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Raccolta di pensieri di Maurizio Barzi
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Jesper Just, Something to love, 2005

 

 

 

 

 

Qualcosa da amare

 

Pietra fredda digrigna i suoi denti colonna
grigio cemento, nel profondo, è quello che abbiamo dentro
Qualcosa di sinistro la sua eco. Le viscere, fiato sospeso
Quel freddo, quel silenzio, nel sottosuolo
Immobile il suo suono compatto, armato sussurra
Si sposta, lenta tra le colonne l'auto nera
Un uomo la guida poi piange.Un delicato, lacerante dolore che scende sul viso. Annuncio di foriera tragedia, è il suggerire. Qualcosa accadrà, deve accadere.

La cognizione di un qualche dolore
che l'afflizione crogiola e ottunde
Tante volte è un'arte sottile della fuga
Una dismissione da qualche responsabilità.
Un buco scuro dove nascondersi per farsi poi compatire
Sollecitare pietà, comprensione, richiamare l'abbraccio.

 

Seduto dietro un uomo che pare estraneo a quelle lacrime, alle loro conseguenze.
Nessuna ripercussione lo scuote. Guarda lo spazio desolato e vuoto. Indifferente eppure bramoso d'attesa.Qualcosa deve pur accadere. 

 

Non una parola nel video Allusioni? Insinuazioni? Che vorrà dire Jesper Just? 
Come fosse nostra responsabilità, capire. Lettura comparata delle emozioni che l'autore demanda. Roland Barthes si chiede se qualcuno scriverà mai la storia del pianto. Del come e il perchè la sensibilità cambia nel tempo. Del perchè un uomo se ne debba vergognare.
L'uomo che guida non si è messo la cintura. Quello seduto dietro si. Che voglia dire qualcosa? Se la mette chi fugge ma vorrebbe restare? 
Lo guardo piu volte questo video di Jesper. Che emozioni mi da? 
Chi sono quei due? Padre e figlio? amici, nemici, amanti?
Le cronache dicono siano due omosessuali e che i temi di Jaster Just girino attorno a questo e alla virilità. 
Negli occhi, nei gesti, nello sguardo dei due protagonisti si possono cogliere sfumature che non hanno parole ma che, la nostra sensibilità e osservazione traduce. Come dire che c'è, nello sguardo e nelle reazioni, nei gesti, un linguaggio universale, che comunica ad ognuno un sillabario condiviso, al di la del genere e dei gusti sessuali. 
Quando il passeggero scende dall'auto, l'autista (? autista come metafora di che? A cosa accompagna? ) con malcelato risentimento, con lenta perifrasi dispone a suo modo disprezzo, come stesse patendo un'offesa, una sconfitta a cui non può rimediare. Servile la mansione dell'autista, nell'accompagnare (che non è condurre). La sensazione è di uno stallo, di una sospensione di uno stato di ambiguità, un malessere irrisolto, abitudine e repertorio.

 

 

Lo guarda allontanarsi verso una porta metallica, impotente, girando solo la testa del suo risentimento. Il passeggero non cammina ma sembra trascinato, come su un tapis roulant entra. Che vuol dire? Qualcosa lo trascina perchè non è convinto di andare? 
L'altro scatta d'impulso, lo insegue, entra. Il passeggero ha preso un ascensore, ecc. Non si sa niente di quello che deve accadere. Ne dove va e a far cosa. Loro due lo sanno però. E' il meccanismo della suspance. Il qualcosa in procinto di accadere.

 

 

 

 

 l'll parcheggio numero 3...H2O.....loro son tre...l'll "motivo" la privazione una privazione "vecchia" di un legame [lui e' giovane e fisso] In quel video visto dai miei occhi Lui e' Lui Due ma sempre stesso Cerca l'acqua che ha fissato in fondo nel sotterraneo luminoso de Lascenseur pour l'echafaud.....trova un carillon ... x entrare e' trascinato in trance ....Lei chi era la madre quell'acqua? Lei apre gli occhi si accorge che lui riesce a ricordare rimuovere? Non perdona pero' puo' risalire davanti,senza cinture

 

 

 


Personalmente posso vederla a questo modo la questione. Loro sono due amici. L'autista aveva una relazione, da parecchio tempo, con la donna, molto piu giovane e, come spesso succede, lei si invaghisce dell'amico del suo uomo. Lui (l'autista) si sottomette a quella consapevolezza, sadicamente l'accompagna all'appuntamento, vuole presenziare, tentare un'ultima carta, impietosire, mostrare il suo dolore, spezzare quell'incubo.
Apre la porta dell'ascensore e compare una stanza.. I due amanti sono abbracciati, si baciano, ma non sulle labbra. Jasper Just, il regista, evidentemente vuol far discretamente risaltare questo dettaglio. La sensazione di falsità, di ambigua menzogna, di raggiro allora compare. Loro, i due amanti, girano intorno durante un lungo bacio, come figurine in un carillon. Meccanica dei fluire amoroso, rito passionale Autoritratti che di colpo si intorbidano dentro una mutilata percezione di sè e, pare quasi sospendersi il contatto con la vita per qualche istante. Per qualche istante pare patimento immedicabile la vita. L'aria sospesa dei loro respiri si fa carnefice e resa. Lei si accorge di lui. L'attore ha le espressioni di chi gli si è spezzato il cuore e, cosi pare spezzare anche l'inciucio amoroso. Lei ne è sconvolta al vederlo, la in piedi. Non c'è mai tanto da fidarsi dell'amore. Il passeggero si gira, anche lui lo vede. C'è questo stupore che si dilata. Il rito è compiuto. Che ci fai tu qui? sembrano chiedere gli sguardi dei due amanti. Non lo so neanch'io, lo sguardo dell'autista sembra rispondere. Nessuno, a quel punto, sembra piu sapere che ci fa in quel posto. Sembra, a quel punto che alla vita ci si deve rassegnare. Al suo destino piegarsi. Che sia qualcosa che ti chiama. E cosi, autista e passeggero, rotto l'incantesimo  del carillon, tornano assieme alla macchina. Come dire, è solo una troia. Ha tradito te. potrebbe dire il passeggero, e anch'io ti ho tradito. Chi è la Cenerentola? Forse l'amore. 

 

 

A me piace anche, questo video di Jasper Just. Poi son stato la a far dei ragionamenti sulle sensazioni che trasmetteva. Cercare in qualche modo di tradurmelo, di dargli voce. Non mi ha dato tanta soddisfazione però, questa cosa quà e cosi tedio anche chi si metterà a leggerlo. 

 

 


Id: 984 Data: 29/12/2012 10:58:30