuvole, di specchi vestiti per meglio guardarci e poi parlare, indugiando solo sui passi che ci portavano al letto, e sentire come cova un sogno in fondo ad un polmone.
E dove vivi tu? E tutta la corrente che t'attraversava, Chi ora la placa? Chi ti lascia nemmeno il tempo della sorpresa?
È, mentre mi chiedo in forme se prenda prima forma il dubbio, il vero, il loro nesso.
Id: 6595 Data: 07/01/2011 10:00:32
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Amore provinciale 1
Come cadere da seduti: sperare i binari iniqui o altro, per non portarmi a te. Vuoi per contrizione vuoi per stabilità. Ma vedi il nesso?
Sai, che a volte ti ho vista tra calcare e schizzi che già parlarono di te. Causazione non dice manipolazione, ma chiama vincoli morbidi, e l'assestarsi del sorriso tra il discorso, le pene di un'attesa prolungata e lo scusarsi per ore, magari un giorno e giacere tra il cacao fondente lungo il tavolo, amore come elenco puntato di azioni, o spunte, lista della spesa, convogli anche di carta su un pavimento di intenzioni. E sia il chiamarti solo una conferma, e non guanciale di altre ore fuori dal nostro possesso.
Id: 6594 Data: 07/01/2011 09:58:07
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Le strade descrivono
Le strade descrivono archi. L'ascolto, seppur pare antistorico, in tempi di guerra.
Intese del passante, ricama una patria dal vero, una storia intentata procede per monadi, vicenda spaziale accade su richiesta.
La breccia delle scelte non è nel suo vettore, ma nelle strutture dispersive susseguenti la coda: le falle, la stola.
Id: 6577 Data: 06/01/2011 01:16:06
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Intermezzo searleano
"Noi viamo in un mondo, non due, tre o diciassette." J. R. R. SEARLE, La costruzione della realtà sociale.
Il camminare tecnico (intonso): perfetto esempio di prossemica, ci si muove come in albume, spesso, a primavera. Alcuni muri disegnano una città che si vuole antica: diresti tale ogni crepa? I suoni che ometto li rivendico sulla materia, incollo etichette ad ogni passo, fino a che il vento non diventa presenza potresti essere tu. Le mani parlano e occhi nervosi fanno male, pretendo mare mentre mi osservo lungo le rive della rugiada.
Id: 6576 Data: 06/01/2011 01:15:10
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Lidi di Marzo
(Da "Onore del vero. Sulla riva" M. Luzi)
Il pontile deserto scavalcato dalle onde, ora opportuno. Infortunate conchiglie dopo l'amareggiata, lungo i suoi passi scavati, svaniti poi in discreto screpitare di spuma.
E sono gemme i vetri smussati i tuoi capei la treccia d'alghe. Che fai? Tengo desto un ricordo disteso rendo spesso un sapore sottile che si prende senza afferrarlo.
Ti spero in qualche porto (chi spara ha il porto?) darmi sempre del Tu, quanto basta.
Id: 6572 Data: 05/01/2011 18:55:49
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Incenso a Piazza Dante
Lascio che qualcosa bruci, ed altre aspetto. Come il volto tuo si volti non so.
Id: 6571 Data: 05/01/2011 18:53:36
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Canto per le ragazze
Vent'anni dimeno, la parità dei sensi, il misto rituale dell'amore.
Uno scorrer di mani discorre ad ogni caldo di curva, di modo che sia tu sia altre, non un coro ma sbadiglio unisono di vita con strali che spaziano in fumi, come d'avaria.
Id: 6548 Data: 04/01/2011 12:24:17
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Giulia a Schönefeld
Cono bucato, d'ombra; muto effetto, il vento. È parziale nell'attesa il gusto del rito. È più pretesa, gola, circonvenzione di capaci, il friggere di braccia inespresse. Sono libri relegati ad intervalli di occhiate: gente lancette e ancora gente.
Id: 6547 Data: 04/01/2011 12:22:59
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Lietuva
Consultare di scuri risentimento di radici, fosse un fiore inattuale o l'incedere del dito celante pietà, tragitto d'acqua corrente, il senso della sorpresa.
Teorie, di come collima la seta sul corpo e come colmarla.
Discorso detto antico risolto, sulla cima del pollice lungo la schiena.
Id: 6539 Data: 03/01/2011 18:41:41
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Pauline
Perso forse ormai sitibondo. In quale feticismo poi, per dirci e additarci? Cauta inalternanza. E poi vagliare, nel tuo sonno, tra ciuffi d'erba o altro tuo plume, in vero simile.
Solo l'occhio straloca.
Id: 6538 Data: 03/01/2011 18:38:48
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Riscoprire i sassi
Cammino fino alla fine dei sassi Lungo pericoli che potremmo soltanto elencare. Getto acqua salata su questa pietra che è la mia ragione.
Id: 5287 Data: 13/09/2010 19:49:10
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