I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
domenica scorsa si è svolta a Roma la premiazione del concorso letterario Il giardino di Babuk edizione 2016, della cui giuria ho fatto parte. Sapendo da tempo di non poter presenziare, gli ossequi “istituzionali” li ho fatti a più riprese da quel dì; porgo oggi invece i miei rallegramenti ai vincitori e ringrazio tutti i concorrenti della sezione narrativa, che mi hanno idealmente tenuto compagnia dal 15 settembre agli inizi di febbraio, quando ho messo il voto all’ultimo racconto pervenuto.
È stato sorprendente riscontrare una mia partecipazione emotiva, quasi paterna, ai vostri racconti.
Sono stato felice a lungo, per l’endorfina della scoperta, ogni volta che ho trovato pagine scritte bene; mi sono arrabbiato come un tifoso deluso quando l’assenza di cura travolgeva risultati astrattamente buoni e mi costringeva a una valutazione negativa.
Mi è dispiaciuto rivedere al ribasso il giudizio su racconti anche meritevoli ma che presentavano errori di stile e ortografia o vere papere lessicali.
Ci ho pensato a lungo e alla fine ho deciso, a costo di figurare come “grammar nazi”, di essere rigoroso per un motivo fondamentale: i manoscritti finiscono nell’ebook dedicato al premio senza revisione. Quindi prendere solo il lato positivo e lasciar passare gli errori senza segnalarli avrebbe comportato un qualche detrimento d’immagine anche per l’organizzazione. Oltre al fatto che la capacità di autocorrezione, visti i chiari di luna, è ormai uno skill imprescindibile anche per gli autori che pubblicano.
Come rovescio della mia pignoleria ho imparato, e qui cada pure il mito del giurato onnisciente, alcuni vocaboli o modi di dire che in precedenza ignoravo.
Nel complesso dunque ho ricevuto più di quanto ho potuto dare. Grazie.
Troverete a questo link (e cliccando sull’immagine) l’ebook appena sfornato da LaRecherche con le prove dei primi dieci classificati di entrambe le sezioni.
Senza disaggregare il dato della giuria mi limito a dire che alla vincitrice, Paola Zeni da Verona col racconto “La ricerca”, ho dato un voto assai lusinghiero pure io. Si tratta di una prova che coniuga ricchezza di stile con padronanza dei tempi narrativi ed emozionali, quindi merita il primo premio.
Ho poi segnalato, motivando, tre racconti non finalisti che mi parevano pregevoli per impianto e originalità di stile; la segnalazione speciale con tanto di pergamena, forse magro bottino per chi aspirava legittimamente a onori e magari a qualche piotta, è stata accolta. Vedremo se sarà possibile riprendere questi racconti, o comunque qualcosa dei loro Autori, in altra sede.
Per quanto riguarda la poesia, per motivi di tempo mi sono solo soffermato – da appassionato, non da addetto ai lavori – sui finalisti. Tra tutte le poesie mi hanno colpito quelle di Caterina Colica, giunta seconda, e Federico Zucchi, classificatosi in quarta posizione.
Buona lettura e all’anno prossimo! Roberto
(http://robertocorsi.wordpress.com)