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Raccolta di pensieri di Giusy Sturiale
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Dramma umano di chi professa e ne rimane invischiato

Tralci di vita, di questa vita sopraffatta dagli eventi e l'impossibilità a fronteggiarli tutti mi sovrastano, che fare? Non ho via di scampo, voglio finire quelle voci che non sanno più di niente, sono vicine e mi tormentano ogni giorno, vorrei resistere e forse a tratti sembro averle sconfitte e poi di nuovo a tempestarmi i timpani. Sembravano aiutarmi ed ora ne sono ossessionata, sembravano esserci, ed ora sono solo a farmi male, com' è possibile tutto quel bene che mi dicevano, andato in fumo ed io che ci muoio dentro. Oh com'era santo e giusto quell'uomo e i suoi seguaci, fede cristiana ad aiutarmi nei momenti tristi, bui e sofferti nella mia vita mortale, e poi all'improvviso il niente, solo perché non mi è sembrato giusto qualcosa, qualcuno e subito contro come fossi colei che più non può. Sarà che forse sbaglio, eppure non mi sembra, che ho fatto io per meritarmi questo, fedele ed osservante in ogni momento presente, e poi è questa la missione del mondo che ci crede?

 

Ed i pensieri miei marciscono, in questo sottobosco fatto di credo e di obbedienza, ad un'idea ma poi, è davvero quella, o solo di chi uomo si è fatto apostolo di un Dio forzando il suo volere? Ora non posso farcela, troppe e troppe ancora le voci mi ossessionano, sono sul punto di cadere e battere e voglio soltanto terminare le mie giornate e ore trascorse nell'attesa che possa finire io tra quelle mani sporche d'uomini ciechi di fronte alla vita e avidi solo di proseliti nel mondo come una tempo per affermarsi.

 

E allora che rimane di me che ho fatto e detto come hanno voluto, voglio morire non resta che quest'ultimo atto. Afferro adesso un'arma alla mia vista, voglio portare con me me stessa e quella figlia che ho messo al mondo con amore e loro se la vogliono rubare. Ecco qui affondo questa lama lucida, e poi ancora qui nel mio corpo, sento che sto svenendo, perché adesso mi vogliono salvare? No, no, vi prego, lasciateci morire, non un giorno in più voglio restare in questa vita che non mi ha dato niente, e voi che avete portato avanti quelle insegne d'amore, adesso comprendo il vostro bacio traditore. Lasciatemi morire, voglio il perdono da chi sopra di voi è solo Amore, voi inutili intermediari e poveri nell'animo, voi abbandono e ahimé so che farete ancora male. Che muoia adesso, non c'è più nulla da fare, eppure la mano di qualcuno adesso mi solleva, sento che sta portando in vita ciò che mi resta, cosa succederà adesso di noi, di me che ho ferito una bambina, mia figlia innocente, e me colpevole soltanto d'aver creduto in gesta umane?

 

 

 

 

 

Il mondo non è una punizione, ma una ricompensa

(Osho)

 

 

 

 

 

 

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Notte

Notte che notte stanotte, mi prendi la mano e mi porti lontano. Ti seguo in silenzio e mi sento nel senso. Mi parli, sussurro all'orecchio di un tempo che è questo, alito e vento scomposti nel cielo. Io guardo, tu guardi e distanti la notte ci unisce e finisce nel letto d'intenti. Un nudo di corpo, e un corpo di nudo sfrondato, liberato, assaggiato, gustato e bevuto.

Il buio ti veste e indossi un colore, quel blu non c'è più e col nero disegni dei segni infiniti a noi uomini finiti.